Le Mani-Microart'S: Cinema. Saggi
Action! Forme di un transgenere cinematografico
Giona A. Nazzaro
Libro
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 224
Hollywood 2000. I generi e i temi. Panorama del cinema americano contemporaneo
Libro
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 266
L'Australia sul grande schermo
Sandra Bordigoni
Libro
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 224
Il vampiro nascosto. Suggestione e dipendenza nel cinema
Sergio Arecco
Libro
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 200
Sguardi australiani. Idee, immaginari e cinema degli antipodi
Libro: Copertina morbida
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 208
Ricordare sognare sceneggiare. Pensiero creativo e scrittura cinetelevisiva
Alessandro Bencivenni
Libro
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 192
"Qualcuno ha detto che siamo tutti critici cinematografici e allenatori della nazionale: nel senso che chiunque si sente legittimato a fare osservazioni sull'ultimo film che ha visto o a dettare la formazione ideale della squadra azzurra. Aggiungerei che qualunque spettatore è sceneggiatore in pectore: come ha detto Pasolini, «quando sogniamo e ricordiamo, giriamo dentro di noi dei piccoli film». Lo spettatore avverte istintivamente se la storia che gli viene proposta è strutturata in maniera coinvolgente, appassionante, credibile: e solo in questo caso è disposto a concedere quella sospensione di incredulità che fa di un film un sogno collettivo. "Ricordare sognare sceneggiare", saggio sulla sceneggiatura visto dalla parte dello spettatore, ha l'ambizione di aiutare a leggere i film, rintracciando strutture e temi ricorrenti nella libera forza creativa di ciò che ci attira, sorprende, commuove, invita il lettore, come un compagno di viaggio, a inoltrarsi in una inesplorata terra di confine fra teoria, prassi e critica cinematografica."
Automobili e film nella storia del cinema americano
Andrea Denini
Libro: Copertina morbida
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 272
L'automobile: soggetto privilegiato del cinema statunitense. Ancora: oggetto che, più di ogni altro, colpisce l'immaginario, da corpo a mitologie, rende l'emozione e l'atmosfera di un tempo e di un luogo scolpendoli nella memoria, rendendoli indelebili. È questo ciò che, a ragione, sostiene Andrea Denini nel suo interessante libro. E per dimostrarlo analizza una serie di celebri opere cinematografiche dalle origini agli anni sessanta, per poi stringere il campo e concentrarsi su quattro film (Duel; American Graffiti; Christine, la macchina infernale e Tucker. Un uomo e il suo sogno) del cosiddetto "nuovo cinema americano"- gli anni settanta/ottanta, ovvero il periodo in cui la macchina comincia ad assumere tinte fosche, facendosi davvero segno, cartina di tornasole della crisi dell'ottimismo che fino a questa data aveva caratterizzato la vita d'oltreoceano.
Ventuno per undici. Far cinema dopo l'11 settembre
Libro: Copertina morbida
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 242
Questo libro nasce da una scommessa: ritrovare, nel cinema (hollywoodiano, ma non solo) degli ultimi sette anni, tracce di qualcosa che, anche se presente, appartiene al mondo dell'indefinibile. "9/11" ha rappresentato un punto di svolta, una ferita, una faglia profonda che si è aperta non soltanto nel sistema socio-politico mondiale, ma anche nell'immaginario collettivo: dopo, gli U.S.A. non sono stati più gli stessi. Né per i loro abitanti, né per chi li guardava più o meno da lontano, e più o meno filtrati attraverso la lente del cinema. Su questo tema sono stati coinvolti e invitati a intervenire ventuno critici, ciascuno dei quali ha scelto e analizzato un film che a suo giudizio riflette in modo esemplare lo scenario americano dopo l'attacco alle Torri, nelle sue componenti politiche o sociali, umane o psicologiche. Questo non è un libro su "9/11", ma una riflessione collettiva che nel rispondere alla domanda: che cosa è cambiato?, recupera una suggestione benjaminiana: come fare cinema dopo 9/11? per svelare un luogo comune che sta diventando un'ossessione: non è vero che il cinema contemporaneo pensa sempre a 9/11, ma piuttosto racconta un mondo che continua a pensarci.