Aguaplano
Matrice colore ornato. Carte per legare e coprir libri della Biblioteca Marciana
Claudia Benvestito, Rosalia Claudia Giordano
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2025
pagine: 208
Lo studio delle carte decorate impiegate nelle rilegature consente di accedere a un'ampia gamma di informazioni di interesse sia per il bibliofilo sia per lo studioso di biblioteconomia. Affini per tecnica e spirito creativo alle carte da parati e ai tessuti stampati, le carte xilografate risalenti al XVIII e XIX secolo, spesso sorprendenti per colori, motivi e raffinatezza, offrono uno spaccato affascinante della cultura materiale del libro e una volta classificate e identificate permettono di ricostruire raccolte librarie, riconoscere antichi possessori e tracciare percorsi nella storia del libro. "Matrice colore ornato. Carte per legare e coprir libri" è il titolo della mostra che ha avuto luogo a Venezia, nelle Sale Monumentali della Biblioteca nazionale Marciana, dal 15 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024, e che ha offerto l'opportunità di indagare il patrimonio delle carte stampate con matrici in legno risalenti al XVIII e XIX secolo conservate nei fondi marciani. Il catalogo che ora vede la luce costituisce un punto di riferimento essenziale per orientarsi in un settore artistico peculiare e ancora poco esplorato, contribuendo a delineare la storia dei produttori e della circolazione commerciale delle carte xilografate, a classificare i motivi ornamentali, a fornire strumenti descrittivi utili per le collezioni conservate in altre istituzioni e ad aprire nuove prospettive di ricerca. Almanacchi, edizioni popolari, libretti teatrali, opuscoli di piccolo formato: opere effimere, vestite di carte decorate che rivelano inedite storie di gusto e di mercato, di editori e di bibliofili, di librai e di artigiani. Il volume-catalogo ne dà una rappresentazione a un tempo puntuale e suggestiva, a uso dello specialista ma anche del lettore che vorrà sfogliarlo lentamente e invaghirsi di questi rari manufatti.
Davide Dormino. Francesco Petrone. Vita, morte, miracoli. Catalogo della mostra
Libro: Opuscolo
editore: Aguaplano
anno edizione: 2025
pagine: 48
«Il miracolo, quello laico e umano, altro non è che un segno tangibile, un mutamento, una trasformazione felice. Evento straordinario, che si sottrae alle logiche della ragione e che viene tuttavia accolto come assioma: così è. Lo si potrebbe quindi intendere quale testamento particolare dell'abilità di coloro che, con i propri mezzi, sono riusciti a cambiare qualcosa, di minuto o di imponente, che non riguarda solo sé stessi. Questo mutamento investe con la sua aura chiunque vi assista: lo spettatore ne porterà in sé una prova, imperscrutabile ma longeva. Della vita e della morte di ognuno questo resta: qualche piccolo miracolo di chiarezza, di ingenuità, di purezza, di fatica, di volontà. Se la scultura, delle forme d'arte, è quella che più si avvicina alla vita, per il suo occupare uno spazio, avere un peso e un volume, Davide Dormino e Francesco Petrone la eleggono a soggetto privilegiato della loro poetica, tanto quanto l'esistenza umana. La loro ricerca abbraccia uno stile che non abbandona quasi mai il figurativismo, ma che sente la necessità di parlare di qualcosa di più rispetto alla sola dimensione tangibile, sempre presente e manifesta. Le sculture si arrampicano e tendono verso l'alto, con la stessa volontà che le spinge invece verso le profondità sotterranee. Sono allusioni e simboli, a volte ricorrenti, di un'umanità presente, perduta e forse felicemente ritrovata». (dalla Presentazione di Chiara Guidoni)
TrasiMemo at home. Dieci anni di antropologia, relazioni, prospettive
Cinzia Marchesini, Daniele Parbuono
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2025
pagine: 176
Il 16 aprile 2014 è stata inaugurata a Paciano (Pg) “TrasiMemo. Banca della memoria del Trasimeno”, di cui questo volume celebra i dieci anni di attività. Il progetto, che fino a oggi ha avuto come esito concreto un piccolo allestimento museale, un archivio web e l’attivazione di numerosi laboratori, è partito con una collaborazione tra l’Amministrazione comunale di Paciano e la Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia, in convenzione con le Università della Basilicata, di Firenze, di Siena e di Torino, in stretta relazione con una buona rete di quelli che si potrebbero definire «militanti locali del patrimonio». Oggi TrasiMemo – che non è solo un progetto, non è solo un museo, non è solo un ecomuseo, non è solo un percorso, non è solo un centro di documentazione, di interpretazione e di ideazione – ha come obiettivo principale quello di salvaguardare, per rilanciare nel contemporaneo e possibilmente verso il futuro, forme di memoria delle pratiche e dei saperi artigianali che costituiscono una risorsa patrimoniale preziosa, anche e soprattutto per i destini professionali, quindi di vita, del territorio di riferimento. TrasiMemo può essere definito come l’esito di un lungo processo di confronti, di negoziazioni, di dialoghi scientifici, professionali, sentimentali, sicuramente politici se riconosciamo, come inevitabile, all’azione patrimoniale un impatto determinante nelle dinamiche, nelle strategie e negli immaginari locali, nella definizione di specifici paesaggi culturali, nelle stesse vite delle persone.
Una Sacra Conversazione di Giovanni Battista Caporali. Le vicende storiche e conservative, il restauro e una proposta attributiva per l'«editoriale peruginesca»
Caterina Bon Valsassina
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2025
pagine: 112
In un dipinto poco noto di proprietà della Fondazione Marini Clarelli Santi è raffigurata la Madonna col Bambino in trono tra san Giovanni Battista e un santo vescovo, qui riconosciuto, dall'analisi di un'iscrizione a caratteri d'oro sul piatto posteriore del volume che il prelato regge in mano, in san Savino, predicatore in Assisi, eremita e infine vescovo di Spoleto. Questa osservazione ha permesso di risalire alla collocazione dell'opera nella parrocchiale di San Savino di Summonte o Murlo nel contado di Porta Sant'Angelo in Perugia, e di ricostruirne parte della storia più antica fino alla successiva – e solo presunta – sistemazione nella chiesa di Sant'Agata del Castello di Antognolla, passato ai marchesi Guglielmi nel 1835. Il volume chiarisce, sulla scorta di documenti inediti, i vari passaggi di mano della Sacra Conversazione e le travagliate vicende conservative della tavola e rende conto delle scelte e del laborioso percorso di restauro che le ha restituito leggibilità, consentendo di confermarne l'attribuzione a Giovan Battista Caporali (Perugia, 1475/1476 ca. - 1554), un'attribuzione qui sostenuta attraverso serrati confronti stilistici con altre opere documentate e non di “Bitti”. La pala, incardinata nella produzione degli ultimi anni del primo quarto del Cinquecento (1519-1525), rientra così a pieno titolo fra i prodotti più maturi di quella che Roberto Longhi, in modo immaginifico quanto efficace, definì editoriale peruginesca.
Urbano Rattazzi. Una biografia politica
Corrado Malandrino
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2024
pagine: 676
Urbano Rattazzi (1808-1873) è rimasto finora per molti aspetti un personaggio enigmatico, pur figurando tra i maggiori capi politici del Risorgimento. La sua biografia ha rappresentato per gli storici una sorta di rebus da decifrare per arrivare, sulla base di pochi documenti, a una narrazione esauriente. In particolare, ciò rimane vero per la formazione giovanile e per gli episodi più importanti della sua vita parlamentare e di statista, prima nel Regno di Sardegna, poi nel giovane Regno d'Italia. La biografia politica che qui si presenta cerca di sciogliere – sulla base di nuove ricerche, documentazioni e interpretazioni – i principali nodi finora irrisolti, a partire dalla verifica delle pesanti accuse d'esser stato il principale responsabile della sconfitta di Novara nel 1849, il traditore di Garibaldi ad Aspromonte nel 1862 e a Mentana nel 1867. Queste hanno dato vita a una “leggenda nera” che ha fatto passare in secondo piano la sua identità di liberaldemocratico, difensore della costituzione e della laicità dello Stato. E con questo il suo ruolo nel fondare e cogestire il patto di alleanza tra le forze moderate della sinistra (il primo “centro-sinistro” della storia italiana) e quelle del centrodestra di Cavour, il famoso “connubio” che riuscì a portare a termine negli anni cinquanta del XIX secolo il “decennio di preparazione” che condusse alla vittoriosa seconda guerra d'indipendenza e nel 1861 all'unità d'Italia.
Il fotografo dei Mille. Vita e opere di Alessandro Pavia (1824-1889)
M. Rachele Fichera
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2024
pagine: 304
Nasce a Milano, ha poco più di vent’anni nell’incendiario 1848 e muore a Genova, città sorella d’idee e speranze deluse, un personaggio che, tra epocali cambiamenti ed eventi personali cogenti, ha pure fatto un mestiere del tutto nuovo: il fotografo. In questo 2024 ricorre il bicentenario della sua nascita: Alessandro Pavia, il cittadino – come si presentava a Garibaldi suo mito –, non spiccava tra coloro che in quei decenni entrarono nei libri di storia perché proprio la sua opera, per ironia della sorte, lo ha reso invisibile. Quando cominciò, la fotografia era praticata da pochissimi e ignorata al cospetto dell’arte accademica; esiliato come sovversivo e colpito da una drammatica vicenda familiare intrecciata agli eventi risorgimentali, fu preso d’entusiasmo per l’avventura garibaldina e si votò alla raccolta dei ritratti fotografici dei Mille per tramandarne la memoria. Per l’immane lavoro, trascurò l’avviato atelier, si rovinò economicamente, agì al limite della legalità ed ebbe frequentazioni che gli alienarono la clientela borghese. Ma mai tradì l’ideale e, mentre i ritratti del suo "Album dei Mille", autentica anticipazione delle serie popolari d’immagini, si diffondevano in riproduzioni anonime, dopo un fallimentare viaggio in America perseverò nel chiamarsi Fotografo dei Mille, ammalato e in malinconico declino fino alla fine.
Museo dell'arte classica gipsoteca. Volume Vol. 2
Raffaella Bucolo
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2024
pagine: 844
Il Museo dell'Arte Classica della Sapienza Università di Roma possiede una delle più ricche collezioni storiche esistenti di calchi in gesso tratti da opere scultoree di età greca e romana. Fu fondato con il nome di “Museo dei Gessi” dallo studioso austriaco Emanuel Löwy, che sin dalla sua nomina a professore di Archeologia e Storia dell'arte greca e romana nel 1889-1890, si prodigò per creare una gipsoteca universitaria sul modello di quelle europee, sorte come indispensabili strumenti per la didattica e la ricerca. Il Museo fu progressivamente accresciuto dai successivi direttori grazie ad acquisti, scambi e donazioni e con la costruzione della nuova Città Universitaria trovò la sua definitiva collocazione nelle cinquantasei sale al piano terreno dell'edificio della Facoltà di Lettere e Filosofia. Il volume presenta una breve introduzione sulla storia del Museo, le sue sedi, le caratteristiche specifiche della collezione e un approfondimento sulle provenienze dei calchi e sui formatori che li realizzarono. In continuità con il primo catalogo (M. Barbanera, Museo dell'Arte Classica. Gipsoteca I, Roma 1995), analizza i calchi di sculture greche di età classica e le relative repliche di età romana (Sale XX-XLI). Oltre all'individuazione dell'opera antica da cui i gessi vennero tratti e ai dati essenziali a essa pertinenti, sono stati messi in particolare rilievo proprio i calchi in quanto non mere riproduzioni ma a loro volta opere d'arte e preziosi documenti di indagine per la storia dell'archeologia, le cui vicende storiche, grazie al lavoro di ricerca negli archivi del Museo, sono state ricostruite in maniera puntuale.
Meccaniche di lontananza
Donato Loscalzo
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2024
pagine: 112
Perugino giovane a Deruta
Francesco Federico Mancini
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2024
pagine: 72
Umberto Gnoli e la riscoperta dell'arte umbra
Cristina Galassi, Cruciani Chiara
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2024
pagine: 144
Umberto Gnoli va annoverato in quel gruppo di studiosi, nati nell'ultimo quarto del XIX secolo, che operarono con instancabile e pionieristica dedizione per lo studio e la conoscenza – ma anche per l'organizzazione e la salvaguardia – dell'immenso patrimonio storico-artistico del neonato Stato italiano, ricoprendo peraltro ruoli significativi nel settore ministeriale della tutela fino alla metà del Novecento. Allievo di Adolfo Venturi, sin dai suoi primi studi Gnoli dimostra di aver recepito le istanze metodologiche emerse nell'ampio dibattito europeo di fine Ottocento: l'enfasi riservata alla ricerca storico-artistica quale disciplina positiva; la prevalenza dell'indagine documentaria nell'impostazione dello studio; la lettura filologica e obiettiva dell'opera d'arte nei suoi caratteri formali, tecnici e iconografici; il supporto delle sempre più raffinate tecniche di riproduzione fotografica. Istanze riannodate, nel solco tracciato da Venturi, in una generale visione “evoluzionistica” dei fatti dell'arte e degli artisti, secondo l'«assunto della ciclicità dell'arte concepita in chiave naturalistica» (Gianni Carlo Sciolla). Di Umberto Gnoli Cristina Galassi ha accuratamente ripercorso l'attività scientifica, soffermandosi anche sugli incarichi di primissimo piano che egli ricoprì nella salvaguardia del patrimonio storico-artistico regionale: dal 1909 fu Ispettore presso la Soprintendenza ai Monumenti dell'Umbria; nel 1921 fu nominato direttore della Regia Galleria dell'Umbria e soprintendente alle Gallerie, ai musei medievali e moderni e agli oggetti d'arte; in questa veste, oltre a redigere il nuovo inventario della Galleria, si adoperò per rinnovarne il percorso espositivo e incrementarne le collezioni attraverso donazioni, nuove acquisizioni e recuperi. Altrettanto rimarchevole è stata la sua opera di animatore culturale, di promotore di iniziative editoriali e di fondatore della rivista «Rassegna d'arte umbra» (1909-1921), della quale Chiara Cruciani ripercorre la genesi e lo sviluppo, indagandone la struttura e i principi metodologici e proponendo una dettagliata ricognizione dei più rilevanti contributi monografici: una vera e propria immersione nell'arte umbra dal Duecento al tardo Rinascimento attraverso lo sguardo – e le scoperte più eclatanti – dei «migliori scrittori d'Arte italiani e stranieri».
Il mondo ci deve delle scuse
Sara Mazzini
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2024
pagine: 272
Dopo il divorzio dei suoi genitori, Ivan ha preso le distanze da tutto ciò che amava. Per prima è sparita la danza, passione che la madre lo ha costretto a vivere come un mestiere; per ultimo il writing, con cui da ragazzino sfidava la legge dai muri di una periferia costiera sempre più gentrificata dal miraggio del turismo. Di quella che è stata la sua prima giovinezza non resta che Remi, l'amico picaresco che vive alle sue spalle e salta da un lavoro all'altro allo scopo di denunciare in un podcast le condizioni di lavoro della cosiddetta Gen Z. Perfino Lula, la ragazza di cui era innamorato, non ha resistito davanti alla desolazione della sua vita e lo ha lasciato per andarsene a Berlino, dove si è unita al movimento ambientalista. Un anno dopo Ivan sta ancora cercando di dimenticare, quando una busta priva di mittente, recapitata per posta e contenente un biglietto aereo per Berlino, lo costringe a ricordare. Ne "Il mondo ci deve delle scuse" Sara Mazzini costruisce un microcosmo di provincia che riflette il macrocosmo di un'epoca fragile come la nostra. Attraverso un magistrale pastiche linguistico, e con un lavoro di recupero e smontaggio dei romanzi generazionali anni '90 e dei temi politici rimossi da allora a oggi, indaga con spericolata lucidità le sconfitte e le piccole vittorie individuali e collettive dei suoi memorabili personaggi.
Il banco e la cattedra
Roberto Contu
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2024
pagine: 172
Dalla fine all'inizio e viceversa, i nove mesi della scuola, le settimane da settembre a giugno, le vacanze e i ponti, l'Esame di Stato. E poi ancora, anno dopo anno come un'ellissi che abbraccia idealmente generazioni di studenti e insegnanti. In tanti, dentro e fuori la scuola, provano a dire questo tempo di mezzo e quello spazio di magica sospensione che sta tra il banco e la cattedra. Roberto Contu - insegnante, romanziere e studioso di didattica - torna a raccontarsi e a interrogarsi su ciò che continua a germogliare in questa speciale porzione di un mondo altrimenti arido: il senso e il significato, la vita stessa che fra aule e corridoi non smette di cercare una bussola. Quella che Contu chiama una "forza purissima", forse un'illusione, di certo un impegno, che inizia nella scuola e ci scalda per tutto il nostro tempo nel mondo.