Giappichelli: Studi di diritto internazionale
Statualità e non riconoscimento nel diritto internazionale
Marina Mancini
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 265
«Il presente studio ha ad oggetto il rapporto tra statualità e non riconoscimento nell'ordinamento internazionale. Esso si prefigge di accertare come si articoli tale rapporto in epoca contemporanea, rispondendo in maniera organica ad una serie di interrogativi su cui la dottrina ha fornito sinora solo risposte frammentarie. Un'indagine in materia è sollecitata dalla constatazione della realtà internazionale attuale. Da un lato, si registrano alcuni pretesi enti statuali che per motivi diversi non hanno ottenuto il riconoscimento di nessuno Stato, come il Nagorno Karabakh, il Somaliland e la Transnistria, o sono stati riconosciuti solo dallo Stato responsabile della loro creazione, come la Repubblica Turca di Cipro del Nord, e da pochissimi altri, come l'Abkhazia e l'Os-sezia del Sud. Dall'altro, si riscontrano altri pretesi Stati sul cui riconoscimento la comunità internazionale si è divisa, una parte consistente avendolo concesso e l'altra negato, come la Palestina e il Kosovo. Secondo la concezione tradizionalmente accolta della statualità, la qualità di Stato come soggetto di diritto internazionale è riservata all'ente che possieda determinati requisiti ispirati al principio di effettività, sovente identificati con quelli enunciati dall'art. 1 della Convenzione di Montevideo del 1933 sui diritti e doveri degli Stati, cioè una popolazione permanente, un territorio definito, un'autorità di governo e la capacità di entrare in relazione con gli altri Stati. Il riconoscimento non ha carattere costitutivo della soggettività internazionale dello Stato. La cosiddetta teoria dichiarativa, largamente prevalente nella dottrina contemporanea, lo configura come un atto unilaterale attraverso cui gli Stati preesistenti si limitano a constatare l'esistenza del nuovo Stato e a manifestare la volontà di intrattenere relazioni internazionali. (...)» (dall'introduzione)
La politica di sicurezza e di difesa comune dell'Unione Europea. Profili di responsabilità internazionale
Eugenio Carli
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2019
pagine: XIV-429
In occasione del Consiglio europeo di Bruxelles del dicembre 2003, a pochi mesi dall'avvio delle prime missioni nel quadro della Politica Europea di Sicurezza e di Difesa (PESD), i Capi di Stato e di Governo europei affermavano che l'Unione Europea (UE) «is inevitably a global player [...] [that] should be ready to share in the responsibility for global security and in building a better world», in possesso del potenziale «to make a major contribution, both in dealing with the threats and in helping realise the opportunities». Oggi, a distanza di quindici anni, durante i quali sono state varate e portate a termine numerose missioni , l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, l'italiana Federica Mogherini, ha ribadito come la necessità che vi sia un'UE forte ed unita è più che mai avvertita, sottolineando che «[h]eading towards a real European Union of security and defence has never been so important». [...] (dall'Introduzione)
Struttura e funzioni della necessità militare nel diritto internazionale
Laura Salvadego
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2016
pagine: XV-332
Questo studio si prefigge di individuare la cornice unitaria di riferimento della regola relativa alla necessità militare nel diritto internazionale. Se ne vogliono chiarire la natura giuridica, la struttura e le funzioni in ogni ambito del diritto internazionale in cui essa viene in gioco. D'altra parte, la necessità militare è considerata nei diversi ambiti del diritto internazionale attinenti all'impiego della forza armata in accezioni piuttosto diverse fra loro, e non appare sempre agevole coglierne le peculiarità operative oltre che le correla-zioni funzionali con altre regole del diritto internazionale nei diversi ambiti in cui essa opera.
Conflitti armati interni e regionalizzazione delle guerre civili
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2016
pagine: X-154
Il volume raccoglie gli atti del Convegno su: "Conflitti armati interni e regionalizzazione delle guerre civili", che si è tenuto il 19 febbraio del 2015 a Roma, presso il Centro Alti Studi per la Difesa. Il tema della giornata di studio si caratterizza per la sua attualità, basti pensare alla guerra in Siria, o alla c.d. guerra globale contro il terrorismo, ma anche per i delicati problemi circa il regime applicabile ai conflitti internazionalizzati o regionalizzati, che non sono né del tutto interni, ma neanche tipicamente internazionali, nonostante il coinvolgimento, in vari modi, di altri Stati a sostegno del governo preesistente o del gruppo armato organizzato che lo combatte. In una visione dicotomica, in cui ai conflitti internazionali si contrappongono quelli interni, non è facile, in mancanza di un regime ad hoc per le guerre internazionalizzate o regionalizzate, desumere dal diritto preesistente di cui alle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 e ai loro due Protocolli addizionali del 1977, regole in grado di disciplinare questi nuovi conflitti senza cedere rispetto all'obiettivo centrale della tutela dei diritti umani.