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Il Lavoro Editoriale

Gelato di marca. Breve storia del gelato marchigiano
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La bellezza del numero. Angelo Colocci e le origini dello stato nazione

La bellezza del numero. Angelo Colocci e le origini dello stato nazione

Giorgio Mangani

Libro: Libro in brossura

editore: Il Lavoro Editoriale

anno edizione: 2018

pagine: 316

Un personaggio esotico con un cappello da mago e il cosmo in mano sta in piedi al centro della Scuola di Atene di Raffaello nella Stanza della Segnatura vaticana. Vasari pensava che fosse Zoroastro. Secondo l’ampia ricostruzione di questo libro si tratta di Angelo Colocci (Jesi 1474 - Roma 1549), Segretario Apostolico, Presidente dell’Accademia Romana, studioso di geografia, cosmologia e di corrispondenze micro-macrocosmiche, amico di Bramante, Raffaello e di Egidio da Viterbo. Nel libro Colocci emerge come un personaggio centrale per la cultura, l’arte, il rinnovamento urbanistico, la letteratura, la scienza, a Roma nella prima metà del Cinquecento. Primo collezionista di antichità, studioso dell’antica metrologia (a lui si deve l’identificazione della misura del piede romano, poi chiamato colocciano), bibliofilo, curatore di edizioni di poeti contemporanei, teorico della lingua volgare e pioniere degli studi romanzi, Colocci si rivela figura decisiva in numerosi contesti disciplinari, al centro di una vastissima rete di contatti e di relazioni, capace di mettere a punto quelli che sarebbero diventati i fondamenti dello “stato nazione” moderno: l’impiego dell’heritage come veicolo di sovranità, la lingua e la formazione delle classi dirigenti. «È questa personalità ispirata e complessa che Mangani riesce a cogliere in tutte le sue sfumature, tracciando il percorso che portava questo singolare studioso dalla numerologia pitagorica a contribuire concretamente allo sviluppo urbanistico della Roma cinquecentesca». (Dalla Prefazione di Ingrid Rowland).
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Libro

editore: Il Lavoro Editoriale

anno edizione: 2018

Un personaggio esotico con un cappello da mago e il cosmo in mano sta in piedi al centro della Scuola di Atene di Raffaello nella Stanza della Segnatura vaticana. Vasari pensava che fosse Zoroastro. Secondo l’ampia ricostruzione di questo libro si tratta di Angelo Colocci (Jesi 1474 - Roma 1549), Segretario Apostolico, Presidente dell’Accademia Romana, studioso di geografia, cosmologia e di corrispondenze micro-macrocosmiche, amico di Bramante, Raffaello e di Egidio da Viterbo. Nel libro Colocci emerge come un personaggio centrale per la cultura, l’arte, il rinnovamento urbanistico, la letteratura, la scienza, a Roma nella prima metà del Cinquecento. Primo collezionista di antichità, studioso dell’antica metrologia (a lui si deve l’identificazione della misura del piede romano, poi chiamato colocciano), bibliofilo, curatore di edizioni di poeti contemporanei, teorico della lingua volgare e pioniere degli studi romanzi, Colocci si rivela figura decisiva in numerosi contesti disciplinari, al centro di una vastissima rete di contatti e di relazioni, capace di mettere a punto quelli che sarebbero diventati i fondamenti dello “stato nazione” moderno: l’impiego dell’heritage come veicolo di sovranità, la lingua e la formazione delle classi dirigenti.
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