Grafichéditore

Dalla prefazione di Italo Leone: "Kyūshū Hi, il medico giapponese protagonista del romanzo, era scintoista come la maggioranza dei giapponesi ma credeva anche negli insegnamenti del buddhismo e aveva poca dimestichezza con la nozione di trascendenza basata su una netta separazione tra materia e spirito, fra il “creato” e il “creatore”, così com’è intesa nell’Occidente cristiano o dalla religione musulmana. Desideroso di fare altre esperienze, accetta l’opportunità offerta dall’OMS di tenere dei corsi nelle Università europee per spiegare il diverso approccio della cultura medica orientale alla cura dei malati... A Madrid, dove è stato inviato dall’OMS, Kyūshū incontra per caso una elegante signora europea, Sieglinde Gursh, trentanovenne austriaca nata a Baden (antiche terme romane alle porte di Vienna), appartenente a una antica famiglia ed educata secondo le rigide regole del cerimoniale asburgico. L’incontro casuale suscita la reciproca simpatia, ma gli impegni di ognuno dei due li obbligano a scegliere vie diverse."

“Oltre” è una raccolta di poesie intime e riflessive che abbracciano le molteplici sfaccettature del sentire umano: dell'amore, dell'angoscia, della morte, dei ricordi. Attraverso la bellezza delle parole con queste poesie si cattura l'essenza della nostra umanità, esplorando temi universali che ci connettono a tutto e tutti... Altre liriche, attraverso versi struggenti e carichi di dolore, ci mostrano la fragilità dell'uomo. Le poesie si fanno eco delle nostre paure più intime, delle ansie che ci tormentano e delle lotte che affrontiamo nella nostra esistenza. In questa oscurità siamo invitati a trovare una luce, una speranza che possa alleviare il peso dell'angoscia. Oltre è un libro che abbraccia le emozioni umane nel loro splendore e nella loro oscurità. Antonio Fonti ci guida attraverso i meandri della vita con una serie di liriche permeate di pathos che si trasforma in attesa e liberazione regalandoci molteplici e variegate sensazioni. Queste liriche trascendono i confini della realtà per esplorarci e scavarci dentro. Quasi un ossimoro, un “oltre” che ci porta “dentro”...

"Pesticcio è l’esploratore, colui che ama le sfide, che non teme le novità. È un viaggiatore, un avventuriere senza alcuna paura. Il suo desiderio più grande è la scoperta degli altri, del mondo, ma anche di se stesso. Teme l’alienazione e rincorre sempre l’istinto. Pesticcio è anche il ribelle che ama andare oltre, contro l’ordine costituito. Ama la trasgressione, non si lascia influenzare da niente e nessuno, gli piace ragionare con la propria testa e non è sensibile al parere comune. Il suo punto debole è dato proprio da questa sua avversione alle regole. Un Cagnolino, in fondo, alla ricerca costante delle cose del mondo per poter esprimere al meglio la sua curiosità intelligente, spesso non compresa. Questo racconto di formazione, a carattere psico-filosofico, tratta diversi temi: è rivolto alla comunicazione giudicante verso l’altro che si sente l’incompreso, il non amato per le sue reali capacità, per cui è portato ad esternare la sua esuberanza aggressiva perché infelice. Quando ci mettiamo ad ascoltare qualcuno gli stiamo dicendo: “tu esisti”..." Età di lettura: da 6 anni.

C’è sempre un giorno dopo… come girare una pagina letta e riletta. C’è sempre un giorno dopo e il cammino già percorso diventa soltanto un lontano, a volte struggente, polveroso ricordo. E ti trascini nel giorno dopo fino all’ultima pagina del libro…

Tonino Spena ama l’amore e con il suo libro delle cose vissute con grandi emozioni, ci dice che è sempre bello sognare, immaginare, pensare che tutto possa diventare realtà. Chi ha il coraggio di parlare ancora d’amore, in questa epoca che è “una gigantesca bolla di solitudine”, va premiato e incoraggiato. Tina Mancuso: "Anche questa volta Tonino Spena elargisce emozioni, ci accompagna nel viaggio della vita, ci cerca, ci abbraccia, ci rende partecipi di un comune destino." Tommaso Cozzitorto: "Rimembranze e nostalgie di luoghi, di tempi e di affetti esposte con intensa passione e linguaggio lirico".

"Il territorio lametino, al di là delle remote origini greche (Terina), romane e bizantine (Neocastrum) accoglie ora una popolazione culturalmente eterogenea. Numerosi ‘ceppi’ familiari provengono dai villaggi e dai paesi abbarbicati tra i monti presilani o distesi tra le vallate interne dei fiumi Savuto e Amato, dove precedentemente si erano rintanati, risalendo dalla piana e dalle zone costiere, per difendersi dalle incursioni turche e saracene e dalla malaria delle paludi... La Calabria non ha una storia unitaria e ciò si riflette sulle tradizioni, sui modelli culturali e sui retaggi linguistici. Per cogliere alcune differenze e somiglianze linguistiche riporto delle versioni dialettali, non solo calabresi del Padre Nostro. Esse poi variano ulteriormente da un’area geografica altra, anche limitrofe. È evidente la maggiore incidenza sul nostro territorio del ‘siciliano’ rispetto al ‘napoletano’.

Carmine Matarazzo: Nei suoi interventi traspare il compito impegnativo affidato al vescovo di favorire la comunione missionaria della Chiesa diocesana con il triplice atteggiamento indicato dal Papa. Luciano Pacomio: Se la lunga durata di un servizio episcopale attesta la divina azione della mirabile “pazienza del Buon Dio” nella problematica e conflittuale storia dell’umanità (cfr, Rom 3 ) e soprattutto la Sua fedeltà misericordiosa... Filippo D’Andrea: Il vescovo siciliano si è dimostrato capace di costruire relazioni con le comunità cristiane e sorprendentemente con ogni singola persona. Il suo sguardo sulla comunità civile ed il suo contatto coi lontani non era concepito da lui come fatto secondario, anzi irrobustiva il suo atteggiamento di particolare ascolto ...

«Il materiale di cui il libro si compone è stato custodito scrupolosamente nella consapevolezza di essere in possesso di qualcosa di prezioso che ha richiesto anni di studi e ricerche per poter, un giorno, renderne partecipe la collettività. Il lavoro è partito dalla riorganizzazione e digitalizzazione del testo in originale, redatto con la vecchia macchina da scrivere. Nulla è stato modificato, in particolare il linguaggio tecnico tipico delle opere araldiche su molti blasoni, che l’autore aveva utilizzato e che per nulla si può improvvisare; su altri invece è presente un linguaggio non in termini araldici perché l’opera era fase di lavorazione...» (Tommaso Cozzitorto)

«Le storie ritmate e rimate (vedi le filastrocche, ad esempio) da sempre sono state utilizzate per stimolare il piacere delle narrazioni. Per questo motivo mi sono cimentato a spiegare la vita del giovanissimo Carlo Acutis in versi, perché fosse la strada più percorribile per avvicinare i bambini al suo pensiero. Insomma tralci di vite straordinarie in mezzo a stralci di versificazione! Un piccolo strumento poetico per catechizzare i più piccoli e (perché no!) i più grandi: ce n’è sempre bisogno, direi!» (l'autore). Età di lettura: da 10 anni.

È una scrittura magnifica e sarà difficile trovare un bambino o una bambina che non resti incantato a leggere i traguardi del piccolo Bradipo. L’opera narra del Cucciolo Dudú che trova il suo mondo sul suo albero e nella tenerezza della sua mamma, dai quali non ha coraggio di uscire fuori. Proprio come i nostri bambini che, all’impatto del sociale, spesso si sentono insicuri, quando non hanno vicino le persone di casa che amano e dalle quali si sentono protette. Dudú è un personaggio che tutti noi non possiamo che amare poiché, affetto dalla Sindrome del bravo cucciolo, con la sua fragilità, disistima, nonchè difficoltà nell’adattarsi alla vita sociale, ci commuove. La fiaba di formazione, a carattere psicologico, carico di emozioni, tratta il tema implicito della paura di affrontare la realtà, quella che si affaccia nella nostra vita e che ci costringe a stare inchiodati nel qui ed ora, senza poter andare via. Le fughe di Dudú sono dalle proprie responsabilità, da ciò ch’è davanti a lui.

West Africa. Ho vissuto con la paura di cadere vittima del terrorismo in Algeria e durante le guerre civili in Mozambique ed in Somalia, come dire non mi sono fatto mancare emozioni ed altre curiosità. Nel finale del mio peregrinare in giro per il mondo, mi sono concesso anche il lusso di una detenzione lunga 1283 giorni nel carcere di Whatba in Abu Dhabi, di questa pagina dolorosa della mia vita, devo ringraziare i miei avvocati, uno locale H.A.S. l’altro italiano M.Z. i quali hanno, per voluta negligenza ed interesse privato, trascurato di proteggere le finanze e gli interessi della Società dove io occupavo la posizione di Amministratore Delegato. Ho costruito ed anche distrutto rapporti interpersonali con amici e nemici, il risultato non è lusinghiero ma, le presenze rimaste, sono a dir poco eccezionali, purtroppo mancano all’appello alcuni amici ed amiche che ora riposano in un mondo migliore. Da qualche anno ho scoperto di avere un nuovo nemico, è Mr. Parkinson, a lui non devo nulla anzi lo sfido di continuo perché, per mia fortuna, mi lascia la totale funzione della testa, è la mano destra che ha colpito ma pazienza ho chiesto aiuto alla mano sinistra...

Questo breve scritto, che non chiamerei assolutamente poesia è un insieme di sgorbi esistenziali. Non ricordo dove ho sentito per la prima volta questa espressione, ma io la intendo come un insieme di memorie tramutate in scrittura che sono lo specchio di riflessioni che riaffiorano da dentro la nostra anima. Non so spiegarmi bene il perché, ma una volta aperto il baule dei ricordi tutto rivive. Quei vecchi ricordi, rivivono, prendono nuova viva e non sono più vecchi. E allora aveva ragione mio nonno, tutto ciò che ha vita, che ha nuova vita, non invecchia mai. Completamente autobiografico, questo scritto tocca tanti temi, ma il filo conduttore è il complesso del mondo femminile. Quella sfera del femminile che non conosce tempo e non conosce spazio. Dedicato alle donne di ogni età, alla forza delle donne di ieri e di oggi, alle donne che lavorano e a quelle che lavorano diversamente, alle donne madri e alle donne materne, alle donne che soccombono alle scelte altrui, alle donne che hanno la forza di fare scelte non condivise. Alla donna che sogna, alla donna che spera, alla donna che lotta, alla donna che si sente sempre viva.