Cosa significava vivere giorno per giorno nel clima del Grande terrore? Grazie all'apertura di archivi finora inaccessibili, l'autrice esplora il paradosso di un sistema repressivo instaurato attraverso i meccanismi di partecipazione democratica nel partito, nel sindacato e nei luoghi di lavoro: nella psicologia di Stalin e dei suoi sostenitori non esisteva infatti contraddizione fra repressione e democrazia. E fu proprio la sollecitazione all'attivismo di massa a scatenare una scomposta guerra di tutti contro tutti, in cui l'impulso alla denuncia dei "nemici del popolo e della rivoluzione" finì con lo sfuggire al controllo e diede vita a un processo di autodistruzione. Le grandi purghe inaugurate contro gli oppositori dentro il partito si estesero fino a portare agli arresti e alle uccisioni in massa di presunti sabotatori e nemici di classe, accusati di scarsa "vigilanza" rivoluzionaria. Decentrando l'attenzione dalle vicende interne dei gruppi dirigenti e degli organismi di vertice del partito, le centinaia di documenti d'archivio consentono di ripercorrere i tortuosi fenomeni psicologici e organizzativi che all'interno di ogni istituzione e di ogni singolo luogo di lavoro innescarono una catena di conseguenze indesiderate che coinvolsero la vita di milioni di persone e compromisero irrimediabilmente il primo esperimento socialista.
Democrazia e terrore. Le dinamiche della repressione nell'era di Stalin
Titolo | Democrazia e terrore. Le dinamiche della repressione nell'era di Stalin |
Autore | Wendy Z. Goldman |
Traduttore | D. Scaffei |
Collana | Saggi. Storia e scienze sociali |
Editore | Donzelli |
Formato |
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Pagine | 296 |
Pubblicazione | 06/2008 |
ISBN | 9788860362704 |