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UTET

Napoli liberata. Caos, eroismo e barbarie dal 1943 al 1945

Napoli liberata. Caos, eroismo e barbarie dal 1943 al 1945

Keith Lowe

Libro: Libro rilegato

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 528

È il 1° ottobre del 1943 quando i soldati alleati entrano a Napoli. La risalita da sud è stata lenta, ogni metro è stato conquistato a fatica, tra assalti, ripiegamenti e nuove incursioni. Quando varcano le porte della città, la trovano sfigurata: i palazzi crivellati di colpi, i binari interrotti, il porto che praticamente non esiste più. Tra le macerie compare una folla festante, i bambini scalzi si arrampicano sui carri armati per mendicare cioccolato, le donne donano fiori e sorrisi a quei soldati finalmente alleati. I napoletani sono esausti ma vivi, reduci da quattro giorni in cui erano insorti spontaneamente contro l’esercito tedesco. Napoli liberata è la storia di quei giorni, di come ci si arrivò e soprattutto di ciò che accadde in seguito. Perché la liberazione non portò subito la pace, al contrario: segnò l’inizio di una nuova fase, caotica e ambigua, in cui Napoli divenne uno strano crocevia di culture, tensioni, possibilità e contraddizioni. Oltre alla brutale occupazione tedesca e alle rappresaglie, la città aveva infatti subìto il bombardamento spietato degli alleati: la sofferenza e la miseria erano ovunque, le bande criminali spadroneggiavano, la fame e il tifo opprimevano la popolazione, i servizi pubblici erano al collasso e intanto prosperavano il mercato nero e la prostituzione. Quando nel marzo 1944 il Vesuvio eruttò, fu difficile non vederlo come un segnale dell’apocalisse in corso. Basandosi su una mole gigantesca di fonti italiane e internazionali, Keith Lowe sfida le narrazioni mitizzate o romanzate che spesso hanno avvolto le cronache di quegli anni. In questo nuovo, grande affresco storico, Lowe racconta l’eroismo e il sacrificio dei napoletani, ma anche le difficili condizioni politiche e sociali seguite al controllo alleato. Come un piccolo, doloroso, combattivo laboratorio, la Napoli liberata di queste pagine riguadagna il suo ruolo di periferico centro propulsivo della storia della Liberazione d’Italia.
26,00

Il nemico. Elon Musk e l'assalto al tecnocapitalismo e alla democrazia

Il nemico. Elon Musk e l'assalto al tecnocapitalismo e alla democrazia

Stefano Feltri

Libro: Libro rilegato

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 240

Per un po’, è stato un imprenditore famoso solo tra coloro che si occupano di finanza e tecnologia. Poi, abbiamo cominciato tutti a vedere le sue Tesla in giro per le strade, o i video dei razzi di SpaceX che decollavano (e tornavano ad atterrare). Quando ha comprato Twitter e l’ha trasformato in X sembrava essere all’apice della visibilità e dell’influenza – ma poi è arrivato alla Casa Bianca con Donald Trump. E tutto il mondo si è chiesto se questo imprenditore avveniristico non fosse invece un pericolo globale. Elon Musk è un personaggio imponente, tanto che è difficilissimo avere una visione chiara di chi sia, al di là del rombo assordante della sua notorietà planetaria. Ma Stefano Feltri ha trovato la chiave che fa capire cosa tenga insieme l’utopia dei viaggi spaziali e i saluti nazisti veri o presunti, oppure la California della Silicon Valley e il Sudafrica dell’Apartheid. C’è una questione fondamentale che Musk pone alla contemporaneità: la minaccia esistenziale che il tecnocapitalismo rappresenta per la democrazia. Un capitalismo che usa le piattaforme su cui tutti comunichiamo come armi di propaganda e lotta politica, si rifiuta di sottostare al controllo pubblico, crede che la libertà della tecnologia sia di gran lunga più importante di quella dei cittadini – e accelera la corsa verso un futuro, fatto di intelligenza artificiale, sorveglianza digitale e chip nel cervello, che assomiglia sempre più a un passato a cui non vorremmo tornare. Musk è in questo momento l’imprenditore tecnologico più esposto e visibile – ma il “nemico” di cui ci parla Feltri è ben più pericoloso di un singolo individuo, per quanto potente. Cosa succederà a Musk e alle sue imprese è, infatti, meno importante di cosa succederà alla democrazia, di cui ancora godiamo in Occidente e che è oggi minacciata non solo da fattori esterni, ma anche dalle idee e dalle strategie del tecnocapitalismo.
19,00

Tipping point. La vendetta del punto critico

Tipping point. La vendetta del punto critico

Malcolm Gladwell

Libro: Libro rilegato

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 336

Los Angeles: il 29 novembre 1983 un uomo rapina sei banche in sole quattro ore, conquistando un nuovo record mondiale. È la giornata simbolo di un’epidemia di crimini che affliggeva la città già da dieci anni, innalzando ladri e banditi a celebrità cittadine. In un certo senso, rapinare banche era una “moda” e, come per ogni moda, quando il punto critico viene toccato, comincia il declino: all’inizio degli anni novanta, dopo il picco, il numero di rapine crolla di colpo. Com’è stato possibile? Venticinque anni fa Malcolm Gladwell pubblicava il suo primo libro, Il punto critico, un bestseller internazionale diventato un vero classico, entrato nella cassetta degli attrezzi dei leader politici, degli imprenditori, dei sociologi, giù giù fino alle chiacchiere da bar. Gladwell si arrovellava su come si diffondessero le idee, e alla fine dimostrava come in fin dei conti fossero simili a virus “benefici”. Nasceva così l’epidemiologia sociale, un modo di analizzare i fenomeni di massa con quell’ottimismo tipico degli anni post Guerra fredda e pre 11 settembre, di chi crede che i piccoli cambiamenti possano produrre grandi effetti positivi. Venticinque anni dopo, Gladwell torna sul luogo del delitto e decide di addentrarsi nel lato oscuro del punto critico. Perché in questi venticinque anni è cambiato il mondo: in un presente fatto di paranoia, deficit di attenzione, fake news, polarizzazione e sistemi politici pericolanti, le idee sono come virus voraci e inarrestabili, scatenati spesso da chi ha capito bene come usare la “forza dei piccoli cambiamenti” a proprio vantaggio. Oggi più che mai dobbiamo conoscere le epidemie culturali e i loro meccanismi, non solo per innescarle ma anche per imparare a difenderci dal contagio. Come spiega Gladwell, «gli stessi strumenti che usiamo per costruire un mondo migliore possono anche essere usati contro di noi». E se non vogliamo che si compia La vendetta del punto critico, dobbiamo correre ai ripari al più presto.
21,00

Ad familiares. Lettere ai familiari. Volume Vol. 2

Ad familiares. Lettere ai familiari. Volume Vol. 2

Marco Tullio Cicerone

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 720

«La patria ormai l’ho pianta più dolorosamente e più a lungo di quanto una madre abbia mai pianto la perdita dell’unico figlio», scrive Cicerone in una lettera all’amico Papirio Peto. Intimo affetto e impegno civile, questi i due fili che legano insieme il corpus di epistole che il celebre oratore scrisse tra il 63 e il 43 a.C., durante gli anni più tumultuosi della res publica. E tra privato e politica si dividono anche i numerosi destinatari delle lettere: da un lato si ritrovano i grandi protagonisti della scena pubblica, tra cui lo stesso Cesare, che Cicerone appella con un benevolo «mi Caesar», consapevole di quanto la retorica sia influente nei giochi di potere. Dall’altro invece gli affetti più intimi, tra cui la moglie Terenzia e l’adorata figlia Tullia, ma anche il fedele liberto Tirone, legato a Cicerone da un affetto sincero, capace di superare le differenze di status. Ciò che emerge dalle epistole non è solo il racconto perspicace e lucido della “rivoluzione romana”, quando il sangue fratricida bagnava le strade di Roma al culmine della guerra civile, ma anche il ritratto umano di uno dei più grandi protagonisti dell’età repubblicana, emblema di giustizia e di libertà, che non nasconde le sue preoccupazioni e fragilità nelle parole riservate ai confidenti più stretti. Se infatti grande è il timore dinnanzi all’avanzata dell’impavido Cesare, altrettanto grande è il dolore che prova avendo lasciato moglie e figlia da sole nell’Urbe teatro di guerriglia, un dolore accentuato dalla mancanza di notizie di quel figlio che ha deciso di salire sul carro di Cesare, voltandogli le spalle. Questo secondo volume raccoglie le epistole di data incerta e quelle scritte tra l’agosto 46 e il luglio 43 a.C. In soli tre anni l’astro di Cesare raggiunge il suo apice come dictator perpetuus e il suo violento declino nella congiura delle Idi di marzo. È un evento indelebile, che tuttavia non basta a risollevare le sorti della Repubblica: in molti sono già pronti a cogliere lo scettro del tiranno, in particolare Marco Antonio, acerrimo rivale di Cicerone. A spuntarla però sarà il giovane ma scaltro Cesare Ottaviano. Anche le vicende private di Cicerone si fanno via via più tormentate, col divorzio dalla moglie Terenzia e soprattutto con la prematura perdita della figlia Tullia. Le epistole ad familiares restano certamente una fonte storiografica di eccellenza, ma rimangono anche la più grande testimonianza della personalità umanissima di Cicerone, fondata su saldi ideali e principi, quelli di un uomo pronto a sacrificare la vita nel momento in cui Roma perdeva la sua libertà.
24,00

Dare forme al mondo. Per un design multinaturalista

Dare forme al mondo. Per un design multinaturalista

Andrea Staid

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 192

L’attuale congiuntura globale impone una riconsiderazione radicale delle nostre pratiche quotidiane, orientandole verso una sostenibilità che superi la logica economica per abbracciare l’intricata interdipendenza degli ecosistemi ambientali. In un simile contesto, la responsabilità di coloro che intervengono attivamente nella configurazione del mondo materiale si estende oltre la funzionalità e l’efficienza immediata: implica una prospettiva ecocentrica, che riconosca il valore intrinseco del pianeta e della complessa trama di vita che lo abita, includendo non solo le società umane, ma anche le comunità animali e vegetali. Da dove possono trarre ispirazione architetti e designer per andare in questa direzione? Come si può inserire la natura stessa nel processo creati - vo che porta a nuovi progetti e nuove possibilità? Con questo libro, Andrea Staid offre alcune risposte e indica molteplici direzioni di ricerca. L’innovativo concetto di “design multinaturalista” di Staid ci invita a riconsiderare le ontologie del design, superando una visione antropocentrica che confina la capacità di progettazione alla sola sfera umana. Attraverso una prospettiva etnografica sul design, Staid evidenzia come diverse specie non umane esercitino una forma di agency materiale che incide sull’organizzazione dell’ecosistema. È degno di nota come molte società contemporanee incarnino un sapere ecologico pratico: imitano le soluzioni progettuali offerte dalla natura e sviluppano sistemi produttivi intrinsecamente connessi al loro ambiente, rivelando un’epistemologia del design radicata in relazioni interspecie. Raccontando con attenzione poetica e rigore antropologico le esperienze di viaggio e studio che ha effettuato negli ultimi anni, Staid fornisce in questo libro una serie di vivide illustrazioni della possibilità, oltre che della necessità, di cambiare paradigma nelle professioni creative che hanno la responsabilità di dare continuamente nuove forme a questo antico mondo.
18,00

Gli omicidi di Rillington Place. Un clamoroso errore giudiziario, un serial killer che ha fatto epoca

Gli omicidi di Rillington Place. Un clamoroso errore giudiziario, un serial killer che ha fatto epoca

Kate Summerscale

Libro: Libro rilegato

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 320

20 marzo 1953, Notting Hill: un affittuario al 10 di Rillington Place sta cercando di fissare una mensola in cucina, quando scopre che sotto la carta da parati c’è un buco. L’uomo strappa la carta, recupera una torcia: dentro si intravede la schiena di un cadavere. È una donna. Non è la sola. Dei quattro corpi femminili trovati dalla polizia, uno appartiene alla moglie dell’ultimo inquilino di quella casa: John Reginald Halliday Christie, ex poliziotto, un uomo qualunque, nascosto dietro piccoli occhiali di corno. Parla a voce bassa e soffiata da quando è sopravvissuto a una bomba all’iprite, in guerra. Ma dov’è finito “Reg” Christie? È scomparso da giorni… Inizia così una delle più incredibili storie di serial killer del Novecento, che Kate Summerscale racconta come un grande romanzo, intrecciando storie e punti di vista. Segue l’inchiesta di Harry Procter, stella della cronaca nera, che aveva già conosciuto Christie anni prima. Lo aveva intervistato come testimone contro un altro inquilino del 10 di Rillington Place, condannato a morte per aver ucciso la moglie incinta e la figlia. E se fosse stato un errore giudiziario, orchestrato da quel pacato uomo diabolico? Entra poi in scena Fryn Tennyson Jesse, giallista in declino, quasi cieca e morfinomane, che spera di poter tornare alla ribalta decifrando la mente di questo insospettabile omicida. E infine ecco Rosalind Wilkinson, giovanissima sociologa che proprio in quei mesi stava facendo una ricerca sul sottobosco della prostituzione: quante delle giovani ragazze scomparse potrebbero essere altre vittime di Christie? Quel piccolo buco nel muro, scoperto per caso una mattina di marzo del 1953, risucchia tutti noi dentro una storia fosca, ripugnante e affascinante insieme. Perché l’ordito di Summerscale alla fine ci rivela che Gli omicidi di Rillington Place sono il vero inizio della nostra ossessione per queste vicende, morbosamente seguite in diretta sui media oppure raccontate nei decenni a seguire come moderne, antichissime fiabe nere.
25,00

Seguimi! Il marketing come culto, il culto come marketing

Seguimi! Il marketing come culto, il culto come marketing

Gianluca Diegoli

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 288

In principio fu Apple. Non bastava più la “fedeltà al marchio”, che per decenni di pubblicità aveva spinto la signora a non scambiare il suo Dash per due anonimi fustini. Apple con il “Think different” dettava un comandamento: non avrai altro computer all’infuori di me. Sui primi forum online infuriavano battaglie tra gli utenti Mac radicalizzati e gli infedeli che ancora servivano l’idolo fasullo pc e il falso profeta Windows. Che cosa era successo? Be’, il marketing aveva semplicemente fatto un passo avanti: il marchio non si doveva più amare, si doveva venerare e difendere, perché ci faceva entrare in una specifica setta di consumatori, in cui sentirsi accolti e amati, in cui riconoscersi e identificarsi. Eppure al mercato neanche questo bastava, come dimostra l’insider Gianluca Diegoli, consulente e professore di marketing. Il passaggio successivo è stato quello di smaterializzare il culto del singolo prodotto per raggiungere la vera trascendenza del consumo, immateriale e pervasiva: non siamo più devoti a una marca, ma a delle pratiche, che siano il running, la mindfulness, il foodporn, le vacanze da postare sui social o la skincare coreana da praticare come un rito laico di purificazione. Seguimi! ci intima il marketing, attualizzando le tecniche classiche di vendita per convincerci della coolness irresistibile del CrossFit o della necessità di quel workshop a Pantelleria; ci rende fedelissimi a un podcast o a un influencer, ci irregimenta sui BitCoin e ci convince a mollare tutto per diventare insegnanti di yoga. È una verità che non ci piace sentire, ma siamo tutti costantemente, allegramente manipolati da culti nuovi di zecca, che durano qualche mese come BeReal o qualche anno come lo zumba. Per fortuna, queste sette “light” non sono pericolose come quelle vere, eppure a ben vedere funzionano con le stesse, identiche regole. Regole che Diegoli è pronto a rivelarvi in questo libro divertente e prezioso, schiudendovi le porte della verità – e inaugurando così, finalmente, il suo culto personale.
18,90

E anche scrittore. Come ci siamo messi tutti a scrivere

E anche scrittore. Come ci siamo messi tutti a scrivere

Arnaldo Greco

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 180

«È noto che solo con il Novecento l’amore romantico è diventato realmente alla portata di tutti. Non che prima non esistesse, ovvio, ma era appannaggio di una cerchia molto ristretta di persone e cioè di chi poteva permetterselo. Oggi anche la letteratura vive qualcosa di simile. Perché così come, a un certo punto, tutti hanno cominciato ad amare, a un certo punto tutti hanno cominciato a poter scrivere, a poter pubblicare, a poter essere letti e a ricevere complimenti per ciò che scrivono. Ormai esistono Scrittori per le chat con gli amici, Scrittori di gruppi WhatsApp e Scrittori di messaggi di buongiorno. Scrittori di Facebook, X o Instagram. Scrittori di recensioni per Amazon, Scrittori di meme, Scrittori di articoli di giornali senza lettori e Scrittori di lettere ai giornali, Scrittori di preghiere per comunità numerose di cui non immaginiamo neppure l’esistenza e Scrittori di catene di Sant’Antonio, Scrittori di messaggi farneticanti e Scrittori di poesie per strada. Esistono anche Scrittori con un libro nel cassetto, ma – per quanto numerosi – sono ormai una retroguardia blasé.» Non si tratta di accusare gli altri di vanità o velleitarismo: sarebbe bene ammettere che tutti noi, ormai, siamo anche scrittori. Anche noi cerchiamo la parola giusta, riscriviamo se la prima versione non ci soddisfa, pensiamo a come catturare l’attenzione dei nostri lettori. Anche noi sfruttiamo le nostre vite e i nostri ricordi come repertori di materiale letterario e vogliamo essere letti, e apprezzati, da più persone possibile. Arnaldo Greco ha identificato per primo questo vero e proprio mutamento antropologico e in questo delizioso e acuminato volumetto inventaria i pregi, i difetti, i tic, le nevrosi, le virtù di tutti noi, anche scrittori. Che sono simili a quelle dei grandi scrittori del passato, ma con una differenza fondamentale: come osservava perfidamente Gertrude Stein, infatti, «i piccoli artisti hanno tutti i dolori e le infelicità dei grandi artisti, solo che non sono grandi artisti».
18,00

Svuota il carrello. Il marketing spiegato benissimo

Svuota il carrello. Il marketing spiegato benissimo

Gianluca Diegoli

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 272

Ve lo ricordate il tasto “Svuota il carrello”? Si trovava un po’ in tutti gli ecommerce, eppure se fate un giro su Amazon, Zalando o Temu vedrete che è sparito, evaporato in una nuvola di pixel. Che cos’è successo? Semplice, un addetto al marketing si è svegliato e ha pensato: perché permettere all’ignaro consumatore di svuotare con un solo clic l’intero carrello, non appena si fa sentire il rimorso da portafoglio? Da quel giorno ci tocca togliere i prodotti uno per uno, valutando se possiamo fare davvero a meno di quell’utile spremiagrumi o di quella graziosa salopette. Questo è solo un esempio minimo di come le strategie del marketing ci influenzino, invisibili, ogni giorno: dal menu caffè+spremuta (ma la volevi poi la spremuta?) alla bulimia dei servizi streaming (profilo Smart o Premium?); dal 3×2 del supermercato al divano a rate perennemente scontatissimo; dalla comodità pericolosissima di avere il mondo a domicilio in poche ore al fascino vintage dei cari vecchi spot televisivi. Gianluca Diegoli, esperto consulente di marketing, ha scritto un libro che parla non solo agli aspiranti marketer, ma soprattutto a noi consumatori: con autoironia ed esempi concreti ci mostra le tecniche e i meccanismi con cui lui e i suoi compari cercano di venderci qualsiasi cosa, spiegandoci anche perché spesso, alla fine, ci riescono. Un libro rivoluzionario, dunque, che al grido di Svuota il carrello invita a mettere a ferro e fuoco i centri commerciali? Non proprio. Perché in questa infinita partita tra consumatori e marketer è sempre difficile capire quanto le fazioni siano opposte o quanto invece sotto sotto siano complici: per esempio, il Black Friday serve a loro per vendere o a noi per comprare a cuor leggero quel televisore gigantesco? D’altra parte, ci diciamo, era un’offerta imperdibile…
16,00

La sinistra non è woke. Un antimanifesto

La sinistra non è woke. Un antimanifesto

Susan Neiman

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 180

Sta succedendo: l’elezione di Donald Trump è arrivata a coronare una rimonta delle destre reazionarie in tutto il mondo, con punte di neofascismo o addirittura neonazismo. Dappertutto risorge e trionfa un nazionalismo feroce e cinico, contrapposto allo spirito globalizzante che sembrava il futuro inevitabile del terzo millennio. Sta succedendo, sì, ma la domanda che si fanno tutti, con alterne risposte, è: com’è potuto succedere? Susan Neiman, filosofa statunitense trapiantata in Germania, ha una sua risposta. Non è economica, geopolitica o tecnologica, è una risposta culturale: la destra ha vinto perché la sinistra non esiste quasi più. Fin dai tempi dell’Illuminismo, infatti, la cosiddetta “sinistra” si stringeva intorno ad alcuni valori che ne costituivano l’identità più intima: desiderio di giustizia sociale, spinta verso l’universalismo, fiducia nel progresso. Dalla seconda metà del Novecento, secondo Neiman, uno a uno questi valori sono stati messi in discussione proprio da certe frange liberali e movimentiste: sobillata dalla lettura foucaultiana del mondo come scontro di poteri, sospettosa verso il lascito “imperialista” dell’Illuminismo, spinta subdolamente verso un crudele determinismo darwinista da un’indigestione di psicologia evoluzionista, la sinistra si è smarrita. Ed è così che molti fra coloro che oggi si considerano “di sinistra” non sono davvero “di sinistra”, sono “woke”. Che è una cosa diversa, anzi, in un certo senso è proprio il contrario: un movimento che vorrebbe il progresso ma diffida della modernità; che nega ogni fronte comune possibile, frammentando il corpo sociale in tribù identitarie in lotta; che rinuncia ai diritti sociali e si aggrappa esizialmente ai diritti civili. Già alla prima riga, Susan Neiman dichiara che questo libro non è «una tirata contro la cancel culture». La sinistra non è woke, infatti, è molto di più: un anti-manifesto, una lucida requisitoria sugli sbagli che la sinistra ha fatto, in questi decenni confusi. Perché è solo tornando a costruire, dalle fondamenta dei propri valori, che la sinistra può risorgere.
18,00

Una domenica d'aprile. Piazzale Loreto, 1945: una fine, un inizio

Una domenica d'aprile. Piazzale Loreto, 1945: una fine, un inizio

Giovanni De Luna

Libro: Libro rilegato

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 168

Tutti i cittadini italiani sanno cosa è accaduto a piazzale Loreto, a Milano, nell’aprile del 1945: l’esposizione del cadavere di Mussolini appeso a testa in giù resta come simbolo della fine di un regime e di una guerra, entrambi catastrofici per l’Italia. Ma quel momento e quel luogo non sono solo un simbolo, o un episodio risaputo, e a ottant’anni esatti di distanza Giovanni De Luna riesce a darcene dimostrazione, con una ricostruzione ravvicinata che è insieme un’interpretazione originale. Una ricostruzione ravvicinata, perché il fuoco si stringe sulla città di Milano, il luogo dove era stato fondato il primo Fascio di combattimento nel 1919, dove erano stati fucilati e insepolti i quindici martiri partigiani dell’agosto 1944, dove Mussolini fece il suo ultimo bagno di folla ancora nel dicembre di quell’anno. E perché quella giornata, una domenica d’aprile di festa e di orrore, viene raccontata ora per ora attraverso una miriade di testimonianze “dal basso”: diari, fotografie, lettere, ricordi di gente comune. E insieme un’interpretazione originale, perché a piazzale Loreto accadono avvenimenti che esigono di essere compresi, se non giudicati. La folla che fa scempio del cadavere del Duce è la stessa che lo applaudiva al Teatro alla Scala solo qualche mese prima? Come è possibile che si festeggi la fine di un regime violento abbandonandosi alla violenza? Cosa lascia in eredità quel giorno alla rinata Italia? «Pochi giorni dopo, della folla di piazzale Loreto non restavano tracce evidenti se non nella memoria di chi c’era stato. Si respirava ormai un’altra aria. Ancora qualche anno e, come in un gigantesco processo di rimozione collettiva, il ricordo di quella domenica di aprile sembrava già come si fosse inabissato.» Ma rimuovere il passato non è mai senza conseguenze e guardare in faccia la folla di piazzale Loreto resta fondamentale anche nell’Italia di oggi.
19,00

La filosofia del Rinascimento. Storia della filosofia. Volume Vol. 3

La filosofia del Rinascimento. Storia della filosofia. Volume Vol. 3

Nicola Abbagnano

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2025

pagine: 224

Riscoprire e far rivivere la ricerca che «gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino». Con queste parole Nicola Abbagnano indicava il proposito della sua Storia della filosofia, un’opera destinata a diventare un classico. Questo non è solo uno dei testi più riconosciuti e apprezzati in ambito accademico, ma anche e soprattutto una lettura che, come la filosofia stessa, parla di tutti e a tutti, grazie allo stile espositivo accessibile e chiaro di Abbagnano, capace di catturare l’interesse anche di chi la filosofia l’ha conosciuta solo sui banchi di scuola o di chi forse sta ancora aspettando un primo incontro. Dopo La filosofia antica e La filosofia patristica e scolastica, in questo terzo volume viene trattata l’evoluzione del pensiero europeo dai primi umanisti del xiv secolo alla rivoluzione scientifica nel Cinquecento. Alla riscoperta del pensiero antico, con la fioritura del neoplatonismo di Nicola Cusano, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, si affiancano da una parte la nascita della filosofia politica, con Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini, e dall’altra la rivoluzione della fede negli scritti di Calvino ed Erasmo, culminata poi nella Riforma di Lutero. Ed è anche il periodo in cui sono gettate le basi della scienza moderna prima con il naturalismo di Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, poi con le riflessioni e gli studi di Francesco Bacone, Leonardo da Vinci, Niccolò Copernico e Galileo Galilei. Abbagnano riesce a infondere nel lavoro di sistemazione storiografica l’entusiasmo intellettuale del filosofo, mostrandoci la storia della filosofia come un motore di idee e tesi che si avvalorano e contraddicono ciclicamente le une con le altre, tracciando la strada che l’uomo percorre da secoli e continuerà a percorrere fino alla fine dei tempi, perché tale è la sua natura. L’unica certezza che abbiamo è che «nulla di ciò che è umano è estraneo alla filosofia e che anzi questa è l’uomo stesso, che si fa problema a se stesso e cerca le ragioni e il fondamento dell’essere che è suo».
17,00

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