EDIFIR: Arte
La Sala grande. Giorgio Vasari per Cosimo I de' Medici-The Great hall. Giorgio Vasari for Cosimo I de' Medici
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2025
pagine: 168
In occasione dei 450 anni dalla morte di Cosimo I de’ Medici e Giorgio Vasari (1574–2024), la mostra allestita a Palazzo Vecchio – promossa dal Comune di Firenze e da MUS.E con il sostegno del Ministero del Turismo – approfondisce uno dei cantieri più ambiziosi del Rinascimento: la decorazione della Sala grande, oggi nota come Salone dei Cinquecento. Ideata per celebrare le nozze tra Francesco I e Giovanna d’Austria, l’impresa pittorico-architettonica fu affidata a Vasari, che la condusse tra il 1563 e il 1565 coordinando una vasta équipe di artisti, artigiani e intellettuali come Vincenzo Borghini. Il progetto trasformò la sala in un potente manifesto del potere ducale, esaltando la figura di Cosimo attraverso raffinate allegorie, vedute urbane, scene storiche e complesse strutture decorative. Il volume ripercorre la genesi, lo sviluppo e il significato simbolico di questo straordinario intervento, attraverso disegni preparatori, documenti d’archivio, lettere autografe – tra cui quella di Michelangelo – e le parole stesse di Vasari tratte dai suoi Ragionamenti. Un apparato critico approfondito consente di comprendere appieno l’articolazione iconografica e tecnica della sala, dalla struttura lignea del soffitto ai grandiosi cicli murali, fino ai contributi degli artisti della Fabbrica Medicea. Un racconto visivo e storico che restituisce l’ambizione culturale e politica di Cosimo I e l’ingegno organizzativo di Vasari, in un’impresa destinata a diventare simbolo duraturo della Firenze medicea.
Storia di Otto Vermehren (1861-1917). Pittore e "ristauratore" di dipinti antichi
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2025
pagine: 664
Otto Vermehren, tedesco, trapiantato a Firenze sua patria di elezione, è pressoché del tutto sconosciuto. Restauratore presso le gallerie fiorentine e pittore, è protagonista con i suoi dipinti di un dialogo, inaudito, con l'opera di Rembrandt, Raffaello, Van Dyck, Tiziano e Böcklin, che getta una nuova luce, trasversale, anche sui suoi interlocutori. La causa dell'oblio di questo artista è da ricercarsi nella tragedia della prima guerra mondiale. La sua vicenda umana e la sua opera, nelle capitali europee dell'arte, trovano nell'autoritratto dal volto fasciato una singolare coincidenza che lo porta a confrontarsi con il volto tragico della storia.
Giovan Battista Foggini. Architetto e scultore granducale. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2025
pagine: 336
In occasione dei 300 anni dalla morte di Giovan Battista Foggini, Firenze gli dedica una grande mostra monografica a Palazzo Medici Riccardi, accompagnata da un volume curato da Riccardo Spinelli. Il catalogo documenta oltre 80 opere tra sculture, disegni e progetti, illustrando l’intera carriera dell’artista, attivo come scultore e architetto di corte. L’opera mette in risalto l’eclettismo di Foggini e il suo stile originale, influenzato dall’arte romana. Con prestiti da prestigiose istituzioni internazionali e italiane, il libro diventa un punto di riferimento per gli studiosi e gli appassionati dell’arte barocca. Edizione bilingue italiano-inglese.
Considerazioni storico-artistiche sulla distrutta cattedrale doppia del colle di Pionta ad Arezzo
Guido Tigler
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2025
pagine: 136
Sul colle del Pionta, ubicato a Sud-Ovest delle mura etrusco-romane di Arezzo, già nell'Antichità esisteva un'area sacra con necropoli, poi usata pure dai Cristiani, che nel IV secolo vi seppellirono il santo vescovo Donato, inumato assieme a sant'Emerenziano in una sorta di catacomba, cui il vescovo Gelasio sovrapponeva un piccolo oratorio. Accanto sorse presto una basilica sepolcrale intitolata a Maria e a Santo Stefano, le cui tracce archeologiche più antiche sono state datate al VII o VIII secolo, la quale sembra essere diventata cattedrale nella seconda metà del IX secolo, quando – analogamente a quanto allora accaduto a Fiesole – veniva abbandonata la cattedrale paleocristiana intra moenia, identificabile forse con San Donato in Cremona nella zona poi occupata dalla fortezza medicea. Il volume si concentra sulla ricostruzione della prima metà dell'XI secolo, ad opera dell'architetto Maginardo, del castello episcopale, comprensivo di palazzo vescovile, sede del Capitolo dei canonici e delle due chiese di Santa Maria e Santo Stefano (allora dotata di cripta ad oratorio) e di San Donato, quest'ultima documentatamente esemplata su San Vitale di Ravenna, ma ispirata anche ad altri illustri modelli. Recenti scoperte archeologiche hanno appurato che questo martyrium a pianta centrale sorgeva proprio sopra la preesistente 'catacomba' con cui era in contatto visivo tramite un foro circolare nel pavimento. Vengono poi analizzati comparativamente i mosaici pavimentali e gli arredi scultorei delle due chiese di questa stessa fase e di quella dei primi del Duecento, quando il prospetto absidale di San Donato fu ricostruito in forme simili a quelle della Pieve di Santa Maria, come si evince dalle vedute dei secoli XV-XVII, di cui la prima è anteriore alla distruzione dell'edificio. Infine si prende in esame la poco nota spoliazione da parte delle milizie di Perugia ed Assisi nel 1335, la restituzione dei trofei nel 1372 nonché la finale distruzione e dilapidazione a partire dal 1561 da parte di Giorgio Vasari su ordine di Cosimo I.
Un capolavoro del Poppi per la città di Vasari
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2025
pagine: 44
Il volume approfondisce la figura di Francesco Morandini, detto il Poppi, celebre pittore manierista e collaboratore di Vasari, il cui Battesimo di Cristo è stato acquistato nel novembre 2022 dall’Ufficio Esportazione di Firenze per il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo. L’opera appresenta un capolavoro del manierismo fiorentino, unendo raffinate cromie e una composizione attentamente studiata. Il Battesimo di Cristo, unico nel suo soggetto all’interno della produzione dell’artista, riflette l’influenza dei grandi maestri rinascimentali come Vasari e Michelangelo, evidenziando al contempo lo stile distintivo del Poppi. Commissionato da Braccio Ricasoli, esponente dell’aristocrazia fiorentina, il dipinto testimonia l’importanza della cultura vasariana controriformata e arricchisce il panorama artistico del tardo Cinquecento. Il Battesimo di Cristo è ora esposto nelle sale del Cinquecento del museo aretino, in dialogo con opere di Vasari e altri manieristi. L’acquisizione arricchisce il patrimonio pubblico, rappresentando l’arte del Poppi, poco presente ad Arezzo, e consolidandone il legame con il territorio d’origine. La qualità dell’opera, la complessità compositiva e le citazioni dai grandi maestri rinascimentali la rendono un’aggiunta significativa al museo, celebrando il valore del manierismo fiorentino.
Che bambola! Museo artistico della bambola Collezione Maria Micaelli Suvereto (LI)
Marta Coccoluto
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2025
pagine: 124
In Toscana, il borgo di Suvereto ospita tra le sue mura un piccolo quanto originale museo dedicato alla bambola, uno dei giocattoli più amati e che più di altri incarna l’infanzia. Il Museo Artistico della Bambola nasce dalla collezione privata di Maria Micaelli: bambole raccolte nell’arco di una vita dedicata alla bellezza e all’arte, donate per l’istituzione di un museo, affinché se ne potessero conoscere le storie, celate dietro la loro immobile perfezione. Nel presente volume, le bambole sono lo spunto per raccontare avventure imprenditoriali offuscate dal tempo, per narrare del lungo percorso per l’emancipazione femminile, per ricordare indimenticabili avvenimenti di costume e di cronaca a cui sono legate. E pagina dopo pagina, come piccole e graziose macchine del tempo, le bambole riportano alla nostra memoria emozioni e sentimenti, aneddoti e ricordi passati, resi ancora più vividi dalle fotografie di Alberto Martelli. Un racconto che, dalla fine dell’Ottocento agli ultimi decenni del Novecento, tra bambole iconiche e pezzi unici, ripercorre l’evoluzione della società, la varietà dei materiali – dalla porcellana al legno, dal biscuit alla celluloide, insieme a feltro di lana, stoffa e cartapesta – e degli stili, restituendoci frammenti di un indimenticabile periodo della nostra vita.
Giorgio Vasari e la «Natività». La «pittura di lumi» al tempo del duca Cosimo I. Catalogo della mostra (San Giovanni Valdarno, 10 novembre 2024-12 gennaio 2025)
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2025
pagine: 46
Questo volume è il catalogo della mostra omonima fatta in omaggio a Cosimo I de’ Medici e Giorgio Vasari per i 450 anni dalla loro morte. L’iniziativa è stata realizzata presso il Museo delle Terre Nuove di San Giovanni Valdarno (AR), promossa dalla Regione Toscana e in rapporto con Fondazione CR Firenze, Comune di Arezzo, Fondazione Guido d’Arezzo e MUS.E. La mostra include l’esposizione di due capolavori: una Natività dipinta da Giorgio Vasari e un Ritratto di Cosimo I realizzato da Alessandro Allori. Le opere testimoniano il legame tra Vasari e Cosimo, con il primo al servizio del Duca dal 1555 fino alla loro morte. La Natività del 1546 si distingue per i suoi innovativi effetti di luce notturna e intensità mistica, mentre il Ritratto di Cosimo I (1560 circa) sottolinea il prestigio del Duca attraverso dettagli realistici e ricchi simbolismi. Entrambe le opere, ora parte della Galleria Borghese di Roma, riflettono il fervore artistico della Toscana del Cinquecento e l’importanza della ritrattistica e dello studio dal vero promossi dall’Accademia delle arti del disegno, fondata nel 1563 da Cosimo I.
E fu sera e fu mattina. La natura negli scatti di Valter Bernardeschi. Catalogo della mostra (Firenze, 5 settembre 2024-7gennaio 2025). Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2024
pagine: 176
Il catalogo della mostra "E fu sera e fu mattina" di Valter Bernardeschi, organizzata da Palazzo Medici Riccardi a Firenze, offre un approfondimento sulle opere esposte e sul percorso artistico di Bernardeschi. Partendo dalle parole di Papa Francesco nella Lettera Enciclica “Laudato Si’”, Bernardeschi elabora una sua personalissima riflessione sul rapporto tra l’uomo e la natura, esplorando temi come la creazione, la trasformazione e la bellezza eterna del mondo naturale. Gli scatti del fotografo toscano, già vincitore del Wildlife Photographer of the Year del Natural History Museum di Londra, catturano l’essenza della vita sulla Terra, invitando i visitatori a riflettere sul loro rapporto con l’ambiente e a riscoprire la meraviglia e il mistero che il nostro pianeta offre. "E fu sera e fu mattina" non è solo una mostra fotografica, ma un vero e proprio viaggio visivo che attraversa i luoghi più remoti e affascinanti del nostro pianeta. Le fotografie di Valter Bernardeschi sono testimonianze vibranti della vita naturale, catturate con una sensibilità rara e una tecnica impeccabile. Ogni immagine racconta una storia, svelando la maestosità e la vulnerabilità della natura in tutta la sua complessità. Tra le opere esposte, spiccano immagini di paesaggi incontaminati, dove la luce gioca un ruolo fondamentale nel definire le forme e i colori, creando atmosfere sospese tra sogno e realtà. Le immagini di Bernardeschi non si limitano a celebrare la bellezza estetica della natura, ma invitano a una riflessione profonda sul ruolo dell’essere umano all’interno di questo ecosistema. La sua lente, capace di cogliere anche i dettagli più minuti, rivela la complessità e la delicatezza delle interazioni tra gli esseri viventi e il loro ambiente.
La stirpe di Piero della Francesca nel Rinascimento
James R. Banker
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2024
pagine: 320
Prosegue il lavoro di Banker su Piero della Francesca. Attraverso un lungo lavoro di ricerche d’archivio, negli anni Banker ha prodotto un corpus documentale fondamentale per chi voglia avvicinarsi a Piero della Francesca e comprenderne l’arte e la scienza attraverso i legami con la sua terra d’origine, nella quale ha svolto un ruolo attivo di cittadino partecipe e impegnato nel contesto sociale. Questo volume arricchisce la serie di pubblicazioni di Banker su Piero della Francesca e sul contesto storico, culturale ed economico in cui ha vissuto, indagando la storia della sua famiglia, il cui studio è avvenuto tramite un corposo apparato di documenti riprodotti all’interno della pubblicazione.
Felice Carena. Vivere nella pittura. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2024
pagine: 144
"Felice Carena. Vivere nella pittura" è il catalogo dell'omonima mostra dedicata al pittore torinese che visse a Firenze nella prima metà del XX secolo, promossa da Città Metropolitana di Firenze e realizzata da MUS.E, a cura di Luigi Cavallo e Elena Pontiggia, e tenuta a Palazzo Medici Riccardi. Figura chiave del Novecento italiano, interprete creativo del contesto culturale fiorito nella penisola nella prima metà del secolo scorso, Felice Carena (Torino, 13 agosto 1879 – Venezia, 10 giugno 1966) nel corso degli anni capta, assorbe e restituisce in chiave solitaria le grandi novità che segnano la pittura del suo tempo, attingendo in forma altrettanto ispirata alla lezione dei secoli passati. La mostra di Palazzo Medici Riccardi segue la vicenda creativa di Felice Carena approfondendo gli anni vissuti a Firenze, dal 1924 – momento in cui viene chiamato a insegnare presso l'Accademia di Belle Arti – al 1945, quando si trasferisce a Venezia, fino alla conclusione della sua vita, nel 1966. Il ventennio che egli trascorse a Firenze è un ventennio cruciale, all'interno del quale si appuntano ben noti riconoscimenti: la personale alla Biennale di Venezia del 1926 e quella alla prima Quadriennale romana del 1931, la nomina a Presidente dell'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1933, la presenza alla II mostra del Novecento Italiano (nel 1929) e alle numerose mostre internazionali, tese a far conoscere le eccellenze italiane. Sono gli anni in cui dipinge i suoi capolavori, tra cui Susanna (1924) e il monumentale La scuola (1928), e in cui prendono corpo le tappe salienti della sua vita professionale e personale. L'esposizione, scandita per argomenti, è divisa in sei sezioni: ritratti di famiglia; nature morte e fiori; la stagione classica; la vita come un teatro esistenziale; la figura; infine, il sacro.
Matteo di Giovanni e Piero della Francesca. Studi sulla ricomposizione del Trittico di Val d'Africa
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2024
pagine: 152
Borgo Sansepolcro è uno scrigno di tesori che custodisce opere non soltanto del più illustre e conosciuto concittadino, Piero della Francesca, ma anche di tanti altri capaci e riconosciuti artisti, fra cui Matteo di Giovanni. Il volume tratta dell’intervento di restauro fatto sul suo Trittico di San Giovanni in Val d’Afra, conservato nel Museo Civico di Sansepolcro, che racchiudeva prima delle dispersioni ottocentesche Il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca oggi alla National Gallery di Londra. Per questo motivo, oltre al restauro, il libro tratta anche del rapporto fra i due artisti. L’opera, infatti, nella sua complessità, è ancora in grado di mostrare, nonostante la parziale scomposizione, le relazioni che intercorrono tra la parte visibile a Sansepolcro dipinta da Matteo di Giovanni e quella di Piero custodita a Londra. Facendo un raffronto fra le due parti, ancora oggi colpisce la differenza rilevabile in termini di stile, approcci e restituzione qualitativa. Ciò emerge nitidamente perché i due artisti erano rispettivamente legati a canoni molto differenti. Tuttavia, sulle parti dipinte da Matteo di Giovanni si possono riscontrare elementi che si differenziano sensibilmente dal suo stile precedente: è pertanto probabile che innanzi al tratto definito e luminoso, quasi metafisico di Piero, la pittura di Matteo di Giovanni sia in parte mutata prendendo ispirazione da quella del collega concittadino che già al tempo doveva apparire estremante innovativa. In termini pittorici, dunque, l’assenza di Piero può essere oggi riletta come l’essenza attraverso la quale ricreare una relazione tra dipinti che, anche quando erano uno accanto agli altri, si sono sempre trovati a convivere con un’ossimorica condizione di vicina lontananza, dalla quale traspariva l’eccezionale ricchezza artistica del territorio valtiberino.
Tornei di Toscana. La giostra del Saracino, il Palio della Balestra e il Gioco del Ponte. Catalogo della mostra (Arezzo, 12 settembre 2024-12 gennaio 2025)
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2024
pagine: 32
Il volume è il catalogo della mostra "Tornei di Toscana. La Giostra del Saracino, il Palio della Balestra e il Gioco del Ponte", di cui è curatore Riccardo Franci, responsabile dell'armeria del Museo Stibbert. L'esposizione, tenuta presso la Casa Museo dell'Antiquariato Ivan Bruschi, fa parte del programma Terre degli Uffizi, ideato e realizzato da Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze all'interno delle rispettive iniziative Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei. A partire proprio dalla Giostra del Saracino, evento tanto celebrato nella città di Arezzo, la mostra documenta i giochi guerreschi, attraverso stampe e dipinti di varie epoche provenienti dalle Gallerie degli Uffizi e soprattutto attraverso numerosi esempi di elmi, armi e armature provenienti dalla famosa collezione del Museo Stibbert, competizioni cavalleresche venute di moda nel Medioevo e proseguite nel Rinascimento come anche il Palio della Balestra, famosa gara di precisione, e l'antico Gioco del Ponte, una sfida di forza tra fanti per conquistare il Ponte Vecchio a Pisa.