Le Lettere: SguardoMobile
I cedri del Sertão. Scritture della memoria libanese in Brasile
Alberto Sismondini
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2015
pagine: 181
Alle tre Arabiae del mondo classico questo libro affianca e sovrappone un'Arabia brasilica. Da fine Ottocento migliaia di emigranti libanesi hanno percorso le coste brasiliane stabilendosi nei luoghi più reconditi di quell'immenso paese. La società brasiliana ha quindi acquisito, oltre ai vari sostrati europei, africani e indios, anche l'Oriente mediterraneo, il che ha da subito permesso di assistere alla nascita di una florida produzione letteraria. Sono relativamente numerosi gli scrittori appartenenti a questa comunità che ha raggiunto con i discendenti il numero considerevole di circa sei milioni di individui. A corollario e completamento di un'attenta analisi storica, sociologica e letteraria, Sismondini propone in Italia un florilegio antologico di testi brevi e peculiari dei più rappresentativi degli autori trattati: Milton Hatoum, Salim Miguel, Raduan Nassar, Michel Sleiman, Carlos Nejar, Waly Salomao.
Corpi in frammenti. Anatomia, radiologia, fotografia e forma breve
Elena Cappellini
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2013
pagine: 340
Descrivere il corpo significa osservarlo da vicino, scomporne gli attributi, ingrandirne i dettagli, sondarne gli anfratti. Da Edgar Allan Poe a Daniel Pennac, passando per Jeanette Winterson, Shelley Jackson, Tiziano Scarpa, Valerio Magrelli e Michel Tournier, la scrittura si confronta con antiche forme di rappresentazione e moderne tecnologie di riproduzione del corpo. Lo sguardo dissettivo dell'anatomista, la visione radiologica dell'interno e il taglio operato dall'obiettivo fotografico sono gli strumenti d'indagine privilegiati di una minuziosa esplorazione dell'organismo, ma allo stesso tempo sono anche dispositivi di sbriciolamento somatico e testuale. Opere che procedono per frammenti letterari non unificabili e brandelli anatomici non totalizzabili, per dare voce agli incessanti mutamenti della carne, a un corpo ibrido, protesico, difettoso, ferito o tatuato, che disegna un universo assolutamente intimo eppure paradossalmente estraneo.
Epica dell'arcipelago. Il racconto della tribù, Derek Walcott, Omeros
Andrea Gazzoni
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2009
pagine: 270
Dettare versi a Socrate. Il traduttore di poesia come imitatore
Lorenzo Flabbi
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2008
pagine: 256
"Il sogno di Platone: far scrivere Socrate, e fargli scrivere ciò che vuole, le sue ultime volontà", così commentava estasiato Derrida, osservando un antico frontespizio che ritrae Platone nell'atto di dettare a Socrate scrivente. Questo sogno platonico si avvicina alla pratica traduttiva che il saggio di Lorenzo Flabbi indaga nell'opera di Laforgue (che imita Leopardi), Lowell (imitatore di Montale), Caproni (nel suo Quaderno di traduzioni), e persino del fantastico personaggio borgesiano Pierre Menard, nonché, sotto diversi aspetti, di Leopardi, Praz, Ungaretti. I protagonisti di questo percorso critico hanno in comune il dato dell'assorbimento di sé nell'altro, della compenetrazione nei motivi intimi dei testi poetici che hanno tradotto. Viene qui esposta una poetica della traduzione come apertura all'ospitalità della lingua, così da permettere anche a noi non immortali di essere grandi, diventando Socrate, parlandolo con la nostra stessa voce. Tradurre diventa dunque riscrittura di un testo dall'interno: dall'interno del testo stesso, certo, ma anche della poesia che ci risuona dentro.
Il demone distratto. Scrittura e personaggio nel primo Kafka
Marco Federici Solari
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2008
pagine: 246
Il demone distratto osserva l'opera di Franz Kafka nell'affollato laboratorio dei modelli, delle influenze e delle affinità che ne hanno formato l'inconfondibile universo fantastico. Il saggio, concentrandosi sulle stringenti contingenze del lavoro di scrittore ed evocando dalle pagine kafkiane la presenza di Dickens, Dostoevskij, Flaubert, Hofmannsthal, traccia un vero e proprio ritratto dell'artista da giovane. L'esame a millimetrica distanza dei primi testi fino a "Il disperso" (più conosciuto come "America") dà voce a un Kafka problematicamente avanguardistico, in dialogo con il cinematografo e la fotografia, antropologo dell'ebraismo "naturale" degli attori jiddish, fisiologo dello sguardo e riscrittore, in sogno e in veglia, dei classici ottocenteschi. La tensione autobiografica delle prime opere di Kafka diventa racconto e avventura di una vita alternativa, di una scrittura che definisce e deforma l'io nella direzione di un'inconfessabile libertà, lasciando intravedere le sconfinate quinte del suo mondo claustrofobico.
Sorella pigrizia. L'accidia purgatoriale come «forma mentis» letteraria da Belacqua a Beckett
Giulio Braccini
Libro
editore: Le Lettere
anno edizione: 2008
pagine: 210
Non è un caso che Belacqua, incontrato da Dante nel quarto canto del Purgatorio, sia l'unico personaggio capace di muovere «le labbia» dell'austero poeta «un poco al riso». La pigrizia, peccato veniale e «allegro», è la variante purgatoriale dell'infernale «tristizia» (malinconia, depressione), contrario naturale della solerzia (ad esempio quella di Virgilio), ma soprattutto è contrapposta alla vanità intellettuale di qualsiasi Ulisse. Belacqua, il pigro, è l'eroe di questo racconto critico sulle tracce letterarie di sorella Pigrizia, un racconto in cui Giulio Braccini incontra e fa parlare il narratore del Furioso (e i suoi alter ego come Astolfo), il "torraiolo" Montaigne dei Saggi, il fatuo ma riflessivo Marivaux dei Giornali, i personaggi di Sterne (Tristram Shandy in primis), Oblomov, i nostri crepuscolari (contrapposti ai vociani), il Tristan Corbière "autore segreto" di Beckett, e Beckett stesso, l'unico a riproporre Belacqua sin dal nome del suo primo personaggio in More Pricks than Kicks. Il viaggio si chiude su Virgilio che, accompagnato il discepolo fino alle porte del paradiso, ridiscende lentamente verso l'inferno, e magari reincontra Belacqua ancora seduto nel solito posto.
L'idiota. Una storia letteraria
Paolo Febbraro
Libro
editore: Le Lettere
anno edizione: 2011
pagine: 334
Secondo etimologia, l'idiota è colui che «fa parte per se stesso»: colui che non si fida delle apparenze e delle appartenenze. Dove gli altri cercano formule e sicurezze, egli trova invece la metamorfosi, la fluidità delle forme, in una natura cangiante e indomata. L'idiota allora è l'ispirato, il sapiente, l'uomo che sente le voci; ma anche, nella storia che prosegue, l'estraneo sempre più radicale, l'eretico, il fool, o l'astuto simulatore di una comunanza che in realtà non lo avvince per nulla. Questo libro ne tenta una storia, che è lunga e multiforme come poche. Dal sapiente greco al buffo di Aristofane, dal Dioniso di Euripide al Socrate che sa di non sapere, fino a Lucrezio e a Dante poeta e profeta: ecco una genealogia, che si apre poi alla modernità di Machiavelli, Bruno e Campanella, di Shakespeare, Cervantes e Diderot, per arrivare alle figure complesse inventate da Leopardi e Stendhal, da Hawthorne e Melville, da Dostoevskij e Tolstoj, e ancora Kafka, Walser e Virginia Woolf. Ogni volta l'idiota riemerge o si nasconde, per ignorare la realtà più imperiosa. Nella profondità della sua finzione, egli coincide in buona parte con la letteratura stessa.
Futurista senza futuro. Marinetti ultimo mitografo
Leonardo Tondelli
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2009
pagine: 238
A cento anni dal Manifesto futurista, celebrare F. T. Marinetti rimane un'ottima scusa per non leggerlo. Eppure riaprire i suoi libri (Mafarka il futurista, L'aeroplano del Papa, Come si seducono le donne, 8 anime in una bomba) ci consentirebbe di tuffarci in mondi mai esistiti, arredati con oggetti di modernariato alieni dal passato quanto dal futuro. Dietro all'entusiastico elogio della macchina, e alla sbandierata liquidazione del passato, s'intravedono le pulsioni più inquietanti della modernità, e il disagio di un letterato che nell'alba del progresso tecnologico ha riconosciuto il tramonto della civiltà delle lettere. Più che un precursore del nuovo mondo, un epigono sfortunato ma cocciuto, disposto a sperimentare ogni sorta di novità, a patto di salvare il suo ruolo di poeta, vate, narratore; disponibile a sostituire la cavalleria con le autoblindo, ma non a cedere le redini del gioco.