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Lame d'argilla

Lame d'argilla
Titolo Lame d'argilla
Autori ,
Argomento Arti, cinema e spettacolo Fotografia e fotografi
Editore VivereIn
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 156
Pubblicazione 09/2025
ISBN 9788872637159
 
25,00

 
0 copie in libreria
L’incedere del tempo inesorabile imperversa e nulla siamo e nulla possiamo per arrestare o mutare il corso di esso. “Lame d’argilla” interpreta in chiave metafisica il mistero della condizione terrena, tanto perigliosa quanto disarmata, appartenente ad ogni elemento della natura, attraverso un cammino fotografico compiuto tra le aspre e fragili sculture argillose dei Calanchi in diverse aree geografiche d’Italia. Avventurandosi nell’esplorazione di territori solitari e un po’ deserti della Basilicata, dell’Abruzzo e dell’Emilia Romagna, lo sguardo curioso e sensibile del fotografo Michele Di Mauro si è posato sulle rughe della terra, talvolta dall’aspetto ruvido, talvolta affilate come lame, solcate da rivoli profondi, talvolta affondando lo scarpone in suoli fragili, franosi e persino segnati da crepe che ne disegnano zolle dall’aspetto che richiama i movimenti a placche della grande Terra. Nell’intimo rapporto fotografico intessuto con i “deserti” dei Calanchi si è palesata al fotografo la riflessione sull’incidenza del tempo nelle vite e nei territori e una domanda tanto intima quanto priva di risposta: lì dove i frammenti d’argilla rotolano, scricchiolano, scivolano e si spostano, il territorio ha supinamente assecondato il tempo o si è armoniosamente adattato, in una sorta di tacita comprensione tra elementi naturali che contrastano e al contempo si compenetrano? Il percorso fotografico, mediante la metafora tangibile di territori evocativi come quelli lunari dei Calanchi, pone in risalto elementi peculiari e antitetici: il ritrovamento di preistorici fossili di conchiglie sulle alture montuose dei calanchi lucani e le distese di delicati e profumati fiori di ginestra alle pendici dei gruppi di lame argillose sono solo alcuni degli stimoli da cui muove la riflessione sulla potenza plasmante del tempo. Dov’erano acqua, mare e vita ora v’è aridità, rilievi montuosi e apparente infertilità. Dove paiono aver inizio solitudine, silenzio e deserto, lì spuntano discreti, silenti, odorosi e mai soli i fiori simbolo di una resilienza che è il più potente motore di un pianeta che vive, invecchia e si rigenera, resistendo vittorioso agli stravolgimenti del tempo.
 
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