Campisano Editore
(Im)material Michelangelo. Toward a visual historiography of sculpture between reproduction and art-historical enquiry. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2024
pagine: 192
Éros et les Muses. Mythes de la production artistique à la Renaissance
Ulrich Pfisterer
Libro
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
Les ateliers d'art sacré 1919-1947. Rêves et réalités d'un ambition collective
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
pagine: 432
La gloria degli Angeli. I restauri delle pitture medievali rupestri della provincia di Frosinone
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
pagine: 224
Negli ultimi anni la Soprintendenza competente per la provincia di Frosinone ha intrapreso importanti interventi di restauro sui palinsesti pittorici di tre chiese rupestri (o semi-rupestri), accomunate dal culto per l'Angelo: S. Michele ad Alatri, S. Michele ad Arpino e la grotta dell'Angelo a Caprile (Roccasecca). In questo libro si dà conto dello studio dei tre edifici e delle loro pitture, secondo un approccio interdisciplinare innescato dal confronto tra figure professionali diverse e avvenuto prima, durante e dopo il momento del restauro. Una prassi di lavoro simile è stata perseguita anche per i due dipinti del criptoportico della cattedrale di Anagni, estranei al discorso rupestre, ma intrecciati per le loro caratteristiche tecniche e formali – pur con alcuni distinguo – al palinsesto della chiesa di S. Michele ad Alatri. Nel volume si è cercato di conservare lo spirito dialettico che ha contraddistinto la fase sul campo, con l'obiettivo di raccogliere e discutere dati finora inediti, frutto non solo dell'osservazione autoptica e delle indagini diagnostiche, ma anche di accurate ricerche d'archivio.
Roma. Scritti scelti
Giorgio Muratore
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
pagine: 336
Questo volume raccoglie una selezione di testi di Giorgio Muratore su Roma e sulla sua architettura, scritti in varie occasioni tra il 1983 e il 2017. Vivace studioso della cultura architettonica italiana del Novecento, Giorgio Muratore si è laureato a Roma con Bruno Zevi nel 1970. Stimolato ad approfondire quello stesso capitolo della storia del XX secolo che aveva interessato l’autore della Storia dell’architettura moderna, Muratore andò oltre i limiti circoscritti e le restrizioni della modernità zeviana per affrontare senza pregiudizi ideologici una lettura meno eroica e sicuramente più inclusiva delle diverse posizioni culturali che hanno caratterizzato le vicende dell’architettura italiana. Da questa antologia di scritti emergono i temi prevalenti e ricorrenti che lo hanno interessato: le riflessioni sull’architettura italiana e i suoi architetti, gli studi sulle tecniche, le arti decorative, le maestranze e i cantieri, la passione per l’archeologia industriale e le questioni della conservazione e valorizzazione non solo delle architetture notevoli, ma di quel tessuto della città ordinaria fatta di edifici residenziali e produttivi, elementi decorativi e di arredo urbano, edifici dignitosi e di qualità, spesso dimenticati. Al centro di questi pensieri si colloca sempre Roma, che incrocia tutti i temi citati e che è stata la città, in cui è nato, ha vissuto e insegnato e che più di ogni altra cosa ha apprezzato e amato.
Ritratto in movimento. Conversazione con Franz Prati
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
pagine: 96
«L’anatomia che noi facciamo di un’opera, dietro la pretesa della filologia, ha sempre il rischio di produrre qualcosa di inopportuno. L’opera serve all’autore come materia prima del racconto di sé, e, per estensione, della continua riformulazione dell’opera stessa. Le fonti, se proprio le ritenessimo utili a capirci qualcosa, dovrebbero restare in sospensione nel racconto, disponibili a venire manipolate dall’autore all’occorrenza. Del resto, come ci avvertiva Mario Praz, poche figure risultano così meschine quanto quella dello scopritore di fonti. Cosa, questa, che non è proprio ovvia da accettare, e che, soprattutto, finisce col venire naturalmente ignorata per via, ad esempio, del troppo amore. Ma, insomma, non vorrei adesso essere frainteso, né procurarmi la disapprovazione dei cultori di un’intera disciplina. Comprendo bene che nulla può esistere realmente al di fuori della dimensione ricostruttiva, e neanche mi pare che, al di là della salace suggestione che esercita, l’affermazione di Praz si possa davvero sottoscrivere. Quello che però mi viene suggerito dalle pagine del libro che avete appena letto è che il discorso sulle fonti, tanto più se espresso in forma dialogica, è sempre l’origine di un discorso amoroso tra l’autore e la propria opera. Come tale, contiene i termini se non proprio di un’esclusione, quantomeno di una esclusività, riferendo il racconto a tempi e luoghi che sono in grado di coinvolgerci con l’eterna arma del discorso amoroso: il desiderio. In altri termini, tramite lo strumento del desiderio l’opera marca in noi la distanza tra quello che sentiamo di mostrare e quello che sentiamo di volere. Il carattere di questa risonanza emotiva – nell’opera di Franz Prati e nel discorso intorno a essa che il dialogo con Lucia Re riesce bene ad attivare – assume la dimensione di atmosfera, termine che introduce una nuova prospettiva affettivofisica nelle nostre possibilità di interazione con l’opera. Atmosfera intesa come metafora, legata com’è alla capacità dell’immaginazione di evocare presenze che trascendono il dominio del sensibile, ma anche atmosfera intesa come messa in scena simbolica, in una dimensione dove emerge la sua natura teatrale, la sua capacità di allestire scenari in risposta al bisogno degli esseri umani di significati. Dobbiamo accettare i simboli – ci avvertiva Cesare Pavese a metà del Novecento – con la pacata convinzione con cui si accettano le cose naturali. La città ci dà simboli come la campagna ci dà frutti. La città, quella che continuamente Prati ricerca, traduce in simboli i prodotti di volontà altrui, li traspone e li impagina in una partitura ogni volta diversa, ogni volta artefice di una forma di risonanza tra i frammenti architettonici ricomposti nell’opera e la sensibilità di chi li percepisce. Bisogna amare tutto con cautela disperata, concludeva Pavese. Quando l’autore lo fa, lascia a noi la posizione di desiderare i simboli, ma è un rapporto scambievole di desideri. Anche il Prati autore desidera la città quando la racchiude intera nella forma della colonna, che talvolta si erge, come quella descritta da Chateaubriand in René, sola in mezzo al deserto ed è “simile a un grande pensiero”.» (dalla postfazione di Valter Scelsi)
«Rabeschi, angeletti, e fogliami». Il Monastero e la chiesa di San Benedetto in via dei Crociferi a Catania
Rosangela Lamagna
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
pagine: 216
Nel volume viene ripercorsa la vicenda secolare, lunga e topograficamente complessa, nel corso della quale il monastero di origine tardomedievale, fondato nel 1334 e trasferito nel 1356 in una zona più elevata della città, conosce periodiche trasformazioni, ampliamenti e ricostruzioni. L’edificio occupa un quadrante strategico nel denso edificato urbano – ormai saturo alla fine del secolo XVII – innestato su quello straordinario sistema costituito da via dei Crociferi, la “via dei monasteri” di Catania, che vede addensarsi lungo i suoi margini una sequenza di prestigiose fondazioni claustrali maschili e femminili. Il volume introduce elementi analitici di specifica peculiarità disciplinare, concentrandosi, oltre che sulle Vicende storiche, in particolare sui processi di “fabbrica”, con meticolose ricostruzioni documentarie delle diverse fasi di cantiere, dando conto in maniera dettagliata delle maestranze impegnate, dei materiali utilizzati, degli investimenti economici, dell’organizzazione logistica.
La chiesa di Santo Stefano Vecchio a Fiano Romano. Arredo liturgico, enkolpia e pitture medievali
Eleonora Tosti
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
pagine: 200
Ci sono storie che sembrano perdute per sempre, ma esistono edifici nascosti agli sguardi più indiscreti che, se opportunatamente indagati, quella storia permettono ancora di ricostruirla. È questo il caso della chiesa di Santo Stefano Vecchio presso Fiano Romano, da oltre un secolo sconsacrata e privatizzata. L’analisi dell’edificio sacro, adibito a nuova funzione, ha offerto la straordinaria occasione di ritessere non una, ma più storie, che nel corso dei secoli sembrano intrecciarsi per poi allontanarsi definitivamente. Il volume ripercorre le vicende storiche e architettoniche della chiesa medievale fianese, ne indaga i fatti artistici inediti o poco noti e pone una particolare attenzione a quegli avvenimenti che hanno preservato o disperso le attestazioni artistiche al suo interno. Superando i limiti imposti dal silenzio storiografico, l’attenzione è rivolta in particolare all’arredo liturgico, agli enkolpia e ad un inedito ciclo pittorico riemerso nell’edificio nei primi anni Quaranta del Novecento.
Tanto di lume alle cose di architettura. Scritti per Mario Piana
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
pagine: 320
L’immagine della porte biaise del cosiddetto carcere consolare a Pézenas, nel sud della Francia, ha accompagnato alcune delle lezioni che Mario Piana ha tenuto nei suoi anni di insegnamento all’Università IUAV di Venezia (1998-2022): si tratta di un portale dorico, che si segnala per essere una costruzione anamorfica. Per apprezzare questa architettura è necessario assumere una visione alternativa, scorciata e non canonica. L’invito ad abbracciare un punto di osservazione inedito, non scontato, rappresenta uno dei tratti distintivi della lezione di Mario Piana, al quale i curatori di questo volume vogliono rendere omaggio con questa raccolta di scritti. La scelta del titolo, «Tanto di lume alle cose di Architettura», è una citazione di Andrea Palladio, tratta dalla dedica al conte Giacomo Angarano che apre i primi due de I Quattro Libri dell’Architettura. L’espressione è usata dall’autore per illustrare lo scopo ultimo del suo lavoro, ossia quello di offrire un valido strumento critico a «coloro che dopo di me verranno», per esercitare «l’acutezza de lor chiari ingegni». Ricorrere a queste parole per dare un titolo al libro ci è sembrato appropriato, sia in considerazione degli importanti contributi scientifici che Mario Piana ha dato nel corso del tempo agli studi palladiani, sia in ragione delle esperienze di formazione, di ricerca e di professione che ognuno di noi ha condotto al suo fianco e che oggi per chi scrive queste poche righe di premessa rappresentano un imprescindibile punto di riferimento. Sono qui raccolti i contributi inediti di allievi, colleghi e amici che intendono ringraziarlo e manifestargli, ancora una volta, la propria stima. Non ha l’intento, né l’aspetto di un volume celebrativo in senso stretto, ma vuole essere un “festeggiamento” su carta stampata di un passaggio importante – il suo congedo dalla cattedra di restauro –, che forse meglio si addice all’indole e al profilo sempre misurati della persona a cui queste pagine sono dedicate. Si tratta di saggi che riflettono una molteplicità di prospettive e che spaziano dal restauro alla storia dell’architettura, dell’arte e della musica, dalla storia tout court al consolidamento del costruito, arrivando a toccare argomenti riguardanti lo studio dei materiali e delle tecniche costruttive antiche.
Collezionismo e libero mercato nella Roma del Seicento. La quadreria del mercante di sete Marcantonio De Marchis
Antonella Pampalone
Libro
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
A Tor Sanguigna, a ridosso di piazza Navona fulcro della vita commerciale dell’Urbe, era ubicata la casa-bottega dei De Marchis, una famiglia di mercanti di sete del secolo XVII. L’esponente di spicco Marcantonio, anche detentore di un banco di cambio, possedeva una ragguardevole raccolta di dipinti di importanti artisti contemporanei italiani e stranieri attivi a Roma. Il volume, nel prendere in esame la dispersione dei quadri distribuiti ai creditori dopo la sua morte nel 1684, tende a dimostrare come il collezionismo del mercante rispondesse piuttosto ad una strategia di investimento favorito dal commercio delle sete trainanti per la diffusione del mercato dell’arte. Le relazioni con una clientela per lo più privilegiata e internazionale particolarmente vocata al collezionismo agevolavano le richieste di un pubblico che, avendo col mercante un libero rapporto svincolato da commissioni, contribuiva ad alimentare il suo volume di affari. Le opere di G. Brandi, M. Cerquozzi, V. Codazzi, J. Courtois, L. Cousin, G. Lanfranco, P.F. Mola, C. Maratti, Mario dei Fiori, Salvator Rosa, A. van der Cabel, A. Camp, J.K. Van Eck, e altri ancora documentano la varietà dell’offerta e i differenziati livelli di qualità della quadreria, rappresentativa sia degli orientamenti di gusto di Marcantonio De Marchis, sia delle esigenze figurative e culturali della sua clientela. Una apertura è rivolta ai familiari mercanti-pittori Giovanni e Tommaso De Marchis.
In corso d'opera. Ricerche dei dottorandi in storia dell'arte della Sapienza. Volume Vol. 4
Luca Esposito, Elisa Albanesi, Damiana Di Bonito, Maria Onori
Libro
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2023
In Corso d’opera 4 è un volume che raccoglie le ricerche degli allievi del Corso di Dottorato in Storia dell’Arte della Sapienza Università di Roma. Presentati in occasione della IV edizione del convegno omonimo organizzato dall’Ateneo romano, i ventiquattro saggi si articolano in sezioni specifiche volte a rappresentare diversi indirizzi di metodo: Riconoscere pone al centro la figura dell’artista, le negazioni e le affermazioni dell’autorialità; Interpretare, dove l’opera si fa elemento parlante attraverso l’analisi degli aspetti iconografici, stilistici, tecnici e semantici; Tramandare, una parte dedicata interamente alle pratiche del collezionismo e alla storia conservativa e critica; Ricostruire, l’ultima, in cui le ricerche si focalizzano sul contesto e sul perduto. Il risultato è una raccolta di testi volta a far emergere differenze e analogie della metodologia storico-artistica con l’obiettivo di stimolare il dibattito all’interno della comunità scientifica.