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Abscondita

La sparizione dell'arte

La sparizione dell'arte

Jean Baudrillard

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 67

"L'arte è passata ovunque nella realtà. Si dice che l'arte si smaterializzi. È esattamente il contrario: l'arte oggi è passata ovunque nella realtà. È nei musei, nelle gallerie, ma altrettanto è nei detriti, sui muri, nelle strade, nella banalità di ogni cosa oggi sacralizzata senza altra forma di procedimento. L'estetizzazione del mondo è totale. Come abbiamo a che fare con una materializzazione burocratica del sociale, una materializzazione tecnologica del sessuale, una materializzazione mediatica e pubblicitaria del politico, così abbiamo a che fare con una materializzazione semiotica dell'arte. È la cultura intesa come ufficializzazione di tutto in termini di segni e di circolazione di segni. Ci si lamenta della commercializzazione dell'arte, della mercantilizzazione dei valori estetici. Ma questo è un vecchio ritornello borghese e nostalgico. Bisogna ben più temere, al contrario, l'estetizzazione generale delle cose. Molto più che la speculazione mercantile, bisogna temere la trascrizione di tutto in termini culturali, estetici, in segni museografici. Questo è la cultura, la nostra cultura dominante, l'immensa impresa di stoccaggio estetico, di risimulazione e reprografia estetica di tutte le forme che ci circondano. Questa è la più grande minaccia, è ciò che io chiamerei il grado Xerox della cultura."
12,00

La pecora di Giotto

La pecora di Giotto

Luciano Bellosi

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 398

"Il titolo del libro allude, naturalmente, al popolare aneddoto illustrato anche su certe scatole di matite colorate che accompagnano tanti ricordi della nostra infanzia. La popolarità di questo aneddoto è dovuta al fatto che lo racconta il Vasari: un fatto che è anche la causa della sua mancata considerazione da parte della critica. Ma il Vasari non fa che parafrasare un succinto passo del secondo Commentario del Ghiberti: 'Nacque uno fanciullo di mirabile ingegno il quale si ritraeva del naturale una pecora; in su passando Cimabue pictore per la strada a Bologna vide el fanciullo sedente in terra et disegnava in su una lastra una pecora [...] Cimabue menò seco Giotto e fu discepolo di Cimabue'. Ora, un aneddoto raccontato dal Ghiberti non può essere liquidato come uno dei tanti aneddoti raccontati dal Vasari, per il quale essi avevano la funzione di artifici retorici utili a dare compiutezza al racconto storico, secondo una concezione della storia che egli condivideva con i contemporanei. Lo scritto del Ghiberti appartiene a un genere letterario diverso e non ha le preoccupazioni del Vasari. Del secondo Commentario, le cui notizie che si possono controllare risultano sostanzialmente attendibili, va preso sul serio tutto e io credo che anche il raccontino della pecora di Giotto, al di là del suo significato letterale, alluda almeno a due aspetti reali."
35,00

Milano. Luoghi e persone

Milano. Luoghi e persone

Uliano Lucas

Libro: Libro in brossura

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 144

"Ecco, è così che è andata. È così che Milano è diventata una città avvolta da nebbie un po' più fitte di quelle che ha sempre conosciuto: nebbie egoiste, umide e qualunquiste. Una città che Lucas ritrae ormai svuotata, prosciugata da ogni forma d'anima, colta nella sua essenza, nelle sue geometrie così ordinate, nella sua solitudine, nell'intrico di segni, segni puri. I graffiti, la moda, gli stilisti, gli extracomunitari, i giovani, gli anziani, le merci, i tram, le strade, i palazzoni, tutti lì nello stesso calderone, a rappresentare se stessi e nulla più, a dire soltanto 'io sono qui'. Rovine di ciò che viene dopo la modernità, a Milano come in qualunque città del mondo, ormai è uguale. Se oggi ci chiedessero se poi a Milano ci si vive bene, potremmo scegliere di essere cattivi e usare le parole di Montale: 'Sì, ignorandola'. Ma poi ci pensi, riguardi queste foto, e scopri che è ancora più difficile, di questi tempi, restare in casa, chiusi a sopravvivere." (Bruno Arpaia)
21,00

Piero della Francesca

Piero della Francesca

Henri Focillon

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 158

Questo volume dedicato a Piero della Francesca uscì postumo, a Parigi, nel 1952. Lo scritto che Focillon dedicò a Piero contiene la vita dell'artista e una sommaria traccia della sua attività, non priva di alcune proposte anche a riguardo di opportunità cronologiche e di stile. Analisi come quelle dedicate all'ossessione del pittoresco, del romanzesco e del contenuto; individuazioni di metodo come quella della nozione di evento; assaggi appena suggeriti in direzione di classificazioni tipologiche o psicologiche; oppure, infine, l'offerta didattica di ciò che lega architettura, paesaggio e senso del tempo; sono solo brevi appunti che ognuno potrà meglio attivare e colmare. [...] Il folto succedersi di acquisizioni e di nozioni che si è addossato negli anni su un tema fondamentale come quello di Piero rende disagevole dire in quale positivo luogo sosti, quanto a filologia stretta, il vantaggio di questo scritto. La ricchezza dei moduli di questa materia imponente si propone in maniera spontanea, e in fondo la chiarezza dell'impianto conoscitivo è già essa materia sufficiente per un alto ingresso critico nel problema. Alla fine di una serie di ore di lavoro passate insieme a Henri Focillon tra le opere di Piero, ci si accorge che la qualità delle informazioni è insolitamente elevata e che il passo del maestro, la sua stessa pacata parola, si sono appena allontanati da noi, lasciandoci immersi in una consistente ammirazione. (Dallo scritto di A. Emiliani)
20,00

Arcimboldo

Arcimboldo

Roland Barthes

Libro: Libro in brossura

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 74

"Tanto regolata e coronata dal successo fu la vita di Giuseppe Arcimboldo, quanto accidentato e censurato dall'oblio il destino postumo delle sue opere. Pittore tra i più amati, lusingati e imitati del suo tempo, svolse onorata carriera al servizio di arcivescovi e imperatori; i suoi dipinti subirono invece il flusso di alterne vicissitudini, andarono in gran parte dispersi e confusi nella massa delle modeste e anonime imitazioni. Intravista come "curiosità" e relegata nella sottospecie dei "capricci e bizzarie" dal gusto dominante, la sua opera fu pressoché ignorata dalla letteratura artistica ufficiale, o citata solo accidentalmente, spesso a sproposito." (Corinna Ferrari)
12,00

Picasso

Picasso

David Hockney

Libro: Libro in brossura

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 83

"Dalla fine degli anni Sessanta sino alla sua morte, nel 1973, Picasso dipinse a un ritmo incredibile, facendo continuamente nuove scoperte pittoriche e realizzandole. Sembrava acquistare slancio giorno dopo giorno. Quando lo slancio creativo si esauriva, ricominciava in un ambito diverso, o faceva in modo che questo avvenisse. Poteva accadere che per mesi abbandonasse la pittura per dedicarsi esclusivamente all'incisione. Ma non interruppe mai il suo lavoro creativo. Nel mese di marzo del 1965 Picasso realizzò trentadue dipinti in dieci giorni, tutti variazioni sul tema dell'artista e la modella. Spesso giunse a creare quattro o cinque opere al giorno, ognuna delle quali meravigliosamente libera. [... ] Aldo Crommelynck, il grande stampatore, mi ha detto che negli ultimi anni di vita Picasso dipingeva molto spesso di notte, nudo. Sono certo che avesse di fronte una splendida ragazza che posava per lui. L'erotismo, in questi ultimi lavori, è molto evidente e chiaramente legato alla sua creatività. All'età di ottantaquattro anni lo troviamo che lotta ancora con la figura, anche se ha disegnato nudi di donna un'infinità di volte, anche se ha dominato la pittura e il disegno. Ogni volta dipinge la figura in modo diverso, ogni volta è pronto a ricominciare. [...] A ottantaquattro anni è disposto a ricominciare a guardare, come se fosse la prima volta, e la sua più profonda lezione è questa: non fare mai affidamento su idee preconcette, perché più guardi, più riuscirai a vedere."
13,00

Quando ero fotografo

Quando ero fotografo

Félix Nadar

Libro: Libro in brossura

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 252

"Signore, sono così spaventato del risultato che abbiamo ottenuto che sono a pregarvi nei termini più insistenti e che sollecito come un favore, di distruggere tanto le prove che potete avere come la lastra. Non ho bisogno di dirvi come sarei dispiaciuto nel sapere che una sola di quelle tristi effigi potesse essere nota. Sono ancora sofferente e spero d'essere in migliore stato fra qualche giorno: ma in nome del cielo, non lasciate sussistere, per amicizia per me, il risultato di quel momento. [...]" (Lettera di Eugène Delacroix a Nadar, 9 luglio 1858)
24,00

Christian Schad

Christian Schad

Elena Pontiggia

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 100

"Schad è stato uno dei maggiori ritrattisti del ventesimo secolo, non perché ha dipinto molti ritratti ma perché ha ritratto il secolo. I suoi volti senza sorriso che non nascono per essere osservati ma per osservare e che, silenziosamente, mettono sotto accusa la storia e la vita, sono una metafora del Novecento. Per questo Schad ha dipinto soprattutto ritratti: perché i suoi ritratti contengono quanto si deve sapere non su una persona ma su un'epoca. Pochi particolari e un abisso separano le sue figure dai protagonisti dei quadri quattro-cinquecenteschi a cui stilisticamente si riallacciano. Anche i personaggi più alteri di Raffaello o del Bronzino, superbi della loro condizione e del loro potere, risultano più affabili e di miglior umore rispetto a loro. In Lola o in Lotte, in Felix Bryk o in Frieda Cornelius c'è invece qualcosa che non ci invita a conoscerli: una gravità che li sovrasta e, insieme, una amarezza, una vulnerabilità, una psicologia indifesa e indifendibile che avrebbe bisogno di aiuto, eppure rifiuta ogni pietà, ogni compassione schopenhaueriana. Si possono commettere due errori nell'interpretare i ritratti di Schad, soprattutto della sua stagione più alta che va dal 1923 al 1930. Il primo è collegarli solo alla storia tedesca, dallo sfacelo dell'Impero al crollo di Weimar, e pensare che esprimano solo quella cronaca tragica, quel 'noi non potemmo essere gentili' di cui parlava Brecht."
13,00

La cucina come arte. Ricette raccolte da Maurice Joyant

La cucina come arte. Ricette raccolte da Maurice Joyant

Henri de Toulouse-Lautrec

Libro: Libro in brossura

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 167

20,00

Memorie di cieco. L'autoritratto e altre rovine

Memorie di cieco. L'autoritratto e altre rovine

Jacques Derrida

Libro: Libro in brossura

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 175

La scrittura di Derrida, indagando il tema della cecità in un fitto reticolo compositivo a forma di dialogo, decostruisce l'idea di una visione chiara e distinta. Una luce di tenebra attrae e avviluppa lo sguardo del lettore il quale, per mezzo del ricco apparato iconografico, ripercorre un cammino negli abissi della memoria, dove il disegno di ogni esistenza si traccia oscuramente. Lo svolgersi degli eventi e delle argomentazioni ricorda da vicino le atmosfere oniriche di Kafka o quelle allucinate e spettrali di Dostoevskij. Con "Memorie di cieco" Derrida raggiunge uno dei vertici più alti del suo pensiero maturo: in un unico tessuto narrativo confluiscono i ricordi di un'intera esistenza, declinati attraverso una capacità impressionante di "utilizzo" di campi e metodologie disciplinari che spaziano dalla iconologia alla psicoanalisi, dalla storia dell'arte alla poesia. Il risultato è un testo straordinario che straborda in ogni direzione, travalicando ogni genere letterario canonico: autobiografia, romanzo di formazione, confessione, saggio filosofico, critica d'arte, libro per immagini.
21,00

Arte del ritratto e borghesia fiorentina-Le ultime volontà di Francesco Sassetti

Arte del ritratto e borghesia fiorentina-Le ultime volontà di Francesco Sassetti

Aby Warburg

Libro: Libro in brossura

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 113

"Un fattore fondamentale della civiltà del primo Rinascimento fiorentino è che le opere d'arte devono la loro origine alla comprensiva cooperazione comune fra committenti e artisti, e sono dunque da considerarsi in un certo senso prodotti di un'azione reciproca fra committente e artista esecutore. Nulla appare quindi più naturale e più ovvio del tentativo di illustrare esattamente il problema del "rapporto fra ritrattista e persona ritratta", scegliendo alcuni casi della storia dell'arte fiorentina, allo scopo di comprendere l'universale della mentalità e del modo di agire di eminenti figure del passato sulla base di fatti singoli della loro reale esistenza. Certo, un tentativo del genere è più facile auspicarlo e osarlo che non attuarlo, poiché alla storia dell'arte si presenta, per una considerazione comparata del rapporto fra committente e artista, in modo unilaterale soltanto il risultato definitivo del processo creativo, ossia l'opera stessa. Dello scambio di sensibilità o di opinioni fra committente e artista esecutore solo di rado qualcosa traspare, e la verità indefinibile e sorprendente del ritratto sembra essere il dono di un felice istante imprevisto, sottraendosi in tal modo alla consapevolezza personale e storica. Giacché le deposizioni di testimoni oculari sono così difficilmente reperibili, sarà dunque necessario convincere il pubblico di questa collaborazione mediante prove, per così dire, indiziarie".
19,00

Piccola storia della fotografia

Piccola storia della fotografia

Walter Benjamin

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2015

pagine: 126

Benjamin scrive la "Piccola storia della fotografia" su committenza alla fine dell'estate del 1931, mosso da necessità di denaro, ma dando inizio a un progetto che contava di portare a esiti più estesi e approfonditi. La fotografia era diventata infatti un interesse importante sul suo percorso, incrociata in più occasioni durante il mai finito lavoro di raccolta di materiali per i "Passagen-Werk" e al centro della riflessione sulla riproducibilità tecnica che darà i suoi risultati nell'"Opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica", quattro anni dopo. Il testo viene pubblicato sulla "Literarische Welt" in tre puntate, accompagnato da otto immagini scelte dall'autore. Per scriverlo Benjamin si immerge in una lettura intensiva di testi di riferimento, da cui prende le informazioni e i dati principali e su cui imbastisce le sue riflessioni originali. La fretta e l'ansia fanno sentire i loro effetti sul testo, che contiene qualche imprecisione e pare frammentato nel percorso e nella divisione dei tre blocchi. Ma le imprecisioni e i salti logici stessi sono in realtà indicativi degli effettivi interessi dell'autore, filosofo e non storico, specie qui dove l'immagine fotografica fa problema anche per il concetto lineare di storia. Il filosofo aveva urgenza piuttosto di introdurre tematiche che presso gli storici non aveva trovato formulate.
21,00

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