Hazard
L'anello del Nibelungo. Volume Vol. 1-8
Leiji Matsumoto
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Hazard
anno edizione: 2022
Anarchik. Farò del mio peggio. Cronache anarchiche a fumetti
Ambrosoli Roberto
Libro: Copertina rigida
editore: Hazard
anno edizione: 2019
pagine: 79
Da poco prima del 1968 ai giorni nostri, oltre mezzo secolo di carsica presenza sovversiva e di ironia libertaria contro le ipocrisie, le ingiustizie e la criminalità del potere. Questo libro raccoglie il peggio di quanto pubblicato su "A" rivista anarchica dal primo numero (febbraio 1971). Con un'intervento di Roberto Ambrosoli. Prefazioni di Gianfranco Manfredi e Paolo Finzi.
Li chiamavano lupi sordi
Luigi Zetti
Libro: Copertina morbida
editore: Hazard
anno edizione: 2018
pagine: 46
La storia è ambientata nelle campagne pugliesi durante la Guerra di Liberazione e racconta la nascita di una famiglia. Uomini e donne che oggi sarebbero considerati poco più che ragazzi si forgiano affrontando difficoltà per le vie del mare, della terra e del cielo, messi di fronte alla spietatezza e all'arroganza delle "logiche" di guerra vigenti su quel territorio, tra i primi a passare in mano agli Alleati. E così può accadere che la voce stupenda di una giovane madre richiami in lontananza l'attenzione dei soldati americani, due di quei "vincitori" convinti di essersi conquistata anche la libertà di stuprare, e può accadere che sia l'intervento deciso delle donne del paese a far morire in loro l'intenzione.
Taras, l'atleta di Taranto
Olga Mazzolini
Libro: Copertina morbida
editore: Hazard
anno edizione: 2018
pagine: 48
La storia di Taras prende spunto dal ritrovamento a Taranto dell'unica sepoltura completa di un atleta del mondo greco. La tomba è un reperto d'inestimabile valore: rappresenta, infatti, l'unica testimonianza di contendente che sia riuscito a sopravvivere alle dure gare dell'antichità. La leggenda di questo personaggio storico è qui romanzata in modo ironico: l'atleta è di nobile famiglia spartana, molto critica nei suoi confronti poiché il ragazzo pensa solo agli allenamenti e si disinteressa della città e del bene comune. I fratelli, impegnati attivamente nella vita cittadina, si scagliano contro di lui con irruenza, sottolineando la sua inutilità e inadeguatezza sociale. Soltanto la nonna crede in lui, e attraverso la storia della fondazione della città di Taranto da parte dei suoi avi lo incita a contribuire alla comunità senza rinunciare alle sue passioni.
Con i sassi nel cuore
Antonio Mirizzi, Salvatore Centoducati
Libro: Copertina morbida
editore: Hazard
anno edizione: 2018
pagine: 48
Siamo abituati a distinguere il tempo ciclico delle stagioni da quello storico in quanto progresso continuo e lineare. Prima di Cristo, dopo Cristo, per esempio. Non è dunque casuale che Carlo Levi nel 1945 abbia utilizzato Cristo come metafora del punto di non ritorno che avrebbe finalmente cambiato (in meglio, auspicava) la vita dei contadini nel Mezzogiorno d'Italia e, specialmente, in Lucania. I Sassi di Matera costituivano un caso limite: famiglie numerose stipate assieme agli animali in abituri scavati nella roccia, umidi e bui, senza acqua corrente né fognatura. Una situazione inaccettabile per un'Italia che inseguiva il sogno della modernizzazione e di un riscatto sul piano internazionale. La legge n. 619 del 1952 sul Risanamento dei Sassi segnò la tappa più clamorosa della discesa del Cristo di Levi oltre Eboli: la fine di modi di vita che si erano testardamente conservati intatti per secoli e l'inizio di qualcosa di completamente nuovo, nel bene come nel male. I Sassi furono abbandonati (più o meno volontariamente), finendo per diventare la tomba e una sorta di espressione archeologica della civiltà contadina materana, del vicinato e di altre tradizioni radicate nel tufo lungo i versanti della gravina. Ma in fondo la Storia non funziona in maniera dissimile dalle stagioni. Dopo la morte è venuta la rinascita e il ciclo si è rinnovato, gli anziani hanno passato il testimone ai giovani, i quali sono diventati a loro volta anziani e si sono rassegnati all'avanzare delle generazioni successive. Soprattutto in un momento di rinascenza come quello attuale (Matera Capitale della Cultura nel 2019), è importante guardarsi indietro per conoscere e, magari, celebrare cosa (e chi) è venuto a mancare e comprendere come oggi si ripresenti, facendosi strada tra le memorie personali e familiari o in mezzo agli oggetti stipati nei musei.
Sul fondo del cielo. Storie brevi
Osamu Tezuka
Libro: Libro in brossura
editore: Hazard
anno edizione: 2018
La terra chiama. Petrolio, terra e acqua in Val D'Agri
Mattia Moro
Libro: Copertina morbida
editore: Hazard
anno edizione: 2018
pagine: 48
Antonio è un trentenne lucano, lavoratore precario a Milano dov'è emigrato dopo il liceo. Alla morte del padre, torna a San Martino d'Agri, il suo paese natio sulle pendici del monte Sirino, dove lo attendono molte sorprese: il padre, dal quale era sempre stato molto distante, gli ha lasciato tutta la terra di famiglia, lasciando a bocca asciutta lo zio, erede naturale, che non gli nasconde il suo risentimento. Nei giorni successivi, Antonio capisce di trovarsi nel bel mezzo di una realtà molto più grande di lui: il sottosuolo di quel territorio si è scoperto ricco di petrolio, l'Ente petrolifero nazionale vuole comprare i suoi terreni a tutti i costi, e lui è messo di fronte a un difficile dilemma: vendere o non vendere? In breve, Antonio è costretto a riorientarsi in quel nuovo paesaggio, tra stabilimenti e trivelle, falde acquifere inquinate e picchetti degli operai, e le colonne di camion che vanno e che vengono per l'unica strada della Valle, costantemente imbottigliata.
Il fiore e la serpe. L'uomo che uccise Federico II
Frekt
Libro: Copertina morbida
editore: Hazard
anno edizione: 2018
pagine: 48
In un vero e proprio western ambientato nel XII secolo, "Il fiore e la serpe" è il racconto degli ultimi giorni di Federico II, e ne indaga il lato misterioso, di cui molti storici parlano ma che pochi conoscono: quella spasmodica fame di conoscenza che porterà l'imperatore a compiere gesti da folle più che da "meraviglia del mondo". Le diverse leggende legate al mito dell'imperatore vengono collegate tramite falsi storici, in una fiction che cerca una spiegazione al mistero della sua morte, della quale nessuno è riuscito a dare una spiegazione convincente.
Io sono Sasuke Sarutobi!
Osamu Tezuka
Libro: Copertina morbida
editore: Hazard
anno edizione: 2018
pagine: 336
Sasuke Sarutobi è un personaggio ricorrente della cultura popolare giapponese fin dal XVII secolo, dove è raffigurato come uno dei Dieci impavidi di Sanada, un'altrettanto leggendaria squadra di guerrieri ninja al servizio di Yukimura Sanada (1567-1615), lo storico generale distintosi nella difesa di Osaka durante l'Assedio d'Inverno (1614-1615), che mise fine alla lunga era degli Stati belligeranti. Le leggende di Sasuke e dei Dieci, prima diffuse nella tradizione orale, poi in alcuni romanzi dell'era Edo e nella letteratura per ragazzi dei primi anni del Novecento, dilagano nel cinema giapponese fin dai primordi (il primo di lunga serie di film a lui intitolati è del 1918), ma è nell'universo manga che Sasuke diviene una stella di prima grandezza, pressoché onnipresente nell'ondata di ninja-mania che investe la scena nipponica già dagli anni Cinquanta: a partire da un primo lungometraggio animato del 1959, realizzato da Taiji Yabushita e Akira Daikubara, le diverse case di produzione editoriale, cinematografica e di videogiochi si contendono, ancora ai nostri giorni, il Magic Boy (come venne ribattezzato per il pubblico di lingua inglese e in Occidente) Sasuke, ninja di scuola Koga, celebrandone le capacità mimetiche e la straordinaria agilità (Sarutobi letteralmente significa "scimmia che salta"). Nel 1960, quando Osamu Tezuka realizza "Io sono Sasuke Sarutobi!", non è per seguire la scia di un successo garantito: la sua è una rappresentazione irrispettosa e caustica dell'epos nazionale, dello spirito patriottico e delle loro trasposizioni nel cinema e nel manga. Il "suo" Sasuke, pecora nera della scuola Koge, è un ragazzino di origini contadine i cui rari successi sono dovuti perlopiù all'amorevole aiuto della zelante compagna di scuola Osai, che lo toglie dai pasticci nei momenti difficili; mosso dall'odio ereditato dal suo ambiente di nascita nei confronti della guerra, dei suoi signori e dei samurai (i quali, quando non seminano morte e miseria nelle campagne, imperversano per bande dedite al saccheggio e al sopruso) è un ostinato antieroe che, dopo aver preso parte alla guerra tra gli Stati belligeranti, solo a fatica e non senza ripensamenti comprende che i suoi propositi di vendetta sono sproporzionati ai suoi mezzi, e si rassegna a tornare alla terra e a mantenere la promessa fatta di utilizzare l'arte ninja solo in favore della giustizia.