GAEditori: Sognatori

Elena attraversa la vita come si attraversa una tempesta: con il volto scoperto e le mani sporche di verità. Da bambina smonta sveglie per capire il tempo, ma è il dolore a insegnarle a contare i battiti mancati. A otto anni scopre il silenzio, a quindici la forza di giocare con le parole e a quarantacinque la dignità di non chiedere più spiegazioni. Si erano persi per resistere è una riflessione sul tradimento, sull’omofobia, sull’abbandono e sull’amore che resiste anche quando viene negato. Ambientata tra Siracusa e Trapani, la storia si muove lungo le coste e i silenzi della Sicilia, dove il lutto diventa memoria e la memoria diventa possibilità. Con una scrittura viscerale, ironica e coinvolgente, la protagonista ripercorre la propria evoluzione: da figlia invisibile a donna consapevole. È la storia di chi ha imparato a bastarsi, senza negare le cicatrici, ma rendendole parte del proprio disegno. Il tutto sintetizzato in una straordinaria copertina di Carla Sulliotti.

C. Greyn esplora nei suoi romanzi le zone d’ombra del potere e la fragilità dell’essere umano davanti all’immensità del cosmo. Il suo immaginario fonde politica, spiritualità e scienza in universi coerenti e inquietanti, dove la materia e il mito convivono. Eventi del nono ciclo è il suo esordio nella narrativa di fantascienza: una riflessione sul controllo, la fede e la libertà, ambientata tra stelle lontane e imperi che ricordano troppo da vicino la Terra. Dietro lo pseudonimo C. Greyn si cela un’autrice italiana con una profonda passione per la fantascienza classica e la filosofia del tempo. Con Eventi del nono ciclo intreccia potere, religione e destino in un affresco cosmico che riflette i conflitti interiori del nostro presente.

Quattro racconti che abbracciano il desiderio di conoscenza per dare al giovane lettore e non solo, precise indicazioni su come imboccare la propria strada affidandosi a valori spesso alterati da un vissuto deviante della nostra società. In particolare “Sogno di libertà”, che da il titolo al plurale al libro, è un invito palese a non rifiutare mai l’aiuto, a preservare la dignità, a ricucire vecchi e logori guanciali con la stessa cura e con lo stesso amore coi quali vanno ricucite le ferite, perché la dignità e la libertà non devono essere prerogativa solo di pochi, ma diritto per tutti.

Che ne è della libertà, quando si dissolve nei meandri del libero arbitrio? Quando l’etica arretra, l’educazione si smarrisce e persino la giustizia fatica a dare garanzie? In queste pagine l’autrice affronta con sguardo critico le crepe di una società in rapido mutamento. La violenza che attraversa ogni ambiente, l’incapacità delle istituzioni di offrire risposte, la debolezza dei governi davanti alla complessità del mondo: tutto è messo a nudo con lucidità e profondità. Attraverso una riflessione che spazia dalla condizione umana alla geopolitica, passando per il conflitto tra Russia e Ucraina e le tensioni nel Mediterraneo, il libro invita a guardare oltre le apparenze, a interrogarsi sui meccanismi invisibili che guidano le nostre scelte collettive.

Margherita, Lena, Giovanni e Mariano sono quattro giovani italiani differenti per estrazione sociale, cultura, provenienza, aspirazioni ed esperienze. Le prime due, a causa di tristi vicissitudini, finiscono per trovare lavoro in un elegante bordello. I due uomini, invece, si ritrovano su posizioni ideologiche contrapposte e del tutto inconciliabili. Le loro vite si intrecciano in modo inatteso intorno alla Casa della Gioia, postribolo di lusso governato con polso d’acciaio da una tenutaria dall’animo imperscrutabile. Attorno ai quattro si muovono numerose altre figure che intrecciano complessi rapporti ispirati a sentimenti come amore, disprezzo, solidarietà, rivalità, amicizia. Tante storie personali che convergono in un finale aperto alla speranza.

Un excursus autobiografico scritto dalla penna di un giornalista che rievoca, con genuinità, alcuni episodi della sua vita di maestro elementare. un percorso nel mondo dell'infanzia che lo ha portato a vivere in Francia, Svizzera e Belgio.

Studente universitario esuberante, Carlo ama la sua moto e la scrittura in questo ordine. In maniera casuale viene in contatto con Silvia Rinaldi, autrice idolatrata che era scomparsa dalla scena dopo due libri di successo. Carlo non si farà sfuggire l’occasione e riesce a convincerla ad aiutarlo nella stesura del suo primo romanzo. La gioia e la sofferenza dello scrivere sono il tema della prima parte del testo, sino a quando Carlo scopre che dietro un rapporto sofferto con la scrittrice famosa si cela dell’altro.

Questo libro ci apre le porte alla ColorCucina, dove il cibo diventa un linguaggio universale che parla all’anima, dove preparare un piatto è un atto di amore verso noi stessi e chi amiamo. Il cibo è, e dovrebbe essere, una medicina. Non solo per il corpo, ma anche per l’anima. Scienze molto antiche come la Medicina Cinese e l’Ayurveda, oltre 4000 anni fa già utilizzavano il cibo per curare disarmonie fisiche ed emotive. Ogni ingrediente ha il potere di curare e ristabilire l’equilibrio. Il colore, il profumo, la consistenza, tutto contribuisce a creare un’armonia che va oltre il piacere del palato.

Nella vita caotica che conduciamo, sempre di fretta, con l’assillo di non farcela, con vecchi e nuovi problemi da risolvere, la lettura di questo libro, regala un momento di pausa e meditazione, ci consente di dare la giusta priorità ai valori e, in ultima sintesi, ci permette di respirare quella boccata d’ossigeno per la mente e per il cuore, di cui tutti, giovani e no, abbiamo bisogno.

“L’ultima sera della festa” è ambientato nella Catania di fine seicento e inizia la sera del 5 Febbraio 1692, ultima sera di S. Agata. Protagonisti Giacomo, un giovane di 22 anni, appartenente ad una famiglia della migliore nobiltà catanese, e una giovane donna di 28, Teresa, orfana fin da bambina di entrambi i genitori e allevata da uno zio canonico, Giovanni Ferrara. I due giovani si incontrano nella tarda serata in una delle piazze principali del centro storico, entrambi mascherati. Ma un amore tra un giovane di 22 anni e una donna di diversi anni più grande e, ancor più, di diversa condizione sociale, in quei tempi non era ammissibile. Per la città corrono pettegolezzi che mettono in cattiva luce la donna e spingono il padre del giovane Giacomo ad intervenire. A peggiorare la situazione si aggiunge l’improvvisa morte del padre di Giacomo. Ne nasce contro Teresa un processo per stregoneria. E a rendere ancora più drammatica la sorte dei due sventurati amanti interviene il terribile terremoto dell’11 gennaio 1693 che distrusse la città di Catania. Ma anche dal male può nascere il bene. Quando tutto sembra perduto è ancora il caso a mutare il destino dei due giovani amanti!

La narrazione di "Elementi guasti" si svolge quasi interamente nel corso di una giornata e si dipana attraverso due interrogatori svolti nella stessa sala, ma con protagonisti differenti. Tutto viene innescato dalla scomparsa di una donna, Imma Zanchì. L’attenzione del Commissario Paolo Petrolito si rivolge immediatamente verso l’ex marito Mirko Mezzatesta. Quest’ultimo ci accompagnerà alla scoperta del suo nuovo mondo, un mondo spogliato dagli orpelli del falso perbenismo e dalle etichette luccicanti sotto le quali si nascondono putridume e squallore. Sarà un viaggio a tratti affascinante e a tratti doloroso che catapulterà il lettore in un inferno da cui sarà possibile uscire solo a costo di grandi sacrifici.

Racconti diversi dai toni diversi. Riflessivo, spensierato, a tratti ricercato. Si narrano tematiche quotidiane, altri solcano i mari e alcuni si proiettano nello spazio. Genesi a parte, sono stati per l’autore una splendida palestra, lo hanno divertito, tenuto compagnia e reso consapevole del mondo che lo circonda. Una su tutte, che la scrittura è sapersi guardare dentro, tirando fuori.