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Luni Editrice: Grandi pensatori

Il papa

Joseph de Maistre

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2025

pagine: 464

Pubblicato nel 1819, Il Papa rappresenta il culmine del pensiero politico e teologico di Joseph de Maistre. Quest’opera, redatta negli ultimi anni della sua vita, costituisce un’articolata apologia dell’istituzione papale, concepita come principio regolatore dell’ordine morale, giuridico e spirituale della società. Lungi dall’essere un semplice trattato apologetico, Il Papa è una costruzione sistematica che intreccia elementi di filosofia della storia, ecclesiologia e diritto naturale, all’interno di una visione organicista della società e della Provvidenza. De Maistre si confronta con le tensioni sorte all’indomani della Rivoluzione francese, offrendo una risposta reazionaria ma strutturata alle sfide della modernità. Nella sua visione teologica e politica, il Pontefice non è solo guida spirituale della Chiesa, ma punto di convergenza tra umano e divino, tra tempo ed eternità, principio sovranazionale di legittimità, garante dell’unità e della continuità della civiltà europea. Un “re sacro” che tiene insieme popoli e secoli, spegnendo conflitti attraverso la parola, più che con la spada. Testo fondamentale per comprendere la matrice cattolico-conservatrice del pensiero controrivoluzionario, Il Papa si impone come oggetto di studio imprescindibile per storici delle idee, filosofi politici e studiosi della teologia politica moderna. La presente edizione restituisce, con rigore filologico, la densità teorica e la coerenza speculativa di un’opera che si rivela una meditazione profonda sulla necessità di un principio superiore che dia senso e forma alla civiltà. Joseph de Maistre ci costringe a misurarci con una domanda ineludibile, che parla con voce ferma all’inquietudine del nostro tempo: può una società sopravvivere senza un centro trascendente?
27,00

Mito ed esoterismo in Giovanni Pascoli

Mito ed esoterismo in Giovanni Pascoli

Francesco Zambon

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2025

pagine: 144

I temi mitologici e filosofici rappresentano aspetti centrali dell’opera di Giovanni Pascoli e stanno alla base di alcuni fra gli esiti più alti e memorabili della sua poesia. A essi sono sottilmente legati anche i riferimenti di ordine esoterico, in particolare quelli riconducibili alla sua affiliazione alla Massoneria, tenacemente negata dalla sorella Maria nella sua biografia del poeta, ma ormai provata da documenti inoppugnabili. La considerazione di questi aspetti, non ancora del tutto scandagliati, porta a una revisione radicale del cliché, consolidato specialmente nella scuola, di un Pascoli intimistico e sentimentale, confinato quasi esclusivamente nelle note tematiche funebri e famigliari. In questo volume Francesco Zambon ne affronta alcuni fra i più ricchi di implicazioni ermeneutiche: il decisivo apporto delle teorie del linguista e storico delle religioni Max Müller nella sua concezione del mito; la figura ambigua e allusiva di Circe nel poema conviviale L’ultimo viaggio; l’invenzione del «silenzio delle sirene» in un altro episodio del poema, messo a confronto con il famoso apologo di Kafka; la concezione di quello che dovrà essere il ruolo della poesia futura, quale è espressa nel saggio L’era nuova e nella lettura della Ginestra leopardiana, sullo sfondo di una visione cosmica cupamente nichilistica; gli interessi per l’esoterismo massone e templare quali sono documentati nella lirica Il Re dei Carbonari e in altri testi. Il volume intende dunque offrire un contributo alla conoscenza di quello che probabilmente, con lo sguardo critico attuale, ci appare come il Pascoli maggiore e più moderno, oltre che come un pensatore di primo piano nel quadro dell’estetica italiana ed europea tardo ottocentesca.
17,00

Storie indiscrete dei letterati cinesi

Storie indiscrete dei letterati cinesi

Jingzi Wu

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2025

pagine: 784

Storie indiscrete dei Letterati, che vide la luce nel 1750 e che qui viene pubblicata per la prima volta in lingua italiana in edizione integrale, è uno dei massimi capolavori della letteratura classica cinese, primo grande romanzo di satira sociale, considerato una delle grandi opere della letteratura mondiale per il suo brillante stile e per la sottile vena satirica nei confronti della classe dei funzionari imperiali: è una spietata critica all'arroganza del potere e alla diffusa pratica della corruzione e della concussione da parte dei funzionari di ogni ordine e grado, ambientata dall'autore al tempo della dinastia Ming (1368-1644), ma intesa soprattutto per il suo tempo, quello della dinastia Qing (1644-1911). L'opera offre un realistico spaccato umano e sociale che contribuisce efficacemente a delineare un'approfondita idea della civiltà cinese, sotto gli aspetti della filosofia, della morale, dei riti, dell'arte, della cultura e dei comportamenti dei letterati funzionari di stato. Questi erano una élite di uomini colti e raffinati, forgiati da lunghi anni di studio durissimo, temprati da un’estenuante serie di esami altamente selettivi, profondi conoscitori, fin nei minimi dettagli, del pensiero confuciano e della sua etica, rigorosi e fedeli custodi della morale e strenui difensori del bene dello stato, in quanto unici e selezionati componenti dell’organizzatissima burocrazia imperiale, vera spina dorsale della stabilità del Celeste Impero. Questa lettura disincantata e vividamente veritiera del mondo e dei soggetti che lo popolano, ci restituisce un’immagine dall’interno, un vero e proprio “ritratto dal vivo” con il quale l’Autore ha voluto dipingere il suo tempo e il malcostume di questi “intoccabili”. L'ultimo capitolo contrappone quattro personaggi lontani dai letterati che popolano le pagine del libro, uomini provenienti dalla classe popolare che intraprendono attività accademiche e che rappresentano la purezza morale dei veri letterati.
36,00

Storia dell'impero di Russia sotto Pietro il Grande

Storia dell'impero di Russia sotto Pietro il Grande

Voltaire

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 448

Per la prima volta Voltaire, nelle opere storiche, focalizza l’attenzione sia sull'insieme della realtà in tutta la sua complessità, sia sui legami interni che ne assicurano la continuità caratterizzandola. Proprio per questa nuova considerazione una più essenziale funzione viene assegnata all'azione individuale, e di conseguenza se ne comincia a delineare una diversa valutazione. Voltaire ha il merito di avere costantemente la necessità di volgersi principalmente allo studio della storia o recentissima o contemporanea, non limitandosi solo a riferire gli avvenimenti accaduti secondo il metodo dell'annalistica precedente, ma valutandoli secondo la nuova concezione filosofica, contribuendo in tal modo a compiere una rivoluzione sia dal punto di vista dell'indagine, sia da quello più generale della formulazione delle idee che servivano alla loro interpretazione. L'abbandono, e anzi, il rifiuto consapevole e accanito della concezione teologica della storia, porta a una valorizzazione sempre maggiore dei fattori umani, nel loro vario e libero determinarsi. In questa ottica si inquadra questa Storia dell’impero di Russia sotto Pietro il Grande, così ben definita dallo stesso Voltaire nella Introduzione al presente volume: «Se è necessario mettersi in guardia contro gli storici che risalgono alla torre di Babele e al diluvio, non bisogna diffidare meno di coloro che particolarizzano tutta la storia moderna, che entrano in tutti i segreti dei ministri, e che vi danno audacemente la relazione esatta di tutte le battaglie delle quali i generali stessi farebbero fatica a rendere conto. Ciò che io ho chiamato menzogna storica è più comune ancora: lo storico che per piacere a una famiglia potente, loda un tiranno, è un vigliacco; quello che vuole macchiare la memoria di un buon principe, è un mostro; e il romanziere che spaccia per verità le sue fantasie, è disprezzato».
25,00

La pienezza del nulla. Sull'essenza del buddismo zen

La pienezza del nulla. Sull'essenza del buddismo zen

Hisamatsu Hoseki Schinichi

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 64

«Il Nulla dello Zen non è un oggetto visto in virtù di un atteggiamento passivo, ma è piuttosto il cuore stesso che vede. Si ricorre sovente nel buddhismo alla metafora dell’onda. Un’onda non cade nell’acqua dall’esterno, ma proviene dall’acqua senza separarsene, scompare e torna all’acqua da cui ha tratto origine e non lascia nell’acqua la minima traccia di sé. Come onda, essa si solleva dall’acqua e torna all’acqua; come acqua, essa è il movimento dell’acqua stessa. L’acqua forma con l’onda un’unità e tuttavia l’acqua non sorge e non tramonta col sorgere e tramontare dell’onda. L’onda che sorge e passa, intesa come soggetto, è simile al se stesso quotidiano dell’uomo. Il fatto che questo soggetto sempre di nuovo ritorni dall’onda all’acqua, è l’essenza del Nulla Zen».
12,00

La leggenda degli Otto Immortali taoisti

La leggenda degli Otto Immortali taoisti

Yuantai Wu

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 144

"Questo libro, scritto a metà del XVII secolo in tarda epoca Ming da Wu Yuantai - un autore la cui identità e biografia rimangono completamente sconosciute – è il primo a definire il canone dei Baxian, gli Otto Immortali, che erano già noti da secoli, oltre a essere un’affascinante collezione di leggende taoiste. Gli Otto Immortali taoisti sono forse le figure più popolari del folclore cinese, ancora oggi conosciuti e amati da tutti tanto da adornare innumerevoli oggetti della vita quotidiana in Cina. Questi personaggi divertenti e variegati (il vecchio, il soldato, lo studioso, lo storpio, ecc.) divennero i soggetti preferiti di pittori e cantastorie fino al punto di soppiantare nel cuore dei cinesi tutti gli altri “immortali” del mondo. Ne La leggenda degli Otto Immortali taoisti troviamo la storia delle loro avventure e il rapporto della loro ascensione spirituale ma anche, in forma attraente e divertente, una ricchezza di informazioni sulle pratiche del taoismo popolare. Possiamo chiamarli “santi taoisti” se si vuole canonizzarli all’uso occidentale, ma nessuna religione al mondo santificherebbe furbacchioni avventurosi come questi. Dei mille sapori della Cina, questi è uno dei più allegri e disinvolti."
18,00

I precursori di Marco Polo

I precursori di Marco Polo

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 400

Erodoto, concludendo la sua inchiesta sulle contrade che si stendevano verso l'Oriente (redatta tra il 440 a.C. e il 429 a.C.), scriveva: «Al di là dell'India, non c'è che un deserto di cui non sappiamo nulla». Quando apparve Il Milione di Marco Polo, questo velo di ignoranza, che durava da più di 1500 anni, fu sollevato, e per i suoi contemporanei fu una rivelazione sconvolgente: si apriva così un nuovo mondo, fatto di commerci e viaggi che duravano anni, culture che si scambiavano e intrecciavano; nasceva, nella Venezia dei grandi mercanti e viaggiatori, l'Oriente come noi lo intendiamo ancora oggi. Ma Marco Polo non fu affatto il primo occidentale a percorrere le "desertiche" strade dell'Asia centrale e della Cina; prima di lui viaggiatori, conquistatori e mercanti erano stati "di casa" sulle coste del Pacifico e per quelle terre. Questo volume raccoglie gli scritti integrali, raccolti da Albert T'Serstevens, di quegli uomini che, forse dimenticati oppure ignorati o le cui gesta furono offuscate dalla enorme rinomanza che Il Milione ebbe sui secoli a venire, erano andati prima di Marco Polo in quelle terre e ne avevano riportato degli stupendi resoconti. Questa è la storia di quegli uomini, che il curatore rintraccia attraverso la complessa geografia dell'Asia antica, ritrovando dietro le loro tracce il continuo legame che fin dall'antichità ha collegato l'Europa con la pretesa terra incognita dei geografi medievali. Sono qui tradotti e presentati in versione integrale gli scritti del Viaggio di Giovanni da Pian del Carpine, l'Itinerario di Fra' Guglielmo di Rubruk, e Il libro dei due maomettani ossia la Catena delle Cronache.
27,00

L'investitura degli dei. Romanzo cinese di epoca Ming

L'investitura degli dei. Romanzo cinese di epoca Ming

Xu Zhonglin

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 1120

"L'Investitura degli Dei", in cinese "Fengshen Yanyi", che qui viene presentato per la prima volta in assoluto in traduzione integrale in italiano, è un romanzo che amalgama magnificamente storia e mito con quella "sapienza" letteraria propria dei grandi romanzi cinesi del periodo d'oro: alla guerra della Dinastia Zhou, per prevalere sul corrotto regime di Shang, raccontata in "prime stesure" del romanzo, si unisce quella sovrannaturale necessaria a creare i nuovi Dei per portare l'equilibrio, in un conflitto continuo tra rappresentanti di Sette Taoiste e con i buddhisti come occasionali assistenti. L'intera storia attinge copiosamente a tradizioni religiose, racconti popolari e iconografia taoista e buddhista, arrivando a ottenere un risultato straordinario: con la fine imminente della Dinastia Shang, attribuita al corrotto Re Zhou e allo spirito volpe Daji, il vecchio taoista Jiang Ziya scende tra i mortali per assumere il ruolo di Primo Ministro della nascente Dinastia Zhou, e aiutare il saggio Re Wu a sconfiggere le forze della tirannia di Shang. Contemporaneamente Jiang Ziya si assicura che abbia luogo l'Investitura dei nuovi Dei richiesti per la nuova Era: inizia in questo modo un lungo viaggio tra splendidi scenari, intrighi, battaglie di spada e magia, dove si incontrano e scontrano prodi guerrieri, virtuosi generali, vili sicofanti, animali mitici, immortali saggi e immortali rovinati dalla rabbia che nutrono e dall'attaccamento alle passioni, drammi che si alternano a gioie fortissime, in una Cina fantastica dove Dei e demoni si mescolano a mortali e immortali, dove il vizio pone fine a una dinastia antica e la virtù ne fa sorgere una nuova. L'Investitura degli Dei è un romanzo straordinario, il cui grande successo in Cina dura da secoli al punto da essere riuscito a far trovare posto, come divinità nel folclore cinese, a molti dei suoi personaggi, a cominciare dallo stesso Jiang Ziya. Al pari del Viaggio in Occidente e del Romanzo dei Tre Regni, "L'Investitura degli Dei" ha ispirato in Cina e Giappone moltissimi adattamenti di varia natura, dai drammi teatrali alle serie televisive, dai fumetti, ai videogiochi ai film di animazione.
50,00

Il sogno dello scimmiotto

Il sogno dello scimmiotto

Yue Dong

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 144

Scimmiotto, protagonista assoluto del Viaggio in Occidente, lo ritroviamo in questo “immaginifico” volume al centro di una nuova serie incalzante di vicende incredibili e surreali, racconti dentro altri racconti, fantasticherie, episodi storici uniti a leggende tanto che il lettore viene completamente spiazzato e trascinato in un vortice di avventure incongruenti e irrazionali… con un finale a sorpresa. Il sogno di Scimmiotto, che viene qui presentato nella sua prima versione integrale e in una nuova traduzione, è idealmente la continuazione e al tempo stesso la conclusione ideale del Viaggio in Occidente: è un susseguirsi di strane avventure, ricche di riferimenti mitologici e religiosi frammisti a metafore legate al mondo psichico, immagini surreali degli incubi, parentesi satiriche di critica alla società della fine della dinastia Ming, allusioni storiche infarcite di anacronismi e assurdità che sorprendono e disorientano e allo stesso tempo avvincono e incuriosiscono, e che vedono Scimmiotto primo attore sempre al centro del racconto. Spunti di morale confuciana, riferimenti all'immaginario taoista, citazioni della saggezza buddhista si incrociano e si sovrappongono in un sincretismo tipicamente cinese, nel quale si sviluppano le tappe del percorso spirituale e di auto-perfezionamento seguito dal protagonista verso il raggiungimento della piena consapevolezza di sé e della realtà. Il sogno di Scimmiotto è visto da alcuni come un'opera edificante e religiosa, da altri come un libello satirico e di critica sociale, o, ancora, come un lavoro di introspezione psicologica. In ogni caso è prima di tutto una gustosa narrazione, a tratti ironica e umoristica, spesso satirica e immaginifica delle avventure oniriche di Scimmiotto, sempre alle prese con le situazioni più strampalate e divertenti che un giovane autore secentesco, fantasioso e irriverente, sia mai riuscito a inventare.
18,00

I racconti fantastici di Liao

I racconti fantastici di Liao

Songling Pu

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 1888

Umorismo, satira, critica sociale e fantasia scatenata sull'onda delle leggende e delle credenze popolari sono il fil rouge che accompagna queste 435 storie, ascoltate e riscritte nell'elegante stile letterario che era proprio di Pu Songling, che qui vengono ripubblicate integralmente nella celebre traduzione di Ludovico Nicola Di Giura, completamente rivista e rinnovata e impreziosita dalla introduzione del grande orientalista Giuseppe Tucci. Durante i molti anni della sua vita di insegnante e segretario privato, l'autore era solito incontrarsi con conoscenti, amici, abitanti dei villaggi, nello "Studio di Liao", un padiglione dove trascorreva lunghe ore ad ascoltare i racconti in lingua parlata degli ospiti. In seguito, coerentemente con il suo ruolo di insegnante e di studioso confuciano, li trascriveva in elegante lingua letteraria classica. È nata in questo modo la raccolta I racconti fantastici dello studio di Liao (o, più semplicemente, "di Liao"): «Non appena mi viene raccontata una storia interessante – scrive l'autore stesso nel Prologo – prendo il pennello e la scrivo, dandole forma letteraria. Da molto tempo ormai i miei amici mi forniscono del materiale, spedendomelo da ogni parte della Cina, e io, con l'entusiasmo del collezionista, ne ho già raccolto una gran quantità…». Vi si ritrovano tutti i motivi più amati della letteratura cinese: storie di spiriti volpe, di fantasmi, di studiosi sfortunati, di ufficiali di corte, di monaci o esorcisti taoisti, di innamorati delusi o contrastati, di demoni, di animali. Sovente affiora l'intonazione garbatamente satirica, mentre il fine morale della narrazione è spesso giocato sul paradosso e sull'inversione delle parti come, per esempio, le dinamiche tra spiriti e fantasmi (tradizionalmente concepiti come degenerati e perfidi), che qui appaiono saggi e degni di fiducia e si confrontano con studiosi confuciani indecisi, inaffidabili e disorientati. Ne derivano la fine ironia e il sottile umorismo, che nascondono però la disillusione e l'amarezza dell'autore per la realtà sociale e culturale del suo tempo, travagliata dal delicato e sofferto passaggio dalla dinastia Ming alla dominazione mancese della dinastia Qing.
65,00

Nietzsche e i suoi interpreti

Nietzsche e i suoi interpreti

Sossio Giametta

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 192

«Finché il genio dimora in noi» dice Nietzsche «siamo intrepidi, anzi come deliranti, e non facciamo caso alla vita, alla salute e all’onore; voliamo attraverso il giorno, più liberi di un’aquila e, nell’oscurità, siamo più sicuri di una civetta. Ma tutto a un tratto esso ci abbandona e altrettanto repentinamente ci piomba addosso questo profondo senso di timore: non comprendiamo più noi stessi, soffriamo di tutto quello che fu vissuto e non vissuto, siamo come tra nude rocce di fronte a una bufera e al tempo stesso simili a miserelle anime di fanciulli, che impaura un fruscio e un’ombra». Queste parole non possono certo riassumere il pensiero di un gigante della filosofia quale era Nietzsche, ma danno per lo meno il senso della direzione del suo “cercare”. Scrive Giametta nell’introduzione: «Il genio poetico di Nietzsche è fatto certamente molto delle immagini sfolgoranti che egli ha disseminato in tutta la sua opera, e nella prosa più che nei versi. Esso va ricercato in primo luogo nella sua concezione generale, nel suo slancio dionisiaco, pindarico, accoppiato a un senso profondo della tragicità del vivere. Per il filosofo, come per l’artista, la sua epoca non è che una delle sempre diverse facce dell’eternità. Egli inquadra i contenuti particolari dell’epoca, che la sua antenna capta, in una visione globale di eternità». L’autore affronta le interpretazioni che di Nietzsche diedero, tra gli altri, Giorgio Colli e Gottfried Benn, e attraverso la conoscenza quasi assoluta della sua Opera, da lui tradotta e curata in italiano, ci offre le sue conclusioni, dipanando in tal modo un gomitolo di costruzioni mentali, rendendo così comprensibile al lettore il profondo pensiero del filosofo tedesco. E conclude: «Anche il moralismo di Nietzsche bisogna prima depurarlo delle sue crasse incrostazioni perché possa infine brillare come il veicolo della sua grandezza, fatta di entusiasmo per la virtù e di eroico amore della verità, della vita e degli uomini. Nietzsche non era solo filosofo ma anche, prima di tutto, moralista e poeta e così la sua importanza è triplicata ed egli è assunto di pieno diritto nell’empireo dei classici».
22,00

Lo scandaglio dell'anima

Lo scandaglio dell'anima

Georg Christoph Lichtenberg

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 672

"«Chi ha due paia di calzoni ne venda uno e si procuri questo libro»: così dice Lichtenberg e così potremmo dire anche noi a proposito dei suoi fulminanti aforismi, che qui vengono presentati al lettore italiano. Oggi non c’è bisogno, per comperarli, di vendersi un simile indumento. L’Italia ha importato e continua a importare dalla Germania molta merce letteraria, nella quale, a dir la verità, il loglio è spesso più abbondante del grano, ma di Lichtenberg, genio multiforme, è stato tradotto pochissimo. Probabilmente i doganieri della nostra cultura ufficiale non sanno distinguere il grano dal loglio. Oppure guardano con un occhio solo come la sogliola. Nessuna meraviglia, dunque, che da noi Lichtenberg sia ancora una specie di Carneade. Bene, lo scopo di questo volume è di mettere in mano ai vari Don Abbondio, che in Italia brulicano, qualche cosa di più sostanzioso del breviario. Pochi hanno scandagliato così a fondo l’animo umano e pochi ne hanno messo così a nudo i difetti. Di qui la sferza, che l’autore fa fischiare nei suoi scritti. Ma usa spesso anche lo stiletto, con il quale scanna la boria dei vari ciarlatani, soprattutto di quelli accademici. Oppure brucia loro il pelo: «È difficile portare la fiaccola della verità senza bruciare qualche barba». Secondo Nietzsche gli aforismi di Lichtenberg sono uno dei cinque libri della letteratura tedesca degni di essere letti e riletti. È così: qui abbiamo un autore altamente istruttivo e corroborante, al quale bisogna fare un posto d’onore nella propria biblioteca e nel proprio spirito." (Anacleto Verrecchia)
32,00

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