Olschki: Polinnia
Le voleur de feu. Bufalino e le ragioni del tradurre
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2005
pagine: 230
Bufalino è stato un interprete finissimo della cultura francese, interessandosi a scrittori distanti e diversi per le modalità di scrittura. In questo volume si studiano le traduzioni bufaliniane dal francese nella loro valenza autonoma e nel rapporto con l'attività narrativa. Metodologicamente, sono stati applicati gli strumenti della prassi traduttiva elaborata negli ultimi decenni. L'analisi ha messo in luce scelte stilistiche che svelano aspetti rilevanti del laboratorio di scrittura di Bufalino.
La realtà per il suo verso. E altri studi su Pascoli prosatore
Dario Tomasello
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2005
pagine: 162
Questo volume si occupa della multiforme attività del Pascoli prosatore, di cui si propone di cogliere i toni propri del poeta quando, attraverso la prosa, legge la realtà per il suo verso. La cifra unificante di poesia e prosa è rintracciabile esattamente nelle contraddizioni di una pagina che, al di qua della funzione poetica, pone l'autore dinanzi a uno specchio capace di essere, tuttavia, non meno deformante e bugiardo.
Sentimento del tempo. Petrarchismo e antipetrarchismo nella lirica del Novecento italiano
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2005
pagine: 184
La formula ungarettiana del "sentimento del tempo" abbraccia studi che riguardano, con Ungaretti, poeti che vanno, attraverso Montale ed altri, da Pirandello e Rebora a Giudici. In apertura del volume Giuseppe Savoca, sulla base di un rigoroso esame filologico, mette a fuoco i limiti del cosiddetto "testo critico" del Canzoniere curato da Contini (identificato come "copia", errori compresi, della edizione diplomatica di Modigliani), e prospetta l'urgenza di una vera edizione critica dell'originale.
Góngora nel Novecento in Italia (e in Ungaretti) tra critica e traduzioni
Monica Savoca
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2004
pagine: 230
Il volume ricostruisce la storia della critica e delle traduzioni che hanno interessato Góngora nel Novecento italiano. In quest'ambito, il caso particolare di Ungaretti (instancabile traduttore e critico gongorino per oltre un trentennio) è assunto come emblematico delle difficoltà del tradurre Góngora, ma anche del fascino unico che il grande poeta barocco ha esercitato su generazioni di poeti europei.
La parola «quotidiana». Itinerari di confine tra letteratura e giornalismo
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2004
pagine: 334
Carlo Levi, Narciso e la costruzione della realtà
Rosalba Galvagno
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2004
pagine: 222
A partire dal mito fondatore di Narciso, il volume analizza la categoria leviana di "realtà". Quest'ultima può formarsi grazie alla costituzione dell'immagine speculare e grazie alla prima nominazione. Soltanto l'accesso al "ritratto" e alla "storia" può sottrarre l'uomo alla minaccia del Reale, che nell'opera di Carlo Levi assume varie e complesse figure tra cui quelle del "Sacro" e della "Futilità". L'Appendice riporta tre testi di Carlo Levi (una poesia inedita dedicata a "Dafne"; uno scritto inedito su Tolstoi; una intervista rilasciata dallo scrittore nei primi anni settanta) e una Presentazione del 1974 di Italo Calvino a 7 litografie sul "Cristo si è fermato a Eboli", essenziale per una lettura rinnovata dell'opera leviana.
Le muse inquiete. Sinergie artistiche nel Novecento tedesco. Atti del Convegno internazionale (Catania, 4-6 dicembre 2001)
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2003
pagine: 238
Paroles dévoilées. Regards d'aujourd'hui sur la femme maghrébine. Ediz. italiana e francese
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2003
pagine: 204
Turoldo e gli «organi divini». Lettura concordanziale di O sensi miei...
Giuseppina Commare
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2003
pagine: 210
I fiori del male. Testo francese a fronte
Charles Baudelaire
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2005
pagine: 410
Si ripubblica un classico della fortuna di Baudelaire in Italia qual è la traduzione e cura delle "Fleurs du mal" dovute a Carlo Muscetta. Nella presentazione Giuseppe Savoca sottolinea come il lungo studio e il grande amore per quest'autore abbiano costituito per Muscetta un terreno privilegiato della propria vita, storia e cultura. La sua versione è una "imitazione" in senso leopardiano e insieme una testimonianza critica della contemporaneità di uno dei grandi padri della lirica europea.