Edizioni ETS: Agri e chorai tra Magna Grecia e Etruria
Archeologia romana nel trevignanese tra curiosità e segreti. Una guida
Settimio Cecconi, Giuseppe Cordiano, Shantidas Valli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2024
pagine: 32
Pure nel territorio del Comune di Trevignano Romano, oltre che negli agri braccianese ed anguillarese, non mancano i resti di ville, cisterne, strade basolate e sepolcri di età romana antica. È in generale un comprensorio, quello sabatino, il cui patrimonio archeologico-monumentale di età romana questa pubblicazione vuole ‘finire’ di raccontare con questa ulteriore guida (per ‘avventurosi’) dedicata, come le due precedenti, al tema dell’archeologia romana antica nelle campagne della zona del Lago di Bracciano.
Archeologia romana nell'Anguillarese. Una guida
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2023
pagine: 68
Nel territorio del Comune di Anguillara Sabazia, nonché lungo le rive anguillaresi del Lago di Bracciano, è un susseguirsi di resti di ville, sepolcri, cisterne, strade basolate e sepolcri di età romana antica. In attesa che prendano forma (in tutto il comprensorio sabatino) i primi veri Parchi archeologici, presentare i principali tra questi avanzi è quanto qui ci si propone a mo' di guida per 'avventurosi', vista la presenza di ville romane dalle imponenti rovine quali (per limitarsi ai dintorni di Anguillara) quella 'turrita' delle Mura di S. Stefano e di un porto sotto la rupe della Collegiata di Anguillara, finito sott'acqua nel Lago (insieme al suo faro) all'epoca di Nerone.
Sulla cima di Monte Rocca Romana (Trevignano romano). L'antica chiesa della Concordia e il sottostante castello
Giuseppe Cordiano
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2022
pagine: 36
Presso le rive settentrionali del Lago di Bracciano spicca con i suoi oltre 600 metri d’altezza l’ex cono vulcanico di Monte Rocca Romana. Nel Basso Medioevo, all’epoca dei contrasti tra famiglie signorili capitoline per il controllo di questa parte della Tuscia romana, la sua cima dalla posizione dominante divenne sede di un castello. La disputa si concluse con l’intenzionale abbattimento del fabbricato militare, sostituito da una cappella dedicata alla ritrovata concordia.
Oltre le mura, fuori dalla città. Locri e il suo territorio (Atti della Giornata di Studi, Pisa 29 maggio 2018)
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 194
Alungo, dopo le indagini pionieristiche di Paolo Orsi, il territorio dell'antica città di Locri Epizefiri è rimasto pressoché ignoto e inesplorato. Tale mancanza di indagini sistematiche, sia nel settore più vicino alla città (chora politike) che nell'entroterra (eschatia), non ha consentito di definire nella loro complessità le dinamiche insediative nell'area dalla preistoria al Medioevo (e oltre) né, fino a pochi lustri or sono, di tracciare nella loro evoluzione diacronica aree di confine e limiti del territorio di Lokroi Epizephyrioi rispetto alle limitrofe colonie primarie e secondarie (da Rhegion a Kaulonia, da Medma a Metauros). Per contribuire a colmare tale lacuna, presso la Scuola Normale Superiore di Pisa si è tenuta il 29 maggio 2018 una Giornata di Studi dedicata al territorio dell'antica Locri Epizefiri. In quell'occasione sono stati presentati, per la prima volta in maniera unitaria, i risultati delle più recenti indagini condotte dalle maggiori équipes di studiosi impegnate sul territorio locrese, in un'ottica che includesse anche lo studio del rapporto con i territori delle poleis confinanti. Il presente volume contiene i contributi presentati nella Giornata del 29 maggio, suddivisi in tre sezioni tematiche: la prima è dedicata al Locri Survey, un progetto di indagini sistematiche e intensive sul territorio lo-crese avviato dal Laboratorio di Storia Archeologia Epigrafia e Tradizione dell'Antico della Scuola Normale, nell'ambito del quale si presentano anche i risultati preliminari della prima campagna di ricognizioni di superficie; la seconda sezione comprende altre recenti indagini sulla chora di Locri, effettuate ora a scopo di ricerca ora di archeologia preventiva, i cui importanti risultati sono da leggere in un'ottica integrata rispetto a quelli delle ricognizioni sistematiche; la terza è dedicata alle ricerche sull'eschatia, sulle aree di confine e sulle relazioni con i territori finitimi.
Archeologia romana nel Braccianese tra curiosità e segreti. Una guida
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 28
Lungo le rive braccianesi del Lago e nel territorio tutto del Comune di Bracciano, è un susseguirsi di resti di ville, sepolcri, cisterne, ambienti termali di età romana antica. Questa loro prima presentazione è una sorta di guida per ‘avventurosi’: ad oggi in tutto il comprensorio (e non solo nel Braccianese) uno solo di questi siti monumentali (il primo qui presentato) è infatti stato attrezzato per la visita ed aperto al pubblico (da febbraio 2020), e cioè quello di località Vigna Orsini sede di una delle numerose ville romane presenti lungo le rive del Lago, finite sott’acqua all’epoca di Nerone.
Sabatia stagna 3. Vigna Orsini (Bracciano): da villa romana semisommersa a luogo di sepoltura e venerazione dei martiri foroclodiensi. Indagini archeologiche (2013-2017) a UT 135
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 261
Una "villa" rivierasca finita sott'acqua. Poi una strada romana che passava sui suoi resti. Infine il primo luogo di sepoltura e venerazione paleocristiana dei tre martiri foroclodiensi S. Marciano, S. Macario e S. Stratoclinio: questo in sintesi restituisce principalmente il sito di Vigna Orsini lungo le sponde del Lago di Bracciano. Una porzione del Braccianese, quella della conca di Vigna Orsini, connotata in primo luogo da ville romane che fin da età tardo-repubblicana si affacciavano sulle rive sabatine e su alcune lagune portuose (poi sommerse in epoca neroniana dalle acque del Lago di Bracciano insieme alla dimora rivierasca di Vigna Orsini).
Carta archeologica del litorale ionico aspromontano. Comuni di Palizzi, Brancaleone, Staiti e dintorni
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2016
pagine: 192
Siculi, greci, brettii, romani, bizantini hanno lasciato tutti più di un segno nell'odierna Calabria meridionale tra Capo Bruzzano e la vallata del S. Pasquale. Questa carta archeologica con i suoi 156 siti antichi prova a delineare la storia del paesaggio di questa porzione d'Aspromonte dal Paleolitico alla fine dell'età bizantina, a conclusione di un pluriennale lavoro di ricognizione topografico-archeologica e studio di questo comprensorio dell'odierna Calabria.
Dal collezionismo alla storia. Vito Capialbi e i brettii a Vibo Valentia
Anna Maria Rotella
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2014
pagine: 242
C'è un solo punto dal quale è possibile, oggi come ieri, il controllo del litorale tirrenico dell'odierna Calabria centro-meridionale: la città di Vibo Valentia. Nei primi anni dell'Ottocento, per un ricercatore attento e permeato dall'inarrestabile curiosità per la storia e l'archeologia, com'era il conte Vito Capialbi, quelle tracce hanno rappresentato il punto fermo da cui partire per l'approfondimento dei suoi studi e per la stessa costituzione della sua rinomata collezione archeologica, oltre che dell'annessa ricca biblioteca. Un particolare gruppo di reperti archeologici della collezione Capialbi, rinvenuti nella città e nel suo territorio (la ceramica a vernice nera), consente ora di accertare che lo studioso aveva eseguito scavi 'programmatici' e 'in estensione' in un fondo di sua proprietà, ubicato sulla cima del colle, il Cofinello, sede di una necropoli non però di età classica: la peculiarità del rituale funerario consente in effetti di inquadrarla tra la seconda metà del IV e la fine del III secolo a.C. "Ricucendo" il legame tra i materiali della collezione e gli scritti del conte, la fase italica della necropoli al Cofinello (e non solo) conferma sia il mantenimento da parte della città di una spiccata vivacità commerciale in età brettia, che un'abile quanto peculiare strategia insediativa italica, attenta ai rapporti di convivenza con l'elemento italiota: il tutto grazie agli inediti tasselli offerti alla ricostruzione storica dall'illuminato studioso dell'Ottocento.
Tra Rhegion e Lokroi Epizephyrioi. Un quindicennio di ricerche topografico-archeologiche tra Palizza i Capo Bruzzano
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2014
pagine: 184
È tempo di bilanci dopo 15 anni di ricerche topografico-archeologiche in Magna Grecia tra il fiume che segnava in età antica il confine tra il Reggino e la Locride e l'area dove era sorta la 'prima Locri'. Il paesaggio insediativo tra Capo Bruzzano e Palizzi mutò tra l'età protostorica, ricca di piccoli abitati siculi in contatto forse già con il mondo miceneo, e l'età alto-arcaica (ed oltre), epoca quest'ultima in cui i Greci fondarono Rhegion e Lokroi Epizephyrioi e giunsero poco dopo a fissare come limite tra i loro territori l'odierna fiumara di Palizzi, 'fortificata' su entrambi i versanti dalle due litigiose comunità elleniche. Mentre la città-stato sullo Stretto, a differenza dei vicini Locresi, strutturò la propria 'chora' realizzandovi alcuni strategici abitati greci minori, le perioikides note a Strabone e ormai documentate archeologicamente fino al confine con la Locride, in epoca successiva l'arrivo dei Brettii, agli inizi dell'età ellenistica, portò in zona alla nascita, a danno dei Locresi, di un piccolo autonomo stato indipendente incentrato sull'oppidum di Serro Mandi sopra Spropoli, la cui fine ebbe luogo solo a seguito dell'imposizione del dominio romano in Aspromonte.
Topografia e insediamenti nella Messapia interna. Ricerche e studi storico-archeologici a Soleto (Lecce) e nel territorio
Thierry Van Compernolle
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2012
pagine: 124
Gli scavi archeologici e le ricerche topografiche, condotti dal 1991 ad oggi a Soleto (Lecce) e nel suo territorio, consentono ormai di ricostruire un quadro diacronico degli assetti insediativi di quest'area della Messapia interna. Risultano evidenti i lineamenti del processo di formazione di una singola comunità per l'impulso di gruppi gentilizi, condizionati fino ad età classica nella scelta dei siti sparsi dei loro nuclei abitativi dalle condizioni ambientali. Un processo che raggiunge il suo apice poco dopo la metà del IV secolo a. C. in una fase di più radicale trasformazione dell'abitato, caratterizzata, oltre che dall'edificazione delle mura, da ampie opere di livellamento e terrazzamento associate ad una frenetica attività edilizia. Tuttavia questo sviluppo trova i suoi limiti nell'atteggiamento assai conservatore dei gruppi familiari, aperti a ricevere impulsi dal mondo ellenico ma sempre in maniera molto selettiva. Infatti dall'analisi di tutti i tipi di contesti emerge il primato del privato sul pubblico. Di particolare rilievo il caso del rapporto fra vivi e morti, nel cui ambito, dall'analisi dei sepolcreti, delle deposizioni funebri e dei relativi rituali, viene delineandosi una convivenza più stretta fra vivi e morti di quanto si pensasse. Questa forte identità culturale e comunitaria rimane intatta sotto il dominio romano fino all'annientamento della comunità a conclusione della seconda guerra punica.
Sabatia Stagna 2. Nuovi studi sugli insediamenti perilacustri di età romana nella zona del Lago di Bracciano
CORDIANO G., ACCARDO S., CALVO P., DOLCI
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2011
pagine: 200
La conclusione del censimento e dello studio preliminare del patrimonio archeologico di epoca romana antica lungo il perimetro rivierasco sabatino, ha apportato, rispetto a quanto edito nel 2007 all'interno del primo volume, una serie di novità sulla fitta occupazione (a carattere anzitutto residenziale) delle sponde del lacus Sabatinus, promossa da facoltosi cives romani da età post-annibalica. La sorte subita dalle oltre 20 dimore signorili, finite almeno parzialmente sommerse poco dopo il 60 d.C. per via della crescita del livello delle acque del lago, non comportò comunque la fine dell'interesse da parte delle élites capitoline per l'occupazione, mediante sontuose 'seconde case', delle rive del bacino lacustre più prossimo all'Urbe nel suburbio settentrionale: perfino un imperatore (Domiziano) alla fine del I secolo d.C. vi fece costruire una delle sue imponenti residenze extraurbane.