Sensoinverso Edizioni

Tra le colline del Monferrato e le strade di Torino, un ragazzo attraversa il buio della depressione e cerca una via d’uscita. Dopo la diagnosi, il CSM, i giorni sospesi e le notti di parole che non si lasciano dire, trova rifugio nel paese in cui è cresciuto e nelle attività di Val Paradiso: una comunità, una piccola utopia fatta di mani che costruiscono, di silenzi che curano. Questo libro è il racconto di una discesa e di una rinascita. Un viaggio dentro la salute mentale, la solitudine, la rabbia e la tenerezza di chi prova a rimettersi al mondo. Con una lingua viva, ironica e dolorosa, l’autrice intreccia memoria e invenzione, rap e poesia, realismo e sogno. Un racconto disarmato e sincero, che parla di cose distrutte o non dette, ma soprattutto di ciò che resta in piedi e vivo.

1990, Inghilterra, regione del Kent, cittadina marittima di Margate. Il protagonista è Simon che, subito dopo la morte dei genitori con cui ha sempre vissuto, scopre di essere stato adottato. Lo shock lo travolge e lo porta a rimettere in discussione la sua vita, inizialmente in modo doloroso e negativo. Ma sarà anche l’inizio della sua rinascita: nella ricerca dei genitori biologici, che lo conduce prima a Londra e poi fino a Montecarlo, nel Principato di Monaco, Simon scopre di avere una sorella da parte di madre, Olivia, che vive in Italia. Con lei si reca a Montecarlo, giusto in tempo per il funerale di Lola, la madre naturale. Al funerale incontrano Amélie, la più cara amica di Lola. Fra i tre nasce un legame di confidenza e fiducia che dà vita a un racconto a più voci, intrecciato di aneddoti, ricordi, storie appassionanti e descrizioni di persone, fatti e luoghi reali in giro per il mondo, tutti legati indissolubilmente a Lola. Una vita straordinaria e imperfetta, la sua, iniziata con la nascita in India nel 1921 e proseguita attraverso periodi di guerra e di rinascita, sullo sfondo di paesi diversi e di avventure rocambolesche.

Non tutto quel che è patetico e lacrimoso è lacrima movie. Questa è la prima certezza. In questa trattazione accetteremo la definizione di scuola per cui sono lacrima movie soltanto quei film in cui la malattia o l’incidente - di soliti culminanti con la morte - intervengono come momento cardine. Il lacrima movie per eccellenza, il film tipo, vede come conseguenza di una storia drammatica la morte di un bambino, raramente si salva (Bianchi cavalli d’agosto), ma consideriamo - per estensione - lacrima movie anche i film dove muore una ragazza dopo lunga malattia (Dedicato a una stella). Il lacrima movie per eccellenza, come commistione di elementi classici è L’ultima neve di primavera di Raimondo del Balzo.

Federico, giovane ricercatore universitario, fa ritorno dopo anni al paese del padre, per studiarne le tradizioni popolari, che spesso riportano gesta leggendarie di santi e misteriosi demoni. Il sapore della vita di paese, le atmosfere e i ritmi lenti lo rapiscono fin dai primi giorni. Il grande Ben, amico d’infanzia considerato nel vallone una sorta di dandy, lo accoglie nella sua cerchia: un gruppetto di giovani talentuosi che giocano, studiano ed escono insieme. Tra questi c’è Gloria, figlia del professore Reina che con i propri spunti assiste Federico nelle ricerche, e accende in lui un sentimento inatteso. Sullo sfondo si muovono le curiose figure di provincia: dalla suora originaria del Mali al furbo assessore, dall’estroso medico all’orientale, dal parroco all’intrigante Carlotta. Ma un’ombra aleggia sul paese: la gente fa riferimento al fatto del boschetto, una presunta aggressione di gruppo che ha sconvolto la vita di Milena, una delle ragazze più incantevoli e ribelli del paese. Alla notte di violenza, su cui le autorità stanno indagando, hanno preso parte due giovani sbandati, ma anche un misterioso spirito del bosco al quale la gente si limita ad accennare.

55 proiezioni di luce e oscurità è il viaggio di un’anima divisa tra luce e ombra, speranza e ferite, aspetti che si riflettono in poesie intime e universali al tempo stesso. Nei versi affiorano la rabbia e le fragilità, la forza degli affetti e dell’amore che rigenera e purifica, ma anche voci collettive che raccontano bullismo, violenza e mali del mondo, conflitti e pace. Ogni componimento è una proiezione, un frammento che mostra che luce e oscurità non sono opposti inconciliabili e paralleli, ma parti intrecciate dell’esistenza e dello spirito di tutti noi. Anche la società e il mondo si riscoprono rette da questo dualismo, con il nero e il bianco che a volte si scontrano, ma alla fine tornano sempre a sovrapporsi e a mescolarsi in perfetta armonia.

Luca ha 22 anni e viene da un posto dove i sogni si spengono in fretta e la realtà pesa addosso come il cemento dei palazzi che lo circondano. Qui le possibilità sono poche, e chi cerca di uscirne spesso si brucia. Famiglia, amici, regole non scritte e un passato che non molla la presa: tutto lo tiene ancorato. Il suo punto di fuga è una città che non conosce, ma che immagina diversa. Pulita. Viva. Libera. Non bastano i biglietti aerei per cancellare la paura, le cicatrici, il senso di colpa. A guidarlo in questo viaggio ci sono otto coscienze. Ombre. Frammenti di tutto ciò che è stato e che potrebbe diventare. Ma ce n’è una che non viene da fuori: parla da dentro, più forte di tutte le altre.

"Paradisi per canoni erranti" è una raccolta di racconti che si muove tra il mistico e il metafisico, inseguendo l’insolito come un’onda che rincorre la propria ombra. Le storie, nate e rinate attraverso riscritture e ripensamenti, sono sabbia proveniente da paradisi provvisori, aperture su un altrove che sfugge alla logica ordinaria. Tra le pagine si incontrano personaggi e situazioni che oscillano tra il reale e l’immaginario: un re del mercato cittadino circondato da fantasmi, pensieri che abbandonano le menti che li hanno ospitati troppo a lungo, il dilemma esistenziale di Giacomo Casanova, la notte surreale di due anziani romagnoli, un viaggiatore schematico messo alla prova dall’imprevisto, la voce della natura che si insinua tra le pieghe del quotidiano, discorsi di matrimonio e addii che sembrano preludi a nuovi inizi. Questo libro offre un caleidoscopio di scrittura, nella speranza che ciò che doveva essere detto abbia trovato la sua forma migliore, o almeno quella più sincera.

Racconti che sconvolgono, che inquietano, che offrono emozioni intense e per stomaci forti, che vogliono colpire… ma anche racconti magici, che fanno sognare, che portano una parentesi di fantasia nella quotidianità. «Siamo undici, imprigionati in una cabina che ci stava portando a quota tremila ma che ora è immobile, sospesa nel vuoto e ancora lontana dalla stazione d’arrivo. Lassù il ricordo dell’Italia è affidato solo alle vette che bucano l’aria quando il cielo è terso. Qui siamo alle prese con qualcosa come ‘Guulang!’, un urlo bestiale che da qualche minuto martella le nostre esistenze. Ne parlo subito a Death clock, l’applicazione che ho sull’iPhone, frutto della migliore intelligenza artificiale, e che ho appena aggiornato con quello che sta accadendo. La sua risposta è già nel display: "Fra milleduecento secondi creperete come topi"».

Maestra Elvira, dicono quattro giovani alunni, è successo qualcosa che mi ha fatto paura. Elvira ascolta, medita e poi decide di inventare un nuovo gioco: lo “Scacciapaura”. È semplice, spiega la maestra alla classe di quarta elementare: domani porterete un oggetto che vi fa paura. Tutti insieme, lo osserveremo, ne parleremo e vedrete che, alla fine, tutto sarà chiaro e la paura sarà passata. Ma è davvero così semplice cancellare il terrore? Cosa avrà mai vissuto Elisabetta in quel ristorante, e cosa avrà mai visto osservato Sebastiano su quel piccolo monitor? Cosa avranno mai letto Filippo su quell'agenda persa per strada e Federica su quel vecchio quaderno scovato in soffitta? La giovane maestra Elvira indaga, fino a scoprire che il confine tra realtà e fantasia è tanto sottile quanto quello tra infanzia e maturità. E che le storie, in fin dei conti, sono l'unico incantesimo contro la solitudine. Una fiaba nera per grandi e piccini, in bilico tra noir, horror e un pizzico di malinconia.

Si ballava sulle zeppe, ma si camminava sul filo del rasoio. L'Italia degli anni '70 e '80 è stata un'esplosione di contraddizioni: luci stroboscopiche che accendevano i sogni, e ombre cupe che minacciavano la democrazia. Questo libro è un invito a immergersi in due decenni febbrili, un'analisi profonda di un'epoca indimenticabile che non si limita alla superficie. Dai solchi dei vinili alla nascita selvaggia delle TV private, dai sogni comunitari hippy alla voce assordante degli stadi, scoprirai un Paese in perenne trasformazione, alla ricerca di se stesso tra benessere apparente e paure reali. Anni in cui il 'tutto è possibile' risuonava dalle cabine telefoniche alle piste da ballo, plasmando stili di vita, mode e mentalità. Un affresco vivido e sorprendente, che rievoca dolore e nostalgia, per capire fino in fondo il segno indelebile che quei decenni hanno lasciato nella nostra storia.

Un viaggio tra cultura, amore e mistero. Un giallo raffinato e inquieto. Fabrizio, appassionato lettore di Grazia Deledda, parte per una vacanza culturale in Sardegna senza immaginare che, tra visite guidate, drink al tramonto e contemplazioni dei paesaggi, incontrerà l’amore. Ma non un amore qualsiasi: Fabrizia, affascinante e misteriosa, porta con sé un enigma che si svela poco a poco. L’incanto, però, dura poco. Un omicidio avvenuto a Trieste scuote il gruppo e Fabrizio si ritrova, suo malgrado, al centro di un’indagine in cui nulla è come sembra. Tra rivalità letterarie, passioni represse e citazioni che diventano indizi, scoprirà che la letteratura può essere un’arma pericolosa… e che l’amore per una scrittrice può uccidere. Un giallo elegante e filosofico, dove la cultura si trasforma in un labirinto e ogni parola può condurre al delitto.

Il Tempo non segue sempre un percorso lineare. A volte si piega su se stesso, permettendo alla Storia di ripetersi in un ciclo senza fine. I protagonisti del romanzo hanno una missione: impedire che la Terra ripercorra il destino del suo pianeta speculare, Arret, e cada negli stessi errori che hanno già portato quel mondo alla rovina. Entrambi i pianeti sono abitati da esseri umani, e Arret ha già conosciuto l'autodistruzione a causa delle loro scelte. La Terra, però, è un mondo più giovane, ancora in tempo per evitare lo stesso destino. Sempre che si riesca a far emergere la sua versione migliore. Attraverso salti dimensionali, tra amori, desideri, solitudini e ricordi, seguendo le emozioni dei protagonisti, il romanzo ci conduce in una profonda riflessione filosofica: l'umanità è davvero capace di evolversi, superando la propria natura predatoria e distruttiva? Oppure è condannata a ricadere negli stessi errori, riscrivendo all'infinito la propria storia di ascesa e declino? I protagonisti non si arrendono e giurano che, se anche il loro piano per salvare la Terra fallisse, torneranno ancora, attraverso il Tempo e lo Spazio, sempre in direzione ostinata e contraria...