Astrolabio Ubaldini
La meditazione chán. La pratica nel buddhismo cinese antico
Aldo Tollini
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 232
Nel buddhismo, il percorso che conduce alla liberazione è tradizionalmente centrato sul rispetto di regole morali e sull’esecuzione di rituali, oltre che sulla pratica meditativa. Oggi tuttavia, soprattutto nella visione moderna occidentale, la meditazione è considerata il fulcro dell’insegnamento buddhista, o addirittura una pratica che trascende il buddhismo stesso e ogni altra forma religiosa, in grado di condurre il meditante a conquistare una visione universale. Spesso è anche considerata uno strumento salutista o terapeutico, e praticata al fine di ottenere benefici psicofisici. Oppure è intesa come un metodo psicologico funzionale ad accedere ai recessi più profondi e inconsci della mente, e utile ad acquisire uno stato di acquietamento, o a controllare ed eliminare le dispersioni mentali e rafforzare la capacità di concentrazione. In questo volume, dedicato al Chán cinese, la meditazione è intesa nel senso tradizionale, cioè come pratica religiosa; il suo scopo è quello di favorire la conoscenza della realtà attraverso un’attività psicofisica regolamentata, puntando a far cogliere, e successivamente abbandonare, lo stato di ignoranza, confusione e dipendenza che genera la sofferenza e l’illusione, e condurre a stati di coscienza più elevati. L’autore presenta i testi delle varie scuole e dei maggiori maestri, traducendoli dagli originali cinesi, secondo uno sviluppo cronologico che consente di osservare l’evoluzione nello spazio e nel tempo della concezione e della forma di questa pratica. Pur senza pretese di esaustività, il percorso testuale proposto esamina i testi più rappresentativi del Chán, commentandoli e collocandoli nella loro dimensione specifica.
Tesori dal crinale del ginepro. Le profonde istruzioni-tesoro alla dākinī Yeshe Tsogyal
Padmasambhava
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 180
Una raccolta di insegnamenti della tradizione dzogchen del buddhismo tibetano, così eccellenti da essere definiti terma o ‘tesori nascosti’. Queste istruzioni-tesoro contengono autentici punti chiave sul piano concettuale e istruzioni sulla pratica: la preziosità consiste nel fatto che nella loro completezza offrono l’essenza di molti altri insegnamenti. Per loro tramite Padmasambhava, insigne maestro buddhista dell’VIII secolo, trasmette tutta la sua saggezza e perfezione spirituale a Yeshe Tsogyal, sua discepola e compagna tantrica, considerata l’emanazione di un buddha femminile. In forma di dialogo, la ‘Regina del lago’ pone al ‘Nato dal loto’ (il racconto agiografico vuole che Padmasambhava sia nato con le sembianze di un bambino di otto anni da un fiore di loto galleggiante sul lago Dhanakośa, nel regno di Oḍḍiyāna) numerosi quesiti diretti a chiarire i metodi per liberare la mente da tutti gli ostacoli e gli oscuramenti interiori che determinano l’umana sofferenza e dunque il persistere dell’esistenza samsarica. Le risposte del maestro mostrano puntualmente come l’unica via che porta al risveglio della mente, per sua natura primordialmente pura e incontaminata, sia la visione della vacuità, da raggiungere attraverso la pratica meditativa. Tuttavia, la vacuità senza la compassione non è mai indicata come strada che conduce all’illuminazione. Per ottenere i migliori risultati, esorta Urgyen Rinpoche negli insegnamenti introduttivi, è bene unire alla comprensione della vacuità una genuina devozione e compassione, che sono come il calore estivo che scioglie i ghiacci dell’inverno, vale a dire i mezzi più efficaci. Queste, negli insegnamenti della Grande perfezione o dzogchen, diverranno devozione spontanea e compassione senza sforzi verso tutti gli esseri. Prefazione del traduttore dal tibetano di Erik Pema Kunsang. Insegnamenti introduttivi di Tulku Urgyen Rinpoche.
Il profumo del bene. Meditare è cambiare il mondo
Corrado Pensa, Neva Papachristou
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 312
La meditazione di consapevolezza è uno strumento fondamentale per imparare a riconoscere ciò che è veramente presente, perché genera un’importante comprensione: se si desidera un’esistenza più felice non c’è tempo da perdere, ma le risorse necessarie per conseguirla sono presenti in ciascuno di noi, e possono condurre verso una vita più autentica, che non proceda in balìa del caso e delle abitudini mentali ma tragga ispirazione dai propri talenti, mettendoli al servizio della comunità. Grazie alla pratica è possibile accorgersi della tendenza alla svalutazione di sé, alla rabbia, all’ingratitudine e al rimuginio e trasformarla in un’occasione di crescita. Ogni passo compiuto in direzione del bene allontana dal mare in tempesta degli inquinanti (l’attaccamento, l’avversione e la confusione) e avvicina alla serenità e alla chiarezza mentale. Corrado Pensa e Neva Papachristou affrontano in questo volume il percorso del cammino interiore e la sua urgenza, per poi concentrarsi sulla pratica come strumento di liberazione. A completare il testo, le meditazioni guidate sull’amore, sulla muditā e sull’umiltà forniscono uno strumento utile a capire che il praticante può portare un cambiamento concreto nella società in cui è immerso, e che la vita di ciascuno può essere una testimonianza del bene. Quando passeggiamo nella natura, dicono gli autori nell’Introduzione, veniamo abbracciati dal profumo dei fiori, e lo stesso avviene percorrendo le strade del Dharma: il profumo del bene pervade ogni cosa, e permette di diventare in prima persona il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
Fratriarcato. Il trauma della fratria e la legge della madre
Juliet Mitchell
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 276
Fratelli e sorelle interagiscono su un asse orizzontale, che si interseca, come su un piano cartesiano, con quello verticale, costituito dal mondo degli adulti. Se nell’universo socializzato dei bambini e delle bambine più grandi la lacaniana ‘legge del padre’ proibisce l’incesto e l’omicidio lungo l’asse verticale, nel mondo presociale del bambino piccolo è quella che Mitchell definisce ‘legge della madre’ a impedire che omicidio e incesto avvengano tra fratelli e sorelle. L’autrice affronta in questo volume un’analisi psicoanalitica delle relazioni nella fratria, rintracciando la presenza, o la significativa assenza, di fratelli e sorelle nel lavoro di tre grandi autori: Donald Winnicott, Wilfred Bion e Jean-Bertrand Pontalis. Ogni bambino piccolo vive, indipendentemente dall’arrivo reale di un fratellino o di una sorellina, un ‘trauma della fratria’ (altro punto cardine della concezione di Mitchell), un momento in cui la propria identità di bebè della famiglia è messa in discussione. Non è più quello che era ma non è ancora quello che diventerà; l’ingresso nel mondo sociale attenua, almeno in apparenza, questo trauma, che tuttavia è rimasto troppo a lungo inesplorato e secondo l’autrice si ripropone con forza nell’‘omicidio legalizzato’ rappresentato dalla guerra e nell’‘incesto legalizzato’ rappresentato dal matrimonio. In chiusura del volume viene affrontato un altro punto nodale della teoria della psicoanalista britannica, il concetto di ‘genere’, da utilizzare esclusivamente sull’asse orizzontale, poiché basato sulla bisessualità psichica, cioè sulla presenza psichica dell’altro sesso in ciascuno di noi.
I drammi musicali di Richard Wagner
Carl Dahlhaus
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 192
Wagner occupa un posto veramente speciale nella storia della musica occidentale. La sua pratica musicale appare inseparabile dalla sua visione globale dell’arte, e della musica in particolare: una visione ampia e comprensiva, che investe tutti gli aspetti umani, collettivi, storici e filosofici dell’impresa artistica. Inoltre, primo caso assoluto nella storia della musica, lui stesso si è assunto il compito di formulare, in saggi di estetica, teoria dell’arte e anche autobiografici, le sue concezioni estetiche e di mostrarne il rapporto reciprocamente generativo con le sue produzioni strettamente artistiche. Direttore scientifico dell’edizione critica degli scritti di Richard Wagner, Carl Dahlhaus ha avuto una conoscenza e una dimestichezza col pensiero del musicista di Lipsia che pochi storici della musica possono vantare, ma quel che lo ha reso veramente unico è stata la sua costante, implacabile volontà e capacità di penetrare fino in fondo, di andare alla radice delle idee, peraltro spesso piuttosto oscure, di Wagner sull’arte, di reperire le coordinate della sua poetica, con tutte le contraddizioni, i ripensamenti, le oscillazioni e a volte i veri e propri rovesciamenti che nella sua storia essa ha attraversato, e che così spesso trovano un puntuale riscontro nelle sue realizzazioni poetico-musicali. D’altra parte, non minore né meno puntuale è la sua presa sulla dimensione musicale in cui le concezioni di Wagner si inverano, o, se si vuole, sull’evolversi di un’attività compositiva inestricabilmente intrecciata con l’ossessione di una motivazione storico-filosofica costante e puntuale sino al tratto compulsivo. Nel caso di Wagner, le competenze musicologiche, storiche e letterarie di Dahlhaus trovano pochi paragoni nella seconda metà del secolo scorso (e forse nel primo ventennio del nostro). Talché rinfrescare la fruibilità al lettore italiano di un testo come il presente non richiede alcuna particolare giustificazione, come invece sarebbe il caso per qualsiasi altro saggio che avesse ormai quarant’anni di vita. Con tutto ciò, Dahlhaus riesce nell’impresa di realizzare un’opera di alta divulgazione in cui la profondità dello studioso si manifesta in una narrazione capace di parlare al profano quanto al cultore di musica professionale. Prodigi di un pensiero in cui il sapere restava sempre una materia viva e concreta.
La svolta biopsichica. Quarantotto brevi meditazioni filosofiche controcorrente
Franco Fabbro
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 192
I temi trattati in questo saggio breve ma denso di contenuti significativi per lo scienziato, per il filosofo e per chiunque oggi si occupi in qualche modo dell’essere umano, mirano a una ridefinizione generale degli ordinamenti che riguardano gli esseri viventi (cos’è un organismo, la psiche, il linguaggio, la comunicazione e la cultura), giungendo a trattare anche del tempo, della scienza e delle leggi che regolano la materia e l’energia. Dopo aver messo in luce l’ormai imprescindibile rilievo delle neuroscienze, della biologia e della psicologia per qualsiasi seria riflessione sugli esseri umani e la loro convivenza all’interno della società, vengono affrontati argomenti come la libertà, la religione, il male, la violenza, la politica e la democrazia, quest’ultima auspicata in una forma più diretta e simile all’esperienza greca antica, rispetto all’attuale applicazione dei moderni stati nazionali o sovranazionali. La svolta biopsichica dovrebbe insomma riorientare il pensiero sull’uomo dal paradigma fisico-matematico, che ha dominato la filosofia da Galileo in poi, a uno che indaghi primariamente gli esseri viventi: la scoperta ancora sottovalutata del DNA e del codice genetico rivela che la vita si basa su un sistema simbolico di informazioni, e se adeguatamente compresa produrrà la spinta a compiere questo fondamentale passaggio della filosofia.
La diagnosi psicopatologica. Le parole di ieri per la clinica di oggi
Carlo Faravelli
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 560
Dal 1980, anno di pubblicazione della terza edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell’American Psychiatric Association (DSM-III), la diagnosi psicopatologica è fondata su criteri precisi e riproducibili, i cosiddetti ‘criteri operazionali’. La descrizione dei disturbi riposa dunque quasi esclusivamente sull’elencazione di questi criteri, che sono essenzialmente riconducibili ai sintomi. Agli albori del Novecento la psicopatologia era invece descritta in termini narrativi, e il paziente tipico veniva tratteggiato con dovizia di particolari, prestando attenzione alle sfumature più lievi; veniva raccontato in misura dinamica, ponendo l’accento sull’evoluzione della patologia, sul rapporto tra i sintomi, senza tralasciare l’impatto del disturbo sulla vita sociale e relazionale. I grandi psicopatologi davano vita a ritratti ricchi e avvincenti, in grado di ricreare il quadro vivo del paziente, il prototipo di un disturbo che si imprimeva nella mente anche di chi non aveva consuetudine con la clinica. Il rovescio della medaglia era rappresentato dalla mancanza di uniformità, dalla soggettività, dall’assenza di quella riproducibilità oggi imprescindibile in campo scientifico. L’autore mette a confronto le descrizioni della psicopatologia di ieri con i criteri diagnostici di oggi (DSM-5-TR e ICD-11); ne scaturisce una sintesi accurata, in cui al centro dell’attenzione clinica sono i pazienti, non i sintomi, senza tralasciare per questo la rigorosa obiettività delle diagnosi di oggi. Forme che non trovano più cittadinanza nella nosografia contemporanea, come neurastenia, isteria, parafrenia sono analizzate e scomposte alla luce degli odierni sistemi classificativi. Analogamente, alcune peculiarità del fatto clinico, ben evidenziate in passato ma oggi trascurate, vengono recuperate anche nella nosografia attuale usando con più attenzione gli strumenti forniti dagli attuali sistemi diagnostici. L’orientamento profondo e descrittivo che ha guidato la psicopatologia del secolo passato è quindi ben integrabile nella clinica attuale, e il lettore, tanto il professionista che desidera storicizzare le sue conoscenze quanto il medico in formazione, sarà guidato verso la diagnosi attraverso antiche narrazioni non prive di valore letterario, perché un’analisi più consapevole di quanto si osserva e si ascolta dal paziente può fare da argine alla deriva verso la superficialità e l’eccessiva semplificazione di cui la clinica odierna è troppo spesso permeata.
I fondamenti del buddhismo
Rupert Gethin
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 312
Pubblicato per la prima volta nel 1998, questo volume di Rupert Gethin rappresenta ancora oggi un’insuperata introduzione al buddhismo. Molti sono i manuali che si propongono di fornire un orientamento alla tradizione buddhista, ma con questo lavoro uno dei maggiori studiosi del buddhismo antico è riuscito a offrire una vasta riflessione su temi estremamente ricchi e articolati, al fine di renderli chiari e comprensibili senza mai banalizzare la loro complessità, fornendo così al lettore una chiave di accesso a un mondo filosofico e religioso variegato. L’opera abbraccia una narrazione ragionata sulla figura del Buddha, argomenta ipotesi sulla formazione delle scritture tradizionali e degli ordini monastici, esaminando anche il rapporto di questi ultimi con il contesto laico, ed espone un’analisi critica degli insegnamenti fondamentali del buddhismo, fornendo un quadro diacronico chiaro della genesi delle varie scuole e tradizioni buddhiste diffuse in tutta l’Asia e oggi anche in Occidente. Contiene inoltre una sezione dedicata alle problematiche relative agli stati meditativi e all’Abhidharma, in cui viene illustrato anche il lessico tecnico impiegato. Insegnamenti dottrinali, ottenimenti meditativi e opere di riferimento sono sintetizzati magistralmente attraverso utili schemi. Benché possa essere considerato un testo accademico per competenza e accuratezza, lo stile chiaro ed esauriente che lo caratterizza lo rende accessibile a ogni lettore interessato all’argomento. Il volume è corredato anche da un cospicuo apparato bibliografico, tematico e generale, relativo a fonti primarie e di letteratura secondaria, che può essere usato come un prezioso strumento di studio e approfondimento.
Il corpo e i sogni. Il focusing e l'interpretazione dei sogni
Eugene T. Gendlin
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 272
Ascoltare cosa i sogni raccontano al corpo è la chiave proposta da Gendlin per l’indagine interiore. L’innata saggezza del corpo può aiutare a comprendere i simboli e le emozioni che compaiono durante l’attività onirica: l’applicazione della tecnica del focusing ai sogni ne permette una nuova e più consapevole interpretazione. Il lettore viene guidato a concentrarsi su un aspetto del sogno che desidera comprendere più a fondo, apprende nei primi capitoli la tecnica per farlo, poi quella che viene definita ‘la direzione per la crescita’ e nell’ultima parte il modo di verificarne la corretta applicazione, tesa a una più profonda conoscenza di sé.
La magia del Vajrayana
Ken McLeod
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 256
Le forme, le pratiche e i rituali del Vajrayāna, il ‘sentiero di diamante’ del buddhismo tibetano, hanno avuto origine dai culti religiosi e magici dell’India antica e poi del Tibet, dove sono stati trasmessi di generazione in generazione nel corso di più di un millennio. In Tibet, il Vajrayāna si è sviluppato con innumerevoli lignaggi e tradizioni, ciascuna con le proprie iniziazioni, testi di pratica, commenti, trattati filosofici e rituali. Che cosa significa vedere una persona vivente, il proprio maestro, come il Buddha? Qual è la relazione tra preghiera e meditazione? Come fa una divinità a provocare estasi, intuizione, compassione, saggezza o altre qualità spirituali? A che scopo tutte queste divinità e questi rituali? Basandosi sulla sua lunga esperienza di praticante e insegnante, e sulle trasmissioni ricevute da alcuni dei grandi maestri della tradizione buddhista tibetana, l’autore risponde a questi interrogativi e presenta con un linguaggio semplice ed evocativo, che mantiene lo stile dell’istruzione diretta da maestro a discepolo, alcune delle pratiche più importanti e complesse della tradizione vajrayāna: dalle meditazioni preliminari al guru yoga, dalla visualizzazione di Tārā all’evocazione del protettore Mahākāla, fino al rituale di offerta al fuoco. Il testo è un distillato della comprensione e dell’esperienza della pratica spirituale di questa antica tradizione tibetana. Ciascuna pratica viene descritta dettagliatamente nelle sue fasi progressive, seguendo le istruzioni contenute in diversi manuali tradizionali, qui tradotti e commentati per la prima volta per un pubblico più ampio.
La psicoanalisi. Studi italiani internazionali del campo freudiano. Rivista italiana della scuola europea di psicoanalisi. Volume Vol. 73-74
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 214
Rivista specializzata di psicoanalisi creata da Antonio di Ciaccia. All'interno del presente volume contributi di: Jacques Lacan; Jacques-Alain Miller; Christiane Alberti; Raffaele Calabria; Carmela Valentina Cavallari; Emilia Cece; Antonio Di Ciaccia; Gabriella Di Frischia; Cristiano Lastrucci; Guglielmo Militello; Samantha Monaldi; Patrizia Nobili; Guy Poblome.
La sintesi dello yoga. Volume Vol. 3
Aurobindo (sri)
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 296
In occasione del 150° anniversario della nascita di Sri Aurobindo vede la luce una nuova traduzione in tre volumi del suo capolavoro, condotta sull’ultima edizione inglese delle opere complete, “Collected Works of Sri Aurobindo (CWSA)”. Grazie al lavoro degli archivisti dell’Ashram di Pondicherry, molti refusi sono stati corretti e varie revisioni autografe ritrovate tra i manoscritti sono state vagliate e incorporate, finché si è giunti a un testo critico che può considerarsi definitivo. Questo terzo e ultimo volume della nuova edizione contiene la quarta parte dell’opera, intitolata Lo yoga della perfezione di sé. Mentre nelle prime tre parti Sri Aurobindo ripercorre ed espande in senso integrale il tradizionale trimārga o triplice sentiero dello yoga (karma yoga, jñāna yoga, bhakti yoga), qui dichiara fin dall’inizio di voler esaminare la “trasformazione della natura umana a immagine della natura divina”, di volere cioè esplorare un terreno di evoluzione e trasformazione generalmente ignorato dagli yoga tradizionali. “L’intera umanità pensante”, scrive Aurobindo, “è concorde sul fatto che l’essere umano è capace di evolversi e, se non altro, di avvicinarsi a una norma di perfezione ideale che la sua mente è in grado di concepire, di proporsi e di perseguire, anche se solo una minoranza sembra interessarsi a una tale possibilità come all’unico e più importante scopo della vita”. Lo yoga della perfezione integrale considera l’essere umano come un essere spirituale e divino involuto nella mente, nella vita e nel corpo; mira pertanto a liberare e a rendere perfetta la sua natura divina. L’apertura e l’unione con il Divino sovracosmico e universale sono condizioni essenziali di questa perfezione integrale, e comportano il conseguimento dell’unione con la mente universale, la forma universale e la vita universale, che sono i termini costanti dell’esistenza, con l’individuo quale canale dell’anima e suo strumento naturale.

