Quodlibet: Quodlibet studio. Lettere
La regione più trasparente dell'aria. Saggi di cultura ispanoamericana
Alfonso Reyes
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 330
Questa ampia antologia si propone di introdurre nel nostro Paese uno dei maggiori rappresentanti della letteratura messicana del Novecento, tuttora quasi sconosciuto a gran parte del pubblico italiano. Alfonso Reyes (1889-1959), pur ricoprendo prestigiosi incarichi politico-istituzionali, si dedicò a innumerevoli attività culturali, frequentando i più disparati generi letterari, ma privilegiando il genere del saggio, il più adatto ad esprimere immediatamente sulla carta le sue viscerali riflessioni sulle radici messicane e sull'identità americana, le sue descrizioni dei personaggi contemporanei, dei Paesi e degli amici lontani, le sue considerazioni sugli eventi storici - il tutto spesso sintetizzato in poche caustiche e acute righe. Indubbiamente, l'opera di Reyes meriterebbe d'esser conosciuta nella sua totalità, ma, grazie alla selezione proposta in questo volume, il lettore italiano potrà almeno cominciare a gustare la qualità della scrittura di un autore fondamentale, del quale Borges apprezzava l'"ammirevole prosa castigliana".
La caduta e il ritorno. Cinque movimenti dell'immaginario romantico leopardiano
Franco D'Intino
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 363
Cosa accade se si "aprono gli occhi" sul mistero del mondo? Se il desiderio di conoscere oltrepassa i limiti del sensibile, e si spezza l'equilibrio tra mente e corpo? Il grande tema antropologico affrontato qui attraverso l'analisi di molti testi è il dramma dell'uomo, un animale "trasposto" (secondo la formula di Leroi-Gourhan) che ha scoperto l'infinito. Il pensiero romantico usa il racconto biblico della Caduta per rispondere al trauma dell'illuminismo e della modernità. Il vertiginoso sviluppo della ragione ha reso sì l'individuo più autonomo e critico ma ha annichilito la vitalità e la speranza: è quel che Leopardi, anticipando Nietzsche, chiama "strage delle illusioni". Poeti, filosofi, romanzieri cercano la via del Ritorno a un mondo pieno di senso. Con loro anche Giacomo, che nei canti pisano-recanatesi ritrova la via di casa e di se stesso. È un viandante ormai stanco, ma riesce a rigenerarsi attingendo energia vitale dall'ingenua semplicità di una fanciulla chiamata Silvia. Silvia, ovviamente, c'est lui. Questo libro vede Leopardi nell'orizzonte di poeti e pensatori post-illuministi e post-rivoluzionari. Da Coleridge a Novalis, da Sade al Goethe del Faust, fino a Henry Adams - sullo sfondo l'antesignano Rousseau - si snoda un racconto fatto di trame, motivi, immagini, idee, lemmi. Ne emerge il nucleo misterioso e inquietante dell'opera leopardiana, in cinque movimenti dell'immaginario che sono comuni a un'intera epoca: l'Inizio, il Consumo, il Vortice, l'Equilibrio, la Spirale. Ma il discorso torna poi sempre a un unico canto, A Silvia, storia dell'umanità caduta, e risorta solo in ombra.
La nascita del modernismo italiano. Filosofie della crisi, storia e letteratura (1903-1922)
Mimmo Cangiano
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2018
pagine: 640
Questo lavoro rappresenta il primo studio organico che indaga la genesi delle idee del modernismo italiano, ossia di quel fecondo momento della letteratura italiana, nei primi decenni del secolo scorso, in cui si è verificata una definitiva crisi e un rovesciamento dei valori tradizionali. Mimmo Cangiano ricostruisce accuratamente in questo saggio le influenze europee e americane di tale crisi, che non è solo letteraria ma anche epistemologica e politica, giungendo in questo modo a rinvenire la specificità e la complessità della letteratura italiana di quel periodo. Le opere di Pirandello e di Papini, di Soffici o di Michelstaedter, in dialogo costante con il pensiero di Nietzsche, di Mach o di Croce, si rivelano preziose anche per comprendere le vicende storico-politiche che segnarono l'Italia durante gli anni che precedettero la dittatura.
Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema
Paolo Desogus
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2018
pagine: 190
Questo libro indaga le principali questioni linguistiche e semiotiche che nel corso degli anni Sessanta Pier Paolo Pasolini ha approfondito nei suoi scritti sul cinema e che ha ripreso in forma sperimentale nei suoi film (La ricotta, Appunti per un'Orestiade africana, Edipo re, Teorema, Salò e le 120 giornate di Sodoma). Attraverso queste opere, ma senza trascurare lo stretto rapporto con l'attività letteraria precedente, il volume si concentra sulla relazione tra segno visivo e realtà, sul problema semiotico dello stile e sul carattere politico dell'espressione artistica. Laboratorio Pasolini offre inoltre un approfondito studio sul rapporto tra cinema e letteratura anche attraverso il dibattito nato dalle critiche alla controversa interpretazione pasoliniana dello strutturalismo, sollevate in particolare da Umberto Eco, Christian Metz ed Emilio Garroni.
Orche e altri relitti. Sulle forme del romanzo in Stefano D'Arrigo
Daria Biagi
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 256
Ogni epoca di crisi lascia relitti dietro di sé: lo sanno i protagonisti di Horcynus Orca (1975), i pescatori di Cariddi che quasi con disappunto assistono alla morte del loro incubo più feroce, l'orca assassina. All'indomani della seconda guerra mondiale, quando l'Italia entra nella fase decisiva della modernizzazione, Stefano D'Arrigo racconta la fine del mondo premoderno senza cedere alla tentazione di mitizzarlo: mentre sotto gli occhi del lettore si dispiegano gli scenari arcaici del viaggio di 'Ndrja Cambrìa, la voce che li racconta guida in maniera quasi subliminale nella direzione opposta. D'Arrigo non è un creatore di miti, ma un distruttore: da Hölderlin (su cui si laurea nel 1942) e soprattutto da Gogol' (di cui riscrive Le anime morte ambientandole in Sicilia) ha appreso come recuperare eroi e valori del passato mettendoli a distanza, rappresentandoli appunto come relitti. Le sue «riplasmazioni» di lingue e generi letterari ricordano quelle «formazioni di compromesso» che negli stessi anni Ernesto de Martino indagava sul piano antropologico. Dalle poesie di Codice siciliano (1957) fino alla prosa spezzata di Cima delle nobildonne (1985) vediamo così emergere lo sguardo comprensivo ma disincantato, a volte persino comico, di uno scrittore pienamente moderno, che per potenza inventiva della lingua Primo Levi collocherà sul «meridiano della salvazione del riso» insieme a Porta, Belli e Rabelais.
Identità sotto chiave. Lingua e stile nel teatro di Saverio La Ruina
Angela Albanese
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 176
La drammaturgia di impegno sociale di Saverio La Ruina, caratterizzata dalla peculiare ritrosia dei suoi personaggi e da una narrazione lieve e pudica, ha reso il drammaturgo, regista e attore uno dei nomi più noti della scena italiana contemporanea. Il volume si concentra sulla produzione teatrale più recente di La Ruina, la cui forza autoriale si è imposta con i monologhi in dialetto calabro-lucano Dissonorata e La Borto, che affrontano il tema della violenza di genere e dell'aborto, con Italianesi, assolo tragico a sfondo storico sull'identità migrante, con Polvere. Dialogo tra uomo e donna, indagine tagliente sulla violenza psicologica e verbale nel rapporto di coppia, e con il recentissimo Masculu e fiammina in cui l'autore torna al monologo per affrontare il tema dell'omosessualità. Con la sua sola, potente presenza scenica La Ruina si dimostra capace di una ricerca antropologica minuziosa, in grado di restituire - con precisione quasi calligrafica - il dolore dei suoi personaggi e la ferita aperta del loro Sé lacerato. Questa prima monografia critica sull'autore si propone di indagarne, oltre all'impegno «politico», anche la lingua e lo stile, secondo due direttive di ricerca parallele e strettamente intrecciate: l'indagine tematica sulll'«identità sotto chiave» che, con declinazioni diverse, accomuna i protagonisti delle sue pièce, e l'analisi testuale, uno strumento indispensabile - come troppo spesso si dimentica - alla decifrazione di ogni poetica.
Il ritmo del pensiero. Montale Sereni Zanzotto
Laura Barile
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 221
In questa raccolta di saggi Laura Barile affronta in tono narrativo e conversevole tre classici del Novecento accomunati dalla loro appartenenza alla poesia di pensiero: la conoscenza è infatti la chiave di volta della grande poesia di tutti i tempi, nel suo colloquio con le altre arti e con la filosofia. Queste pagine si interrogano su vari temi: come nel primo Montale il tempo della durata conviva col tempo dell'istante; ma si analizzano anche alcuni nessi fondamentali - ancora non segnalati - di Satura con certa poesia anglosassone. Si indaga, poi, sui romanzi modernisti letti e amati da Sereni e sul loro fermentare nella sua poesia, ma si approfondisce anche la sua profetica riflessione, in prosa e in poesia, sul revisionismo e sul potere del mercato, in una Francoforte sempre più metaforica. Emerge infine, assieme a molto altro, un tema che in vario modo coinvolge i tre poeti: come, e fino a che punto, il compito della poesia sia (come vorrebbe Zanzotto) la lode. Compito che implica, oggi più che mai, una pur stremata ricerca di senso nell'insensatezza della realtà in cui ci troviamo immersi.
L'anima e il mondo. Francesco De Sanctis tra filosofia, critica letteraria e teoria della letteratura
Emiliano Alessandroni
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 101
Quale rapporto intrattiene la letteratura con la vita e la realtà? In che modo i raggi del bello possono contribuire a illuminare il vero? Attorno a queste e ad altre simili problematiche prende forma la prospettiva estetica di Francesco De Sanctis, teorico e critico letterario guardato, in passato, con particolare ammirazione da personalità illustri della nostra letteratura (Giacomo Leopardi, Luigi Capuana, Umberto Saba) e della nostra cultura (Giacomo Debenedetti, Gianfranco Contini, Agostino Lombardo - a fianco, naturalmente, a Benedetto Croce, Giovanni Gentile e Antonio Gramsci). Negli ultimi decenni, tuttavia, il suo orizzonte sembra entrato fortemente in crisi. Il De Sanctis, più che come un critico letterario, è stato da molte parti dipinto come un demagogo, pronto a sottomettere i valori dell'arte a quelli dell'ideologia politica. Le pagine di questo libro oltre a confutare queste accuse, si accingono a mostrarne la subalternità alle ideologie del presente, riabilitando quindi appieno la lezione del critico irpino. I suoi insegnamenti, infatti, pur tenendo conto degli indiscutibili limiti storici a cui sono soggetti, sembrano ancora contenere, ad avviso dell'autore, spunti preziosi e contributi stimolanti per analizzare e comprendere tanto la letteratura quanto il mondo che ci circonda. Introduzione di Marcello Mustè e postfazione di Romano Luperini.
Saggio di controconquista
Gonzalo Celorio
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 224
A partire da una profonda conoscenza della letteratura messicana e ispanoamericana Gonzalo Celorio, uno dei più lucidi intellettuali messicani contemporanei, guida il lettore in un percorso che attraversa cinque secoli di storia e una vasta geografia letteraria. Se, infatti, il barocco europeo fu il linguaggio della controriforma, il barocco americano, prendendo le distanze dai canoni europei e caricandosi di elementi autoctoni, si trasformò nel linguaggio della controconquista. Celorio affronta poi Cuba e l'opera di autori come Alejo Carpentier o Guillermo Cabrera Infante, per presentare infine una panoramica della narrativa cubana più recente. Si sposta, in seguito, su autori fondamentali per la letteratura ispanoamericana del Novecento, da Cortázar e le sue contranovelas che rompono gli schemi conosciuti alla letteratura fantastica ispanoamericana, dal Realismo Magico di García Márquez alla presentazione della multiforme opera di Carlos Fuentes. L'ultima parte è dedicata invece ad alcuni grandi nomi della poesia messicana, come Ramón López Velarde e Xavier Villaurrutia, e alla rappresentazione letteraria di Città del Messico, in cui la megalopoli diventa luogo di creazione e di memoria condivisa.
Dialettica e speranza. Sulla poesia di Franco Fortini
Francesco Diaco
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 373
Questo saggio, pubblicato a cento anni dalla nascita di Fortini, persegue un doppio obiettivo. Da una parte, si ripercorrono con attenzione le sei principali raccolte dell'autore (Foglio di via, 1946; Poesia e errore, 1959; Una volta per sempre, 1963; Questo muro, 1973; Paesaggio con serpente, 1984; Composita solvantur, 1994), al fine di offrire per la prima volta una visione unitaria e aggiornata dell'intera produzione poetica fortiniana. Dall'altra, si adotta un taglio ermeneutico originale, volto ad approfondire il rapporto tra la scrittura di Fortini e la categoria di tempo, intesa non solo come tema esplicito, ma anche come principio costruttivo e come filosofia della storia. In particolare, si riflette sul valore dell'oscillazione fortiniana tra gli imperativi assoluti dell'etica e la "tattica" politica, tra l'impazienza giovanile e la maturità della mediazione, tra l'utopia di un futuro radicalmente diverso e l'impegno concreto nel presente. L'oscillazione tra questi due poli - che si presuppongono e correggono a vicenda - risponde comunque a una serie di "leggi" e di regolarità, dettate dal genere letterario praticato, dalla presenza o dall'assenza di possibilità rivoluzionarie e da una precisa selezione dei destinatari (gli interlocutori visibili, a cui si rivolgono i messaggi di più rapido consumo, oppure i lettori a venire, a cui sono indirizzate le allegorie "a lunga gittata"). L'intento complessivo è quello di coniugare teoria della letteratura, ricostruzione del contesto storico-sociale e analisi stilistico-formale dei testi, in modo da non scindere il Fortini lirico dal Fortini intellettuale, critico e saggista.
Il mostro e la fanciulla. Le riscritture di Arianna e del Minotauro nel Novecento
Amaranta Sbardella
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 248
Sin dall'antichità, artisti, studiosi e politici si sono persi nei meandri del Labirinto alla ricerca del Mostro, e di risposte, ma è grazie al Novecento che Arianna e il Minotauro hanno incontrato universale fortuna, andando a ricoprire un campo metaforico sempre più esteso. Julio Cortázar, Pablo Picasso, Marguerite Yourcenar, André Masson, Marina Cvetaeva, Richard Strauss, Salvador Espriu, Jorge Luis Borges, Nikos Kazantzakis, Michel Butor: sono solo alcuni degli autori che al tema hanno dedicato pagine, spartiti o tele in cui la struttura del mito è stata spesso radicalmente trasformata. Il mostruoso assassino è talora divenuto un'innocente vittima dei giochi del potere, oppure si è fatto simbolo dell'inconscio e delle più inquietanti ossessioni umane; la salvatrice di Teseo, per contro, ha sovente dismesso le vesti di amante abbandonata per assumere il cinico volto della scaltra sacerdotessa, e persino della «donna emancipata». Il Mostro e la sorellastra finiscono quindi per intrattenere un suggestivo dialogo, capace di interrogare anche la nostra contemporaneità, le ombre arcaiche che in essa persistono, la violenza, l'alterità, il sacro e - perché no? - l'amore.
«Voce fuori coro» di Dolores Prato. Trascrizione e commento dei frammenti autografi su Roma capitale d'Italia
Polci Valentina
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 508
In occasione delle celebrazioni del centenario di Roma capitale (1871-1971), Dolores Prato voleva dar seguito al suo desiderio, fortissimo, di esprimere un punto di vista in controtendenza rispetto alla imperante storiografia risorgimentale. Scrisse frammenti, appunti, riflessioni preparatori a un pamphlet, Voce fuori coro, che però nessun editore si dichiarò disposto a pubblicare. Quegli scritti, che oggi vedono finalmente la luce, mostrano la non comune capacità della scrittrice di sottrarsi alle lusinghe di una memoria forzatamente condivisa sul destino della città eterna, e denunciano le trasformazioni e distruzioni subite dalla città nel suo divenire capitale del nuovo Regno. L'approccio critico di Polci tiene costantemente presente l'intera opera letteraria e giornalistica della scrittrice, ripercorrendo anche le tappe della sua vita e indagandone i rapporti con i maggiori protagonisti culturali dell'epoca, nel tentativo di restituire la giusta attenzione a una delle voci più limpide del Novecento.