Arcana: Musica
Più veloce! Le origini del grindcore e del power violence
Flavio Adducci
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 536
“Più veloce!” è un saggio scritto con l’intento di tracciare una storia delle origini di generi musicali velocissimi e rumorosi come il grindcore e il power violence, affrontando un periodo storico ben circoscritto che va dal 1982 al 1986. Si tratta esattamente di una storia internazionale che parla di gruppi (e non solo) provenienti dai più diversi Paesi, dagli Stati Uniti al Sudafrica, dall’Italia alla ex Jugoslavia, dal Giappone all’Australia, con informazioni di prima mano prese soprattutto dalle tante interviste condotte dall’autore, le quali hanno coinvolto vari addetti ai lavori, non soltanto musicisti. Diviso in vari capitoli sistemati in ordine cronologico, “Più veloce!” vanta al suo interno numerose foto, anche inedite, alcune delle quali scattate direttamente dall’autore ai tanti concerti a cui ha assistito. L’opera è rivolta in particolar modo ai fan del grindcore e del power violence e a quelli del punk hardcore ma anche, seppur in misura minore, agli amanti del metal estremo.
Anima latina. Anatomia di un capolavoro
Stefano Milioni, Sergio Michelangelo Albonico
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 176
Dicembre 1974. La casa discografica Numero Uno pubblica il nuovo album di Lucio Battisti. È un disco molto atteso. L’anno precedente Battisti aveva piazzato contemporaneamente al primo e secondo posto delle hit parade ben due 33 giri, un evento raro e difficilmente ripetibile da qualsiasi altro artista. Uno era il mio canto libero, uscito nel novembre del 1972, l’altro il nostro caro angelo, pubblicato appena nove mesi dopo, nel settembre del 1973. Con quegli album Battisti aveva consolidato la sua fama di autore di brani capaci di arrivare al grande pubblico, senza concessioni e cadute di gusto. Il 1973 fu l’anno delle hit a 45 giri “Il mio canto libero” e “La collina dei ciliegi”; dal nuovo disco in uscita tutti si aspettavano altre grandi canzoni. Ma Battisti spiazzò tutti, anche lo stesso Mogol. Realizzò un concept album all’altezza del progressive internazionale più all’avanguardia, non ebbe esitazioni a buttare giù la sua statua, nascondendo la voce e i testi criptici e magnifici di Mogol fra strumenti dal suono bucolico e musica elettronica, sospesi fra le campagne di Poggio Bustone e la frenesia metropolitana di Londra. “Anima Latina. Anatomia di un capolavoro” racconta, con le testimonianze di chi ha contribuito a realizzarlo, la genesi e la storia di quel disco, una delle vette espressive più alte mai raggiunte dal binomio Battisti-Mogol, un album visionario e inquieto che ancora oggi, a distanza di 50 anni, profuma di futuro.
Psicoparade. La psicologia del rock e del pop
Davide Gammon Scheriani
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 280
Forse stai guardando il retro copertina di questo libro perché vuoi stare meglio. Perché ti interessa la psicologia, per capire qualcosa di te. Degli altri. Insomma, per sbrogliare la matassa. O, almeno, per iniziare a farlo. Oppure vuoi avere qualche dritta su come scrivere una canzone (spoiler: è solo un altro modo di provare a sbrogliarla, la matassa). O, ancora, sei curioso di sapere cosa vuoi dire essere uno psicocantautore. Questo libro ha le risposte che stai cercando. Be’, non tutte. Ma puoi partire da qui. Questo libro unisce la storia del rock e del pop con le idee della psicologia moderna. E sì, anche con la mia vita.
Bob Dylan e il mito
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 320
È tempo di andare oltre il dibattito se Bob Dylan sia o meno un poeta, o se le sue canzoni debbano essere considerate letteratura. Dylan è un artista della parola parlata e cantata, con legami sia con la tradizione letteraria sia con quella musicale. E con le mitologie che hanno segnato la costruzione della nostra civiltà. Questo volume, che presenta contributi di importanti specialisti di Bob Dylan quali Timothy Hampton e Alessandro Carrera, con la cura editoriale di tre ricercatori, esplora un aspetto dell’opera di Dylan poco noto al grande pubblico: quello della presenza di mitologie nell’immaginario letterario e musicale che Dylan veicola nelle sue canzoni. L’antichità egizia, greca e romana, la Bibbia, la poesia dei trovatori, le tragedie shakespeariane, le tradizioni celtiche, il Far West, il blues del Delta, gli hobos degli anni della Depressione, il folk irlandese e gli Appalachi, e il rock stesso che diventa il materiale mitologico di “Murder Must Foul”: niente sfugge alle riscritture dylaniane, dalle mitologie antiche alle moderne epopee popolari.
Il jazz e i mestieri. 50 interviste a chi lavora per la musica
Guido Michelone
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 392
C’è chi il jazz lo suona: lo crea, lo improvvisa, lo scrive, lo propone su disco, in concerto o attraverso i social. Ma c’è anche chi il jazz lo registra, lo cura, lo diffonde, lo studia, lo analizza, lo fotografa, lo descrive, lo insegna, lo dipinge, lo critica, lo filma, lo racconta, lo organizza in festival e rassegne, lo mescola a differenti linguaggi espressivi: sono quelli che fanno “i mestieri del jazz”, ovvero tutto l’indotto che il jazz offre oltre la musica nuda e cruda. Senza questi mestieri non esisterebbe il jazz, o meglio rimarrebbe folklore, dilettantismo, carboneria. Esiste dunque un macrocosmo di mestieri “del” e “sul”, “per” e “con” il jazz che sovente risultano di scarsa visibilità, perché lasciati nell’ombra da un apparato che si mostra indifferente, se non ostile, verso un’arte nobile come il jazz e verso chi grazie al jazz inventa professioni serie e autorevoli. Sono mestieri che coinvolgono spesso gli stessi jazzisti che in Italia diventano talvolta anche giornalisti, docenti, impresari, reporter, discografici, responsabili, direttori di svariate iniziative, oppure artisti a tutto tondo anche in settori apparentemente lontani come il cinema, la pittura, il romanzo, la poesia, il teatro. “Il jazz e i mestieri” è uno spaccato di realtà, ovvero una storia nella storia del jazz, dove sfilano tra gli altri Roberto Polillo, Alberto Alberti, Franco Fayenz, Roberto Masotti, Paolo Carù, Franco Maresco, Giancarlo Cazzaniga, Giorgio Lombardi, Gianni Amico, in una colorata passerella di addetti ai lavori di bebop, hard bop, post-bop e di free, dixieland, swing, fusion, blues.
What's my age again? Ascesa, declino e rinascita del pop-punk
Rino Gissi
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 480
“Anche se sono certo che ai Green Day non piaccia la definizione ‘pop-punk’, credo che ‘Basket Case’ abbia davvero definito questo genere, in un modo che non si era mai visto prima. E poi ‘What’s My Age Again?’ dei Blink-182 è stato un altro successo gigantesco. Quei due pezzi hanno aperto la strada a band come i Simple Plan, i Good Charlotte, i New Found Glory e tutte quelle che sono venute dopo, come gli Yellowcard. Abbiamo un enorme debito di gratitudine verso quelle due canzoni, quelle che hanno consolidato il pop-punk e dato inizio a un’intera scena”. Sono parole di Pierre Bouvier, leader dei canadesi Simple Plan, tra i gruppi di maggiore successo degli anni Duemila. Dopo avere fatto il botto con dookie e smash, il pop-punk è diventato in brevissimo tempo una vera e propria colonna sonora di fine millennio, l’accompagnamento – musicale ed estetico – di intere generazioni di adolescenti a cavallo tra il XX e il XXI secolo. Un’estetica, una moda, uno stile musicale: questo e altro è stato il pop-punk per chi ha amato Green Day, Blink-182, The Offspring, Sum 41 e molti altri, recentemente riscoperti addirittura dalla Gen-Z grazie a un revival inaspettato. Questo libro è un viaggio all’interno di un universo e di una vera e propria sottocultura: ne esplora la storia e gli aneddoti, dai tempi dei pionieri che hanno ispirato i gruppi più famosi fino alla realizzazione dei dischi-cardine che hanno definito, e ancora oggi identificano, il pop-punk.
La canzone d'autore in Italia. Volume Vol. 1
Barbara Della Salda
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 496
La canzone non è patrimonio solamente di chi la compone: acquista validità e vitalità quando viene ascoltata, cantata, stonata, reinventata in mille occasioni quotidiane. Diventa allora espressione del sentimento della gente in un preciso e particolare momento storico. Quando un testo ha già di per sé valenza poetica e rilevanza letteraria, se accostato alla musica diventa quel fenomeno irripetibile e peculiarmente italiano che è la canzone d’autore: la forma d’arte che, grazie alla sua fruibilità, ha influenzato maggiormente la nostra vita e il nostro modo di sentire dagli anni Cinquanta del secolo scorso in poi. Questo libro, prima parte di un lavoro che arriva fino al nostro tempo, prende il via dalla seconda metà degli anni Cinquanta e percorre i due decenni Sessanta e Settanta, quando la canzone d’autore nasce e poi si sviluppa, fino a diventare la forma musicale più rilevante del momento. Per ogni periodo si è cercato di individuare le linee tematiche comuni ai diversi autori per poi analizzarne singolarmente la poetica. Ogni decennio è introdotto da una breve premessa per presentare gli avvenimenti più rilevanti del periodo in Italia e nel resto del mondo. Ma, soprattutto, si è cercato di illustrare il quotidiano per far comprendere momenti che, anche se abbastanza recenti dal punto di vista cronologico, sono così distanti dall’oggi sia nel modo di fare che di sentire. Perché ricordare non è solo provare nostalgia o rimpianto: conoscere il passato significa essere pronti per il futuro e raccontare la storia della canzone d’autore vuol dire raccontare la nostra storia.
Per non morire canto. Storia di Alessandro Bono
Nico Donvito
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 208
All’anagrafe Alessandro Pizzamiglio, sul palco Alessandro Bono. Classe ’64, il cantautore milanese scomparve nella sua città nel maggio del 1994, neppure trentenne, a causa dell’Aids, in un periodo in cui quella malattia incuteva paura e alimentava il pregiudizio. Una promessa del nuovo rock d’autore, così era considerato Alessandro all’inizio dell’ultimo decennio del secolo passato. Un artista che sapeva mescolare la poetica della coppia Mogol-Battisti all’estro creativo di Vasco. Parole e suggestioni, un po’ come il suo mito Bob Dylan, con il quale collaborò aprendo quattro suoi concerti italiani. Nei testi, Bono era abile sia a fotografare la sua epoca, oggi più che mai lontana, sia a immaginare un futuro simile a quello che oggi conosciamo. Scriveva del sociale, d’amore, di politica e di tutto ciò che attirava la sua spiccata e sensibile attenzione. Questa è la storia di un uomo che ha pagato a caro prezzo per le sue fragilità. Un uomo che, dopo avere vinto la sua battaglia contro l’eroina, ha ricevuto dal destino il conto più alto. Più che un disordine morale fine a se stesso, però, in questa storia troverete tutta l’umanità di un ragazzo che ha senz’altro sbagliato, di un uomo al quale non è stata concessa una seconda possibilità e che ha pagato per errori che aveva saputo riconoscere, curare e superare. “Per non morire canto” vuole essere un omaggio alla sua memoria, ma anche una fonte di ispirazione per coloro i quali si ritrovano ancora oggi a combattere, in silenzio, contro il mostro di una qualsivoglia dipendenza.
L'evoluzione dell'hip hop. Dal rap alla trap
Camilla Masullo
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 152
Questo libro traccia il percorso compiuto dal rap a partire dalla prima metà degli anni Settanta fino a oggi e il suo passaggio da fenomeno radicato in contesti sociali minoritari all’affermazione nel panorama musicale globale e, quindi, al raggiungimento dell’apice del successo commerciale. L’analisi mette in evidenza la relazione tra il fenomeno musicale dell’hip hop e il contesto sociale degli Stati Uniti, fino alla sua diffusione in altri paesi come l’Italia. Qui, il rap ha faticato a adattarsi per ragioni sociali, di stile e di contenuto e ha dovuto tradurre le esperienze e le realtà socioculturali in un linguaggio musicale nato in contesti diversi. Con il tempo e l’evolversi della scena hip hop, il rap italiano ha trovato la propria voce, mescolando influenze locali con il ritmo e lo spirito del genere originario, contribuendo a plasmare un panorama musicale unico e diversificato. L’analisi si sposta poi sulla nascita del sottogenere trap che si differenzia dal punto di vista stilistico, musicale e, soprattutto, contenutistico. Il lavoro mostra come sia il rap sia la trap siano stati soggetti a stereotipi e limitazioni, spesso accusati di veicolare contenuti diseducativi. Infine, si riflette sulla musica come forma d’arte che non deve necessariamente promuovere modelli educativi, ma piuttosto porre in luce la realtà. Sebbene oggi il rap e la trap abbiano conquistato e dominato le classifiche musicali mondiali, in contesti tradizionali e conservatori come quello del Festival di Sanremo permangono molti stereotipi e il genere viene considerato ancora giovane e (solo) per i giovani, nonostante i suoi cinquant’anni di storia.
Morire per delle idee. Dodici canzoni per conoscere e amare Georges Brassens
Federico Pistone
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 128
Non solo Francia e non solo musica. Georges Brassens è una delle figure più luminose della cultura del Novecento grazie alle sue centoquaranta canzoni, pubblicate fra il 1952 e il 1976. In Italia molti lo hanno tradotto, pochi hanno conosciuto veramente il suo misantropo genio di chansonnier senza tempo, le sue ballate insolenti ed eleganti, feroci e ironiche, anarchiche, misogine e femministe insieme, molto prima di ogni battaglia di genere. È l’universo degli ultimi che ascendono a un paradiso di solidarietà, riscatto e compassione, come il becchino che si scava da solo la fossa, il disgraziato segnato a dito dai benpensanti del paese, la prostituta che si ribella al suo protettore. Negli inferi della poesia di Brassens sprofonda senza appello chi vuole imporre la propria autorità, come il giudice del Gorilla, o il proprio pensiero, come in Mourir pour des ideés, molto più potente della versione proposta da Fabrizio De André con eleganza ma senza la profondità dell’originale. Ecco, il problema di Brassens in Italia è legato proprio alla “riduzione” della sua poesia attuata da alcuni cantautori che hanno tentato, senza ovviamente riuscirci, di restituire la purezza delle emozioni dello chansonnier. L’affinità del francese con il piemontese e il milanese hanno prodotto traduzioni perfino divertenti (rispettivamente Fausto Amodei e Nanni Svampa) mentre De André non solo ha riproposto in italiano con successo alcuni brani di Brassens, ma ha fatto propri temi, teorie e immagini che saranno alla base di tutta la sua produzione. Prima però c’è Brassens, in tutti i sensi. Prefazione di Beppe Chierici.
Sergio Caputo, la storia dietro le canzoni
Sergio Taraddei
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 168
Sergio Caputo, artista romano classe 1954, all’inizio degli anni Ottanta ha spiazzato tutti con il suo swing-jazz, un modo nuovo di fare canzoni, sia dal punto di vista musicale, sia da quello lirico, inventando testi pieni di giochi di parole, nonsense e calembour, creando canzoni d’amore ironiche, in cui il protagonista “mollato” ci si fa una risata su, e dove si ammazza la solitudine affascinati dal panorama. L’astronave Caputo arriva e ci regala sogni dispersivi, ossi di seppia, tundre e articoli sportivi, ma soprattutto ci dona tanta gioia e divertimento, ci fa conoscere un Garibaldi innamorato, ci introduce nell’Hemingway Caffè Latino e ci porta alle Hawaii, girando in Cadillac con gli hula-hula nell’hi-fi. Preparatevi a entrare in questa vita dromedaria, piena di night, dove le bionde sono tinte anche sotto la luna. E se durante un sabato italiano ti troverai a sorridere mentre leggi questo libro, non potrò che dirti mercy bocù!
Siouxsie. The voodoo Dolly
Vanni Neri
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2024
pagine: 248
Questa è la storia della cantante inglese che, con l’esplosione del punk nel 1976, ha modificato i costumi della musica rock, contribuendo a portare la figura femminile di una cantante al livello delle più grandi e influenti figure maschili. Nel libro si narra la storia sua e dei musicisti che l’hanno accompagnata per anni, con testimonianze dirette della stessa Siouxsie (con una preziosa intervista inedita realizzata nel 1981) e di alcuni suoi collaboratori storici, tra cui la violoncellista Anne Stephenson. Soffermandosi sulle tante difficoltà a mantenere una formazione stabile, sul licenziamento dei vari chitarristi, sull’ingresso nei Banshees di Robert Smith dei Cure, amico di Siouxsie fin dagli anni Settanta, “The Voodoo Dolly” descrive la carriera di Siouxsie dagli esordi (inclusa la sua esperienza con il Bromley Contingent, un gruppo di fan dei Sex Pistols di cui fece parte fra il 1975 e il 1976) fino al clamoroso ritorno sulle scene nel 2023. Completano il racconto la discografia completa di tutti i formati sia di Siouxsie and the Ban-shees sia dei progetti che hanno visto coinvolti i vari musicisti della sua band (Glove e Creatures), l’elenco dettagliato dei concerti da inizio carriera fino agli ultimi e le recensioni di tutti gli album della regina del goth.