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La Casa Usher

Algeria 1962-2012: una storia del presente. Dalla guerra di liberazione alla «guerra asimmetrica»

Algeria 1962-2012: una storia del presente. Dalla guerra di liberazione alla «guerra asimmetrica»

Emilio Quadrelli

Libro: Libro in brossura

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2012

pagine: 304

L'anniversario dei cinquantanni dalla fine della lotta di liberazione algerina rappresenta il punto di partenza per una riflessione sull'importanza che quell'evento storico riveste tutt'oggi. L'obiettivo che si pone il libro di Quadrelli è quello di porre al centro del dibattito "l'attualità" della Rivoluzione algerina, per comprendere il suo ruolo cruciale per il mondo contemporaneo. In primo luogo essa rappresenta l'esemplificazione più significativa di un mutamento di paradigma della forma guerra: il conflitto assume i tratti dello scontro di classe, ponendo in contrasto lo Stato, cioè la classe dirigente, con la stessa popolazione. In seconda battuta la Guerra d'Algeria esporta attraverso i processi dell'immigrazione la soggettività delle masse extraeuropee dentro le metropoli del Vecchio continente, anticipando molte delle dinamiche sociali odierne. Infine quel modello politico-militare rivive oggi, come "memoria attiva", negli orizzonti delle masse subalterne extraeuropee, che sempre più frequentemente traggono ispirazione nei propri modelli organizzativi e nelle istanze ideali da quel precedente storico. L'insieme di questi motivi sembra emancipare la guerra di liberazione algerina dalle mere retoriche commemorative per farne, al contrario, una storia del presente.
17,00

Alla fine delle cose. Contributi a una storia critica delle immagini

Alla fine delle cose. Contributi a una storia critica delle immagini

Libro: Libro rilegato

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2011

pagine: 231

Prodotte dal sistema mediatico, dalla rete globale o da una politica ridotta sempre più a spettacolo, le immagini pervadono oggi il nostro mondo e si collocano in uno spazio in cui le 'cose' sembrano 'finire' nei loro simulacri. E tuttavia sulla funzione e lo statuto teorico dell'immagine, di questo "doppio" della realtà, la filosofia, la religione, l'arte, la politica hanno riflettuto fin dai tempi più antichi. La critica di Platone all'imitazione, come l'iconoclastia d'epoca medievale, la crescente produttività accordata al moderno concetto d'immaginazione, come il ruolo preponderante occupato dall'immagine nell'attuale società dello spettacolo - solo per indicare alcuni dei temi trattati nel libro - portano i segni dell'attrazione, della repulsa, dell'inquietudine che le immagini e il loro potere suscitano da sempre nell'uomo. Dal dibattito antico a quello contemporaneo, il libro approfondisce il percorso critico e storiografico che fu tracciato nel convegno internazionale "Fiat imago, pereat mundus" (Roma, febbraio 2010), alla ricerca di una risposta a un quesito antico quanto attuale: da dove viene e dove sta approdando la nostra "civiltà dell'immagine"?
24,50

La misteriosa curva della retta di Lenin. Per una critica dello sviluppo del capitalismo oltre i «beni comuni»

La misteriosa curva della retta di Lenin. Per una critica dello sviluppo del capitalismo oltre i «beni comuni»

Gigi Roggero

Libro: Libro in brossura

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2010

pagine: 144

Perché ricominciare a dire Lenin oggi? È l'urgenza delle lotte a imporci questo ritorno. I movimenti in rete e all'università, degli operai e dei precari, contro le "nuove recinzioni" e nelle banlieues globali, in Europa e nel mondo postcoloniale, hanno il proprio minimo comun denominatore nella lotta dentro e contro lo sviluppo del capitalismo. Era proprio questo il nodo della polemica tra Lenin e i populisti russi a cavallo tra Otto e Novecento. Ripercorrendo criticamente quel dibattito, il libro spiazza radicalmente la contrapposizione tra modernità e anti-modernità, mostrando come per Lenin analizzare lo sviluppo del capitalismo significasse individuare i punti della sua crisi e la possibilità della rottura rivoluzionaria. Praticare oggi quella mossa leniniana, nel profondo mutamento delle forme del lavoro e della produzione: qui sta la scommessa e la posta in palio. Attraverso questo percorso viene messa a critica, dall'interno dei movimenti sociali, la categoria di "beni comuni". Le lotte globali contro lo sfruttamento e l'espropriazione capitalistica ci mostrano infatti come in questione non sia la conservazione o un ritorno a un mitologico stato di natura, bensì la riappropriazione della ricchezza sociale e l'autonomia del lavoro vivo. La produzione, cioè, del comune oltre il pubblico e il privato, lo Stato e il mercato.
15,00

Il teatro dei sogni materializzati. Storia e mito del Bread and Puppet Theatre

Il teatro dei sogni materializzati. Storia e mito del Bread and Puppet Theatre

Sergio Secci

Libro: Libro in brossura

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2010

pagine: 128

Si può scrivere su qualcuno: si può scrivere anche con o attraverso qualcuno. Più che un libro su Peter Schumann e il Bread and Puppet, questo è un libro con o attraverso Peter Schumann e il Bread and Puppet. Peter Schumann e il Bread and Puppet sono stati (e intenzionalmente si usa qui un tempo passato) un fenomeno di teatro, in fondo, meno importante e significativo dei movimenti entro i quali hanno agito: la guerra del Vietnam, la protesta civile, i giovani e la rivolta contro l'"american way of life". Forse perché Peter Schumann e il Bread and Puppet erano pieni, sostanziati, di vita oltre che di teatro. A questa sostanza Sergio Secci ha attinto secondo le regole del gioco: con parzialità e seguendo le sue personali passioni, ma anche con grande efficacia ricostruttiva nell'attentissima cronologia della vita di Peter Schumann, nell'attività spettacolare del Bread and Puppet, nella documentazione-registrazione di The life and death of Oswald von Wolkenstein, visto e vissuto di persona durante il soggiorno americano, o nell'utile bibliografia. Gli ampi stralci da Schumann sono riportati, oltre che per un intento documentario, quasi a confermare un modo di agire e vivere (teatro); i riferimenti a Brecht e alla politica, la 'chiave critica' del bambino ribelle. Il volume è arricchito dalla significativa testimonianza per immagini di Maurizio Buscarino da spettacoli italiani del Bread and Puppet.
16,00

L'arte dell'autoritratto. Storia e teoria di un genere pittorico

L'arte dell'autoritratto. Storia e teoria di un genere pittorico

Omar Calabrese

Libro: Libro rilegato

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2010

pagine: 396

Il tema dell'autoritratto è stato affrontato molte volte nella storia dell'arte. Da un punto di vista iconografico, come raccolta di "uomini illustri", grandi artisti che hanno raffigurato loro stessi. Questo libro si propone di compiere un percorso diverso. In primo luogo, vuole essere un'effettiva "storia" dell'autoritratto, non come descrizione di una successione cronologica di eventi, come successione di concetti. Così, nel primo capitolo, si parte dagli autoritratti come manifestazione di un'identità generica. Il secondo capitolo tratta dell'autoritratto nascosto in scene narrative. E così di seguito, ognuno dei tipi illustrati nei vari capitoli corrisponde a un concetto astratto: l'identità, la testimonianza autografa, il simbolo di un valore, la rivendicazione di un ruolo, il fondamento scientifico della raffigurazione di sé, la legittimazione sociale, la differenza sessuale, la maestria tecnica, le passioni, la negazione dell'identità. Ma tutti questi concetti intrattengono relazioni reciproche, e il loro insieme è così compatto che ci fa giungere alla conclusione che esista una vera e propria "teoria dell'autoritratto", elaborata lentamente ma saldamente in circa quattromila anni di tradizione. Questa teoria finisce con il coincidere con una più vasta teoria della rappresentazione, perché esprime e di volta in volta mette in discussione proprio i canoni di quest'ultima.
58,00

Il pensiero strategico. Il partito, il combattimento, la rivoluzione

Il pensiero strategico. Il partito, il combattimento, la rivoluzione

Lenin

Libro: Libro in brossura

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2010

pagine: 310

Qual è oggi il senso di un'antologia di Lenin? Che attualità possono avere i suoi testi? Nell'introduzione di Emilio Quadrelli troviamo subito risposta a queste domande. Lo scenario internazionale è caratterizzato dalla crisi economica, dalla continua esplosione di guerre e di insurrezioni popolari. Non si è verificata quella fine della storia che in molti avevano sentenziato dopo il crollo del muro di Berlino. La storia non è finita e il libero mercato non ha trasformato la politica e il sogno di una cosa in inutili retaggi del passato. Occorre allora ritrovare i grandi testi del pensiero rivoluzionario, nei quali l'opera di Lenin occupa un posto privilegiato. Nell'era del capitalismo e della guerra globali appare indispensabile tornare a leggere chi più di tutti ha compreso il carattere internazionale del conflitto, le ricadute politiche dello sviluppo del mercato e la relazione indissolubile che la politica ha sempre con la guerra. Il "pensiero strategico" evocato è allora un ripensamento della teoria marxista in cui il pensiero politico e il pensiero militare non possono venire disgiunti. Rileggere Lenin appare così un antidoto alle retoriche che vogliono la definitiva messa in mora delle categorie del politico e il nostro mondo il migliore dei mondi possibili, minacciato al suo interno non da oppositori politici ma da devianti e, sulla scena internazionale, non da nemici ma da canaglie e banditi.
20,00

Ripensare lo sviluppo capitalistico. Accumulazione originaria, governamentalità e capitalismo postcoloniale: il caso indiano

Ripensare lo sviluppo capitalistico. Accumulazione originaria, governamentalità e capitalismo postcoloniale: il caso indiano

Kanyal Sanyal

Libro: Libro in brossura

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2009

pagine: 255

"Ripensare lo sviluppo capitalistico" si propone un obiettivo straordinariamente ambizioso: attualizzare la critica dell'economia politica dentro le trasformazioni del presente globale, analizzato attraverso la categoria di "capitale postcoloniale". Esaminando il caso paradigmatico dell'India, Kalyan Sanyal mette radicalmente in discussione il discorso dello sviluppo, al centro della narrazione occidentale della modernità. Nonostante elevatissimi tassi di crescita economica, infatti, nel capitalismo postcoloniale vive una contraddizione: la contemporanea presenza della crescita del PIL e dell'allargamento della povertà. È lo stesso sviluppo capitalistico a creare, attraverso l'ininterrotto ripetersi dell'accumulazione originaria, le sterminate bidonville relegate ai margini delle metropoli e le terre distrutte dagli scarichi delle fabbriche, abitate da una forza lavoro in eccesso. Il capitale postcoloniale allora, per affermare la propria legittimità ed egemonia, non può lasciare a se stessi gli spossessati, ma deve farsi carico della riproduzione delle basi materiali della loro sussistenza, gestendo la povertà su un terreno "governamentale". Completando il proprio percorso di analisi, Sanyal individua con chiarezza il nodo gordiano con cui si deve confrontare una nuova politica radicale, ovvero la combinazione di lotta di classe e movimenti dei poveri.
19,50

Stadio Italia. I conflitti del calcio moderno

Stadio Italia. I conflitti del calcio moderno

Libro: Libro in brossura

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2009

pagine: 263

"Questo non è un libro sugli ultras, un testo sugli animali. Un libro sugli ultras è inevitabilmente destinato a fallire come qualsiasi fiction che pretenda di rappresentare la realtà. Qui cerchiamo di fare esattamente l'opposto, invertendo soggetto e oggetto. Questo è un libro sul calcio moderno: al centro dell'interesse sono i poteri e le istituzioni che governano il gioco, l'economia che lo ristruttura completamente, i conflitti che lo attraversano. E così una controinchiesta, una prima descrizione dei meccanismi di potere che, trasformando il calcio, trasformano ben più delle regole di un gioco. A scriverlo è innanzitutto chi negli ultimi anni ha vissuto sul campo queste grandi mutazioni, osteggiandole, e cogliendole nella loro complessità. La convinzione che accomuna gli autori è che lo stadio, nell'epoca del calcio moderno, sia lo specchio delle nostre città e dell'Italia intera: lo stadio non è solo un luogo di passione e intrattenimento, ma un luogo di comprensione del mondo. Vi si dispiega in forme rivelatrici la costruzione di un laboratorio sociale ed economico inedito, capace di spingersi al di fuori dei propri confini. Potremmo considerarlo un'officina del potere."
15,50

Il mondo come design e rappresentazione. Ritratti d'occasione per ventisette maestri dell'illustrazione e della grafica

Il mondo come design e rappresentazione. Ritratti d'occasione per ventisette maestri dell'illustrazione e della grafica

Andrea Rauch

Libro: Libro rilegato

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2009

pagine: 263

"Il mondo come design e rappresentazione" si spartisce abbastanza esattamente tra design e rappresentazione, appunto, o se vogliamo, tra progetto e figura. Perché nelle pagine del volume si tracciano storie, si raccontano aneddoti e si abbozzano analisi critiche che riguardano sia la cultura del progetto che quella dell'illustrazione. Si parla quindi di artisti, di designer, di illustratori, di grafici. È un libro che avrebbe potuto anche chiamarsi il "Libro degli amici", perché quelle che Andrea Rauch, anche lui grafico e illustratore, racconta sono storie di rapporti interpersonali, analisi professionali e artistiche che mostrano le sfaccettature di una passione e di una curiosità esclusiva e inesauribile dove il contatto con gli autori, il lavoro fianco a fianco, la complicità addirittura, sono la chiave per entrare e comprenderne le singole opere e le cifre stilistiche. I testi del volume, e le oltre trecento immagini che lo completano, riflettono quindi una cultura del progetto avvertita e avvertibile che comunque lascia sempre grandi spazi alla creatività e alla fantasia. Non solo però: in filigrana si legge anche come questi grandi maestri della grafica (da Steinberg a Glaser, da Sendak a Lionni, da Innocenti a Mattoni, da Fletcher a Fukuda, da Iliprandi a Mariscal, da Guidotti a Luzzati...) siano stati fondamentali per cambiare la nostra comprensione della realtà, il nostro modo di interpretare i fatti della visione e di organizzare le fila di un immaginario consapevolmente moderno.
40,00

L'annunciazione italiana. Una storia della prospettiva

L'annunciazione italiana. Una storia della prospettiva

Daniel Arasse

Libro: Libro rilegato

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2009

pagine: 384

"Questo libro nasce da un'intuizione: tra il Trecento e il Cinquecento è esistita nella pittura italiana una particolare affinità tra annunciazione e prospettiva. Dopo un'approfondita riflessione, posso avanzare al riguardo una duplice ipotesi di ricerca: 1) che effettivamente è esistita, nella pittura italiana del Rinascimento, un'affinità tra il tema dell'annunciazione e lo strumento figurativo della prospettiva; 2) che tale affinità ha un carattere paradossale, poiché si fonda non sull'accordo, bensì sulla tensione tra il tema rappresentato e lo strumento della sua rappresentazione". Per Arasse la prospettiva è infatti lo strumento perfetto per descrivere il mistero di fede dell'Annunciazione, cioè il il racconto del passaggio dell'Incommensurabile divino nel finito. L'autore si è dedicato allo studio di questo argomento per almeno quindici anni, a partire dall'inizio degli anni Ottanta del Novecento. Questo libro presenta gli esiti di questo impegno e chiarisce l'estrema utilità di un originale metodo d'analisi delle opere che egli stesso ha chiamato "iconologia analitica." Il racconto parte dalle annunciazioni di Ambrogio Lorenzetti, percorre il Quattrocento fiorentino a partire da Masaccio, estende lo sguardo sulla pittura delle città italiane e si inoltra nel Rinascimento maturo fino alla specificità del linguaggio dei veneziani. L'opera offre così una vera e propria storia della prospettiva nel Rinascimento italiano.
58,00

Il teatro delle varietà. Lo spettacolo popolare in Italia dal cafè chantant a Totò

Il teatro delle varietà. Lo spettacolo popolare in Italia dal cafè chantant a Totò

Stefano De Matteis

Libro: Libro in brossura

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2008

pagine: 111

La storia del teatro di varietà si consuma in meno di un secolo, dalla fine dell'Ottocento agli anni Sessanta del Novecento. È la storia di un genere multiforme, ingiustamente considerato "minore", che non ha saputo resistere all'urto di altre forme di spettacolo, come il cinema e la televisione. I suoi protagonisti sono cantanti, attori e attrici, macchiettisti, comici, tutti diventati artisti per vocazione e per necessità. "Il teatro delle varietà" si sofferma sulle vicende artistiche di Rodolfo De Angelis, Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, i fratelli De Rege, Beniamino Maggio, Totò e su tanti altri volti ormai dimenticati. Per loro il café chantant, il varietà, la rivista e l'avanspettacolo diventano spazi di libertà: le macchiette e i personaggi che interpretano assumono i connotati di una corrosiva critica sociale, a volte bonaria, più spesso amara e beffarda. La comicità che l'autore ci presenta non ha infatti nulla di rassicurante perché "annulla ogni distanza gerarchica o burocratica, avvicina l'oggetto in esame e lo trasporta nel proprio territorio mettendolo a contatto, brusco e violento, con se stesso per poterlo familiarmente tastare, capovolgere, rivoltare e guardare dall'alto in basso, per spezzarne l'involucro esteriore e gettare lo sguardo al suo interno, per scomporlo, smembrarlo, denudarlo e smascherarlo".
12,00

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