DeriveApprodi: Habitus
Elogio delle vagabonde. Erbe, arbusti e fiori alla conquista del mondo
Gilles Clément
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2020
pagine: 147
Panace di Mantegazzi, porracchia sudamericana, fico d’India, papavero sonnifero, poligono del Giappone, erba della Pampa… trasportate dal vento, dagli animali o dalle suole delle scarpe, anche nelle nostre contrade le erbe vagabonde hanno conquistato, con coraggio e vitalità, giardini, scarpate e terreni incolti. Eppure, le erbe vagabonde non hanno buona nomea: le si chiama anche erbacce, piante selvatiche, infestanti e spesso si vieta loro un diritto all’esistenza. Piante nemiche, ma davvero pericolose? Gilles Clément, paesaggista francese e inventore del «giardino in movimento», dove felicemente le coltiva, in questo libro sceglie di farne l’elogio. Di tali erbe raccontala storia, le origini, il momento del loro incontro. E spiega come l’uomo, i diserbanti, il cemento, i dissodamenti e le coltivazioni industriali abbiano permesso a queste piante randagie di insediarsi e crescere. Coniugando il talento del giardiniere a quello di scrittore, in nome della difesa della mescolanza planetaria, Clément ci consegna un’opera dove letteratura e botanica coesistono a difesa della diversità. Un libro che è insieme una filosofia del paesaggio, e della relazione tra uomo e piante, e un manuale per amare le erbe senza fissa dimora.
Architetture del dopo. Costruire con le piante. Salice, canna, bambù, paglia, terra
Maurizio Corrado
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2020
pagine: 239
Anche nelle metropoli occidentali si diffondono costruzioni realizzate utilizzando piante: salice, canna, bambù, paglia. Tecnologie naturali che sono rielaborazioni di tecniche legate alle prime costruzioni dell'uomo: architetture "del prima", ma soprattutto "del dopo", di come dovremmo costruire per rendere sostenibile la nostra presenza su questo pianeta. Riprendere la cultura del saper fare con le mani ci riporta al tempo profondo del Paleolitico. Gli allarmi della comunità scientifica ci spingono infatti a guardare a un tempo lontano come a un bacino di conoscenze da approfondire. Da circa vent'anni le "architetture del dopo" attraggono un numero sempre maggiore di estimatori per le loro caratteristiche di sostenibilità, di eco-compatibilità e di rimando a pratiche di coesione sociale. Usare questi materiali è una scelta ecologica e insieme politica, mentre torna centrale la dimensione del gesto e del saper fare, in alternativa ai metodi di produzione industriale.
Come vignaioli alla fine dell'estate. L'ecologia vista da una vigna
Corrado Dottori
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2019
pagine: 222
Si può parlare di ecologia partendo da una vigna? È ciò che fa con questo libro Corrado Dottori, vignaiolo marchigiano i cui vini «naturali» sono noti in tutto il mondo. In un «quaderno di campagna» che raccoglie un anno di lavori agricoli — dall'assaggio dei vini alle analisi dei terreni, dalla meteorologia alle vinificazioni, dalle acidità alle fermentazioni —si fa largo un'interrogazione sulla natura e su quel complesso sistema chiamato «vita» all'interno del quale si colloca il lavoro di ogni agricoltore. Le più stringenti questioni del dibattito ecologico contemporaneo — dal riscaldamento climatico all'impatto delle attività umane sul pianeta, dall'esaurimento delle risorse alla capacità di adattamento della vita vegetale — si intrecciano a una narrazione quotidiana fatta di osservazione e meraviglia per un ambiente naturale con il quale la tecnica e il sapere umani della coltivazione interagiscono e che contribuiscono a creare. Questo luogo è qui semplicemente una vigna. E da questo punto di osservazione privilegiato, Corrado Dottori saprà condurre il lettore lungo una strada capace di guardare con grande poetica alla natura. Nel tentativo di ridurre lo scarto che da essa ci separa, spunteranno i vini «di un vignaiolo che dissente»: con la loro estetica ci ricordano che un altro mondo è davvero possibile.
Miti e magie delle erbe. L'aura di piante e fiori tra mitologia e letteratura
Maria Immacolata Macioti
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2019
pagine: 314
Alberi, piante, fiori sono da sempre presenti nell'immaginario e nei rituali delle più diverse culture. Cibo dell'anima e del corpo, ciascuno è portatore di un'aura particolare. Ci sono fiori prediletti dagli Elfi e altri amati dalle fate. Nella tradizione greco-romana la quercia è sacra a Zeus, mentre il mirto lo è a Venere. Alcuni danno vita e amore, come le rose e le viole, altri celano insidie mortali, quali l'iris portatore di sonno. Vi sono poi piante legate alle grandi religioni, quali il loto, importante per il buddismo, o il vischio, a lungo ritenuto un dono degli dèi, o la mandragora, la cui forma umana la riconduce al Paradiso terrestre. Il libro di Maria Immacolata Macioti è un lungo viaggio storico e culturale nelle narrazioni mitiche che hanno accompagnato l'uso e la diffusione delle piante dalla classicità ai giorni nostri nella loro funzione curativa tanto del corpo quanto dello spirito, passando per le loro connessioni religiose. Nel rapporto che gli umani hanno stabilito con le piante, facendo di esse l'oggetto di riti e racconti e attribuendo loro specifiche qualità, si è dato loro l'abilità di fare da tramite con ciò che le diverse culture hanno immaginato di un aldilà. Le piante traducono l'incanto magico e simbolico che accompagna la nostra permanenza sulla terra.
È un vino paesaggio. Pratiche e teorie di un vignaiolo planetario in Friuli
Simonetta Lorigliola
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2017
pagine: 189
Questo libro vi prende e vi porta direttamente sul suolo erboso punteggiato di fiori blu di una vigna singolare e molteplice. Il racconto è una passeggiata linguistica dentro il bosco che quella vigna affianca, poco prima dell'ambiente e del mondo che contribuisce a creare. Troverete, lungo il cammino, un intreccio enoico e immaginativo. Biografìe incrociate e poco cronologiche, quelle di Federica Magrini e Lorenzo Mocchiutti, i Vignai da Duline. E poi, divagazioni e paradigmi in vigna. Pause in cantina. Pezzi di Friuli, Tocai giallo. Arbe garbe. Insetti utili. Malvasia. Carème. Prugne umeboshi. Soldati e Veronelli. Gelsi e siepi. Pinot nero. Masanobu Fukuoka. Chardonnay. Erba medica di Premariacco. Critica dell'assaggio. Casarsa. Osmizze. Potatura relazionale. Api e vespe. Picolit. Vitis rupestris. Respirerete un sistema sentito e praticato. Chioma integrale. Mucca verde. Per Lorenzo Mocchiutti il vigneto è la nave spaziale in orbita nel viaggio verso una viticoltura yesterday, today, tomorrow. Quotidianamente lavora per dare materialità a una visione agricola. E per trasformarla. Enviromentally sound. Le sue pratiche raccontano il meticoloso rispetto della terra, a partire dalla fisiologia della pianta e dalla vitalità del suolo, essenziali a un’agricoltura diffusa, partecipata, sensata: l’unica che guardi e si faccia avanti. L’unica che generi vini d’eccellenza, che distillino territorio. La sua opera perderebbe ogni ragione di esistere se restasse chiusa in quel 'clos'. Da là, si è d’altronde autonomamente defilata e si sta trasformando in un manifesto del «vino paesaggio». Tutto da scrivere, a partire da ora. Nel sensibile comune. Postfazioni di Ilaria Bussoni e Michele Spanò.
Elogio delle vagabonde. Erbe, arbusti e fiori alla conquista del mondo
Gilles Clément
Libro
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2017
pagine: 152
Cuoche ribelli: La cucina impudica-La cuoca di Buenaventura Durruti-La cuoca rossa
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2013
pagine: 512
"La cucina impudica", "La cuoca di Buenaventura Durruti", "La cuoca rossa" sono tre "diari", redatti rispettivamente a Parigi a cavallo tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso; a Barcellona durante la guerra civile spagnola; al Bauhaus tedesco durante la Repubblica di Weimar. Le autrici sono una cocotte parigina, una militante anarchica della Colonna Durruti, un'allieva della scuola d'arte tedesca e membro di una cellula spartachista. Nei tre "diari" le autrici restano anonime, pur rivelando molto altro della propria biografia, della propria cultura, della propria vita. Alternano aneddoti e ricordi; riferiscono di discussioni e pettegolezzi, di incontri amorosi e relazioni politiche, di balli mascherati e azioni di sabotaggio, di letture poetiche e lezioni sul colore, di vernissage e volantinaggi, di concerti mondani e scampagnate; passano al vaglio opere letterarie e teorie sociali; accennano a incontri con musicisti, pittori, scrittori, commediografi, registi, rivoluzionari di varia fama; e tra un tassello di vita e un altro trascrivono una ricetta. Ed è appunto al genere del "ricettario" che appartiene la prosa delle tre cuoche. Un ricettario del Novecento europeo, che tra liste di ingredienti, metodi di cottura, salse, condimenti, laccature e guarnizioni parla la lingua dalla quale proviene: quella del desiderio di libertà e di godimento. Perché questo dimostrano i "diari" delle tre anonime.
Elogio delle vagabonde. Erbe, arbusti e fiori alla conquista del mondo
Gilles Clément
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2013
pagine: 147
"Le piante viaggiano. Soprattutto le erbe. Si spostano in silenzio, in balìa dei venti. Niente è possibile contro il vento. Se mietessimo le nuvole, resteremmo sorpresi di raccogliere imponderabili semi mischiati di loess, le polveri fertili. Già in cielo si disegnano paesaggi imprevedibili. Il caso organizza i dettagli, per la diffusione delle specie ricorre a ogni possibile vettore. Non c'è nulla che non sia adatto al trasporto: dalle correnti marine alle suole delle scarpe. Ma la gran parte del viaggio spetta agli animali. La natura prende in prestito gli uccelli consumatori di bacche, le formiche giardiniere, le docili pecore, sovversive, il cui vello racchiude campi e campi di sementi. E poi l'uomo. Animale tormentato in continuo movimento, libero scambiatore della diversità. L'evoluzione ha il suo tornaconto. La società no. Il minimo progetto di gestione cozza contro il calendario delle previsioni. Come ordinare, gerarchizzare, imporre, quando a ogni angolo spuntano possibilità? Come conservare il paesaggio, gestirne il dispendio se si trasforma col passare degli uragani? Quale schema tecnocratico applicare agli straripamenti della natura, alla sua violenza? Al cospetto dei venti e degli uccelli rimane il problema dei divieti. La natura creativa condanna il legislatore a rivedere i testi, a cercare parole rassicuranti. [...] Cosa diventeremo se gli stranieri occupano le nostre terre? È questione di sopravvivenza...
Non è il vino dell'enologo. Lessico di un vignaiolo che dissente
Corrado Dottori
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2012
pagine: 132
Corrado Dottori è un vignaiolo che produce Verdicchio e non solo sulle colline marchigiane. È approdato alla vigna dopo essersi licenziato da un posto garantito in una grande banca internazionale. E oggi fa il contadino. Cosa significa fare ed essere un agricoltore agli albori del Terzo millennio? Come si fa agricoltura? Cos'è un ambiente? Quali sono le relazioni tra un coltivatore e un sistema vivente quale la vigna? Quale vino produrre? Con quali tecnologie e per ottenere quale gusto? Questo lessico per un'altra "contadinità" ne è la risposta. Un viaggio dentro il mondo della vigna e dentro la vita di chi se ne prende cura. Che passa per la cantina e gli scaffali di vendita. Per la critica del gusto e la storia della produzione viti-vinicola nel Novecento. Per l'enologia e Luigi Veronelli. Per le grandi fiere del vino e i terroir. Una riflessione lungo i sentieri che partono dalla "natura" e sfociano in un prodotto di "artificio" quale una bottiglia di vino. Articolato nella forma di un lessico, questo libro è anche il racconto di ciò che definisce il mondo del vino ma che non trova spazio nelle guide o nei manuali sul bere. E per leggerlo, non serve essere esperti, conoscitori, bevitori o sommelier, basta lasciarsi andare alla linfa che scorre in queste pagine e che ci trascina da un tralcio di vite a una diversa visione dell'ambiente e della natura, a un'ecologia tutta da costruire.