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Oppio. Storia di una droga dagli egizi al XX secolo

Oppio. Storia di una droga dagli egizi al XX secolo
Titolo Oppio. Storia di una droga dagli egizi al XX secolo
Autore
Traduttore
Collana Odoya library
Editore Odoya
Formato
Formato Libro Libro: Copertina morbida
Pagine 336
Pubblicazione 04/2021
ISBN 9788862886574
 
22,00

 
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La resina di papavero addormenta e lenisce, è in grado di annullare l'angoscia lasciando il posto a una calma avvolgente. Analgesico, narcotico impiegato nei riti misterici, droga mortale, l'oppio è conosciuto fin dai tempi più antichi. La sua origine è senza dubbio mesopotamica, se ne trovano sicuri indizi nella civiltà egizia e greca, presso la quale le virtù terapeutiche dell'oppio erano attribuite alla dea Demetra. I Romani lo usavano anche come veleno, e durante il Medioevo la sua diffusione si propagò all'intero bacino del Mediterraneo e in Cina. Matthias Seefelder racconta come sia stato il divieto al consumo di alcool di Maometto a spingere gli arabi verso l'oppio, nonostante abbiano poi preferito l'hashish. Inoltre esamina anche la vasta farmacopea rinascimentale, soffermandosi sulla figura di Paracelso, noto medico del Cinquecento e inventore del laudano, un composto a base di alcool e oppio. Nell'Ottocento, l'oppio diventa protagonista di un vero e proprio conflitto tra Cina e Inghilterra, con le cosiddette "guerre dell'Oppio", combattute tra il 1839-1842 e il 1856- 1860. Oggi i suoi derivati chimici, come morfina e cocaina, sono al centro di vari traffici criminali sempre più aggressivi. In questo libro, scienza e farmacologia si mescolano in un'analisi che non trascura aspetti divertenti e aneddoti originali. Un intero capitolo, ad esempio, è dedicato al rapporto tra oppio e arte. Sono stati molti gli scrittori a fare uso di questa sostanza: Walter Scott, Edgar Allan Poe, John Keats, Lord Byron, Charles Baudelaire, Jean Cocteau e così via. In appendice al libro, oltre ai dati di produzione del prodotto, Seefelder riporta da codici medievali curiose ricette a base di oppio.
 
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