Abscondita
Chiacchiere di un imbrattatele
Paul Gauguin
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2002
pagine: 80
La scultura lingua morta e altri scritti
Arturo Martini
Libro
editore: Abscondita
anno edizione: 2002
pagine: 176
"Una mattina a scuola ho fatto questa domanda agli allievi: un pomo in pittura vale una Venere. Perché un pomo in scultura non vale una Venere? Da quella mattina (fu nel marzo '44) ho cominciato a scrivere". Così Martini ricostruiva la genesi de "La scultura lingua morta", che pubblicherà a Venezia, in cinquanta copie, nel 1945. Lo scritto è una drammatica sconfessione della statuaria, accusata di essere una lingua morta e una creazione di immagini episodiche, ma finisce in certi momenti per incrinare i protocolli della scultura stessa. C'è qualcosa di tragicamente grandioso nella radicalità di Martini. Chi si sta accanendo con tanta violenza contro la scultura non è un intellettuale, un filosofo, un professore di estetica, ma il maggior scultore italiano contemporaneo. E l'abiura non avviene nelle aule di un simposio accademico, nell'ambito di una querelle universitaria, ma sullo sfondo degli anni più terribili della guerra. Del resto, quanto del dramma storico in atto penetra nelle pagine di Martini? Quanto de "La scultura lingua morta" nasce dalla cognizione della malattia mortale dell'Italia, dell'Europa? "Ogni cosa è andata a fondo" aveva scritto nel dicembre 1943.
Il mito tragico dell'Angelus di Millet
Salvador Dalì
Libro
editore: Abscondita
anno edizione: 2002
pagine: 146
Scritti, interviste, testimonianze
Edward Hopper
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2002
pagine: 152
Scritti e pensieri
Mario Sironi
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2002
pagine: 208
Trattato sul bello
Denis Diderot
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2002
pagine: 88
L'eco delle concezioni estetiche di Denis Diderot (1713-1784) fu presso i contemporanei straordinaria. Le concezioni estetiche di Diderot trovano una prima compiuta espressione in una voce ("Bello") che scrisse per l'Encyclopédie, e che venne pubblicata a parte nel 1751 e più tardi nelle edizioni delle sue opere con il titolo di "Trattato sul bello". Il bello, non solo artistico, non è dunque intuizione repentina, frammentaria, non è immobile, indistinta contemplazione di una verità ideale, ma è movimento, progresso nella conoscenza della realtà attraverso i suoi nessi vitali. Un'esaltante passione di conoscenza, in cui il rigore del ragionamento scientifico sembra coniugarsi con la prepotente esigenza di adesione alla natura, e l'ansia profonda di conferire all'arte una nuova dignità, una serietà, un'autorevolezza più alte: ecco ciò che induce Diderot a portare con tanta penetrazione, con tanta passione il suo sguardo sul problema del bello.