Sonda: Guide xenofobe italiane
Valdostani. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
Vincenzo Calì, Giulio Cappa
Libro: Copertina morbida
editore: Sonda
anno edizione: 2006
pagine: 102
Di solito il termine "valdostano" designa colui che in casa parla il patois, detto anche dialetto francoprovenzale, lingua arpitana, o valdostano tout court. Però da alcuni decenni vivono e lavorano sul territorio della regione anche moltissimi calabresi e quasi altrettanti veneti, oltre a piemontesi, sardi e siciliani, per non parlare dei tanti stranieri arrivati negli ultimi anni. Siccome i matrimoni misti sono stati numerosi sin dall'inizio delle immigrazioni (dagli anni Venti in poi), ormai quasi ogni famiglia è composta cosi: lui di padre calabrese e madre veneta, lei di padre piemontese e madre valdostana; oppure lui di padre valdostano e madre calabrese, lei di padre veneto e madre piemontese. Esistono altre combinazioni, ma le uniche fortunate sono quelle che prevedono il padre valdostano, perché trasmettono alla discendenza l'ambito cognome con la zeta, vero e proprio biglietto da visita della valdostanità. Del resto, quando pensa alla sua terra, al valdostano vengono gli occhi lucidi, il volto assume un'espressione intensa, la voce si incrina in una nota di pianto. È "le mal du pays" e il valdostano, molto restio a varcare i confini della sua piccola terra, riesce ad avere nostalgia della Valle d'Aosta anche quando sta ancora lì.
Liguri. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
Claudio Paglieri
Libro: Copertina morbida
editore: Sonda
anno edizione: 2006
pagine: 140
Il turista che arriva in Liguria dopo essersi lasciato alle spalle la nebbia, il freddo, lo stress di città affollate si aspetta di incontrare un posto solare, che sguazza felice nel mare. Niente di più sbagliato: i liguri sono un popolo di montagna, chiuso, assai poco ospitale, e conquistarsi la loro fiducia e la loro amicizia è difficile quanto aggiudicarsi un lettino in prima fila a Ferragosto. Non sprecano nulla, meno che mai i sorrisi, e hanno molto a cuore il riciclo, specialmente dei regali ricevuti a Natale, che tengono stipati in soffitta insieme a quintali di inutili rapati. Orgogliosi e gelosi della bellezza delle loro spiagge, ma ancor più dei gioielli nascosti nell'entroterra, sono sempre un po' irritati all'idea di doverli dividere con turisti milanesi e tedeschi. I soldi che incassano (spesso in nero) non bastano a ripagarli di inquinamento, code, confusione, soprattutto perché, come ripetono a ogni estate i negozianti delle riviere, "quest'anno c'è poco movimento", e se c'è, "i turisti non spendono più come una volta". Questa guida vi insegnerà a conoscere il ligure per come è veramente, e a volergli bene lo stesso.
Torinesi. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
Riccardo Humbert
Libro: Copertina morbida
editore: Sonda
anno edizione: 2006
pagine: 165
Come è cambiata Torino dopo le Olimpiadi? E i torinesi? Riccardo Humbert sostiene che siano cambiati, e molto: l'evento sportivo sembra aver provocato una trasformazione antropologica che li ha portati a una nuova riscossa. Per molti anni i torinesi sono stati considerati degli individui ombrosi, schivi, propensi a una dannosa introspezione. E anche la città, spesso definita "magica", ha finito negli anni con l'essere considerata più che affascinante, un po' d'antan, famosa per il suo glorioso passato, non certo per il suo fulgido presente. Fino a poco tempo fa, almeno il 50 per cento degli italiani considerava Torino una metropoli grigia e brutta e rispetto alla rivale Milano, ormai avviata a un lento e inesorabile declino. Ma a partire dal gennaio 2006, ossia da quando i torinesi si sono convinti che le Olimpiadi Invernali si sarebbero disputate proprio nella loro città, qualcosa è cambiato: un'indagine sui consumi condotta dalla Camera di Commercio evidenzia che la "città da bere" si è spostata sotto la Mole. A Torino ci si diverte di più, mentre a Milano si va avanti a sogliole, insalate e antidepressivi.
Triestini. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
Lucia Cosmetico, Claudia Mitri
Libro: Copertina morbida
editore: Sonda
anno edizione: 2006
pagine: 118
Trieste è una città che sembra invisibile agli occhi dei media. Non se ne sente parlare mai salvo che in quelle rare occasioni in cui la bora spazza la città o esce un servizio sul Friuli e allora è inevitabile far riferimento al suo capoluogo. Chi sono i triestini e dove si trova Trieste? È sempre la città di Svevo, Joyce e Saba, l'unica città italiana dove si può ancora respirare un'autentica atmosfera mitteleuropea? A questa città di confine, posta all'estremità nella regione più nordorientale d'Italia, nella Venezia Giulia, è dedicata questa guida xenofoba. In particolare ai suoi abitanti, in bilico tra la nostalgia del bel tempo che fu, quando i "triestin patochi" potevano godere della protezione austriaca, e la necessità di adeguarsi, sia pure di malavoglia, al nuovo che avanza, come ad esempio, i nuovi ricchi della vicina ed ex povera Slovenia.
Bolognesi. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
Mauro Morellini
Libro: Copertina morbida
editore: Sonda
anno edizione: 2006
pagine: 125
Da sempre Bologna gode fama di città edonista. Forse per questo motivo i bolognesi sono guardati con un sentimento che mescola lo sfottò divertito all'invidia; perché pur nella sua innegabile grevità, il bolognese resta indubbiamente un "bon vivant". La cordialità, il buon umore e il senso civico del bolognese indubbiamente conquistano, ma attenzione: difficilmente tanta cordialità si traduce in rapporti più profondi e importanti. Soprattutto non cercate di avere l'ultima parola con un bolognese: potreste andare avanti fino alla fine dei vostri giorni. Questo libro è una guida per conoscere tutto ciò che offre Bologna e dintorni e per gestire i rapporti con i suoi abitanti. Prefazione di Loriano Macchiavelli.
Cuneesi. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
Marco Tomatis
Libro: Libro in brossura
editore: Sonda
anno edizione: 2005
pagine: 142
Nel corso dei secoli, con abbondante retorica, ai cuneesi sono stati attribuiti, di volta in volta, un eccessivo senso del dovere, una testardaggine esagerata, una grande capacità di sopportazione e un notevole amore della libertà. Altre definizioni suonano invece meno lusinghiere: su ingenuità, stupidità, dabbenaggine dei cuneesi esiste una vera bibbia, scritta da uno storico locale, che sembra giustificare l'ammonizione che per secoli, a opera di genitori, nonni, zii o anche solo amici di famiglia, ha accompagnato il ragazzotto che, magari per la prima volta, usciva da Cuneo: "e fa nen vede ch' t veni da Cuni", "non far vedere che vieni da Cuneo". I cuneesi di oggi sono ancora così o decisamente meno prevedibili?
Sardi. Guida ai migliori difetti alle peggiori virtù
Vigna, Liori
Libro: Copertina morbida
editore: Sonda
anno edizione: 2004
pagine: 109
Per comprendere appieno i sardi non si può prescindere dal fatto che sono degli isolani e che, in quanto tali, si considerano dei diversi. Se altri popoli isolani, come gli abitanti della Gran Bretagna o del Giappone, hanno maturato nei secoli un complesso di superiorità, e guardano tutti gli stranieri dall'alto in basso, per i sardi le cose sono andate decisamente in modo diverso: essi soffrono di un terribile complesso di inferiorità e cercano di mascherarlo in ogni modo. Da questo loro complesso originano le loro caratteristiche più appariscenti. Ogni confronto con sos strangioso (gli stranieri) diventa per i sardi un'occasione di sfida: devono sempre dimostrare di non essere da meno dei continentali!
Trevisani. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
Anna Renda
Libro: Copertina morbida
editore: Sonda
anno edizione: 2004
pagine: 191
Per sua natura il trevigiano oscilla da un opposto all'altro: è chiuso e diffidente ma anche attaccato alla "roba" come i siciliani; ama l'ordine e la disciplina come i tedeschi, s'infervora per le cose che lo appassionano ma è tendenzialmente freddo e distaccato nei rapporti col prossimo; gran lavoratore, non ha mai tempo da perdere, anche se poi indulge volentieri alla ciàcoea e al goto de vin in osteria con gli amici; gli piace la buona cucina ma non mangia per non ingrassare; è bigotto e libertino, campagnolo e aristocratico, abitudinario e festaiolo, pettegolo e discreto, competitivo al massimo ma non disponibile a mettersi in gioco. Insomma, il trevigiano si è nei secoli specializzato per far impazzire chiunque tenti di capirlo.
Mantovani. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
Paolo Roversi
Libro: Copertina morbida
editore: Sonda
anno edizione: 2003
pagine: 104
Dopo i bolognesi, i siciliani, i triestini, i romani, i milanesi, i napoletani, i veneziani, i liguri, i molisani, gli umbri, i valdostani, i calabresi, i sardi, i friulani, ecco ora una "Guida xenofoba" che mette sotto la lente d'ingrandimento dell'umorismo e del sagace spirito d'osservazione il popolo della città lombarda: Mantova. La collana si caratterizza per un formato più grande che nel passato, la presenza di alette che impreziosiscono i volumi, un apparato fotografico d'autore, un maggior numero di pagine.
Umbri. Popolo di santi?
Franca De Sio
Libro
editore: Sonda
anno edizione: 2003
pagine: 108
Per definire l'Umbria si ricorre immancabilmente a un'espressione: "l'Umbria è il cuore verde d'Italia". Riguardo al cuore, se per questo s'intende che la regione si trova al centro della penisola, racchiusa tra le altre regioni e senza sbocchi sul mare, gli umbri concorderanno con voi. Ma se per caso pensate che ciò voglia anche dire che gli umbri sono più animati da buoni sentimenti, rispetto agli abitanti delle altre regioni, allora vi sbagliate di grosso: semmai sui buoni sentimenti altrui, gli umbri hanno costruito un'industria.
Friulani. Fasìn de bessòi
Paola Viezzi
Libro
editore: Sonda
anno edizione: 2003
pagine: 120
Quando i friulani intendono descrivere qualcosa fatto a regola d'arte ricorrono a una similitudine che non ammette repliche: "È fatto come Dio comanda". Così deve essere tutto nella loro vita, dal lavoro alla casa, dall'auto alla moviola, dal vino all'aceto. Di fatto i friulani hanno un rapporto particolare, alquanto tormentato col Titolare dell'Universo. Pare che Egli abbia riveduto le tavole di Mosè apposta per loro, obbligandoli ad adottare uno stile di vita diverso dagli altri uomini, più sobrio e onesto. Da un lato si considerano un popolo eletto, dall'altro sono afflitti da un senso di colpa atavico, un complesso d'inferiorità istintivo e un orgoglio muto che le vicissitudini storiche hanno alimentato nei secoli.
Molisani. Lasse sta' 'u mónne cume ze tróve
Ivana Mulatero
Libro
editore: Sonda
anno edizione: 2002
pagine: 96
I molisani seguono un detto antico che dice «Lasse sta' 'u mónne cume ze tróve». Non credono ai cambiamenti, agli orologi e ad altre modernità come i giornali e gli aerei. Come i loro progenitori sanniti, credono unicamente nel clan familiare, nelle forze della natura e nella provvidenza. Da questa terna discendono tutti i vizi e le virtù del popolo molisano, il più fiero e orgoglioso ma anche il più rinunciatario e tradizionalista della Penisola.

