CTL (Livorno)

"Quest'antologia ha lo scopo di condividere con altri gli stati d'animo e le emozioni che l’autore vuole trasmettere attraverso la poesia. La prima parte è riferita alla persona in quanto tale, la seconda alla società come sistema corrotto e mafioso, la terza è una critica al modello povero di valori di quest’ultima e la quarta tratta del sociale e solidale. Alcune di queste poesie sono state usate come testi di canzoni e non nego che sia il fine ultimo di questa pubblicazione."

L’essenza e l’armonia, due «dimensioni» in simbiosi che sono il filo conduttore della vita e dell’esistenza di Teresa Laterza, già autrice di diverse silloge e di un romanzo d’amore, "Imprevisti di Primavera", edito dalla Kimerik. Con questa nuova silloge l’autrice plasma, con il suo sapersi raccontare, le emozioni scaturite dall’attenta osservazione del mondo circostante... e mediante i versi ci narra della sua anima alla ricerca continua del vero, del bello e del buono.

"Scrivere per me è sempre stato un esplosione dell’anima. Le lunghe lettere ad amici e amiche sono sempre state il mio rifugio, la mia nota di esternazione delle molteplici emozioni che vibrano nel mio cuore innamorato della vita che mi circonda. Il ritrovamento di una raccolta di poesie e di un romanzo scritto a metà mi hanno dato la spinta per riprendere il percorso tanto sognato. I viaggi come agente di commercio hanno allargato l’orizzonte rendendomi più vivo e più fecondo di sentimenti nell’anima. Spero che le mie parole possano esservi di aiuto nel vivere quotidiano e nei momenti bui, vi diano la forza di vedere la luce della speranza e dell’amore. 'Sete di gocce d'amore': queste righe sono gocce d’amore al calar della luce. Sono raccolte nei momenti di ansia in attesa che la penombra lunare, filtri nelle fessure della anima ed esplodano sul bianco foglio, posato sulla scrivania. Queste ansie di spicchi di emozioni, vi possano regalare qualche minuto di gioia nascosta nelle vostre tenere pieghe dell’anima." (L'autore)

Chi legge le poesie di Antonella Commendatore viene colpito da un particolare, ovvero dal lucido realismo con il quale riesce ad affrontare, quello che talvolta è il complicato mondo dei sentimenti. Il verso che viene utilizzato dalla poetessa, risulta omogeneo nella sua estensione, in genere poche sillabe di differenza tra il più ed in meno esteso, per dare maggiore ritmo alle sue composizioni, ed è un verso che da ben poco spazio, sia alla talvolta insita autocelebrazione, nel suo caso del tutta assente, sia alla ricerca di parole roboanti.

L'avventura di questo gruppo induce, prima di ogni riflessione, a chiarire dove e come si è costituito. La prima volta che i componenti hanno avuto modo di riunirsi è stata in occasione della presentazione che si tenne nell’anno 2015, durante la manifestazione “Rocca delle arti”, evento che si ripete ogni anno a Roccagloriosa, piccolo e suggestivo paesino del basso Cilento. La sera di un agosto mediterraneo li avvolgeva in tutto il suo calore e una brezza leggera, sopraggiunta a tarda ora, li ristorò con la sua frescura e li tenne a battesimo. Un palazzo gentilizio del luogo fece da scenario: piano in selci di pietra locale, una copertura di tralci di un’edera centenaria e per sfondo un muro che, per la disposizione degli elementi calcarei squadrati in maniera incerta, reggeva il terrapieno soprastante e mi riportava a secoli addietro. Era la prima volta che portavo a conoscenza i miei scritti, serbati con gelosia “ nel cassetto” e nella mia memoria, ad un pubblico attento e partecipante, seppur contenuto nell’afflusso.

"Facciamo un esperimento. Dante nel suo itinerario accede ai vari cerchi dove vengono puniti coloro che si sono macchiati di un certo tipo di peccato suddividendo le anime secondo la propria fascia spirituale e annoverando i poeti nel Purgatorio, tra coloro da orientare a superarsi e a liberarsi dalle contingenze terrene. Sono considerati artisti legati alla terra, ai desideri e alle passioni, individui imperfetti e limitati. Secondo i lettori di questa raccolta poetica, dove collochereste voi tutti i dotati di immaginazione, i colmi di sentimento, i cavalcatori di fantasia che si svelano tramite la poesia?"

(...) Izabella Teresa Kostka ci regala una poesia priva di artifici retorici, dal linguaggio scarno, a volte essenziale, a volte pieno e voluminoso di ardore, una poesia che lascia spazio alla riflessione fra i versi, una lirica che incanta, che brucia, che disseta, una poesia che sa dare alla vita la consistenza di ombre, di ombre di passaggio, liquidi “acquerelli di ieri riflessi nel vuoto”. (Mariateresa Bocca)

"Non mi resta sempre facile apprezzare chi si racconta con linguaggio poetico: qualche volta non lo capisco, qualche altra volta non suscita in me alcuna emozione. Ma quando trova la strada giusta per arrivare nel mio intimo provoca in me commozione e tremore. È il caso di queste poesie di Alice. Evocano, oltre che narrare. Sono letteratura e pittura. Le parole sono pennellate. Aprono orizzonti, non definiscono ed è questo che mi seduce. Dicevano i Chassidim (che sono gruppi religiosi di ebrei di vari periodi) che la narrazione di un evento è efficace quanto l’evento stesso o anche di più. Forse perché la distanza dal fatto, emozionale e temporale, consente un coinvolgimento più profondo. Così, Alice si racconta: dal suo mondo interiore fino all’evento tragico che la segna per sempre e che nella sua vita diventerà, ne sono certo, fonte di energia e di tenerezza. “Distanza non è assenza... Io ti sento viva”. Il narrare è salvezza sia per chi parla sia per chi ascolta." (Fabio Masi)

Una persona dall'animo sensibile e generoso, dietro ad ogni sorriso si nasconde spesso un velo di malinconia. Ha incominciato a scrivere poesie quando era molto piccola.