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Pacini Editore: Storia

Storia europea del fiume Nievole. Note etimologiche e di toponomastica di Pescia e della provincia di Pistoia

Storia europea del fiume Nievole. Note etimologiche e di toponomastica di Pescia e della provincia di Pistoia

Leo Bertocci

Libro: Copertina morbida

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 206

Tutti i corsi d'acqua, quelli modesti come quelli impetuosi, scrivono nel corso dei millenni la loro storia, incidendo con uno strumento semplicissimo e innocuo come l'acqua i loro letti, talvolta travolgendo tutto e tutti coloro che non hanno portato il dovuto rispetto all'ambiente. In quanto al carattere, somigliano sempre più a quello delle persone, con alti e bassi da far paura e spavento. Il corso d'acqua della Nievole si chiamava un tempo Neure e Niure, con pronuncia vicina a quella di arabi e turchi per dire fiume, ovvero Nahar e Nehir. In seguito, la massiccia presenza rilevata nell'alveo della Nievole, del sambuco selvatico o 'sambucus ebulus' ha accolto in questa ricerca le tesi di numerosi studiosi che ne hanno valorizzata la tematica, derivando da 'ebulus' l'attuale nome del fiume.
19,00

Ceramica e vetro a Roma. Tra XVI e XVII secolo

Ceramica e vetro a Roma. Tra XVI e XVII secolo

Luca Pesante

Libro: Copertina morbida

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 293

«In un giorno di marzo del 1581 così dovette apparire Roma agli occhi di un colto umanista francese: "questa città non ha quasi manovali e uomini che vivano del lavoro delle loro braccia, Roma è una città tutta corte e nobili. Ciascuno prende parte per conto proprio all'ozio ecclesiastico. Non vi sono strade di mercato..., non vi sono che palazzi e giardini". È vero, e con Montaigne anche Jean Delumeau ci aveva avvertito che la nostra indagine sarebbe potuta risultare deludente, eppure mettendoci sui passi di due gruppi di artigiani - proprio a partire dagli anni in cui l'illustre viaggiatore è nell'Urbe - si è svelata ai nostri occhi una realtà complessa, inattesa. Il centro europeo più cosmopolita, abitato in gran parte da forestieri, è apparso riflesso, nel nostro parziale e limitato punto di osservazione, nelle vite di quanti si occupavano nel lavoro dell'argilla e del vetro. Ne è emerso il profilo di una città di circa 100.000 abitanti, crocevia di ampie rotte commerciali, dove la maggior parte dei maestri proveniva dai più noti luoghi di lavoro della Penisola. È ancora Montaigne che coglie immediatamente questo elemento affermando che Roma "c'est une ville rapiécée des étrangers, chacun y est comme chez soi". La continua circolazione degli uomini rendeva possibile nuove sperimentazioni che non erano esclusivamente rivolte alla domanda di un circoscritto mercato interno. Al porto di Ripa Grande, ed è questo uno degli aspetti più inattesi emersi nel corso di questa ricerca, maioliche e vetri prodotti a Roma erano di frequente caricati su barche dirette a Napoli, in Calabria o in Sicilia. Al contempo nello stesso porto di Ripa giungevano materie prime dal litorale di Trapani - sabbia silicea - o da Altare, nell'entroterra savonese: soda, terra, semilavorati e strumenti per la lavorazione del vetro...» (Dall'Introduzione)
22,00

Cronaca di una battaglia. Dramma sulla prigionia al tempo della Meloria

Cronaca di una battaglia. Dramma sulla prigionia al tempo della Meloria

Alessandro Scarpellini, Alessio Bologna

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 112

Il 6 agosto del 1284, presso le secche della Meloria, specchio d'acqua antistante l'attuale porto di Livorno, a circa tre miglia dalla costa, si consumò quella che è stata definita la più grande battaglia navale del Medioevo, in cui si scontrarono le flotte di due acerrime nemiche, ovvero la Repubblica pisana e quella genovese, con gravissime perdite da entrambi le parti. La vittoria arrise però ai liguri e ciò determinò varie conseguenze, come la deportazione di migliaia di combattenti sconfitti, i quali vennero reclusi nelle prigioni della Superba, dove molti perirono di stenti ed altri furono invece liberati dopo lunghe e complesse trattative, che coinvolsero anche personaggi resi poi celebri dalla letteratura e dall'arte, quali il conte Ugolino della Gherardesca. Questo volume si snoda attraverso tali avvenimenti, poiché contiene un testo lirico di Alessandro Scarpellini che descrive, in chiave drammativa e soprattutto attraverso la voce del protagonista (un giullare pisano frutto di fantasia), le condizioni di costrizione cui furono sottoposti coloro che uscirono perdenti dal citato evento bellico, sì da trattare il concetto di libertà in senso lato. Una prima versione di Cronaca di una battaglia andò in scena, con successo, al Teatro Verdi di Pisa nel 1998 e venne peraltro apprezzata dal compianto Marco Tangheroni, noto medievista, di cui peraltro è stato allievo Alessio Bologna, il quale ha curato l'introduzione storica di questo stesso volume (Conflitti e convergenze all'epoca delle Repubbliche marinare: la rivalità tra Pisa e Genova e la nascita del Milione), ove ricostruisce i motivi della rivalità venutasi a creare tra le suddette antagoniste, per poi osservare un particolare effetto prodotto dalla battaglia della Meloria, nella fattispecie la nascita del Milione, capolavoro letterario concepito grazie al fatale incontro tra Rustichello da Pisa e Marco Polo nel carcere di Genova; lo studioso offre infine un'interpretazione critica delle pagine scarpelliniane.
16,00

La bottega del vasaio. Uomini, tecniche, modelli

La bottega del vasaio. Uomini, tecniche, modelli

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 280

«Per uno dei due sabati della prima metà di giugno 2020 era programmato ad Orvieto il quinto Convegno biennale di studi sulla ceramica, ma il diffondersi preoccupante del Covid-19 suggerì di annullare responsabilmente l’incontro. Il tema scelto era “La bottega del vasaio”, un luogo mitico – come tutte le botteghe – per la formazione e la trasmissione del sapere, una fucina per il confronto delle idee e l’affinamento delle tecniche impiegate per realizzare oggetti funzionali e artistici. Tali botteghe, capillarmente insediate in città e borghi nel corso dei secoli, non furono nella maggior parte dei casi soggette a riorganizzazioni “industriali”: le conoscenze acquisite e tramandate spesso da padre in figlio, fortemente conservative per loro natura, mal si conciliavano con i processi di meccanizzazione, tanto che le esperienze insostituibili del passato trovano ancora oggi attivi artigiani in un ciclo produttivo non molto dissimile da quello del lontano passato. In verità la cultura materiale che sottende ogni processo creativo non era trasmessa soltanto da padre in figlio, pertanto non si tenga conto della declinazione al genere maschile delle parole scelte per il sottotitolo. All’interno delle botteghe le donne svolgono un ruolo centrale, insostituibile. Citiamo soltanto due casi, a titolo di esempio, qui trattati all’interno del volume: Daria Rubboli a Gualdo Tadino e la bottega di Ilario Ciaurro a Orvieto: il lavoro della ceramica rappresenta per molte donne una possibilità di emancipazione, un luogo dove poter esprimere – per la prima volta – la propria creatività e sensibilità. Ma la bottega, come si vedrà negli studi qui pubblicati, è sì luogo di creazione e di sperimentazione – talvolta in contesti di vita familiare – ma molto spesso anche teatro di fallimenti, trasgressioni e comportamenti illeciti. Emerge pertanto in questo volume un quadro complesso che tocca aspetti molto differenti tra loro – umani, tecnici, economici, culturali – trattati da specialisti competenti in diverse discipline applicate a casi di studio riguardanti una grande varietà regionale, dalla Puglia fino al Veneto. Nonostante l’impossibilità di presentare le relazioni in sede di Convegno è stato chiesto agli studiosi invitati di consegnare i loro testi per la pubblicazione degli Atti. Ciò anche per non interrompere la diffusione degli studi ceramistici elaborati per la serie dei Convegni tenuti fin dal 2012, prima a Civita di Bagnoregio e Bagnoregio, poi a Orvieto, e che grazie alla collaborazione dell’Istituto Storico Artistico Orvietano hanno trovato una sede fissa.» (i Curatori)
30,00

Francesco Pifferi monaco camaldolese. Un aspirante precettore alla corte dei Medici (con la pubblicazione inedita del suo Trattato di Architettura Militare del 1602)

Francesco Pifferi monaco camaldolese. Un aspirante precettore alla corte dei Medici (con la pubblicazione inedita del suo Trattato di Architettura Militare del 1602)

Salvatore La Lota Di Blasi

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 352

Un manoscritto inedito del 1602 rinasce attraverso l'opera dello storico Salvatore La Lota Di Blasi. È il "Trattato di Architettura militare" del monaco camaldolese don Francesco Pifferi, originario di Monte San Savino. È un tassello mancante nel più ampio panorama della trattatistica del settore che da Vitruvio prosegue in epoca moderna con Leon Battista Alberti, Sebastiano Serlio e lo stesso Galileo Galilei. L'autore attraverso uno studio e la ricerca delle fonti ripercorre con dovizia di particolari il profilo umano, biografico e scientifico, di un uomo che fu non solo monaco e teologo, ma anche studioso di astronomia e professore di geometria e matematica negli atenei di Pisa e di Siena; infine anche Accademico degli Intronati.
24,00

Napule '70. Chille de la balanza

Napule '70. Chille de la balanza

Matteo Brighenti, Claudio Ascoli

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 144

Prefazione di Massimo Marino. Conclusioni di Franco Corleone.
16,00

Una storia cento storie. In tre parole. Coerenza, contraddizione, caso

Una storia cento storie. In tre parole. Coerenza, contraddizione, caso

Alessandro Volpi

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 176

La storia si può raccontare attraverso tante storie, mettendole insieme perché hanno a che fare con tre parole suggestive. Coerenza, contraddizione, caso sono i termini che ritornano spesso nelle pagine di questo volume per suggerire percorsi di lettura insoliti, divertenti, affascinanti la cui narrazione ha uno scopo principale: dimostrare che il racconto storico è davvero godibile e che il rapporto con le immagini lo rende il migliore strumento per rappresentare lo "spirito" dei tempi.
25,00

La Chigiana di Siena. Guido Chigi Saracini e la sua accademia musicale

La Chigiana di Siena. Guido Chigi Saracini e la sua accademia musicale

Guido Burchi, Giuliano Catoni

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 277

Il volume parte dalle origini dell'Accademia Chigiana per condurci poi attraverso gli ultimi decenni del Ventesimo secolo, con i protagonisti di memorabili concerti, di insegnamenti di eccellenza, fino alle vicende amministrative e gestionali che hanno portato al varo della Fondazione e al suo assetto odierno. È ciò che propone questa pubblicazione partendo da un'analisi in gran parte inedita delle motivazioni culturali che portarono il conte Guido Chigi Saracini a volere fortemente l'istituzione, creandole attorno un'aurea di corte internazionale della musica.
30,00

La Torre civica di Camaiore. Anatomia di un monumento

La Torre civica di Camaiore. Anatomia di un monumento

Elisabetta Abela

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2019

pagine: 88

«La Torre Civica di Camaiore non è solo un campanile, non è solo un monumento dalla storia antichissima, non è solo l'opera dell'ingegno dei camaioresi di oltre sette secoli fa. È anche e soprattutto il simbolo della città e del suo paesaggio, l'impronta che ci è più familiare dello skyline del centro storico quando severa sovrasta la piazza e il brulicare della vita paesana o quando si accende di toni caldi all'ora del tramonto. Per tale motivo questa Amministrazione Comunale, nel corso del primo mandato, ha fatto del restauro conservativo della Torre Civica, il primo passo per il rilancio del centro di Camaiore con un congruo investimento finanziario. Un simbolo che è diventato in questi ultimi anni anche una tavolozza colorata che illuminiamo in occasioni speciali per promuovere tematiche di carattere sociale. Ma dei simboli è fondamentale, oltre a mantenerne lo stato di salute, approfondirne la conoscenza perché possa essere tramandata e diventare così patrimonio di una comunità. Il Gruppo Archeologico Camaiore, con l'indispensabile contributo scientifico dell'archeologa Elisabetta Abela, frutto di un'accurata analisi dei tessuti murari, ci guiderà in un viaggio appassionante che ci condurrà fino agli albori della Camaiore che oggi conosciamo e di questo non possiamo che essergliene grati». (Alessandro Del Dotto Sindaco di Camaiore)
12,00

La Sicilia e le Madonie. Dalla preistoria all'epoca bizantina

La Sicilia e le Madonie. Dalla preistoria all'epoca bizantina

Giovanni Gennuso

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2019

pagine: 350

Il testo ricostruisce la storia della Sicilia e delle Madonie attraverso i nuovi reperti archeologici e studi storici. Dando un carattere complessivo a un territorio che per lunghi anni è stato il crocevia e un punto strategico per i contatti fra il mediterraneo e il Tirreno. Il contatto di popoli primitivi fatto di scambi, di caccia, di agricoltura e cultura, i vari insediamenti sparsi nell'isola messi in relazione fra loro ci aiutano a capire meglio l'unicità del territorio e la storia delle Madonie.
23,00

Siena e i suoi personaggi nei secoli. Volume Vol. 3

Siena e i suoi personaggi nei secoli. Volume Vol. 3

Roberto Cresti

Libro: Libro rilegato

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2019

pagine: 188

«La morte del salico Enrico V, avvenuta il 23 maggio 1125 a Utrecht, lasciò l’Impero nel caos, non avendo avuto eredi maschi dalla moglie Matilde d’Inghilterra, ma solo la figlia illegittima Berta. La lotta per la successione vide opposte la famiglia degli Staufen di Svevia, signori del castello di Waiblingen (in antico Wibeling, da cui proviene il vocabolo ‘ghibellino’), e i Welfen di Baviera, da cui deriva il termine ‘guelfo’. Fu allora, tra gli anni venti e quaranta del XII secolo, che ebbero origine i nomi dei due partiti, i quali, secondo una consolidata tradizione, risuonarono per la prima volta come gridi di battaglia (‘Hye Welff!’; ‘Hye Waiblingen!’) sotto le mura di Weinsberg, roccaforte della resistenza dei duchi di Baviera, assediata dall’imperatore svevo Corrado III nel 1140. Con l’ascesa al trono di Federico I Barbarossa (1155), la lotta tra guelfi e ghibellini si spogliò del carattere di competizione legata alle particolari condizioni dell’ambiente politico germanico, per trasformarsi in un conflitto fra i due massimi poteri dell’epoca, Papato e Impero. Ciò rafforzò e rese sempre più netta la divisione tra la pars Imperii e la pars Ecclesiae, come verranno comunemente indicate nelle cronache e negli atti fino ai tempi di Federico II, mentre mai si parlerà di guelfi e ghibellini. Alla morte di quest’ultimo, però, la disputa scoppiata per la successione al Regno di Sicilia accentuò ancor più lo scontro, tanto da “costringere” vari Comuni, specie toscani, a parteggiare per l’una o l’altra parte, appiccicandosi “etichette politiche” impensabili fino a pochi anni prima, e costruendo una coerente ragnatela di alleanze e solidarietà. Da allora i due vocaboli comparvero sempre più sovente nei documenti, e dopo il 1260 verranno enfatizzati dalle cancellerie papali e angioine a fini esclusivamente propagandistici. Con i guelfi indicati come valorosi difensori della Chiesa e i ghibellini quasi come eretici. Non c’è dubbio, quindi, che nel Duecento i termini ‘guelfismo’ e ‘ghibellinismo’ assunsero un carattere diverso rispetto al secolo precedente, soprattutto in Toscana, dove a partire dagli anni venti-trenta lo scontro tra Papato e Impero si era particolarmente radicalizzato. Sarebbe fuorviante, infatti, sostenere che essi abbiano mantenuto nel tempo il medesimo significato o gli sia stato attribuito un valore universale e valido per sempre. Perché i guelfi e i ghibellini non furono mai due veri “partiti”, ma piuttosto forme di aggregazione che alimentarono la dialettica politica sia a livello intracomunale che intercomunale. Dopo la metà del XIII secolo, ad esempio, essere ghibellino poteva significare al contempo sostenere l’Impero, o piuttosto gli Svevi, oppure essere un acceso nemico di Carlo d’Angiò.» (Roberto Cresti)
22,00

Le navi antiche di Pisa. Guida all'esposizione

Le navi antiche di Pisa. Guida all'esposizione

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2019

pagine: 76

Un racconto lungo 1000 anni fatto di commerci e marinai, rotte e naufragi, navigazioni e vita di bordo e della storia della città di Pisa. 800 reperti esposti in 8 sezioni tematiche nel suggestivo contesto degli Arsenali Medicei.
10,00

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