Amos Edizioni: Cuma
Letteralmente. Percorsi di scrittura
Andrea Rompianesi
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 288
"Letteralmente" raccoglie oltre cento percorsi di Rompianesi nella scrittura degli altri. Il suo sguardo e le sue parole vogliono indagare, conoscere il mondo letterario contemporaneo. Come scrive Enea Biumi nella prefazione, ciò che muove Rompianesi è «il desiderio di un assoluto approfondimento secondo una sua idea di poetica, di certo non solo soggettiva, ma ponderata in contesti più ampi. La disamina di cui si avvale comprende le regole della retorica che offre al lettore l'intelligenza di ciò che sta scritto in un contesto di vera e propria critica letteraria, lontana però dal vuoto di una generica apologia del testo. I percorsi di scrittura di Rompianesi sono per evidenziare e non per elogiare, alieni da quella specie di captatio benevolentiae che spesso conduce un critico obnubilando la verità del contenuto e della forma. Ne scaturisce quindi una professionalità plasmata da un continuo studio e da una appartenenza seria e coerente al mondo della scrittura».
Fra dispatrio e rimpatrio. Luigi Meneghello in Inghilterra
Franco Marenco
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 176
Come uomo e come scrittore, Luigi Meneghello contava su due punti di forza irriducibili e complementari: il primo era la sua origine nella provincia vicentina, fondato sul senso profondo del comunicare in una comunità; il secondo era il cosmopolitismo, che nel vasto mondo lo metteva perfettamente a suo agio in ogni rapporto, contro ogni intralcio a un'immediata intesa con chiunque avesse a che fare, come semplice interlocutore, insegnante o autore di libri molto influenti. Il suo modo di sfruttare questi fondamenti era di ribaltarli costantemente l'uno nell'altro: «in Italia non ho avuto una vera esperienza di ambienti 'provinciali'… non certo Malo, per me tra i luoghi meno provinciali del mondo. E meno che mai fuori d'Italia..., la città rossa in riva al Tamigi, il campus dell'Università». Fondamenti che gli valsero una posizione di alta responsabilità nel sistema accademico britannico, e un dialogo costante e appassionato con il pubblico dei lettori in patria, di cui questo libretto è un modestissimo vademecum.
Studi panziniani. Lo scrittore e la sua ombra
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 220
Nel corso dei due convegni scientifici promossi dal Comune di Bellaria Igea Marina nel 2023-2024, di cui il presente volume raccoglie i contributi, sono emerse una situazione nuova e un'attenzione diversamente intensa. Occorre oltrepassare il mito di Panzini come "caso" letterario e confrontarsi direttamente con la sua scrittura, con le sue edizioni. La presenza all'interno della Biblioteca Civica di Bellaria Igea Marina di nuove e ingenti accessioni bibliografiche e di un inventario finalmente disponibile delle carte Panzini, rende ora possibile un progetto di Edizione Nazionale delle Opere che, per la complessità dell'oggetto di indagine, è designato a smuovere le acque, attivando ricerche inedite e suscitando angolazioni storico-critiche alternative, e pertanto destinato a rappresentare un punto di riferimento ad ampio spettro per gli studi otto-novecenteschi nel loro insieme.
Leggere Buzzati. La lingua, le lingue, le traduzioni
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 232
Nella locandina del Convegno Internazionale «Buzzati: la lingua, le lingue, le traduzioni», promosso dal Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dell'Università Ca' Foscari di Venezia e tenutosi nelle giornate del 5 e 6 settembre 2022, di cui il presente volume raccoglie finalmente gli atti, è affermato che, a mezzo secolo dalla morte, «Buzzati si conferma con piena evidenza l'autore italiano del Novecento più tradotto». La straordinaria fortuna all'estero dello scrittore bellunese trova riscontro nelle oltre trenta lingue d'arrivo della sua opera e nelle interpretazioni anche di segno opposto che di questa sono state date nel corso del tempo. Parimenti, sono qui ospitate le risultanze dell'attività e del lavoro di puntualizzazione e documentazione di aspetti meno noti (il critico cinematografico, il poeta), da prospettarsi a studi e ricerche di là da venire.
Nuovi dialoghi sulla poesia (2015-2020)
Giancarlo Pontiggia
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 240
L'intervista è un genere che spesso nella modernità ha incontrato il favore dei poeti, come scrive Stefano Verdino nell'introduzione. E la ragione che giustifica questa connessione tra un genere di conversazione ed il mondo all'apparenza esclusivo della poesia e del poeta è proprio questo equilibrio e richiamo tra forme opposte, tra la forma della poesia, sigillata nella perfezione delle sue misure di spazio, ritmo, pensiero e l'apertura dialogica illimitata dell'intervista, che diventa così un primo atto ermeneutico. "Nuovi dialoghi sulla poesia (2015-2020)" raccoglie alcune delle più significative interviste che Giancarlo Pontiggia ha rilasciato durante e dopo la stesura finale e la stampa di Il moto delle cose (Mondadori, 2017), consegnandoci un ritratto a tutto tondo della sua visione umana, intellettuale e poetica. La poesia non è emozione, ma un'esperienza in cui si fondono moti di pensiero, percezioni di vita quotidiana, echi di dottrine, sogni, visioni. Tutto questo in una lingua che deve affondare nell'elementare ruvidezza del parlato e insieme distanziarsene. Si scrive nel silenzio, cercando un ideale incontro di verità esistenziale e di sapienza letteraria, di intuizione fantastica e di pensiero argomentato, di libertà e di necessità, di intensità analogica e di severità del cuore, di tempo umano e di tempo cosmico. Quel che accade, se accade, lo chiamiamo poesia.
Dostoevskij in dialogo con l'Occidente
Vladimir Kantor
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 160
Questo libro va alle radici del rapporto della Russia con l'Occidente. Dostoevskij è uno scrittore di frontiera. I suoi personaggi sono legati alla fanghiglia e alla nebbia di Pietroburgo. E anche Pietroburgo, la città più importante della cultura russa, è frontiera, sia in senso geografico e orizzontale, sia in senso verticale: per Dostoevskij è il luogo della lotta del diavolo con Dio. In Dostoevskij in dialogo con l'Occidente, il filosofo russo Vladimir Kantor mette a confronto l'anima russa e l'anima europea. Partendo dall'Inferno di Dante, si muove nel tema del peccato e del pentimento, della morte dopo la vita e della morte in vita. Molti universi, grandi e piccoli, persone reali e persone immaginarie, attraversano le pagine di questo saggio come luci gialle nella nebbia di Pietroburgo, città fantastica e del sogno: Papà Goriot di Balzac, Delitto e Castigo, Memorie da una casa di morti e Bobòk di Dostoevskij, Pietro il Grande e Lenin, Puškin e Gogol', Marmeladov e Vautrin, Raskol'nikov e Rastignac, Platone e Freud, Zweig e Camus, Amleto e le streghe di Macbeth, Cristo e la libertà. Dante pensava che sulla terra ci fossero i vivi, ma che i peggiori di loro potessero già subire il tormento dell'inferno; in Russia, Dostoevskij vedeva un nuovo tipo di esseri umani, vivi e morti contemporaneamente. Se l'eroe di Balzac vuole assoggettare il mondo, l'eroe di Dostoevskij lo vuole superare: Rastignac cerca il proprio tornaconto, Raskol'nikov - con l'accetta - cerca la giustizia. Là dove la vita ha perso il suo significato più alto, la persona umana precipita nella corruzione. In questo saggio dal ritmo incalzante, Vladimir Kantor racconta una disgregazione dell'anima che la storia ha dimostrato essere terribile come l'inferno.
Luce e ombra. Leggere Daniele Del Giudice
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 152
Gli scritti di Cristina Benussi, Gianfranco Bettin, Massimo Donà, Caroline Lüderssen, Claudio Magris, Alessandro Melchiorre, Bruno Mellarini e Alessandro Scarsella vengono qui proposti allo scopo di conservare non tanto un patrimonio di competenze maturate a contatto con i libri di Del Giudice, quanto lo spirito disinteressato con cui la premura intorno all'autore si manifestò nei giorni che precedettero la pandemia, presso l'ambiente accademico e presso la comunità dei letterati, prima che Daniele staccasse la propria ombra da terra. Considerati come capitoli, questi saggi stanno anche a indicare, a futura memoria, percorsi di riflessione e di investigazione forse obbligati al fine di consolidare la conoscenza dei temi e dello stile di Del Giudice.
Tra spazio e paesaggio. Studi su Calvino, Biamonti, Del Giudice e Celati
Bruno Mellarini
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 376
Se è vero - come ha scritto Francesco Biamonti - che «è destino umano abitare un mondo», è altrettanto vero che le categorie di spazio e di paesaggio divengono i fondamentali strumenti ermeneutici per cogliere il senso della nostra posizione nel mondo, in una sorta di mapping infinito e inesauribile. Prendendo le mosse da una ricognizione filosofica dei concetti di spazio e paesaggio, visti e considerati dialetticamente, nelle loro reciproche implicazioni, nonché dalla rilettura di alcuni momenti chiave dell'opera di Calvino, si analizzano le forme della rappresentazione spaziale e paesaggistica in tre autori di "scuola" calviniana: Biamonti, Del Giudice e Celati. Emergono così approcci anche molto diversi, ma tutti in qualche misura accomunati dal riferimento a Calvino, la cui attività scrittoria si era svolta tra la gioiosa scoperta del paesaggio nativo e l'emergere, sulla scorta di un novecentesco spatial turn, di un interesse sempre più marcato ed esclusivo nei confronti della spazialità. Di qui le soluzioni, in parte divergenti, adottate dai tre scrittori: il paesaggismo modernamente aggiornato di Biamonti, che frantuma il paesaggio tradizionale restituendone echi e risonanze esistenziali; la rigorosa ricerca spaziale di Del Giudice, per il quale il paesaggio si riduce a pura archeologia, a inservibile reperto del passato; lo sguardo fenomenologico di Celati, l'autore che forse più di tutti cerca di rompere la dicotomia spazio/paesaggio per trovare nel concetto di luogo, inteso quale sintesi insolubile di spazio e tempo, un ancoraggio poetico ed esistenziale.
I denti dell'arte. La letteratura entre-deux-guerres nell'«Italiano» di Leo Longanesi
Dario Boemia
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 256
Quanto ha segnato finora la sfortunata ricezione critica dell'«Italiano» fu quel sottotitolo che con varianti minime portò con sé fino alla fine: «Settimanale della gente fascista». Quando nel 1926 uscì il primo numero dell'«Italiano», Leo Longanesi non era ancora maggiorenne, ma portò avanti ostinatamente questo suo progetto fino al 1942. A nessun'altra delle sue riviste avrebbe dedicato se stesso come alla sua prima avventura di direttore. Ma l''«Italiano» riceverà minor attenzione da parte della critica posteriore rispetto a «Omnibus» e al «Borghese». Negli anni Trenta «L'Italiano» diede voce ai migliori scrittori della nuova generazione, quali Comisso, Moravia, Buzzati, Soldati, Tobino, Benedetti e Brancati. Evitando lo sperimentalismo e l'avanguardia, il foglio seppe nondimeno rivelarsi spregiudicato e moderno, fuggendo strenuamente quelle novità che sono i denti della letteratura e dell'arte: «servono solo per mangiare, ma ingialliscono e si perdono». Il risultato è una testata ricca di contraddizioni e di notevole fascino («L'Italiano si vende moltissimo, ed è seguito», scrive nel marzo 1931 all'amico Pellizzi), capace di accostare un testo di Mussolini a un racconto di Hemingway, poesie di Ungaretti ad aforismi dello stesso Longanesi, nonché in grado di far collaborare un antifascista pentito come Giovanni Ansaldo con il selvaggio Mino Maccari. Questo libro prova a dar conto dell'idea di letteratura proposta dall'«Italiano», studiando i contributi dei suoi principali collaboratori ed esaminando il loro effettivo apporto alla fisionomia del periodico. Si tenterà, insomma, di restituire al lettore un quadro quanto più sintetico ed esauriente dell'identità di una rivista che, nelle storie letterarie, dovrebbe occupare almeno lo stesso spazio riservato a «Solaria».
«La mia fortuna non s'arrestò qui». Italo Svevo e le occorrenze del successo
Barbara Sturmar
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 144
Come si misura la fortuna letteraria? Italo Svevo nutriva la speranza di essere accolto favorevolmente dalla critica e di riscuotere un largo successo di pubblico, ma i capricci del destino già si prefigurano nel percorso arzigogolato della sua scrittura. Con i saggi presentati in questo volume, dove ebraismo e umorismo sono le assi portanti del discorso critico, Barbara Sturmar mira a scandagliare alcuni aspetti del Caso Svevo, ribadendo il potenziale analitico che il riconoscimento dell'identità giudaica getta sullo scrittore. Attraverso la maschera claudicante dello schlemiel, l'accostamento tra Zeno e Charlot, le facoltà deflagratorie del riso, le analisi sul trattamento della Coscienza di Zeno di Giorgio Strehler e l'accurata regia di Mauro Bolognini, che portò Senilità sul grande schermo, si prova a rispondere al quesito iniziale. La fortuna sveviana è a tutt'oggi inarrestabile, l'ossimorico "silenzio eloquente" del Profilo autobiografico è stato definitivamente rettificato dal fragore inequivocabile degli applausi. I lettori, assecondando i desideri del letterato triestino, si rispecchiano nel guazzabuglio dell'individualità profondamente umana dei suoi personaggi: non una mera imitazione dell'imperfezione, ma la fertile consapevolezza dell'incompiutezza e allo stesso tempo un tentativo di perfettibilità, intesa quale percorso di ricerca e di vita, dove il successo è l'aspirazione alla conservazione dell'originalità esistenziale.
At the back of my ear. Essays on poetry and literary crossings
Marco Fazzini
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 224
"At the Back of My Ear" è un libro di saggi in lingua inglese e si occupa dell'arte poetica di alcuni tra i più importanti poeti contemporanei di lingua inglese. I due premi Nobel per la letteratura, l'irlandese Seamus Heaney e il caraibico Derek Walcott, e poi gli statunitensi Lawrence Ferlinghetti e Amiri Baraka (Le Roi Jones), l'inglese Geoffrey Hill, il sudafricano Douglas Livingstone, gli scozzesi Kenneth White, Edwin Morgan, John Burnside e Douglas Dunn.
Notte purpurea. La poesia di Giancarlo Pontiggia
Arnaldo Colasanti
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 248
Questo studio ruota attorno alla necessità radicale della poesia in quanto significato della vita. Queste pagine narrano l'esperienza di un critico che legge uno dei massimi poeti contemporanei, Giancarlo Pontiggia, per porre il nodo di una dilaniante questione: cos'è la poesia se non la coscienza del segreto della realtà? cosa sarebbe la nostra esistenza se la vita non fosse affidata al sogno, alla veglia, alla ragione febbricitante della conoscenza poetica? Il saggio di Arnaldo Colasanti, scrittore e critico letterario, è l'analisi perentoria di sole due poesie che, pure, vengono pensate come varco per ritrovare l'antico e il futuro della lingua, la pura scommessa della contemporaneità, la sua tenerezza e il suo ardore, le fonti vive di Lucrezio o di Epicuro, di Mallarmé e insieme del più inquieto oggi, come del pieno Novecento. La critica di Colasanti è una rapsodia o forse uno Stabat mater, per dichiarare, ancora una volta, che in questi anni di vuoto e di irrisione, in quest'epoca svilita dalla presunzione dell'invidia sociale e dalle ferite del narcisismo, ciò che solo conta, quello che è il ruolo stesso della poesia, è la sua capacità di senso, è la sua grande arte del volo oltre le ideologie, la mediocrità, le chiacchiere quotidiane. Lo statuto di imperdonabilità e di esperienza etica non è che la sua stessa esistenza politica: la fede nuda nella poesia contemporanea come ascia contro l'aridità del mondo.