Elèuthera
Piacere, dolore, potere
Jean-Manuel Traimond
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 224
Per quanto possano apparire estranei, anarchismo e sadomasochismo ruotano intorno a un perno comune: il potere. Il primo lo combatte, il secondo ne trae godimento. Questo libro esplora con curiosità libertaria – talvolta critica talvolta complice – i sentimenti, le regole, le pratiche, le difficoltà del mondo sadomaso, riferendosi soprattutto a quello anglofono, il più numeroso e loquace. E anche il più organizzato, ovvero quello che ha istituito la negoziazione come base del rapporto sessuale consensuale. Cos’è allora il sadomasochismo: un teatrino? Una malattia mentale? Una terapia multisacrilega? La via apollinea verso l’eruzione dionisiaca? Il gemello siamese del cattolicesimo? La valvola di sfogo delle società complesse? Un crimine? La paura di essere liberi? Più che avanzare una tesi precostituita, Traimond vuole fornire gli elementi necessari per formarsi un’opinione personale su un mondo ancora ampiamente clandestino ma sempre più fiorente.
Architetture indisciplinate
Adriano Paolella
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 192
Apparentemente, l’architettura è tornata a essere uno strumento nelle mani di potenti ed esperti, perdendo tutta la sapienza vernacolare accumulata in millenni di abitare autogestito. Apparentemente, gli architetti si sono ormai arresi alle grandi committenze pubbliche e private, abdicando a ogni funzione critica. E tuttavia esiste una corrente – minoritaria, ma presente in tutto il mondo – che appare non solo molto più attenta ai temi ambientali e sociali, ma anche meno autoreferenziale e soprattutto meno propensa a ubbidire alle richieste dei poteri forti. Partendo dai lavori e dalle riflessioni di architetti come Geddes, Morris, Turner, Ward, Kroll e Illich, Paolella ripercorre le esperienze di centinaia di architetti «anomali» che hanno progettato con le comunità al di fuori dei linguaggi disciplinari e delle regole codificate, senza per questo rinunciare al loro mestiere. Si delinea così un diverso modello di architettura che con modalità semplici – e in sintonia con i luoghi e le culture – riesce ad attivare gli abitanti nella riconfigurazione dei propri insediamenti. Con risultati sorprendenti.
Boza! Diari dalla frontiera
Luca Giliberti, Luca Queirolo Palmas
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 200
Il diario è di solito un luogo intimo di riflessione e quelli etnografici non fanno eccezione: sono il primo strumento attraverso cui tenere traccia dell'incontro con il campo della ricerca, documentando gli sviluppi della riflessione, ma anche i dubbi, gli spaesamenti, le contraddizioni. Pubblicarli significa da un lato rivelare uno snodo fondamentale della produzione teorica, dall'altro scommettere sul valore letterario e pubblico che può assumere la scrittura nelle scienze sociali. Questi diari di campo, attraverso un'opera di montaggio narrativo e grazie alla capacità evocativa dell'illustrazione, esplorano le ricadute necropolitiche della produzione e del consolidamento dei confini esterni e interni dell'Unione Europea. Contestualmente, le storie individuali e collettive che qui affiorano – dai campi di Borgo Mezzanone ai valichi del Brianzonese, dagli uliveti tunisini a Lampedusa, dalle metropoli marocchine, da cui partono gli harraga, alle Canarie – restituiscono la potenza trasgressiva della solidarietà come pratica informale e rizomatica, capace di sostenere ciò che gli Stati sanzionano come mobilità inopportune.
Dialoghi immaginari su anarchia e libertà
Filippo Trasatti
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 256
Se c'è un filo nero che dà coerenza alla feconda pluralità di queste testimonianze, sparse nel tempo e nello spazio, è senz'altro la convinzione che l'anarchia non sia tanto un'idea astratta quanto una pratica concreta che si incarna nel corpo di chi la vive. Pensiero e azione sono dunque un tutt'uno, come appunto affermano questi nove costruttori di utopia, ognuno a suo modo e nondimeno tutti partecipi di un racconto corale. Un racconto che disegna una sua particolare geografia: l'Ischia internazionalista di Mikhail Bakunin e la Londra degli esuli di Pëtr Kropotkin; la Francia ribelle di Sébastien Faure e Louise Michel, e la Mitteleuropa di due raffinati intellettuali come il tedesco Gustav Landauer e l'austriaco Otto Gross, temperati dalla sfrenata irriverenza del Café DAda di Zurigo; e infine la New York degli immigrati, spesso ebrei, la città di Red Emma, ma anche di Paul Goodman e Judith Malina… Una polifonia, ora assonante ora dissonante, le cui voci giungono distintamente fino a noi per raccontarci – in presa diretta – i tanti modi di incarnare e vivere l'anarchia.
Viaggio al termine della città
Leonardo Lippolis
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 184
Due crolli hanno segnato i limiti immaginari dell'autunno postmoderno. Nel luglio 1972 il complesso residenziale «corbusiano» di Pruitt-Igoe, costruito a Saint-Louis dall'architetto Minoru Yamasaki, viene fatto saltare in aria su richiesta dei suoi abitanti. A quasi trent'anni di distanza è un altro crollo, quello delle Twin Towers lʼ11 settembre 2001, a rappresentare un nuovo momento di rottura storica. Caso, fatalità, o segno preciso dei tempi, l'architetto delle Twin Towers è di nuovo Yamasaki. Questo «viaggio al termine della città» è un'indagine sulla crisi della metropoli e sull'immaginario di un'epoca che, nelle trasformazioni delle sue città, leggeva il proprio inesorabile declino. Oggi, nel momento in cui il progresso ci impone Smart City, la «città radiosa» al centro della quarta rivoluzione industriale, le ragioni di quel viaggio trovano il loro posto nella necessità di rilanciare un «principio speranza» che si opponga alla distopia del no future, annunciata come destino del capitalismo avanzato alla fine degli anni Settanta e divenuta nel frattempo un sentimento collettivo sempre più soffocante.
Una storia della gioia collettiva
Barbara Ehrenreich
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 344
Come testimoniano i rituali del Paleolitico, il culto di Dioniso o le pratiche danzanti del cristianesimo medievale, in passato le società umane hanno sempre dato vita a momenti di festa ed estasi collettiva. Un invito a «perdersi» che permetteva a ognuno di entrare in comunione diretta con gli altri (e con il divino). Perché allora questa festività spontanea, un tempo così diffusa, oggi è quasi scomparsa, se non nella forma di un consumo passivo? Perché il suo afflato liberatorio ha sempre più scatenato nelle élite il timore – in effetti giustificato – che questi raduni potessero sfidare le gerarchie sociali. Così, in una repressione secolare che ha visto i protestanti criminalizzare il carnevale, i musulmani wahhabiti combattere il sufismo, i colonizzatori europei cancellare i riti estatici dei nativi, i raduni di massa hanno cominciato a essere irregimentati e istituzionalizzati. E tuttavia le esplosioni di gioia collettiva, con la loro carica sovversiva, persistono tuttora. D’altronde, siamo esseri sociali, e la voglia di mascherarsi, danzare, irridere i potenti e condividere l’esultanza con dei perfetti sconosciuti non è affatto facile da reprimere.
Il patto delle colline
Marco Aime
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 216
Vista da vicino – come appunto fa Aime che quelle colline le conosce bene – l’esperienza storica dei Taneka rivela il complesso intreccio di mediazioni, resistenze e innovazioni che questo popolo ha saputo mettere in atto nel processo di costruzione della propria società. Un processo lungo che ha preso le mosse nel XVIII secolo, con un’alleanza stretta tra famiglie di origine diversa per difendersi dai razziatori di schiavi, e che non si è affatto limitato alla resistenza ma ha dato vita a regole, tradizioni e usanze in grado di legare tra loro appartenenze diverse. Smentendo i luoghi comuni che vogliono gli africani «tribali», questa concezione si dimostra quanto mai «moderna», soprattutto se confrontata con quella recrudescenza di localismi e nazionalismi basati sull’autoctonia, le radici e il legame tra terra e sangue cui assistiamo in Europa, questi sì tipici di una concezione tribale in cui si nasce detentori di diritti. Taneka, invece, si diventa: una grande lezione da un piccolo popolo che ha saputo sradicare i legami «naturali» e inventare nuove relazioni fondate sulla convivenza come scelta.
Nonluoghi
Marc Augé
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 176
I nonluoghi sono quegli spazi dell'anonimato ogni giorno più numerosi e frequentati da individui simili ma soli. Nonluoghi sono sia le infrastrutture per il trasporto veloce (autostrade, stazioni, aeroporti) sia i mezzi stessi di trasporto (automobili, treni, aerei). Sono nonluoghi i supermercati, le grandi catene alberghiere con le loro camere intercambiabili, ma anche i campi profughi dove sono parcheggiati a tempo indeterminato i rifugiati da guerre e miserie. Il nonluogo è il contrario di una dimora, di una residenza, di un luogo nel senso comune del termine. E al suo anonimato, paradossalmente, si accede solo fornendo una prova della propria identità: passaporto, carta di credito... Nel proporci una antropologia della surmodernità, Augé ci introduce anche a una etnologia della solitudine.
L'illusione meritocratica
Francesco Codello
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 120
Suadente e accattivante, la parola meritocrazia pervade ormai ogni discorso. Ripetuta come un mantra salvifico in ogni contesto sociale e professionale, oggi appare come l’unica opzione che possa affrancarci dal clientelismo e dalle sue disastrose conseguenze. Ma davvero il merito (termine quanto mai ambiguo) e l’ossessione valutativa che comporta ci offrono una via d’uscita? Nient’affatto, risponde Codello, perché la visione meritocratica è non solo irrealizzabile, in quanto basata su premesse false (la parità delle condizioni di partenza), ma anche indesiderabile, in quanto trasforma la disuguaglianza da fatto sociale a dato naturale. L’idea di fondo è infatti che ognuno di noi – chi ce la fa e chi non ce la fa – occupi nella piramide sociale il posto che «si merita»: un riconoscimento inappellabile e interiorizzato che porta i «vincenti» a ritenere giustificato il proprio potere e i «perdenti» ad accettare la propria discriminazione. L’idea meritocratica si configura dunque come il trionfo del «governo dei migliori» da un lato e della «servitù volontaria» dall’altro. In definitiva, una sofisticata riproposizione del principio di disuguaglianza.
Critica della democrazia occidentale
David Graeber
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 128
Benché la civiltà occidentale ne rivendichi l'invenzione, Graeber ci mostra come forme democratiche basate sull'autoorganizzazione siano emerse, nel tempo e nello spazio, in una pluralità di società «altre», diverse tra loro ma tutte estranee alla concezione statuale propria dell'Occidente. E sta qui la contraddizione insita nell'ideale democratico occidentale, che si regge sul sogno impossibile di coniugare le pratiche democratiche con i meccanismi coercitivi dello Stato. Una contraddizione che impedisce la creazione di democrazie nel senso pieno del termine, consentendo piuttosto la nascita di «repubbliche» dotate di pochi elementi democratici. Il che spiega come mai in Occidente ci siano sempre state sperimentazioni sociali volte a riaccendere le istanze più autentiche della pratica democratica. E se in passato i modelli di democrazia scaturiti dalle rivoluzioni americana e francese si sono ispirati, più che all'Atene classica, alle navi pirata, ai nativi americani o alle comunità di frontiera popolate da liberti, prostitute e rinnegati, oggi sono i movimenti di critica radicale dell'esistente, fondati su pratiche orizzontali e modalità di condivisione, a mettere in discussione le basi della nostra democrazia incompiuta. E il futuro della democrazia sta proprio lì. Prefazione di Stefano Boni.
Al ladro! Anarchismo e filosofia
Catherine Malabou
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 376
Perché mai alcuni dei maggiori filosofi radicali del Novecento hanno sviluppato concezioni forti di anarchia stando però ben attenti a non dichiararsi anarchici? Sembra quasi che l'anarchismo sia qualcosa di inconfessabile, qualcosa da occultare anche quando gli si ruba l'essenziale: la critica del dominio e della logica di governo. Ed è appunto questa dissociazione paradossale che viene qui analizzata, questa rimozione di quello che è il cuore della problematica anarchica: la praticabilità politica dell'assenza di governo. Sebbene questi filosofi abbiano tutti concorso a smantellare il paradigma archico, nondimeno hanno costruito il loro discorso come se fosse ex nihilo, celando il furto da cui deriva e rifiutandone gli esiti. Insomma, destituzione del paradigma archico, sì, decostruzione del dominio, sì, ma effettiva possibilità che gli uomini possano vivere senza essere governati né governare, no. Ma è appunto qui che il paradigma archico si riattiva, in questa incapacità di abbandonare l'ambito del governabile e di accedere invece allo spazio del non-governabile, ovvero del radicalmente altro, del radicalmente estraneo al rapporto comando/obbedienza. Come l'anarchismo, appunto.
Pensare altrimenti. Anarchismo e filosofia radicale
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 224
Se il secolo scorso ha decretato la fine di comunismo e socialismo, il nostro secolo sta decretando l'impossibilità di vita sul pianeta sotto il regime liberal-capitalista. Una possibile via di salvezza è sperimentare l'ipotesi anarchica, l'unica teoria e pratica «illuminata» che non abbia ancora avuto l'opportunità di provare la propria efficacia. Ma un anarchismo a misura del mondo postmoderno non può limitarsi a una teoria e a una strategia politica forgiate tra la fine del Settecento e gli inizi del Novecento. Questa antologia raccoglie un'idea forte: l'anarchismo può rilanciarsi come ipotesi adeguata per interpretare e cambiare il mondo d'oggi a patto di aprirsi ai contributi di alcuni studiosi non anarchici – Gilles Deleuze, Jacques Derrida, Michel Foucault, Emmanuel Lévinas – le cui idee sono però in grande sintonia con quelle anarchiche. E se declinate in senso libertario, sono in grado di delineare un percorso di radicale liberazione dal dominio e dalle sue letali conseguenze.