Einaudi: Einaudi. Storia
Le meraviglie del parto. Donare la vita tra Medioevo ed Età moderna
Alessandra Foscati
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 208
Tra Medioevo ed Età moderna dominava l’idea che l’utero della donna potesse celare «meraviglie» che solo all’ultimo momento venivano rivelate. Testimonianze di una mentalità e di un sapere condiviso entro il quale il pensiero scientifico e la tradizione popolare tendevano a fondersi. Venire alla luce è sempre stata una soglia difficile da definire, sfuggente, dolorosa e caricata di pudore e mistero arduo da rivelare. Questo libro si propone di raccontare il modo in cui era descritta e rappresentata la «scena del parto» in Occidente, nel periodo compreso tra l’Alto Medioevo e l’Età moderna fino al XVII secolo – prima cioè della medicalizzazione settecentesca della pratica ostetrica e della nascita delle cliniche. Alessandra Foscati considera un ampio ventaglio di fonti di diverso genere (mediche, giuridiche, religiose, letterarie) che le servono per raccontare le azioni compiute sulla partoriente, oggetto di attenzioni da parte di altre donne, tra cui l’ostetrica, le parenti, le vicine di casa (il parto è un momento corale di grande solidarietà femminile), ma anche di uomini (il marito, il prete e, da un certo momento in poi, il chirurgo). Con sguardo ampio e diacronico, il libro mette in evidenza gli aspetti e gli elementi di lunga continuità, così come i cambiamenti più significativi dell’Età moderna.
Dolore e furore. Una storia delle Brigate rosse
Sergio Luzzatto
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 760
La dolorosa storia degli «anni di piombo» attraverso il ritratto di una generazione furente. Per raccontare l’Italia delle Brigate rosse, Sergio Luzzatto ha adottato un fil rouge biografico e, insieme, una prospettiva suggestivamente corale. Il filo rosso viene dalla vita, sanguinosa quanto breve, dell’ex marinaio Riccardo Dura: colui che, sparando al cuore dell’operaio comunista Guido Rossa, cambiò per sempre sia la storia delle Br, sia la storia d’Italia. E che, trucidato dalle forze dell’ordine, suo malgrado appose al terrorismo di sinistra l’ambiguo sigillo del martirio. La prospettiva corale viene dai volti e dalle voci di Genova, la città dove tutto inizia e dove tutto finisce. La storia della lotta armata va compresa guardando, più che al singolo, ai molti. E guardando indietro, all’Italia degli anni Sessanta, altrettanto che all’Italia degli anni Settanta. L’immigrazione, la famiglia, la scuola, la fabbrica, i «movimenti», la piazza, l’università, il carcere: in questo libro, quello dei «compagni che sbagliano» è romanzo di formazione, prima di diventare romanzo criminale. Questa è una storia delle Brigate rosse ricostruita attraverso il prisma della città di Genova. Città-laboratorio di violenza politica, dagli incerti esordi della banda XXII Ottobre al sequestro del giudice Sossi, la prima impresa clamorosa delle Br. Città-palestra di lotta armata, dall’omicidio del giudice Coco e della sua scorta al tentativo dei terroristi di trasformare in rivoluzionari gli operai dell’Italsider, dell’Ansaldo, dell’Italcantieri, in quella che negli anni Settanta era la capitale italiana dello Stato imprenditore. Città-cimitero in una guerra infine quasi privata, le Br del «militarista » Riccardo Dura contro i carabinieri del generale Dalla Chiesa, cui i responsabili politici della Repubblica delegarono il compito di annientare il terrorismo rosso a mano altrettanto armata. Nella prospettiva di Sergio Luzzatto, Genova diventa una chiave per interpretare l’Italia degli «anni di piombo». Lo spazio del racconto si allarga, il contesto locale si intreccia con il contesto nazionale e internazionale: dall’asse Genova-Roma, che sostenne la logistica del sequestro Moro, all’asse Genova-Parigi, che garantì i rapporti esteri dei brigatisti, passando per i traffici d’armi nelle acque del Mediterraneo. E la chiave genovese vale a collocare la posizione storica dei «cattivi maestri». In particolare, attraverso il riconoscimento del ruolo assunto ai vertici delle Br da una strana coppia di intellettuali, due professori universitari imparentati tra loro: il filologo Enrico Fenzi e il sociologo Giovanni Senzani, «cognati rossi».
Vampyr. Storia naturale della resurrezione
Francesco Paolo De Ceglia
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 432
La storia dei vampiri "veri", uomini e donne risorti, prima del mito letterario. Quando la resurrezione era una sciagura. C'è stato un tempo in cui i vampiri popolavano l'Europa centrorientale ed erano pronti a invadere il resto del continente. Così, almeno, dichiaravano i giornali, per i quali nel Natale del 1731 i morti sarebbero risorti e avrebbero deciso di muovere guerra ai vivi. Come un fulmine, la paura si diffuse in ogni dove, moltiplicando le testimonianze di aggressioni perpetrate da cadaveri animati, che venivano poi scoperti indecomposti nelle tombe. Unica soluzione era allora trafiggerne il cuore, tagliarne la testa e affidarne i resti a roghi purificatori, i quali avrebbero rischiarato le angosciose notti invernali d'Europa per ancora un ventennio. Fino alla primavera del 1755, quando, piuttosto che con la forza, quei personaggi infernali sarebbero stati sconfitti con l'astuzia. Il vampiro sarebbe, così, entrato nel mito letterario, che dopo quasi un secolo e mezzo di incubazione, avrebbe dato forma alla figura di Dracula. Risalendo il corso del tempo, questo libro indaga le origini europee della credenza nei vampiri, della quale gli eventi del XVIII secolo furono solo una tardiva manifestazione. Da tal punto di vista, se essi e le successive rielaborazioni letterarie corrispondono alla preistoria del vampirismo 'à la Dracula', il volume rivela la preistoria della preistoria di Dracula. Un passato remoto, ma, per alcuni versi, tremendamente prossimo.
L'affaire 7 aprile. Un caso giudiziario tra anni di piombo e terrorismo globale
Roberto Colozza
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 392
La clamorosa inchiesta del 7 aprile 1979 sulla sinistra extraparlamentare ha inciso profondamente su storia e memoria dell'Italia repubblicana dagli anni di piombo a oggi. Con questo libro trova finalmente una sua ricostruzione storica, svolta su documenti originali. Il 7 aprile 1979 una serie di clamorosi arresti colpì militanti della sinistra extraparlamentare, tra cui intellettuali che avevano fatto la storia di quel comunismo eretico espresso da gruppi sovversivi come Potere operaio e Autonomia operaia. Firmò gli ordini di cattura il magistrato Pietro Calogero della procura di Padova, città dove imperversava la violenza autonoma e dove insegnava il principale imputato: Antonio (Toni) Negri, pensatore politico e teorico del sabotaggio anticapitalista. Partito dalla provincia veneta, il 7 aprile diventò un caso nazionale in cui i "cattivi maestri" di una cultura politica ribelle erano accusati di aver tirato i fili della lotta armata fino a dirigere il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro nel 1978. Loro, i sovversivi, nella stragrande maggioranza dei casi non negavano di essere tali. Addebiti specifici a parte, la loro autodifesa passava essenzialmente attraverso un assunto: che l'inchiesta mirasse a criminalizzare una generazione politica. Da questo duello intorno ai principî-chiave dello Stato repubblicano – il dovere di difenderlo, il diritto di contestarlo – scaturisce una complessa vicenda politica e giudiziaria che ha attraversato la Guerra fredda ed è giunta fino ai giorni nostri, intrecciandosi con le urgenze securitarie dell'antiterrorismo globale.
Operazione austerità. Come gli economisti hanno aperto la strada al fascismo
Clara E. Mattei
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 432
L'austerità, parola d'ordine degli economisti ortodossi, sembra aggravare i problemi più che risolverli, tanto da far dire ai suoi critici che non funziona. Se tuttavia ne scopriamo le origini e ne osserviamo la storia, diventa evidente come sia il baluardo del capitalismo difeso dagli economisti liberali a ogni costo: anche alleandosi al fascismo e sostenendo politiche autoritarie. L'austerità non è qualcosa di nuovo né un prodotto della cosiddetta era neoliberista iniziata alla fine degli anni Settanta. Per più di un secolo, governi in crisi finanziaria hanno implementato politiche di austerity, ovvero tagli al welfare (scuola, sanità, ecc.), privatizzazioni, tassazione regressiva, deflazione, repressione salariale e deregolamentazione del mercato del lavoro. Queste politiche rassicurano i creditori, mentre producono effetti sociali devastanti. Oggi, che l'austerità continua a imperare, è urgente domandarsi: e se il pareggio di bilancio non fosse mai stato davvero l'obiettivo? L'economista Clara E. Mattei indaga sulle origini dell'austerità per svelarne i motivi fondanti: proteggere il capitalismo dalla sua crisi esistenziale, per far fronte alle contestazioni dal basso che ne stavano intaccando le fondamenta.
Storia del Piemonte. Dalla preistoria alla globalizzazione
Alessandro Barbero
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 560
La storia di tutti i popoli vissuti tra le Alpi e il Ticino, dall'uomo di Neanderthal fino ai nostri giorni. La storia di coloro che hanno contribuito a creare il moderno Piemonte. Il Piemonte è oggi una regione italiana, con una propria amministrazione e precisi confini. Ma non è sempre stato così: molte zone dell'attuale Piemonte sono appartenute in passato a stati diversi e rivali. L'identità piemontese corrisponde da meno di un secolo ai confini geografici cui siamo abituati, ma la storia della regione risale ai primi insediamenti umani del Neolitico. Questo libro traccia la storia delle popolazioni vissute in quello che oggi è il Piemonte attraverso tutte le epoche della storia umana, fino ai nostri tempi, svelando con l'esempio di un territorio specifico la straordinaria stratificazione di genti diverse che nel corso dei secoli hanno dato vita all'Italia di oggi. Questa è una storia della terra che oggi chiamiamo Piemonte e dei popoli che l'hanno abitata, dallo spartiacque alpino e appenninico fino al Ticino. Una storia che riporta in vita l'intera stratificazione di vicende storiche e di esperienze umane che qui hanno avuto luogo, senza pretendere in alcun modo che quelle vicende si siano collocate in un quadro geografico unitario. Perché l'area che attualmente conosciamo come Piemonte, e che s'identifica con i confini amministrativi della regione, non si è sempre chiamata così. Né i suoi abitanti sono sempre stati noti come piemontesi. Non bisogna neppure pensare che sia sempre stata considerata, magari sotto altri nomi, come un'entità geografica unitaria, individuata da confini naturali. Le frontiere attuali del Piemonte non hanno nulla di naturale ma sono il frutto di una lunga successione di vicende politiche. E anche il suo nome, in uso ormai da ottocento anni, ha ricoperto nel corso dei secoli diverse accezioni prima di applicarsi all'odierna configurazione amministrativa. L'ambizione è di far sì che chiunque oggi viva in Piemonte possa ritrovare in queste pagine la storia dei luoghi in cui abita, dalle prime tracce di insediamento umano fino all'inizio del terzo millennio. In un continuo confronto con le vicende, non di rado anche molto diverse, di tutte le altre zone che nel tempo si sono poi integrate fino a condividere oggi un'unica amministrazione e una stessa identità regionale.
La natura del duce. Una storia ambientale del fascismo
Marco Armiero, Roberta Biasillo, Wilko Graf Von Hardenberg
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 216
Tra leonesse addomesticate e bonifiche integrali, paesaggi coloniali e autarchia, parchi e monumenti, finalmente un libro che racconta come il fascismo ha immaginato, usato e trasformato la natura. La natura del duce esplora le ecologie politiche fasciste, ovvero le pratiche e le narrative attraverso cui il regime ha costruito ecologie, tanto immaginarie quanto materiali, funzionali al suo progetto politico. Il libro non insegue dunque il fantasma di un Mussolini verde, magari contando quanti parchi nazionali siano stati creati durante il regime o quanti alberi piantumati. Diversamente da quanto affermato dalla storiografia internazionale, gli autori non credono che il fascismo si sia disinteressato della natura; piuttosto ne ha fatto un uso attento, tuttavia lontano da idee di cura e conservazione dell'ambiente. Il libro muove da un'analisi della figura di Mussolini e del suo rapporto con la natura per spaziare su alcuni aspetti cruciali della trasformazione fascista dell'ambiente. Dalla bonifica alla battaglia del grano, dall'autarchia alle politiche di tutela, dalle ecologie coloniali fasciste all'eredità del regime nel paesaggio contemporaneo, La natura del duce guida chi legge in un viaggio nel tempo e nello spazio, rivelando come sia possibile interrogare passaggi e paesaggi della nostra storia attraverso nuove domande e chiavi di lettura.
Un rivoluzione passiva. Chiesa, intellettuali e religione nella storia d'Italia
Adriano Prosperi
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 448
La Controriforma non fu un ritorno al passato, bensì un grande riassetto del sistema dei poteri. Fu, in realtà, come emerge da questo libro di Adriano Prosperi, una «rivoluzione passiva». La Riforma protestante, nata dall'aspirazione al ritorno alla purezza evangelica delle origini, fu in realtà una grande rivoluzione che trasformò profondamente culture e società di molta parte della moderna Europa. Invece nel contesto degli Stati italiani la pronta reazione della Chiesa romana e la politica di alleanze del papato dettero vita a una vicenda diversa sulla cui natura e sui cui esiti storici si è molto discusso. Si è parlato di Controriforma, riforma cattolica, disciplinamento sociale, pensando specialmente alla repressione del dissenso religioso. Ma in realtà si trattò non di un ritorno all'antico bensì di un riassetto profondo del sistema dei poteri. Mentre il papato consolidava la sua egemonia politica sui minori stati italiani e Roma diventava una grande capitale europea capace di attirare una nutrita élite intellettuale, mutava anche il rapporto tra il clero e i laici. Il governo religioso del popolo fu affidato a un clero diventato una corporazione di intellettuali. L'aspirazione da tempo diffusa a un mutamento profondo venne bloccata e congelata nei secoli da quella che si può definire una rivoluzione passiva.
Il perfetto fascista. Una storia d'amore, potere e moralità nell'Italia di Mussolini
Victoria De Grazia
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 536
Attraverso la storia di un fascista esemplare – un eroe di guerra diventato un importante gerarca al comando delle Camicie nere – Victoria de Grazia mostra come il personale diventi politico nella ricerca fascista di potere e virilità. La storia che Victoria de Grazia racconta in questo libro parte ricordandoci che «fascisti si diventa, non si nasce». Il libro capta, nella figura di Attilio Teruzzi, l'archetipo del piccolo uomo del primo Novecento che da persona decente e buon soldato finisce per guidare squadre di picchiatori fascisti e partecipare alla marcia su Roma da ufficiale decorato di guerra di bella presenza, per arrampicarsi in cima alle gerarchie del regime e infine collaborare con le SS. Basandosi sulle carte del suo infausto matrimonio con Lilliana Weinman, giovane diva dell'opera, ebrea, newyorkese, viene fuori la storia sociale di un uomo che si fa largo attraverso una rete di relazioni sia umane che politiche: un impietoso ritratto del fascismo italiano. "Il perfetto fascista" ci invita a vedere nel vano, leale, licenzioso e impetuoso Attilio Teruzzi, un ufficiale dell'esercito decorato privo di scrupoli e con un debole per le parate militari, un esempio dell'Uomo Nuovo fascista. Perché Teruzzi repentinamente si liberò della donna che aveva così intensamente corteggiato? E perché, quando venne il momento di trovare un'altra compagna, scelse un'altra donna ebrea come sua moglie putativa? Nel racconto di Victoria de Grazia, vediamo Teruzzi vacillare tra il volere del Duce e ciò che il cuore gli dettava. In ogni società il matrimonio è un atto fondativo. È il cuore del nostro modo di considerare cosa conta davvero nella vita. "Il perfetto fascista" prende in esame il matrimonio di Teruzzi come punto di partenza per un'esplorazione della vita morale sotto il regime fascista. Indaga lo scopo perseguito da Mussolini nel considerare il movimento fascista una rivoluzione «spirituale» ed «etica», una «politica del cuore» in contrasto con quella da lui denigrata come la sterile «politica della mente» della società liberale. Esplora il modo in cui Mussolini strumentalizzò un nuovo ordine morale che esaltava una ipermascolinità razzialmente omogenea per consolidare il proprio potere, e rivela fino a che punto questo nuovo ordine morale si imperniasse sulle guerre mosse all'estero e all'interno del Paese. Esamina la natura dell'Uomo Nuovo fascista e rivela la fondamentale inadeguatezza dell'ambizione di Mussolini di creare una reincarnazione novecentesca dell'Impero romano.
Storia della Brigata ebraica. Gli ebrei della Palestina che combatterono in Italia nella Seconda guerra mondiale
Gianluca Fantoni
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 240
Un'indagine sull'unica unità combattente che nella Seconda guerra mondiale vide tra le sue file ebrei della Palestina. Un libro che è, al contempo, la riscoperta di una vicenda vera, ma mai raccontata sul serio, e una riflessione sull'uso pubblico e politico della storia. La Brigata ebraica fu una brigata inquadrata nell'esercito britannico, nata nel 1944 per operare in Italia, composta soprattutto (ma non solo) da ebrei, molti dei quali provenienti dalla Palestina. Questo libro è importante per almeno due ragioni. In primo luogo non vi è sostanzialmente nessun lavoro storiografico su questa vicenda straordinaria: gli ebrei d'Europa, durante la Shoah, trovano un'occasione di riscatto a guerra ancora in corso, combattendo contro i nazifascisti nel teatro bellico italiano. In secondo luogo, in Italia, negli ultimi anni, la presenza della Brigata ebraica nelle manifestazioni del 25 aprile è stata occasione di forte conflitto, tra comunità ebraiche e simpatizzanti di sinistra filopalestinesi. Spesso, nell'ambito di questa diatriba, si sostengono tesi storiograficamente errate sia sulla Brigata ebraica sia sul legame negli anni Quaranta tra palestinesi e nazismo. È il momento di riformulare questo dibattito – in modo pacato – partendo da fatti concreti e non da leggende militanti. La Brigata ebraica – Jewish Brigade Group – fu l'unica unità combattente che vide tra le sue file ebrei di Palestina. Si batté in Italia, e solo in Italia. Perché un libro sulla Brigata ebraica? Prima di tutto perché la vicenda è di estremo interesse. La nascita della Brigata ebraica, il suo impiego operativo, la sua eredità militare e morale si intrecciano con una serie di fatti storici e di questioni storiografiche di grande rilevanza. La storia della Brigata ebraica getta nuova luce su queste vicende e permette di guardare a tali questioni da un punto di vista inconsueto. Tra questi temi si devono annoverare: la storia della Palestina negli anni Trenta e Quaranta; la storia del sionismo; il rapporto tra fascismo e mondo islamico. Inoltre la Brigata ebraica ha fatto notizia negli ultimi anni a causa delle polemiche sorte per la presenza di manifestanti che hanno sfilato con le sue bandiere, bianche e blu con la Stella di Davide, dunque le bandiere di Israele, al corteo del 25 aprile, festa della Liberazione. Questo libro parla quindi della "riscoperta" della Brigata ebraica, e di come la sua storia sia stata pubblicizzata da alcuni gruppi di pressione che sono una componente importante dell'ebraismo italiano. Si discute anche degli attacchi alla Brigata che sono arrivati da altri gruppi. Entrambe queste posizioni sono analizzate con attenzione come casi esemplari di un uso pubblico e politico della storia.
La spia intoccabile. Federico Umberto D'Amato e l'Ufficio Affari Riservati
Giacomo Pacini
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 265
Chi era Federico Umberto D'Amato? E quale funzione aveva l'Ufficio Affari Riservati (Uar), che diresse per tanti anni? Solo di recente ci si è resi conto di quanto sia stato rilevante il ruolo giocato dall'Uar durante gli anni della guerra fredda in Italia, disponendo finalmente di sufficienti elementi documentali per comprendere come esso sia stato l'organismo responsabile di una delle più capillari opere di infiltrazione all'interno di partiti politici, sindacati e movimenti extraparlamentari. L'Ufficio Affari Riservati, in sostanza, operava come un vero e proprio servizio segreto, pur non essendo giuridicamente riconosciuto come tale. È di fatto esistito fin dall'immediato dopoguerra senza che il suo operato abbia mai suscitato un particolare interesse da parte della stampa, delle forze d'opposizione e della magistratura. La stessa figura di Federico Umberto D'Amato, d'altronde, è ancora oggi molto poco conosciuta, sebbene egli sia certamente stato il più importante e influente dirigente dell'Uar, per anni detentore di un potere talmente vasto da permettergli di condizionare perfino le scelte politiche dei vari ministri dell'Interno in carica.
Jena 1800. La repubblica degli spiriti liberi
Peter Neumann
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 184
Jena, nel 1800, è l'epicentro intellettuale e culturale della Germania. La città non conta neppure cinquemila abitanti, circa un quinto dei quali studenti. Una città che si trova al centro del ducato di Sassonia-Weimar, in una conca tra ripidi pendii di calcare conchilifero, e vive dell'Università, di artigianato e di commercio. Jena è dunque una piccola cittadina, eppure attira tutti coloro che hanno rango e nome oppure che sperano di ottenerli un giorno. Qui, come si sente dire in quasi tutta Europa, è la vera residenza dello spirito. L'Accademia di Platone oggi si trova sulla Saale, il fiume della città. Dal 1794 dimora qui Johann Gottlieb Fichte, un ardente seguace della nuova filosofia, la filosofia critica, Da Königsberg Kant ha suscitato non meno di un terremoto filosofico. La "Critica della ragion pura", apparsa a Riga nel 1781, è l'opera del momento. La critica kantiana della ragione scuote il mondo dello spirito. Tuttavia, per il momento, il libro si impolvera sugli scaffali. Soltanto a Jena, alla fine degli anni Ottanta, riceve l'attenzione che gli spetta: qui sarà letto, discusso e commentato, qui comincia la sua marcia trionfale. Come un'onda d'urto il pensiero critico afferra il continente europeo e getta lo spirito in una crisi dalla quale può liberarsi soltanto da sé. Ciò che lì, a Parigi, viene rovesciato dalla Rivoluzione reale, quella politica, qui viene violentemente scardinato dalla Rivoluzione ideale, quella filosofica: i vecchi sistemi di persuasione non valgono più. Kant è la nuova epoca. E Fichte il suo messia.

