La valle del tempo

"La canzone dell'amore non è stato soltanto uno spettacolo. È stato un avvenimento base nella storia del cinematografo italiano". Così Alessandro Blasetti, sulla rivista "Cinematografo" del 30 ottobre 1930, salutò il primo film parlato prodotto in Italia, su iniziativa di Stefano Pittaluga e per la regia di Gennaro Righelli, da una novella di Luigi Pirandello. Fu una svolta epocale per l'industria cinematografica italiana, che nel decisivo crocevia del sonoro riuscì a trovare le risorse per rilanciarsi, dopo un declino decennale che sembrava ormai inarrestabile, e per riuscire a porsi sulla scia - se non in termini di qualità artistica, almeno sul piano tecnico e produttivo - delle più importanti cinematografie del mondo. E un'autentica avventura, ricca di colpi di scena e non priva di risvolti paradossali, che in questo libro viene ripercorsa sulla base di un'ampia documentazione d'epoca e di un ricco apparato iconografico.

La notevole ricerca di Giuseppe Puglisi - partita da un sondaggio quali-quantitativo su 1208 studenti delle scuole del territorio della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo -, s'inserisce autorevolmente nel più ampio movimento sociologico e teologico-pastorale, che caratterizza l'attuale apertura e attenzione della Chiesa cattolica nei confronti delle giovani e dei giovani contemporanei. I dati biblico-teologici della sequela e del servizio, opportunamente ripensati e sintonizzati con le nuove attese del mondo giovanile, potrebbero diventare davvero, è questo l'auspicio del volume, una leva per disegnare un originale percorso pastorale di nuova evangelizzazione dei/con i giovani: dopo i Millennials (nati all'incirca tra il 1981 e il 1996), gli zoomers e la generazione Alpha, inizia la stagione della generazione Beta. A questo mondo giovanile - spesso rammaricato di aver ereditato un mondo lacerato da guerre e sfigurato dalle ingiustizie sociali - la teologia pastorale può/deve ripetere che c'è speranza; e c'è speranza proprio dentro i ragazzi e i giovani; essi hanno un dono che tante volte agli adulti sembra ormai sfuggire; essi hanno speranza!

Anna nasce e cresce nella Napoli della guerra, in un tempo in cui ogni giorno può cambiare tutto: sirene, corse ai rifugi, strade sventrate dalle bombe. Ma in quel caos, la sua famiglia riesce a insegnarle la cosa più preziosa: la forza di credere che domani possa essere migliore. Anni dopo, nei vicoli pulsanti di vita di Secondigliano e Capodichino, Anna si dedica al lavoro nella panetteria di famiglia e ad imparare a diventare una brava sarta capace di trasformare un semplice filo di seta in un simbolo di resistenza. Con le mani che cuciono abiti e il cuore che cuce speranze, affronta povertà, malattia e sacrifici quotidiani, senza mai lasciarsi piegare. Accanto a lei si muovono presenze misteriose, radicate nella tradizione napoletana: spiriti che a volte spaventano, ma che spesso proteggono, ammoniscono, accompagnano. Presenze che ricordano ad Anna - e al lettore - che nessuno è davvero solo, e che l'invisibile a volte è più reale di ciò che vediamo. Tra realismo e magia, memoria e immaginazione, Un filo che resiste racconta la storia di una donna che attraversa la guerra, la vita e l'amore con un coraggio ostinato. È un romanzo che parla di resilienza, di radici familiari e di quella forza silenziosa che ci rialza ogni volta: il filo tenace che tiene insieme ciò che siamo e ciò che potremmo diventare. Un libro per chi cerca emozioni vere, personaggi indimenticabili e una storia che continua a risuonare anche dopo l'ultima pagina.

Un romanzo scritto a quattro mani, un incontro di due anime, due sensibilità che hanno inteso offrire il loro sguardo su un tempo più lontano e sul nostro presente. Le vicende raccontate vanno dagli anni settanta-ottanta del "secolo breve" ai nostri giorni. Un confronto tra generazioni che viene presentato dalle due Autrici con delicatezza e una dose di tristezza nel dover constatare la crisi dei valori e delle relazioni anche nell'ambito del nucleo familiare di questi difficili tempi che viviamo.

«Mi divide dall'ignoto un atto di coraggio…». «Sono incredula: davvero quello è stato il momento in cui ho deviato i miei desideri, il mio lavoro, il mio amore? L'ho dimenticato, più precisamente non gli ho dato la dovuta importanza…». Uomini e donne, adolescenti e adulti, un giorno potrebbero trovarsi a pronunciare queste parole e dover affrontare le conseguenze delle loro scelte non fatte. Una seconda opportunità per poter riparare ad un vecchio errore e fare meglio nel presente, usufruendo di qualsiasi mezzo, è ciò che ogni essere umano anela. La domanda che sorge imperante è questa: «Ma quando, e se, si presentasse un'altra occasione sarò in grado di afferrarla al volo, la riconoscerei?». L'intuizione di agguantare quel momento fugace, che appare e scompare come un lampo, e il coraggio di stringerlo a sé, è un dono indescrivibilmente raro. In questa raccolta, sono narrate per lo più storie di donne, ma anche di uomini che sono stati in diretto contatto con l'invisibile e che, solo alcuni, sono stati in grado di afferrarlo al volo.

Storie e immagini che accompagnano i bambini e le bambine verso il lungo cammino della notte, storie che aiutano a chiudere gli occhi e ad aprire le porte dei sogni. Età di lettura: da 4 anni.

Questo libro è un viaggio sensoriale: un invito a sentire il territorio, a respirarlo, a lasciarsi attraversare dalle sue storie. Elisa Rampone Chinni ci conduce nel cuore segreto di Furore, il "paese non paese", dove il mare parla alle vigne e il vento porta con sé miti antichissimi. Qui il vino non è un prodotto: è un destino. È il respiro profondo di una terra che conserva nel silenzio il passo di Dioniso, il sussurro di Noè, la leggerezza delle leggende e l'eco di antiche preghiere contadine. In questo scenario sospeso tra incanto e realtà prende forma la storia straordinaria della famiglia Ferraioli-Cuomo, che ha trasformato un sogno coraggioso in un capolavoro riconosciuto nel mondo: le Cantine Marisa Cuomo. Terrazzamenti strappati alla montagna, pergolati che sfiorano il cielo, un'antica cantina scavata nella roccia. Tra le pagine si intrecciano racconti, poesie, proverbi, aneddoti che profumano di mosto e tradizioni, mentre la luce del fiordo penetra nella narrazione come un riflesso d'oro in un calice di vino. Il lettore avanza così, passo dopo passo, dentro un luogo dove la bellezza è un varco e il vino un filo che unisce uomini, memorie e sogni.

Dagli appuntamenti del Calendario civile (giornata della memoria, giorno del ricordo, "25 aprile", nascita della Repubblica) alla vulgata revisionistica sul Ventennio, sull'antifascismo e la Resistenza; dal «virus fascista» nell'Europa degli anni '30 al populismo sovranista del XXI secolo; dall'avvento del berlusconismo al ciclone Trump; dalla guerra russo-ucraina al riaccendersi del conflitto israelo-palestinese, alla rilegittimazione della guerra come pericolo incombente sulle sorti dell'umanità: sono questi alcuni dei nodi problematici che l'autore mette a fuoco, prendendo in considerazione i nessi tra lo scenario globale e il quadro nazionale entro cui si sono svolti gli avvenimenti. Effettua così una navigazione nella storia, un viaggio sulla cresta delle sue onde nel tentativo di rinvenire la sua multiforme profondità.

Uscirono dalla Questura e, mentre si avviavano verso il centro, l'ispettore lo aggiornò sulle novità emerse dalle sue ricerche: - Di filmati delle telecamere di sicurezza, ce n'è anche troppi, per cui ho fatto una prima scrematura. Molti, anche se da diverse angolazioni, rappresentano le stesse immagini: una donna appare visibile chiaramente, anche se di spalle mentre porge la tazzina di caffè al Sardelli e scambia, pare, anche qualche parola. Naturalmente, per tutto il tempo in cui è rimasto seduto a quel posto: vale a dire dalle sedici e trenta circa, e cioè dall'orario di riapertura pomeridiana dei negozi, fino al caffè che lo ha ucciso, diverse persone si sono avvicinate ed hanno lasciato qualcosa. In questo lasso di tempo non è accaduto niente di sospetto, fino a quando la donna si è avvicinata e, chinandosi su di lui, gli ha offerto il caffè e scambiato qualche parola, sempre restando di spalle. Lui ha risposto qualcosa, infatti, ho chiesto a quelli della Scientifica se riescono a far decifrare quanto ha detto, da qualcuno in grado di leggere il labiale.

Dopo aver ideato la prestigiosa collana "Agorà. Ombre e storia nelle piazze d'Italia", gli Autori di questo agile e prezioso volumetto, che offre numerosi punti di vista e spunti di osservazione, ritornano a scandagliare la straordinaria complessità e bellezza di Napoli in occasione di un compleanno davvero importante per la città, i suoi duemilacinquecento anni. …Sarà il lettore a tracciare paralleli, a fare confronti, a prediligere un argomento rispetto ad un altro ma - si spera - lo farà divertendosi perché gli autori si sono imposti un approccio lieve che differenzia questo libro da una pedante antologia che raccoglie brani letterari.

Il racconto intimo e appassionato di una donna che attraversa, con ironia e poesia, alcune stagioni della sua esistenza. Sul palcoscenico ci sono una vita normale, un lavoro, una famiglia. Ma dietro le quinte c'è il peso di una madre che non ha mai mostrato interesse per lei, senza che la protagonista abbia mai messo una distanza per salvarsi, imparando in qualche modo a trovarle una giustificazione, senza perdersi nel dolore. In mezzo a tutto ciò, l'incontro con un amore adulto e sorprendente: un uomo ironico e affascinante con cui condividere attimi di felicità e il legame tenero con Freddy, il piccolo cane che diventa simbolo della loro complicità. Tra cene e rappresentazioni, cresce un sentimento fatto di appagante intimità, tenerezza, risate e la consapevolezza di vivere "hic et nunc", senza inseguire sogni impossibili. Ma come ogni vita, anche questa non sarà priva di sorprese… Un memoir attraversato da umorismo e malinconia, che racconta l'amore e la resilienza di una donna capace di trasformare il dolore in consapevolezza e la vita in una narrazione universale.

Il profondo passaggio fra le navate minori e quella centrale, maggiore, sottolinea la complessità della costruzione religiosa. Avanzando verso la composizione della campata ritmica che, contenuta fra due monumentali paraste, scandisce il volume edilizio, si avverte il cambiamento dello spazio sacro; cambiano le condizioni di luce, cambia il rapporto con i diversi settori della struttura; ogni superficie libera è ricoperta da decorazioni, affreschi e da dipinti sottolineando, così, la sontuosa scelta compositiva barocca nella quale l'uso del colore è esaltato dai marmi e dalla pavimentazione policromi.