Il Nuovo Melangolo
Sono qui per dirti addio
Antonio Steffenoni
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 1993
pagine: 160
Paseo de Gracia, angolo Disputaciòn; Santiago del Cile; Fantasmi ad Arles; Volare, navigare, camminare sono i titoli dei racconti raccolti in questo volume. Sono tra loro diversi per ambientazione (la Spagna franchista, il Cile nel momento del trapasso dalla dittatura alla democrazia, Arles, una località turistica austriaca, l'Italia dei nostri giorni) e nella costruzione di intrecci e personaggi.
Le ore di James Joyce
Jacques Mercanton
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 1992
pagine: 112
Briciola. Storia fantastica di un'idea
Enrica Salvaneschi
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 1990
pagine: 144
A Mad world, my masters-Mondo matto, miei signori
Thomas Middleton
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 1990
pagine: XXVIIII-208
Compendio di teologia ad uso degli angeli
Jean-Michel Maulpoix
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 1990
pagine: 64
Il paradiso sulla terra. La religione di Dostoevskij e Tolstoj
Isabella Adinolfi, Giorgio Brianese
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2024
pagine: 200
Introduzione a Giorgio Agamben
Ermanno Castanò, Carlo Salzani
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2024
pagine: 200
La vita dei segni. . Il linguaggio e i corpi nella filosofia francese del '900
Felice Cimatti
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2023
pagine: 490
La grande scoperta 'filosofica' del '900 è il linguaggio. La scoperta che il linguaggio — che prende forma nelle diverse lingue storico-naturali — ha un'esistenza in qualche modo 'indipendente' dai parlanti. Certo, se non ci sono più parlanti una lingua, come si dice, 'muore', tuttavia il dispositivo del linguaggio non dipende da chi lo parla. Secondo il linguista Ferdinand de Saussure, colui che è all'origine di questa scoperta, la lingua è organizzata come una struttura in cui ogni elemento è collegato con gli altri elementi attraverso legami che non dipendono dalle intenzioni dei parlanti. Noi pensiamo e parliamo, e in questo modo crediamo di controllare quello che pensiamo e che vogliamo dire, tuttavia quello che pensiamo, e quindi diciamo, dipende da un sistema che ci sfugge completamente. Per questo, come dirà Lacan, "l'inconscio è strutturato come un linguaggio". Ma se il dispositivo del linguaggio è inconscio, e se è attraverso il linguaggio che si formano tanto i nostri pensieri, quanto il soggetto che crede di pensarli, che ne è della nostra presunta autonomia? Il '900 francese, da Bergson a Deleuze e Guattari — passando (fra tantissime altre figure), per Merleau-Ponty, Lévi-Strauss, Derrida, Fou-cault, Irigaray e naturalmente Lacan — è un lungo tentativo di immaginare un modo per 'liberare' il parlante dalla presa del linguaggio, una `cattura' che lo allontana dal mondo e dall'esperienza corporea. E che cos'è un vivente non più assoggettato dal linguaggio? Un corpo, finalmente e semplicemente. In questo senso la storia ripercorsa in questo libro è la storia di come una straordinaria tradizione di pensiero ha provato a pensare la libertà dei corpi. Dal linguaggio al corpo, dall'astrazione e dal calcolo alla concretezza della carne vivente.

