UTET Università: Le lingue di Babele

Il "saper comunicare" precede ed è alla base (non è il prodotto) della competenza grammaticale di una lingua: si impara a parlare una lingua (anche e soprattutto la propria) per essere in grado di comunicare e non per conoscerne i meccanismi e le regole grammaticali. Ecco il motivo, per esempio, per cui la competenza grammaticale deve rimanere "solo" una conseguenza, uno strumento, e l'errore di grammatica va sempre accettato come intrinseco nel processo di apprendimento, e non demonizzato con il rischio di scoraggiare il discente. È questa la "rivoluzione copernicana" che sta alla base di questo libro, una rivoluzione che cambia radicalmente anche il rapporto docente-studente e, di conseguenza, i metodi didattici tradizionali.

La riforma dei cicli didattici ha introdotto, ormai da diversi anni, l'insegnamento delle lingue straniere in ogni livello scolastico, dando così voce a una necessità ormai ineludibile che si è fatta ancora più pressante dopo la nascita dell'Unione Europea. Ora però è necessario ripensare la funzione dell'insegnante e, soprattutto, prevedere e inserire nuove figure e nuovi ruoli in cicli didattici che prima non li prevedevano. Questi nuovi ambienti di apprendimento sono una forma di restyling didattico oppure hanno davvero una carica di innovazione che costituisce valore aggiunto rispetto all'esistente? Il volume costruisce una vera e propria mappa dei nuovi ambienti, focalizzando l'attenzione sgli aspetti basilari per il futuro.