De Piante Editore: I solidi
Per un mondo meno ladro
Berto Ricci
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2025
pagine: 170
Berto Ricci è un intellettuale difficilmente catalogabile: per lui qualcuno ha parlato di fascismo di sinistra, evidenziandone una contraddizione di fondo. Fu infatti fascista, ma anche critico verso quel regime che secondo lui tradiva le istanze rivoluzionarie iniziali. Per la prima volta vengono pubblicate e commentate le lettere che in diverse occasioni scrisse ai genitori: vi si scorge un animo irruento, deciso e perentorio, mai però malvagio o maligno, tant'è che anche gli avversari gli rendevano l'onore delle armi. Sin da giovanissimo si sentì spinto all'impegno, volendo essere guida morale e politica della società, ed è per questo motivo che sin da subito impegnò le sue energie al servizio dello Stato, partecipando come volontario e in prima linea ai conflitti bellici in cui l'Italia fu coinvolta. È il libro perfetto per coloro che hanno grandi ideali e che credono che il pensiero e l'azione possano cambiare il mondo.
Qoelet
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2025
Qoelet: nero diamante nel cuore della Bibbia. Qoelet: colpo di dadi nel piano di Dio. Qoelet: rapina di ogni norma, razzia nei sacri paramenti, santo sconquasso. Qoelet: il caos nell'armonia celeste. Tra i grandi moralisti di ogni era – da Laozi a Seneca, da Epicuro a Confucio, da Solone a Lucrezio – Qoelet, "colui che prende la parola", è il più duro, quello che non ci offre scampo. Il mondo è vanità, godi di ciò che hai perché stessa sorte di dolore grava sul giusto come sul perverso; stesso nulla, dopo questa vita, è preparato per l'uomo come per la bestia; la Storia è un cumulo di insensatezze, il consiglio del sapiente è pari a quello dell'idiota. Qoelet confonde le menti – i padri esegeti hanno discusso a lungo sulla liceità della sua ispirazione – provoca, rovescia cattedre e parlamenti: crepita nel suo dire l'oro di un eroismo solitario. Spaventoso, è vero. Eppure, comprendere che tutto è vano ci permette di amare tutto, come fosse la prima e l'ultima volta, quella aurorale, a bonifica di baci, tra salvezza e schianto. Per la prima volta nel contesto editoriale italiano, Qoelet è presentato in tre traduzioni, di diversa ispirazione, per sperimentarne l'abisso e i suoi diversi significati.
Obbedisco all'amore. Poesie scelte da Piero Chiara
Giacomo Casanova
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2025
pagine: 222
Come si sa, Piero Chiara, tra i grandi narratori italiani del Novecento, fu "casanovista per amore della ricerca e per simpatia verso quell'altezzoso e qualche volta difficile personaggio che fu il Casanova". Riteneva il fantomatico viveur veneziano, autentico alchimista del verbo, "uno straordinario narratore, il più importante del Settecento europeo", capace di dotare di sfrenato estro i suoi scritti. Dagli anni Sessanta, Chiara mirò a raccogliere le poesie del sommo seduttore, che costituivano l'altra parte – remota, esoterica, dionisiaca – della sua avventurosa autobiografi a. Le poesie in italiano, in veneziano e in francese, per lo più occasionali, brulicano d'ingegno, dardeggiano di baci, sono, in effetti, il sigillo di una poetica della gioia, esprimono il gusto del vivere incomparabile. È il libro perfetto per chi vuole lasciarsi conquistare dal Casanova poeta, che seduce con la ricchezza della lingua e con la sua personalità, sorprendente e di grande attualità.
Il bastardo
Erskine Caldwell
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2024
pagine: 168
Unì la tragedia greca al reportage di cronaca nera, il mito di Edipo all'"hard boiled". Alla sua morte, nel 1987, il "New York Times" ne ricordò "lo stile disadorno e violento, che fece scandalo, a tal punto che i suoi libri furono banditi da molte biblioteche". Erskine Caldwell, tra i rari lari della letteratura americana, esordì nel 1929 con "Il bastardo": romanzo brutale, e di brutale bellezza, racconta le animalesche peripezie di Gene Morgan, vagabondo, figlio di una prostituta, ostaggio di un mondo stravolto. Ritirato dal commercio, "Il bastardo" dimostrò, nei decenni, l'autorevolezza di un libro-pioniere. Dalle cupe invenzioni di Caldwell provengono, per sinistra filiazione, i primi romanzi di Cormac McCarthy, i film più duri di John Huston ("Città amara", ad esempio), i fantasmagorici orrori di David Lynch. Dicono fosse esagerato, esagitato nel disintegrare le ipocrite convenzioni del suo (e del nostro) tempo. Il grande scrittore, d'altronde, fa così: dà fuoco alla casa in cui dimora; vive di offerta e di spoliazione.
La filosofia della tragedia. Dostoevskij e Nietzsche
Lev Sestov
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2024
pagine: 350
Nonostante vari tentativi accademici, anche recenti, nessuno è ancora riuscito a installare Lev Šestov nella beata schiera dei filosofi del Novecento, comodamente assiso tra Heidegger e Husserl, Wittgenstein e Bergson. Nato a Kiev, fuggito dalle maglie del sistema sovietico, studioso di Pascal e Plotino, Šestov aveva il viso di un uomo buono, in perenne stato d'estasi. I suoi libri, tuttavia, sfuggono agli argini del “canone”. Sono libri che ardono, sanguinano. Con l'arguzia di uno stratega, Šestov ci obbliga a incenerire le nostre pie convinzioni, ci porta a credere nel miracolo in vece della statistica, disinnesca l'opera dei paladini del quieto vivere, dei burocrati del bene sociale. Insegna l'azzardo, procede per vertigini, dice ciò che non deve essere detto. La sua “filosofia della tragedia”, compiuta con passo marziale, è un cerimoniale che fa a pezzi la filosofia. D'altronde i maestri di Šestov – Dostoevskij e Nietzsche – insegnano ad abitare la contraddizione. L'esito, se si è lettori autentici, è la follia, una vita tra i sacri paramenti dell'“anormalità”. Preparatevi ad annientare tutto.
Sciacalli e arabi
Franz Kafka
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2024
pagine: 162
Il racconto più noto di Franz Kafka parla di un uomo mutato in insetto; i suoi frammenti, di esoterico esotismo, crepitano di cornacchie e di giraffe, di leopardi pari ad alti prelati, di simboliche belve. Il viso di Kafka – consustanziale alla propria opera – nelle diverse fotografie di cui disponiamo, è, di volta in volta, il muso di un felino e quello di un cobra, ha il genio del rapace e la profondità del lupo. Poco prima di morire pareva una farfalla. Questo ciclo di racconti – i cui protagonisti sono talpe e topi, sciacalli e cani – sarebbero ascritti, dai critici complici della norma letteraria, all'ambito dell'assurdo. Non è così. Kafka scriveva parabole: ogni frase reca lo stigma della sapienza e va sollevata come un sasso. Tutto tende alla ricerca dell'innocenza – per questo Kafka ci prende sempre alla sprovvista, ci assale: conosce l'arte magnetica della predazione. “Era impossibile sondare le segrete della sua anima” dice di Kafka un giovane amico, Jirí Langer. Da ragazzo, aveva voltato le spalle al mondo abitando tra i Chassidim, i misteriosi mistici ebrei. Di lui pubblichiamo, in appendice, una silloge di poesie. Il libro perfetto per chi ama i “classici” in nuova traduzione e percorre l'audacia della sapienza, indagando se stesso tramite la più efficace delle lame: la letteratura.
Ama ciò che ti tortura. Lettere a Helle (1938-1974)
Anna Maria Ortese
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2024
pagine: 147
Questo libro è una camera dei segreti. Segreto – o "secretato" – era l'epistolario: un fascio di lettere, fitte di lame, di omissioni e di amori, scoperto avventurosamente da Dario Biagi. Segreto è l'amore per lo stesso uomo condiviso dalle amiche, stigmatizzate da una medesima mania d'artista: scrivere fino al turbamento, amare fino allo stremo. In questa sorta di romanzo epistolare, di iniziazione alla scrittura e dunque alla vita, Anna Maria Ortese giganteggia, mostra un volto inedito. Il suo carisma, a tratti, ustiona; le sue frasi, spesso apodittiche, severe, come i mosaici di Bisanzio, intagliano una ruvida poetica dell'esistere: "Solo il mare dura. Una persona, e il niente, sono una cosa. Conta la storia di tutte le persone: l'umano. L'umano non può mai tradirti". Piena di trame, di comuni dolori e sfrenate promesse, l'amicizia tra la Ortese ed Helle è, in fondo, un arcano portale d'accesso alla grande letteratura italiana.
Occidentali, quali valori difendete?
André Malraux
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2024
pagine: 168
Più di tutti gli scrittori del Novecento, André Malraux ha incarnato la sintesi di Arte e Storia, ha ideato una "poetica del potere". Bello, scaltro, audace, autore di romanzi "di culto" (La condizione umana su tutti), Malraux sognava di diventare Lawrence d'Arabia: da ragazzo rubava bassorilievi dai templi cambogiani, aureolati dalla foresta; da adulto si impegnò nella guerra civile spagnola, guidando una flotta aerea; nella Seconda guerra mondiale lottò tra i resistenti. Per un decennio, al fianco di de Gaulle, fu il ministro plenipotenziario della cultura francese, fautore di una politica "imperiale", grazie anche all'amicizia con i grandi artisti dell'epoca, da Matisse a Picasso. I suoi discorsi, nei ranghi di una retorica all'eccesso, all'assalto, ricostruiscono il profilo di un uomo enigmatico, di una vita inimitabile. Quali "valori" hanno ancora da difendere gli occidentali?, si domanda Malraux nel 1952. Quelli dell'arte, "espressione della libertà più profonda", scrive lo scrittore. Un'arte, però, né supina né salottiera, che "non è sottomissione, ma conquista". Restò sempre nell'ebbrezza, nell'orda della battaglia.
Buddha
Lev Tolstoj
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2023
pagine: 143
Lev Tolstoj voleva diventare Siddharta. Il grande romanziere era ossessionato dalla morte, dal dolore, dal male acquartierato nel cuore di ogni uomo. Sconvolto da crisi cruciali, Tolstoj conosceva gli abissi della depressione e l’estro delle scelte eroiche; diventò un maestro di vita: fondò la propria filosofia (il “tolstoismo”), fu scomunicato dalla Chiesa ortodossa per le sue prese di posizione contro il potere ecclesiastico, teorizzò l’obiezione di coscienza, l’estremismo pacifista, la resistenza nonviolenta. Affascinato dal pensiero orientale, diversi anni prima di Hermann Hesse scrisse un racconto sulla vita di Siddharta, il Buddha, in cui riconosceva, in fondo, sé stesso.
Non m'importa se Dio muore. Le poesie seguite da «La poesia nonsense»
George Orwell
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2023
pagine: 170
Sulle questioni poetiche George Orwell aveva le idee chiare. Prediligeva Thomas Hardy e Rupert Brooke; al T.S. Eliot dei "Quattro quartetti", un vate troppo pomposo, anteponeva quello delle rime giovanili; detestava, con gioviale cinismo, Wystan H. Auden ("è un Kipling senza fegato") e Stephen Spender. D'altronde, in uno scritto del 1946, "Why I Write", Orwell confessava di avere esordito come poeta: "Scrissi la prima poesia all'età di quattro o cinque anni, dettandola a mia madre"; era un plagio di William Blake. Da ragazzo, lo affascinarono le ballate di Robin Hood e il "Paradiso perduto" di Milton. Tutti i grandi scrittori del Novecento, in effetti, pensiamo a James Joyce, a William Faulkner, a Ernest Hemingway, sono poeti messi all'angolo, lirici mancati per un attimo. Orwell praticò la poesia con talento anomalo, sporadicamente, per tutta la vita: il suo modello è un Jonathan Swift vissuto nell'era atomica. Spesso i versi hanno un'arguzia dolente, da aspide ("Sono il verme che mai divenne / Farfalla, l’eunuco senza harem / […] Non ero nato per un'età come questa"). Nell'oggi profetizzato da Orwell, dove la scrittura esiste per annacquare gli spiriti, per celebrare, magari con provocazioni ad hoc, lo status quo, la poesia è la sola arma per abbattere il Grande Fratello.
Rimbaud
Pierre Michon
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2023
pagine: 150
Arthur Rimbaud è un enigma. Il ragazzo “dal volto perfettamente ovale d’angelo in esilio” – così lo descriveva Paul Verlaine – inventa quasi dal nulla, con screanzata precocità, la poesia moderna, per sempre giovane, contemporanea a Dio. Poi, un giorno del 1873, il poeta-bambino decide di dimenticare le copie del suo capolavoro, “Una stagione all’inferno”, presso la tipografia M.-J. Poot di Bruxelles, inaugurando un vagabondaggio infinito che lo porterà a girare mezzo mondo e ad approdare in Africa, dove si stabilirà, tra Aden e Harar. Nelle fotografie il suo viso è irriconoscibile: Rimbaud commercia, tenta di vendere armi a re Menelik, deflagra nella noia. Il poeta che non scriverà più ha sconfitto la poesia o l’ha misteriosamente realizzata? In molti hanno cercato di svelare Rimbaud, il poeta leonino che si tramutò in Sfinge: Pierre Michon, tra i grandi scrittori francesi di oggi, si libra al di sopra del labirinto critico, scrivendo una biografia criptica ed elusiva, che innalza morgane, promette e sfida. D’altronde, Rimbaud non va interpretato – devi inseguirlo.
Parallax
Nancy Cunard
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2023
pagine: 170
Inclassificabile, indomita, tragica, ha finito per inghiottirne l'opera. Erede di una ricchissima famiglia di imprenditori navali, Nancy Cunard ha tenuto sotto scacco il secolo. Amata da Louis Aragon e Aldous Huxley, temuta da T.S. Eliot e W.H. Auden, Nancy adorava sottomettere gli intellettuali dell'epoca. Fu antifascista, anarchica, un'esteta della difesa dei diritti civili dei neri (un noto musicista jazz afroamericano fu, tra l'altro, il suo più acceso amante). A differenza di molti, la Cunard tutto amò e tutto soffrì. Con la sua casa editrice, raffinatissima, la Hours Press, pubblicò i primi lavori di Samuel Beckett. Superba, fu eternata da Man Ray in fotografie di imperiale bellezza: impose la moda "barbarica"; amava i monili africani, i bracciali, ma vestiva da maschio, all'occorrenza. Ezra Pound la stimolò a perfezionare la scrittura: Parallax (pubblicato nel 1925 dalla casa editrice di Virginia Woolf) è tra i grandi poemi del secolo, micidiale controcanto alla Terra desolata dell'amico Eliot. Cantò il turbamento, la gioia, la solitudine. "Sfrenata sono stata, e sciocca, e impavida, / e ho amato a piene mani", scrive. Ci vuole coraggio.