Donzelli: Virgola
Divi. La mascolinità nel cinema italiano
Jacqueline Reich, Catherine O'Rawe
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 152
Il divismo cinematografico nasce in Italia con le favolose dive del cinema muto: ma come nasce e cosa significa il divo? Qual è il rapporto che si instaura fra la star maschile e la mascolinità italiana? Questo volume esamina lo sviluppo del fenomeno dal periodo muto al cinema contemporaneo, offrendo una lettura dei vari modi in cui la star maschile è stata interpretata dagli inizi del Novecento fino a oggi. Nella prima parte del libro le autrici tracciano il contesto storico, sociale e industriale in cui i divi si collocano, e presentano i principali approcci teorici necessari per interpretarli attraverso la semiotica, lo studio dei generi, dello stile di recitazione e della produzione culturale dei fan. In quest'ottica, grande attenzione è dedicata ad aspetti solitamente trascurati, come il rapporto tra divi e audience, il ruolo di quest'ultima nel definire l'immagine della star, nonché la trasformazione e la diffusione del fenomeno divistico grazie ai media digitali. All'analisi teorica si accompagna, nella seconda parte del volume, un approfondimento del divismo tramite l'esame di alcune figure esemplari di star che coprono un ampio arco temporale e un vasto spettro di generi cinematografici: dalle star del muto, Bartolomeo Pagano ed Emilio Ghione, a quelle del cinema tra le due guerre, con Vittorio De Sica e Amedeo Nazzari, dal divo neorealista Raf Vallone ai divi della commedia all'italiana e del cinema impegnato...
Che cos'è il cinema
Mario Sesti
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 199
Il cinema, il segno più popolare della modernità, l'unico capace di parlare all'intero pianeta, è stato la forma perfetta dei corpi e dei desideri, il punto di fusione incandescente tra immagine e immaginazione: e ancora oggi per comunicare, raccontare, emozionare, sorprendere e provocare, in rete come sul più piccolo degli infiniti schermi di cui ci circondiamo, per creare mondi o registrare la realtà, è difficile trovare una lingua diversa da quella delle immagini e dei suoni dei film. In questo libro i volti più celebri dello star system internazionale, da Meryl Streep a Sean Connery e Al Pacino, da Valeria Golino a Toni Servillo, e i maestri della macchina da presa, da Lynch a Malick, Wenders e Tornatore, si raccontano, parlando di sé e del loro rapporto con il cinema. Queste conversazioni, nate dagli incontri della Festa del Cinema di Roma, conducono il lettore al centro della settima arte, attraverso le storie che hanno dato origine ai film della nostra vita. Alle parole dei protagonisti si affiancano le testimonianze di giornalisti, intellettuali, operatori culturali (Gianni Canova, Valerio Cappelli, Fulvia Caprara, Carlo Fuortes, Domenico Starnone) che raccontano quel "piccolo teatro della parola" allestito con cura e dedizione da Mario Sesti che consente alle parole di entrare in intimità con chi le ascolta rinnovando l'incanto del cinema.
Noverar le stelle. Che cosa hanno in comune scienziati e poeti
Marco Pivato
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 160
Aristotele sostiene, nella Metafisica, che la meraviglia suscitata dall'universo sia all'origine del nostro desiderio di conoscere, vale a dire la caratteristica più nobile dell'animo umano e ciò che ci differenzia dalle bestie. È la meraviglia a spingerci ad alzare gli occhi verso il cielo e a porci domande, ed è da lì che, agli albori dell'umanità, germogliarono le domande che portarono alla nascita della scienza e della poesia. E tuttavia, se un tempo Sumeri ed Egizi annotavano in versi i moti dei pianeti, Esiodo mostrava in esametri quali fossero i giorni migliori per la semina e Lucrezio divulgava in poesia la scienza di Epicuro, le due discipline nel corso dei secoli si sono allontanate sempre più. Nel Novecento però qualcosa cambia: da una parte, sempre più frequentemente si levano voci sulla necessità, per la poesia, di abbeverarsi alla fonte della scienza; dall'altra parte, quest'ultima conosce una vera e propria rivoluzione: innanzitutto nel campo della fisica e poi in quello della tecnologia, della genetica e delle neuroscienze, che la portano sempre più spesso a porsi le grandi domande originarie della filosofia e della poesia.
Storia del peperoncino. Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo
Vito Teti
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 300
I nuovi contadini. Le campagne e le risposte alla globalizzazione
Jan Douwe Van der Ploeg
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 416
Da sempre i contadini sono stati una presenza così forte e costitutiva che non si è mai sentito il bisogno di investigarne e comprenderne la posizione, il ruolo o la stessa esistenza. Ma negli ultimi due secoli, nell'epoca delle trasformazioni industriali, qualcosa è cambiato: i contadini sono stati considerati una figura sociale in estinzione o da eliminare, in quanto ostacolo al cambiamento. All'alba del terzo millennio, tuttavia, il mondo contadino non solo si presenta in molte forme nuove e inaspettate, ma sembra addirittura incarnare una risposta chiave per soddisfare i fabbisogni alimentari mondiali nella direzione di uno sviluppo sostenibile dell'agricoltura e delle economie rurali. L'autore del libro, un'autorità in materia a livello internazionale, dimostra che i contadini non sono affatto in decrescita; al contrario, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, assistiamo a fenomeni complessi di ritorno a un modo contadino di fare agricoltura. Il cuore di questo nuovo modello è la ricerca dell'autonomia rispetto al potere ordinatore degli imperi agroalimentari. Un'autonomia basata sulla mobilizzazione delle risorse locali all'interno di un processo produttivo che ne garantisca allo stesso tempo la riproduzione.
Giornalismi nella rete. Per non essere sudditi di Facebook e Google
Michele Mezza
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 264
Un libro scritto nel web per un giornalismo che è sempre più web. Costruito per mesi sul sito giornalisminellarete.donzelli.it con la collaborazione di decine di operatori dell'informazione e giovani studenti di comunicazione, il nuovo libro di Michele Mezza acrobaticamente si cimenta in uno spericolato surfing fra le tempestose onde del mare giornalismo. Sarà Facebook l'edicola del mondo? Google automatizzerà le notizie? Il libro, integrando l'approccio radicale dell'autore con l'esperienza di un testimonial del sistema giornalistico italiano come Giulio Anselmi, già grande direttore di giornali e attualmente presidente dell'Ansa, propone elementi per orientarsi nel labirinto digitale azzardando risposte di fondo e proponendo approcci analitici per il nuovo che verrà. L'innovazione viene raccontata con il linguaggio dell'innovazione: filmati, link, testimonianze, visibili sulla carta con i QR code. Il ragionamento procede mostrando le esperienze concrete di grandi giornali, come la ristrutturazione del "Washington Post" o la digitalizzazione del "Guardian", e confrontandole con le strategie di alcuni dei più prestigiosi testimoni della professione e le dinamiche di realtà emergenti, come i nuovi portali di giornalismo investigativo, o i siti news gestiti da software.
Grande guerra e Novecento
Angelo Ventrone
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 276
Per l'inedita combinazione tra guerra e tecnica, la prima guerra mondiale rappresenta una vera e propria svolta epocale nel XX secolo: nel volgere di pochi anni, un numero impressionante di straordinarie invenzioni modifica radicalmente non solo lo stile di vita e i comportamenti collettivi, ma anche la concezione e la pratica stessa della guerra. Nella Grande guerra si uccide da lontano. Per questo, se diventa sempre più normale veder morire le persone, è nello stesso tempo sempre più difficile vederle nel momento in cui le si uccide. È in questo contesto che muta anche la vita al fronte, caratterizzata dall'angoscia dell'assalto alle trincee nemiche protette da muri di filo spinato e mitragliatrici, dai bombardamenti incessanti e da una disciplina militare spietata. Alla solidarietà tra soldati e ufficiali, si affianca e si contrappone così il dramma degli ammutinamenti e dell'autolesionismo. Ma non c'è soltanto la prima linea. Ci sono anche le retrovie, c'è il "fronte interno". E ci sono tutti coloro che sono stati rapidamente "dimenticati" dalla storia: i civili delle zone di frontiera, i prigionieri di guerra nei campi di internamento, i soldati mutilati o sfigurati nel corso dei combattimenti.
Con un altro sguardo. Piccola introduzione alla filosofia interculturale
Giuseppe Cognetti
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 195
Per far fronte ai terribili mali del presente è fondamentale superare l'ideologia coloniale, cioè la convinzione che la cultura occidentale sia superiore in tutto e per tutto alle altre culture che abitano il pianeta. Occorre aprirsi a un mutamento di paradigma basato su un autentico dialogo con popoli, civiltà, religioni e tradizioni diverse, che la globalizzazione oggi fa entrare in contatto come mai nel passato. Sul piano filosofico, il vecchio modello monoculturale di ragione e di sviluppo è in crisi, e il pluralismo, chiave di volta di una nuova filosofia declinata in senso interculturale, rifiuta ogni arroganza eurocentrica e la credenza che una sola cultura possa dar conto con i suoi parametri e categorie dell'infinita complessità del reale. Senza il dialogo, senza il superamento dell'individualismo, senza l'ascolto "imparativo", come lo ha chiamato Raimon Panikkar, degli "altri", dei loro valori e delle loro idee, spesso incompatibili coi nostri attuali miti, non solo non costruiremo mai pace e giustizia, ma rischiamo la distruzione violenta dell'homo sapiens.
Il passo della città. Temi per la metropoli futura
Rosario Pavia
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 133
Per migliaia di anni gli insediamenti sono stati misurati dai passi; con il "passus" i Romani hanno dimensionato le città e colonizzato il territorio. Questo rapporto, che legava gli abitanti al suolo e il sistema urbano al camminare, si è interrotto nel XX secolo, quando l'espansione della città è dipesa sempre più da infrastrutture stradali fatte per le auto e il camminare è stato represso, con conseguenze profonde sulla qualità urbana. Lo spazio ordinario dei pedoni va riscoperto e riproposto con decisione nelle politiche di rigenerazione urbana, e la questione ambientale va colta nel suo aspetto più oscuro, quello degli scarti e dei rifiuti: se la città della prima modernità esprimeva un progetto, se proiettava in avanti il suo presente, di cui i rifiuti costituivano una componente significativa, la città contemporanea occulta e rimuove i suoi scarti per non vederli; li getta all'indietro piuttosto che in avanti. E questa mancanza di futuro a connotare nel profondo la città del tardo capitalismo; e i rifiuti con la loro oscura immanenza lo testimoniano ovunque. Sia i percorsi pedonali che le filiere di gestione dei rifiuti sono intesi come reti, come infrastrutture ambientali che contribuiscono all'equilibrio e alla qualità dell'ambiente. Tornare alla nozione di rete ci permette di interpretare e intervenire sulla complessa realtà dei territori e delle città.
Horror italiano
Simone Venturini
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2014
pagine: 163
"I vampiri" (1957) di Riccardo Freda e Mario Bava è comunemente ritenuto il primo horror italiano. Lo stupore dei critici, lo scarso successo di pubblico, l'ambientazione parigina sembravano palesare l'horror come un corpo estraneo al nostro cinema nazionale. I film del terrore italiani andranno così in giro per il mondo sconfessando i propri natali, camuffandosi sotto etichette e pseudonimi posticci, portatori di un retaggio culturale che sembrava escludere a priori l'orrore dal nostro paesaggio e immaginario. L'horror nazionale si manifesta in concomitanza con una più ampia affermazione dell'horror a livello europeo, al cui interno il cosiddetto "gotico all'italiana" opera per imitazione di modelli stranieri, ma si dimostra anche capace di rielaborarli con originalità, attingendo alle strutture simboliche del melodramma e intessendo relazioni con altri generi. Dall'inizio degli anni Sessanta l'horror italiano circola, si espande, rende difficile se non improduttivo mantenere il cinema separato da una più ampia dimensione mediale e di dialogo intertestuale e conservare distinzioni tra cultura alta e bassa.
Storia sociale dei tatuaggi
Alessandra Castellani
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2014
pagine: VI-150
C'è stato un tempo in cui il tatuaggio non era diffuso né ammesso come una forma di modifica del proprio corpo. Secondo la Genesi, il primo tatuato della storia, più precisamente segnato, è Caino, la cui discendenza sarà maledetta. Tra i caratteri distintivi del tatuaggio c'è proprio quello di essere un marchio deprecabile, spesso associato a prostitute e reietti. Incisione sulla carne poco praticata in Occidente, il tatuaggio compare per la prima volta nel nostro mondo nei diari di James Cook, che usa il termine "tattoo" di ritorno dal suo primo viaggio nei mari del Sud. È a partire dai mirabili resoconti dei viaggiatori del Settecento che si sedimenta una rappresentazione esotica di remote etnie, in cui i tatuaggi svolgono un ruolo fondamentale nel definire l'alterità di popoli sconosciuti. Proprio in virtù del suo alone maledetto, il tatuaggio raggiunge una notevole popolarità con la scena punk a metà degli anni settanta del secolo scorso, quando comincia a essere praticato e interpretato come una forma simbolica di ribellione. In un'epoca caratterizzata da una profonda crisi economica e da un alto tasso di disoccupazione giovanile, infatti, la teatralizzazione punk della precarietà avviene anche attraverso i tatuaggi, autoinflitti, in cui si ribadisce una condizione selvaggia e marginale.
Storie di case. Abitare l'Italia del boom
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2014
Le storie raccolte in questo libro raccontano un paesaggio ordinario: quello degli edifici residenziali collettivi costruiti nelle grandi città italiane nei decenni di espansione successivi alla seconda guerra mondiale. Case che hanno rappresentato per molte famiglie la possibilità di raggiungere il traguardo della proprietà di un alloggio o di accedere a una dimensione abitativa autonoma. Oltre venti ricercatori di diversa formazione ricostruiscono nel dettaglio la storia di altrettanti edifici o complessi situati a Milano, Roma e Torino. Al centro dell'attenzione sono da un lato i modelli progettuali, dall'altro i cambiamenti della popolazione: in una parola, i molti modi in cui una pluralità di soggetti e di culture ha contribuito a dar forma a un paesaggio residenziale e a modificarlo nel corso del tempo. Basato su un incrocio sistematico tra fonti differenziate e su una contaminazione tra approcci e domande provenienti da vari ambiti disciplinari il volume propone uno sguardo inedito su aspetti fondamentali della storia delle grandi città italiane che sono finora rimasti sullo sfondo di molte ricerche. Dietro il loro apparente anonimato, gli edifici studiati in queste pagine sono stati al centro di piccole scelte quotidiane come di grandi strategie individuali e collettive: varcare la loro soglia significa esplorare un importante patrimonio di esperienze, memorie e narrazioni.