Vita e Pensiero: Ricerche/Storia/Ordines
Scherza coi fanti e lascia stare i santi. Giochi proibiti e divertimenti leciti nella Sicilia medievale
Patrizia Sardina
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2024
pagine: 256
Il volume ripercorre in modo organico la storia dei giochi e degli spettacoli in Sicilia dall'età normanna alla fine del Quattrocento, alla luce della concezione del tempo libero propria dell'età medievale, attraverso fonti documentarie, edite e inedite, cronache, fonti iconografiche e archeologiche. Si dedica ampio spazio alla disamina delle attività ludiche proibite, censurate e controllate (in primo luogo il gioco d'azzardo e il ballo) che furono sottoposte alle critiche di pensatori cristiani e predicatori, attenzionate nei capitoli delle confraternite e nei confessionali, disciplinate dalle costituzioni regie e dai bandi comunali. Si rintracciano, poi, le testimonianze sulla diffusione del gioco degli scacchi nei diversi strati della società. Incoronazioni regie e cerimonie funebri, tornei e palii mostrano le tante sfaccettature del potere regio e viceregio che spettacolarizzavano eventi gioiosi e tragici per rinsaldare il legame tra i diversi ceti sociali, disposti in spazi ben delimitati secondo una precisa scenografia. Inoltre, è riservata speciale attenzione al ruolo della musica nella corte regia, alla presenza di suonatori indipendenti che, in occasione di matrimoni e feste, allestivano concerti in città grandi e piccole e si esibivano anche sul mare, e all'arte come fonte iconografica fondamentale per ricostruire la storia degli strumenti musicali. Si analizzano anche le attività ludiche degli ebrei, sottoposte alla gabella della iocularia, pagata in occasione delle nozze e delle nascite. Nell'isola, che annoverava la presenza di comunità consistenti e particolarmente attive sotto il profilo economico, gli artigiani ebrei si distinguevano nel campo della fabbricazione di strumenti musicali. Spettacoli e giochi potevano diventare luogo d'incontro tra cristiani ed ebrei che convivevano fianco a fianco nelle città siciliane, o palesarne la distanza.
(Fra)intendimenti. Studi italo-tedeschi sugli equivoci nella comunicazione (secoli XI-XV)
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2024
pagine: 304
Fraintendimenti e malintesi fanno parte della nostra esperienza quotidiana e con essi dobbiamo costantemente fare i conti. Per esempio, alcuni dei più noti incidenti diplomatici del passato, più che esito di strategie mirate, furono suscitati da equivoci e fraintendimenti dovuti sia a inevitabili questioni linguistiche sia all'ambiguità dei linguaggi politici e dei rituali. È stato ripetutamente riscontrato, infatti, che l'ambiguità dei gesti, ad esempio nelle azioni simboliche, consente alle parti in causa di elaborare la propria interpretazione degli eventi. Per tale via si rende possibile creare un ponte tra le parti in conflitto. Il presente volume si confronta con questa problematica. Esso raccoglie gli Atti di un incontro, organizzato dai medievisti della Bergische Universität di Wuppertal e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, svoltosi nel settembre 2022, che ha visto la partecipazione di giovani ricercatori (dottorandi e post-doc) soprattutto delle due Università promotrici.
La crociata dopo la peste. Metamorfosi di un’idea (secolo XIV)
Simone Lombardo
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2023
pagine: 320
Il Trecento era stato segnato da difficoltà, culminate con la peste di metà secolo. Le epidemie endemiche avevano colpito un mondo già scosso da problemi strutturali, oltre a conflitti e carestie. Questi cambiamenti avevano determinato un profondo impatto sulla mentalità a cui anche la crociata, dopo la definitiva perdita della Terra Santa nel 1291, non aveva potuto sottrarsi. Come mutava il fascino per l'impresa d'oltremare in un mondo in trasformazione? Il cambiamento dell'ideale di crociata si può rintracciare nella fine della trattatistica sul recupero della Terra Santa, in una ricomparsa del tema escatologico, negli scritti di mistiche come Caterina da Siena e Brigida di Svezia. Nella seconda metà del XIV secolo la crociata sembra aver perso attrattiva anche dal punto di vista religioso, sostituita da vie alternative, che ne riprendevano i simboli e il linguaggio, per rispondere a un generalizzato bisogno penitenziale. La terminologia utilizzata nelle lettere papali permette di osservare il cambiamento dell'idea di crociata da passagium per la riconquista della Terra Santa a guerra difensiva contro i turchi, così come la percezione letteraria del fenomeno in autori come Petrarca, Philippe de Mézières, Geoffrey Chaucer o i novellieri italiani. I mutamenti della crociata non riguardavano solo l'ambito concettuale ma anche le prospettive con cui vi aderivano i nuovi protagonisti: Ospitalieri e mercenari, mercanti genovesi e veneziani, l'aristocrazia franco-borgognona, che concepiva l'impresa come un'avventura cavalleresca, in contrasto con le proteste e le rivolte degli strati popolari. La crociata dopo la peste non sarebbe stata più la stessa.
Manifestare e contrastare il dissenso (secoli XI-XIV)
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2023
pagine: 480
Nei precedenti workshop internazionali, svoltisi nel 2015 e nel 2017, sono state esaminate le forme di governo che cercano legittimazione nel consenso e i modelli adottati a tal fine, nonché i molteplici linguaggi esperiti per ottenere il consenso nella vita sociale, politica e culturale. Ne è emersa la centralità del tema “consenso” per comprendere lo sviluppo delle istituzioni medievali. Questo volume presenta i risultati di un terzo incontro, dedicato all'esame di un aspetto correlato: le manifestazioni del dissenso e le misure prese nei confronti dei dissidenti, in quanto elemento indispensabile per valutare l'effettivo consenso raggiunto da un gruppo o da un'istituzione, proprio a partire dalla sua capacità di reagire e, anzi, utilizzare il dissenso come occasione di crescita e rafforzamento del proprio prestigio. Al centro dell'interesse è l'esame dei linguaggi e degli strumenti che esprimono il dissenso nei diversi campi della vita associata, sia che esso si ponga come elemento di rottura dell'ordine sociale, politico o religioso sia che, una volta incanalato e parzialmente (o totalmente) accolto, finisca per contribuire al rafforzamento degli equilibri di potere. Si lasciano da parte le immagini contrapposte che vedono nel medioevo una società armonicamente coesa, oppure esclusivamente repressiva, per farne invece emergere l'aspetto di un laboratorio dal quale si sono originate, non senza conflitti, le moderne società pluraliste.
L'universalità del papato medievale (sec. VI-XIII). Nuove prospettive di ricerca
Sabrina Blank, Caterina Cappuccio
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2022
pagine: 288
Il volume presenta i risultati del convegno internazionale tenutosi alla Bergische Universität di Wuppertal nel settembre 2019. I contributi raccolti si confrontano con la seconda affermazione contenuta nel dictatus papae di Gregorio VII (Quod solus Romanus pontifex iure dicatur universalis). L'affermazione dell'universalità del papato, già a più riprese indagata dalla storiografia europea, è qui l'oggetto delle ricerche di giovani studiosi e studiose sia da un punto di vista normativo, come nei casi delle elezioni papali, sia nella riflessione teologica di età altomedievale. Questa pubblicazione si inserisce nella linea delle più recenti e affermate tendenze storiografiche della medievistica e dedica particolare attenzione non solo alle norme alla base dell'universalità del papato, ma anche all'applicazione di tali teorie attraverso l'analisi di alcuni vettori dell'interazione tra il papato e le realtà locali. Lo studio di questi attori dell'interazione costituisce la base imprescindibile per la comprensione del papato medievale nelle sue relazioni con le province ecclesiastiche, con l'intento di verificare e approfondire il rapporto esistente tra norma e prassi.
Diodoro Siculo. Biblioteca storica. Libri XXXIV-XXXVI. Commento storico
Rita Scuderi
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2021
pagine: 282
Il volume "Diodoro Siculo. Biblioteca storica. Libri XXXIV-XXXVI" si inserisce nel progetto di ricerca «Commento storico alla Biblioteca di Diodoro» (ideato da gruppi di ricerca attivi nelle Università di Bologna, Milano, Pavia e Firenze e cofinanziato dal MIUR) che prevede di completare il commento complessivo della Biblioteca. I libri XXXIV-XXXVI, pervenuti frammentari attraverso compilatori bizantini, coprono un arco cronologico dal 135 circa al 98 a.C. I temi sono vari e trattati in modo non uniforme, ma condizionato dagli interessi degli escertori. Poiché Diodoro seguiva una struttura annalistica anziché un’organizzazione su ampie tematiche, gli excerpta hanno prodotto brevi inserzioni di argomenti disparati nel corpo di grossi blocchi narrativi. Troviamo notizie sui Seleucidi, sugli Attalidi, sui Tolemei, mentre un ampio racconto riguarda la prima insurrezione servile in Sicilia.
Costruire il consenso. Modelli, pratiche, linguaggi (secoli XI-XV)
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2019
pagine: 416
La costruzione del consenso in età medievale non va concepita necessariamente come pressione propagandistica esercitata da istituzioni totalizzanti che godevano di un potere privo di vincoli. Il consenso si esprimeva come una interazione, talora conflittuale, tra una pluralità di soggetti e le diverse modalità secondo le quali la comunità giungeva a catalizzare il suo consenso su una soluzione istituzionale o su una decisione politica attraverso molteplici strumenti, in particolare mediante l'uso specifico di tecniche retoriche nella comunicazione consiliare o nella predicazione. Ciò ha consentito di definire l'esercizio del potere in età medievale una sorta di signoria, non assoluta, ma caratterizzata dalla ricerca del consenso degli interlocutori politici, si trattasse dei grandi o dei sudditi del regno, oppure dei cives di una città. La costruzione del consenso diviene così un osservatorio privilegiato per esaminare gli snodi fondamentali di una questione di lunga durata nella storia istituzionale dell'Occidente, vale a dire il rapporto tra l'inevitabile ricerca del consenso da parte di chi detiene il potere e i limiti della sua praticabilità, in dialettica con differenti criteri di legittimazione.
Autorità e consenso. Regnum e monarchia nell’Europa medievale
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2018
pagine: 432
Il rapporto tra l’autorità esercitata e il consenso necessario per poter governare costituisce un nodo centrale della storia del medioevo europeo, durante il quale, attraverso l’elaborazione di nuovi modelli formulati sugli esempi offerti dal mondo imperiale romano, dalla Bibbia e dal mondo barbarico, si giunse a definire un nuovo significato di “regno” e di “monarchia”. Quest’ultimo termine, in particolare, costituisce un particolare il focus di questo volume, perché nelle sue cangianti e multiformi accezioni consente di cogliere gli sviluppi della concezione del potere legittimo e delle sue possibilità di affermazione. Emerge così la difficoltà di fornire una definizione univoca di monarchia, una difficoltà ben rappresentata anche nella trattatistica di carattere giuridico e politico. Il volume contiene gli Atti di un Workshop internazionale svoltosi presso l’Università Cattolica di Milano nel 2015. Oltre agli interventi presentati in quella occasione, si sono individuate altre tematiche per completare il più possibile il quadro europeo in un arco cronologico che va dal mondo tardo antico al XIV secolo.
Economia della salvezza e indulgenza nel Medioevo
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2018
pagine: 256
L’indulgenza, ovvero la remissione parziale o integrale delle pene temporali dovute ai peccati rilasciata dal papa o da un vescovo, rappresenta una delle componenti più significative della religiosità medievale – e ciò soprattutto in ragione della sua pervasività, della sua popolarità, come pure della sua capacità di polarizzare. Lungi dal costituire esclusivamente una pratica intra-ecclesiastica legata all’esperienza penitenziale del singolo fedele, l’indulgenza cela in sé una poliedricità di applicazioni con ripercussioni di natura sociale, culturale e finanche politica, difficilmente riscontrabile presso altre forme devozionali o liturgiche del medioevo. Tra le iniziative a cui furono associate remissioni penitenziali sono da annoverare crociate, canonizzazioni di santi, pratiche caritative e devozionali, inquisizione e repressione dell’eresia, incoronazioni di papi e principi secolari, nonché innumerevoli campagne finalizzate al reperimento di fondi per la costruzione e il sostentamento di chiese, ponti e ospedali. Il volume, che raccoglie gli atti di un Incontro di Studi tenutosi nel febbraio 2015 presso la Bergische Universität di Wuppertal, affronta l’argomento da differenti prospettive tematiche e metodologiche, chiedendosi se e come l’affermazione della prassi indulgenziale e della relativa dottrina teologica e canonistica concorsero a modificare la concezione dominante della salvezza dell’anima e del rapporto sussistente tra i singoli fedeli e il vertice dell’istituzione ecclesiastica impersonato dal romano pontefice.
Pergamene del monastero milanese di Sant'Apollinare (1204-1263)
Timothy Salemme, Maria Cristina Piva
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2017
pagine: 528
Fondato agli inizi del Duecento, il monastero di Sant’Apollinare di Milano fu, fin dalle sue origini, tra i centri nevralgici dell’irradiamento dell’esperienza monastica femminile legata all’ideale di vita di Francesco d’Assisi: un’esperienza promossa dalla sede apostolica, e più particolarmente dal cardinale Ugolino d’Ostia, dal 1227 papa col nome di Gregorio IX. Grazie all’autorità del suo fondatore e al suo stretto rapporto col convento milanese dei frati Minori, il monastero rappresentò a lungo per la città ambrosiana e per il suo territorio un punto di riferimento per la vita regolare femminile, direttamente soggetta alla Chiesa di Roma e da quest’ultima regolamentata. L’antico tabularium di Sant’Apollinare, oggi disperso in vari fondi archivistici milanesi, costituisce una fonte di primaria importanza per lo studio e la comprensione del ruolo di assoluto rilievo giocato nel XIII secolo dall’ente regolare sul piano religioso, sociale, economico e politico nella metropoli lombarda: un mondo nel quale, proprio in quel frangente, cominciava gradualmente a consumarsi il passaggio dagli assetti tardo-comunali a quelli delle prime esperienze proto-signorili. Questo libro offre al pubblico l’edizione critica di 109 documenti provenienti dall’antico archivio di Sant’Apollinare, risalenti tutti al periodo compreso tra il 1204 e il 1263 e attualmente conservati presso l’Archivio di Stato di Milano.
Il Codice dal Verme. Memoria e ideologia a Pavia nell'età di Gian Galeazzo Visconti
Maria Chiara Succurro
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2017
pagine: XX-352
Come si tramanda, si modifica, si inventa la memoria cittadina? E quale significato hanno le 'ritrascrizioni' di cronache e cataloghi a distanza di secoli, quando avvengono per opera di uffici che sono specifica espressione del potere politico? Queste domande, su cui già da alcuni anni gli studio si hanno focalizzato la loro attenzione, trovano un esemplare caso di studio nel contesto pavese attraverso l'analisi del codice Dal Verme. Il manoscritto, di cui si presenta qui per la prima volta l'edizione critica, rappresenta la più importante testimonianza sulla Pavia di Gian Galeazzo Visconti. Prodotto nell'ambiente della cancelleria viscontea tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo, esso fu inteso come un vero e proprio "kit di costruzione" per la memoria sociale. La sua analisi consente di mettere a fuoco il ruolo della cancelleria come centro attivo nell'elaborazione dell'ideologia ducale, e testimonia inoltre concretamente il processo di costruzione della memoria storica e politica della città, con le invenzioni di tradizioni di lunga durata che si continuarono a rinnovare nei secoli successivi.
La distruzione di Milano (1162). Un luogo di memorie
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2015
pagine: 400
Perché vale la pena di ricordare? Che cosa ricordare e che cosa dimenticare? E come ricordare? Ormai da decenni queste domande sono al centro di un ampio dibattito che ha investito anche la ricerca di ambito medievistico. La memoria, infatti, è riconosciuta come uno degli elementi costitutivi per la fondazione dell'identità individuale e collettiva. Così come accade a livello soggettivo, del resto, anche la costruzione del proprio legame con l'altro viene formandosi non solo mediante l'identificazione di esperienze e attese comuni ma anche attraverso la definizione e la conservazione di quei ricordi ritenuti fondanti perché utili per orientarsi nel presente. La distruzione inflitta dall'imperatore Federico I Barbarossa a Milano nella primavera del 1162 rappresenta certamente per Milano, per l'Italia ma anche per la stessa Germania uno di questi ricordi fondanti. Proiettata di continuo nell'immaginario collettivo, rielaborata dalle élite culturali come un 'luogo di memorie', vale a dire un laboratorio creativo d'identità, nel corso dei secoli l'immagine della distruzione della città e del suo autore ha assunto significati sempre diversi, adeguandosi ai differenti contesti storico-politici e culturali in cui fu rievocata. Il volume, che raccoglie gli atti di una Giornata di Studi organizzata dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dal Deutsches Historisches Institut di Roma, ripercorre la storia di questo 'luogo di memorie' dal Medioevo sino ai nostri giorni.