Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina
Iscriviti alla newsletter

Negretto: Il corpo della filosofia

L'inquietudine di un destino. La questione della Bildung in Nietzsche

L'inquietudine di un destino. La questione della Bildung in Nietzsche

Filippo Casati

Libro

editore: Negretto

anno edizione: 2025

pagine: 327

L’intera riflessione di Nietzsche, fin dai suoi esordi giovanili, appare mossa da una vocazione pedagogica tesa a delineare un nuovo progetto di formazione dell’umano, una nuova Bildung, capace di traghettare l’Europa e l’Occidente oltre la crisi dell’Umanesimo cristiano-borghese. Se ne può rintracciare la genesi nella critica della cultura degli anni di Basilea e se ne può seguire l’evoluzione (niente affatto lineare, ma segnata da una sua intima e inesorabile coerenza) attraverso gli scritti del periodo “illuministico”, fino alle riflessioni mature intorno all’Übermensch, modello di una Bildung postumana e postmetafisica, in grado di dominare le spinte disgregatrici della modernità. Il presente testo intende ripercorrere, attraverso una trattazione il più possibile sistematica, le tracce di questo itinerario di pensiero, un percorso tortuoso, che, come un fiume carsico, attraversa da cima a fondo l’opera di Nietzsche, talora rimanendo confinato al “laboratorio” sotterraneo dei frammenti postumi, talora affiorando in superficie negli scritti editi. Nell’impresa autoformativa si esprime il compito ineludibile del vivente, la necessità della vita di appropriarsi di se stessa, di decifrare e di trasfigurare il proprio enigma, traducendo la casualità dell’esistere in qualcosa di voluto e deciso. La vicenda della Bildung si gioca tutta in questa tensione, che coincide con la vita stessa, nell’inquieta ricerca mediante la quale il fatto insensato dell’esistenza si tramuta in destino, la bruta fattualità del passato in ciò che ha da ripetersi, in un “così volli che fosse, così voglio, così vorrò”.
18,00

La letteralità e altri saggi sull'arte

La letteralità e altri saggi sull'arte

François Zourabichvili

Libro

editore: Negretto

anno edizione: 2022

pagine: 220

I saggi qui raccolti, per la maggior parte testi inediti preparati in vista di conferenze tenute da François Zourabichvili tra il 2003 e il 2006, rivestono un interesse indubbiamente significativo entro la produzione dell'autore. Questi scritti delineano il progetto di un'opera dalla fisionomia nuova rispetto alle quattro precedenti (due dedicate a Deleuze e due dedicate a Spinoza), un'opera non più originata specificatamente dall'incontro con un filosofo - anche se Deleuze resta un interlocutore costante - bensì ispirata in buona parte a tre temi non separabili l'uno dall'altro, dato che si richiamano tra loro in una trama di rimandi necessari: l'evento, la letteralità, il gioco estetico. Si delinea qui la direzione che il pensiero di Zourabichvili andava prendendo nei suoi ultimi anni di ricerca, una direzione che si potrebbe definire, utilizzando un'espressione ricorrente nei saggi qui raccolti, una "svolta estetica". In molti di questi testi l'arte assume una centralità che si evidenzia in differenti modalità. In primo luogo, divenendo oggetto di lettura filosofica in quanto considerata più capace della filosofia di essere all'altezza dell'evento reagendo ad esso in modo affettivo, immediato e non cognitivo. In secondo luogo, in quanto essa è una pratica di esperienza e di sperimentazione (le due stanno sempre intrecciate) a cui la filosofia deve ispirarsi per non decadere ad esangue astrazione. Infine, si può parlare di svolta estetica ponendo l'accento sulla accezione originaria del termine «estetica» e sottolineare che la materia peculiare dell'operare artistico è quel sensibile confuso-oscuro che resiste al concetto ed insieme lo nutre ponendolo in contatto con il fluire caotico della vita.
14,00

Spinoza e la storia

Spinoza e la storia

Libro

editore: Negretto

anno edizione: 2019

pagine: 312

Per circa tre secoli l'immagine di Spinoza ha coinciso con quella del filosofo metafisico della Sostanza unica che sommerge nel suo infinito oceano ogni finitezza, ogni singolarità, ogni durata. Così fino a tempi recenti - e in parte ancor oggi - la letteratura su Spinoza ha espunto dal suo pensiero qualsiasi possibilità di pensare tempo, durata e storia in una guisa che, alla lettura attenta dei testi, appare ora non rendere giustizia alla complessità della sua filosofia. I sedici interventi di studiosi di Spinoza europei e extraeuropei, raccolti in questo testo, invitano a ripensare il paradigma di uno Spinoza fautore dell'eternità e della necessità della Sostanza che nega la possibilità di ogni evento. L'assunto di fondo che attraversa quale fil rouge l'intero percorso, è che non vi è cecità in Spinoza rispetto alla storia, ma piuttosto l'indicazione a guardare ad essa con lenti diverse da quelle progressive, linear-causali, continuistiche, umanistiche, che la nostra tradizione di pensiero ha reso dominanti. Testi di Bottici, Caporali, De Besistui, de Gainza, Hippler, Illuminati, Ipar, Marcucci, Morfino, Pozzi, Santiago, Sibilia, Toto, Walther, Visentin, Zaltieri.
15,00

Il divenire della filosofia in François Zourabichvili

Il divenire della filosofia in François Zourabichvili

Libro

editore: Negretto

anno edizione: 2018

pagine: 148

Otto studiosi italiani si interrogano in questo libro sugli effetti del pensiero del filosofo François Zourabichvili a più di dieci anni dalla sua scomparsa. Se la vita può essere letta come un’arte degli incontri, lo stesso si può dire della filosofia. Così il pensiero di Zourabichvili è segnato fortemente dai due incontri con Deleuze e con Spinoza. Quello che ne emerge, come dimostrano gli otto testi qui raccolti e l’opera grafica offerta dall'artista Lorenzo Gatti, non è liquidabile come un mero commento alla filosofia altrui, ma è il lavoro ardito e fruttuoso di un originale pensatore che ci offre una produzione concettuale ancor viva, capace di offrire nuova linfa ad una tradizione di pensiero, dissidente rispetto alla via maestra platonico-cartesiana, di grande tensione etica e politica.
13,00

Infanzia e regno. Il conservatorismo paradossale di Spinoza

Infanzia e regno. Il conservatorismo paradossale di Spinoza

François Zourabichvili

Libro

editore: Negretto

anno edizione: 2017

pagine: 200

Vi è uno scolio barocco e sconcertante nella Quarta parte dell’Etica di Spinoza nel quale aleggia l’ombra della morte e si evocano inquietanti possibilità di mutazione d’ identità: «Avviene talvolta, infatti, che un uomo subisca mutamenti tali che non direi facilmente che egli è lo stesso, come ho sentito narrare di un poeta spagnolo che era stato colpito da una malattia e che, sebbene ne fosse guarito, rimase talmente dimentico della sua vita passata da non credere che fossero sue le commedie e le tragedie che pure aveva composto. In verità avrebbe potuto essere considerato un bambino adulto se avesse dimenticato anche la lingua materna. E se questo sembra incredibile, che cosa diremo dei bambini? Un uomo di età avanzata crede la loro natura tanto diversa dalla propria da non potersi persuadere di essere mai stato bambino, se non formulasse riguardo a sé tale congettura a partire dagli altri». Di questo testo perturbante, che ha portato scompiglio tra i commentatori dell’Etica, François Zourabichvili, uno dei più acuti e originali studiosi di Spinoza, fa il filo conduttore per una compiuta rilettura delle relazioni complesse che legano la metafisica spinoziana alla sua antropologia e alla sua politica, mantenendo come centro la questione della trasformazione come «oblio», ovvero amnesia di una forma anteriore e desiderio, emendato dall’immaginazione chimerica, di una nuova attitudine del corpo. Ne emerge una corrispondenza profonda che, da un capo all’altro dell’opera spinoziana, associa il tema dell’uscita dall’infanzia a quello dell’emancipazione dall’immaginario monarchico. Di contro alla lettura ingenuamente «rivoluzionaria» dello spinozismo, affiora quella di un conservatorismo paradossale, laddove Spinoza insegna lo slancio verso una vera conservazione di sé che non vuol dire preservare lo stato di cose esistente quanto piuttosto imparare a neutralizzare morte e servaggio.
15,00

Spinoza. Una fisica del pensiero

Spinoza. Una fisica del pensiero

François Zourabichvili

Libro

editore: Negretto

anno edizione: 2016

pagine: 240

Questo testo di François Zourabichvili accetta con coraggio teoretico la sfida posta dal divenire, di cui troppo spesso la filosofia ha neutralizzato la carica altamente problematica e concettualmente indomabile. Assumere le provocazioni del divenire in tutte le loro serie conseguenze comporta, per Zourabichvili, fare i conti con un concetto, non nuovo ma ben poco frequentato nella nostra tradizione di pensiero, di contro spesso associato a saperi morti o marginali come l'alchimia e la magia: il concetto di "trasformazione". Non è questa l'unica originalità di questo testo bello e difficile, qui presentato nella rigorosa traduzione di Franco Bassani, perché il filosofo che Zourabichvili elegge a propria guida nella sua costruzione dei lineamenti di una filosofia della trasformazione è Baruch Spinoza per Hegel filosofo della staticità della Sostanza. Zourabichvili, di contro, sconfessa totalmente la vulgata di uno Spinoza parmenideo per mostrare di contro, con un lavoro testuale di grande cura e profondità, la radicalità con cui Spinoza ha pensato il divenire, accettando di esso l'esito forse più sconcertante: la trasformazione, per l'appunto. Affrontare con rigore il pensiero della trasformazione in Spinoza vuol dire confrontarsi con una nozione di "forma" del tutto inedita che diviene il cuore cruciale dell'intera indagine. Presentazione di Crisina Zaltieri.
16,00

Il vocabolario di Deleuze

Il vocabolario di Deleuze

François Zourabichvili

Libro

editore: Negretto

anno edizione: 2013

pagine: 94

Questo lavoro ha alcuni meriti indiscutibili che lo rendono unico nel panorama degli studi critici su Deleuze: in primo luogo si lascia alle spalle gli stereotipi che troppo spesso accompagnano qualsiasi discorso su Deleuze (filosofo dell'anarchia del desiderio, dell'antipsichiatria, dell'immaginazione al potere...) procedendo deciso, oltre la fascinazione deleuziana con il suo duplice effetto di seduzione o di repulsione, a interrogarne semplicemente e radicalmente i concetti. In secondo luogo segue con radicalità e coerenza quell'indicazione metodologica offerta da Deleuze che ne marca l'originalità e la distanza dalle varie declinazioni dell'ermeneutica del novecento: muovendo dall'assunto che la pratica filosofica non è altro che creazione di concetti e che tali concetti esauriscano nel loro viluppo speculativo tutto il senso di un pensiero, interpretare una filosofia esige lo sforzo e l'esercizio di una lettura "alla lettera" dei concetti. La lettura di questo Vocabolario di Deleuze vuole comprende il suo pensiero, svolgendo pazientemente e tenacemente concetti quali quelli di "rizoma", "taglio-flusso", "cristallo di tempo", "ritornello", "corpo senz'organi", che hanno inciso profondamente nella filosofia degli ultimi decenni e che ancora richiedono di essere accolti nella ricchezza e profondità sia della loro forza speculativa sia della loro effettualità etico-politica, entrambe tutt'altro che avulse dal nostro presente.
14,00

Nietzsche e la biologia

Nietzsche e la biologia

Barbara Stiegler

Libro

editore: Negretto

anno edizione: 2010

pagine: 136

Nietzsche parte dal corpo e dalla fisiologia per ottenere "la rappresentazione esatta della nostra unità soggettiva". Dobbiamo concluderne che il corpo nietzscheano non è che una nuova maschera della soggettività moderna? Questo libro ricostruisce, anche da un punto di vista storico, il contesto biologico in cui si situa la corporeizzazione del soggetto promossa da Nietzsche (nei suoi rapporti con Darwin, Roux, Haeckel, Virchow), ma tenta di mostrare come in realtà essa inauguri un'epoca del tutto nuova. Il soggetto, divenuto corpo vivente, non si costituirà d'ora in poi se non nella prova, che è sempre anche una ferita, infertagli da un'alterità che gli resiste. Solo a partire da questa dimensione diventa possibile comprendere il progetto nietzscheano di selezione e interrogare i suoi rapporti, veri o presunti, con il biologismo e l'eugenetica. Quale deve essere la politica del vivente di fronte alle proprie ferite? Deve sanarle intervenendo con energiche misure terapeutiche, oppure lasciarle a se stesse sfidando l'infezione? Interrogarsi oggi sul destino della sofferenza, della malattia e della morte, alla luce di tutte le pratiche di manipolazione del vivente sviluppate da quel vivente che è l'uomo, significa ritrovare una domanda che Nietzsche ha saputo porre per primo.
14,00

L'invenzione del corpo. Dalle membra disperse all'organismo

L'invenzione del corpo. Dalle membra disperse all'organismo

Cristina Zaltieri

Libro

editore: Negretto

anno edizione: 2010

pagine: 172

L'Occidente è il luogo di invenzione del corpo. Questo libro traccia il percorso genealogico che conduce alla nascita di tale concetto, un percorso che inizia con Platone e, passando attraverso varie altre voci, con Platone si conclude. Il filosofo greco dà infatti avvio a un "fraintendimento del corpo" che è quello del corpo-organismo. Ma nel periodo arcaico lo sguardo su questa realtà era molto diverso. La visione dell'uomo omerico è quella di un corpo che non c'è come intero, come tutto compiuto, perché l'uomo arcaico si offre nei gesti, nelle azioni, in una molteplicità di "agenti patici" che lo muovono. Un uomo senza corpo e senza anima, di cui Omero non descrive mai il viso. Solo in età classica il volto inizierà a fungere da cuspide del corpo-organismo, luogo della massima significatività, perché cartografia dei moti dell'anima. Da dove Platone trae invece la sua idea, matrice di tutte le successive scritture organiche del corpo? Non dalla medicina antica, bensì da una particolare pratica della scrittura: quella del discorso dialettico capace di unire il molteplice a partire dal centro nevralgico dell'idea. L'organicità del discorso, conquistata dal filosofo, si riflette sul corpo e conduce nel Timeo ad una piena costruzione organica.
13,00

L'eredità di Ralph Waldo Emerson. Educazione e formazione del carattere nell’interpretazione di Nietzsche e del pragmatismo americano

Riccardo Frangi

Libro: Libro in brossura

editore: Negretto

anno edizione: 2023

pagine: 235

“Emerson è oggi un pensatore dimenticato - al di fuori di stretti circoli di specialisti del pensiero americano - eppure al suo tempo era molto famoso e molto osannato. In Europa lo leggeva Nietzsche, negli Stati Uniti lo accompagnava Thoreau e lo ascoltavano, stipati in aule stracolme, Charles Sanders Peirce e William James. […] Riccardo Frangi si sofferma proprio su questa duplice ricezione del pensiero emersoniano, che quasi nessuno ha rilevato con precisione. Ci offre così un’opera che mi pare necessaria perché sottolinea, dal punto di vista storico, l’enorme influenza di Emerson sul pensiero nicciano e su molti luoghi espressivi nei quali esso si dilatò (dall’ermeneutica fino a certi ultimi concetti foucaultiani); dall’altra, vede giustamente in Emerson la radice del pensiero pragmatista, che nasce in quegli anni e arriva fino a Dewey e al neo-pragmatismo. È questo, a mio modo di vedere, l’elemento di grande interesse di questo lavoro. Esso dimostra con lucida chiarezza come due delle più importanti correnti filosofiche contemporanee, così influenti nel Novecento, traggano da Emerson spunti, motivi, stili di pensiero.” (Dalla prefazione di Rossella Fabbrichesi)
15,00

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.