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Carlo Dossi e il disagio dell'élite postunitaria fra scrittura e governo

Carlo Dossi e il disagio dell'élite postunitaria fra scrittura e governo
Titolo Carlo Dossi e il disagio dell'élite postunitaria fra scrittura e governo
Autore
Argomento Poesia e studi letterari Letteratura: storia e critica
Collana Studi e testi di cultura letteraria, 17
Editore Giorgio Pozzi Editore
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 116
Pubblicazione 07/2024
ISBN 9788831358309
 
15,00

 
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Ordinabile
«Dossi è una rara moneta aurea ma da gabinetto numismatico; utile allo studio, inutile al commercio». Con la nota azzurra 4580, Carlo Dossi definiva la sua «arte d'eccezione», volutamente destinata a un pubblico ristretto di lettori. L'arte, che per lui «è tutta pazzie», coincide con la vita: è «madreperlacea, illusoria, pericolante», fatta a «cancellature» e a «scritte pitture», a volte umoristica, altre «vaporosa» o a «macchie», come un quadro di un ritrattista scapigliato dell'ultimo romanticismo lombardo e toscano. C'è però nell'orizzonte del pensiero dossiano un'idea di teatralità che emerge dall'intima essenza dello scrittore. In essa si riflettono, come in un gioco di specchi, i frammenti delle letture di Hogarth, Stern, Swift, Richter, Hoffmann, Dickens, Poe e i segni delle spiccate inclinazioni del Dossi poligrafo: ora animatore, con i più bei nomi dell'epoca, della «cronaca bizantina» di Sommaruga, ora funzionario apicale, dal 1887, per il governo crispino.
 
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