Einaudi: Einaudi. Storia
La Shoah dei bambini. La persecuzione dell'infanzia ebraica in Italia (1938-1945)
Bruno Maida
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2013
pagine: 345
Questo libro racconta la storia dei bambini ebrei che furono perseguitati e deportati dall'Italia, in una vicenda che si dipanò dal 1938 al 1945. Esso non ripercorre solo le complesse realtà che vissero gli adulti bensì riattraversa quegli anni "con occhi di bambino". È un'espressione, questa, che non significa solo collocare al centro della narrazione il punto di vista dell'infanzia e i percorsi di una memoria specifica, segnata da esperienze in parte diverse rispetto a quelle dei genitori. È un'espressione che sottolinea come nella ricostruzione storica della persecuzione e della deportazione dei bambini italiani ebrei vengano analizzate le strategie e i comportamenti della vita quotidiana - dal gioco allo studio, dal rapporto con gli altri famigliari agli oggetti e ai luoghi - che restituiscono un mondo articolato di paure e speranze, il libro racconta sia come vissero concretamente quei bambini, sia l'aspetto psicologico più strettamente legato al trauma, poiché fu un'esperienza che coincise con la fase della crescita, indirizzando per sempre alcuni elementi della loro identità e del loro rapporto con il mondo, il tema della mancata reintegrazione, in termini materiali e simbolici, da parte del nostro paese, induce l'autore a spingere la sua ricostruzione fino al dopoguerra, così da portare la riflessione sulle responsabilità collettive che tuttora ci interrogano.
Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS
Christian Ingrao
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2012
pagine: 408
Il nazismo, in Germania, non fu soltanto un movimento guidato da folli in preda a deliri di onnipotenza. Fu anche una poderosa macchina burocratica che, in quanto tale, doveva servirsi degli uomini più preparati. Per questo, il Reich aveva scelto proprio chi aveva ricevuto un'educazione d'eccellenza. Giuristi, dottorandi in economia o in storia, giovani laureati in blasonate università - come quella di Heidelberg e di Jena - costituirono un'élite di intellettuali che, pur non rientrando nella cerchia degli uomini più fidati di Hitler, svolse un ruolo fondamentale nello sterminio degli ebrei, operando sia dal punto di vista teorico che come apparato di esercizio quotidiano del potere. Ma cosa li spinse a mettersi a servizio del nazismo? L'originale, e controversa, tesi di Ingrao è che la generazione di tedeschi, ancora bambini nel primo dopoguerra, non ha mai "elaborato il lutto" della sconfitta. Tanto più quelli provenienti da aree di confine che subirono occupazione ed espropri, come raccontano le travagliate biografie dei tanti intellettuali delle SS raccolte nel libro. Il messaggio nazista rappresentò il transfert di una rivincita anche ideale, un sogno di perfezione che portava a termine il progetto che la Prima guerra mondiale aveva interrotto: un invincibile "Grande Reich millenario".
Vita e pensieri di Antonio Gramsci 1926-1937
Giuseppe Vacca
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2012
pagine: 367
La vita di Gramsci prigioniero del fascismo fu tormentata dall'angoscia e dai sospetti: l'angoscia per essere stato "messo da parte" politicamente e "dimenticato" anche dalla moglie; i sospetti che Togliatti e il Pcd'I ne sabotassero la liberazione. Nella sua condizione Gramsci vede riflessi i drammi della "grande storia" ed elabora una revisione profonda dei fondamenti del bolscevismo: la concezione della politica e dello Stato, l'analisi della situazione mondiale, la teoria delle crisi e la dottrina della guerra. Nei "Quaderni del carcere" si sedimenta così un nuovo pensiero col quale si riprometteva di dare battaglia, una volta libero, per mutare gli indirizzi del movimento comunista. Al tempo stesso, attraverso l'epistolario ne comunica i capisaldi a Togliatti, proseguendo il duro confronto che li aveva divisi alla vigilia del suo arresto. È un "capolavoro" di comunicazione in codice che contempla atti di ribellione contro la sconfessione della sua politica e aspre denunce per la sua mancata liberazione. Sullo sfondo, la lotta eroica per non cedere ai ricatti di Mussolini e difendere condizioni minime di sopravvivenza. Collocati nella storia, si sciolgono gli enigmi che hanno scandito per lunghi anni gli studi gramsciani, originati dalla scissione fra la sua vita e il suo pensiero.
Guerra alle donne. Partigiane, vittime di stupro, «amanti del nemico» 1940-45
Michela Ponzani
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2012
pagine: XIV-314
Per secoli bottino degli eserciti invasori, tra il 1940 e il 1945 le donne si ribellano alla cultura di guerra che usa lo stupro per umiliare il nemico sconfitto. Attraverso le lettere private del fondo Rai - "La mia guerra" e dell'Archivio della memoria delle donne di Bologna, il libro di Michela Ponzani ricostruisce la resistenza delle donne che vollero combattere la "guerra totale". Dietro la retorica del martire antifascista, la lotta armata al nazismo e al fascismo di Salò è per le partigiane un momento attraversato da tormenti interiori, da incertezze e paure. Ma è anche una guerra privata per l'emancipazione femminile, una sfida ai pregiudizi della società italiana e degli stessi compagni di banda. Oltre questo piccolo esercito che sceglie con coscienza la lotta antifascista, il libro ricostruisce le tattiche di sopravvivenza delle vittime della "guerra ai civili": sole con i mariti inviati al fronte, dispersi o deportati, le donne rompono il muro del silenzio sugli stupri di massa, commessi dalle truppe occupanti tedesche e dai marocchini nel Basso Lazio. Ma la guerra è fatta anche di "contatti tra nemici": molte donne s'innamorano del "tedesco invasore", da cui avranno anche dei figli. Considerate nel dopoguerra le "amanti del nemico", la loro storia sarà cancellata dalla memoria nazionale in nome del mito dell'eroina e madre, simbolo della nuova Italia democratica.
A morte il tiranno. Anarchia e violenza da Crispi a Mussolini
Erika Diemoz
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 377
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento gli anarchici italiani rappresentarono una minaccia terroristica globale. Sia per l'importanza politica dei loro bersagli (miravano ai primi ministri come alle teste coronate), sia per la risonanza sociale della loro propaganda (si battevano per il trionfo di una giustizia proletaria), furono le bestie nere delle polizie di tutto il mondo. Dentro i confini della penisola italiana, la violenza anarchica prese di mira - una dopo l'alta, e con alterno sucesso - le massime incarnazioni di un potere riconosciuto come carismatico, eppure denunciato come tirannico: il premier Francesco Crispi, il re Umberto di Savoia, il duce Benito Mussolini. Ma chi erano i cattivi della favola, e chi i buoni? Quali le forze del progresso, e quali della reazione? Muovendo dall'Italia liberale per approdare all'Italia fascista, il libo di Erika Diemoz ritrova i fili nascosti che mantennero unita questa trama storica di anarchia e di violenza.
L'altra Roma. Una storia dei romani all'epoca dei comuni (secoli XII-XIV)
Jean-Claude Maire Vigueur
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 487
Nascosta dalla città antica e dalle volute dell'età barocca, la Roma medievale soffre da troppo tempo di un immeritato discredito. A partire dal Rinascimento l'immagine più diffusa era quella di una città in abbandono, disseminata di rovine. In molti si compiacevano nel sottolineare l'avidità, la meschinità e l'ignoranza dei romani del Medioevo, opponendo i loro vizi alle eroiche virtù dei loro più lontani antenati. La Città eterna e i suoi abitanti, invece, meritano ben altro approccio. La loro storia deve essere ristudiata, per mettersi alla pari con quella dei principali centri urbani dell'Italia comunale: Firenze, Milano o Venezia. E questa la scommessa che Jean-Claude Maire Vigueur ha raccolto scrivendo questo volume, che ci restituisce la Roma, largamente sconosciuta, dei secoli XII XIII e XIV. In questa sintesi, non priva di spirito, si snoda il racconto dell'intera esperienza comunale romana. Racconto in cui appaiono, fianco a fianco, baroni e capipopolo, grandi proprietari terrieri e semplici braccianti, ricchi mercanti, cardinali e artisti, in uno scenario che alterna antiche vestigia architettoniche e campanili medievali, sontuose cerimonie religiose e sfrenate feste di quartiere.
Spartaco. Le armi e l'uomo
Aldo Schiavone
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 128
Roma, anni settanta del I secolo avanti Cristo. La terribile realtà dello schiavismo imperiale romano nell'epoca del suo culmine: fenomeno atroce e complesso, ma difficile da decifrare, perché gli antichi, che in tanti stati dell'anima ci sembrano vicinissimi, quando parlano dei loro schiavi, rivelano d'improvviso tutto l'abisso che li divide da noi. Un uomo che tentò di sconfiggere la Repubblica all'apice della potenza; il 'miracolo' economico romano; la più famosa e pericolosa rivolta servile della storia antica; la crisi delle istituzioni e dei gruppi dirigenti che avrebbe portato, qualche decennio dopo, al colpo di stato di Augusto. Quando la storia sa diventare autentico racconto.
Papa Giovanni. Un cristiano e il suo concilio
Alberto Melloni
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2009
pagine: 348
Dopo decenni nei quali il papato romano aveva preteso di attingere autorevolezza dall'uso dell'autorità e su questa esigeva e otteneva devoto plauso. Angelo Giuseppe Roncalli attingeva alla dimensione spirituale e su questa costruiva un consenso "miracoloso". Quello che era stato per quasi trent'anni uno dei più efficaci diplomatici della Santa Sede, faceva della "santità" del papa non un attributo intimo e distinto dal potere di governare e d'insegnamento, ma la sostanza della professione cristiana e della funzione di vescovo. Nessuno lo sapeva, ma dietro questo rilievo della dimensione spirituale stava una scelta e uno stile: ciò che aveva tenuto vivo da quasi settantenni il fascicolo di appunti, esercizi ed esami di coscienza raccolti poi ne "Il Giornale dell'Anima", i lunghi diari e le agende che sono una quotidiana verifica del proprio stile. E da questo stile che nasce l'obbedienza del concilio, apparso inatteso fra le cose (un segretario di Stato, la lista dei cardinali e una santa morte) che tutti si aspettavano da lui.
Quando la mafia trovò l'America. Storia di un intreccio intercontinentale, 1888-2008
Salvatore Lupo
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2008
pagine: 250
La mafia non si identifica con una società locale, ma rappresenta il frutto perverso dell'incontro di ambienti tra loro diversissimi. Anche per questo la sua storica fortuna deriva dall'intreccio tra i due versanti. Un intreccio che viene generalmente ricondotto alla grande migrazione otto-novecentesca, ma che è divenuto poi un fenomeno permanente. Esso si ripropone a ondate per tutto il Novecento, sia nei periodi in cui la migrazione fluisce liberamente, sia quando è regolamentata o proibita. Si muovono le persone, i prodotti legali e illegali, ma anche i modelli associativi criminali. Si tratta di flussi che vanno dalla Sicilia all'America ma anche nella direzione opposta. E il meccanismo è cosi fluido perché ci sono vuoti sociali, aree grigie tra legalità e illegalità, sistemi di corruzione politica e affaristica, meccanismi identitari che creano campi di azione favorevoli su entrambi i versanti. A cavallo tra i due secoli come nei ruggenti anni '20, negli anni della Grande Crisi come nella congiuntura drammatica della seconda Guerra mondiale, tra le isterie della guerra fredda e le speranze degli anni '60 fino a periodi a noi più vicini. Nel flusso variegato degli eventi storici, due società così diverse domandano entrambe mafia, necessitando dall'altro lato di strumenti non poi così diversi di lotta alla criminalità organizzata.
Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del Novecento
Sergio Luzzatto
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: VIII-419
Fu il 20 settembre 1918, in uno sperduto convento del Gargano, che padre Pio da Pietrelcina vide iscriversi sul proprio corpo le cinque piaghe di Gesù. Non era un momento qualunque nella storia d'Italia. Alla carneficina della Grande Guerra si era aggiunta l'ecatombe dell'influenza spagnola. Perciò, il "crocifìsso vivo" venne investito da una smisurata offerta di preghiera e da un'accorata domanda di grazia. Ma suscitò anche una sorda diffidenza e un'aperta resistenza. La diffidenza dell'Italia laica, nell'infuocato clima politico del "biennio rosso". La resistenza del Vaticano, ostile alle forme più spinte di religiosità carismatica. Così, fin dagli anni Venti la storia di padre Pio si intrecciò strettamente con la storia della Chiesa e con la storia d'Italia. Denigrato dal frate-medico Agostino Gemelli, e quasi perseguitato dai presuli del Sant'Uffizio, il cappuccino con le stigmate trovò potenti difensori all'interno del Partito nazionale fascista. Seguirono decenni di vicende gravi e perfino rocambolesche, tra conversioni e ritorsioni, pellegrinaggi e sciacallaggi, congiure e abiure, finché l'avvento al soglio pontificio di Pio XII non permise il pieno dispiegarsi del culto garganico. Ma neppure allora la storia potè dirsi finita. Giovanni XXIII scatenò contro padre Pio un'ultima offensiva, prima che il papa polacco ne riconoscesse le virtù e lo elevasse agli altari.
Pio XI, Hitler e Mussolini. La solitudine di un papa
Emma Fattorini
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: 252
Negli ultimi anni della sua vita, Pio XI manifesta un acuto e crescente rifiuto dei totalitarismi. Dalla fine del 1936 fino alla sua morte, avvenuta il 10 febbraio 1939, si radicalizza la sua condanna per gli aspetti "anticristiani" e "disumani" del nazismo e del fascismo: le discriminazioni su base razziale, l'esasperazione dei nazionalismi, la persecuzione degli ebrei, diventano per l'anziano e malato pontefice assolutamente inaccettabili. Un'intolleranza vissuta largamente in solitudine. Alla luce della nuova documentazione emersa dall'Archivio Segreto Vaticano, le voci su un Pio XI che negli ultimi anni della sua vita, quasi isolato nella curia, è sempre più solo nella sua intransigenza verso il nazismo, e sul senso di sollievo che si sarebbe respirato alla sua morte, perdono i contorni leggendari per diventare una nuova, solida, pagina della storia contemporanea e della storia della Chiesa.
Lo smemorato di Collegno. Storia italiana di un'identità contesa
Lisa Roscioni
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: 294
A rendere clamoroso il caso dello smemorato di Collegno contribuirono sia la stampa sia l'opinione pubblica. Una vicenda privata si trasformò rapidamente in un fenomeno collettivo che vide coinvolte aree sempre più ampie della società, della politica e delle istituzioni. La storia fu subito costruita in funzione di miti e modelli culturali profondamente radicati nell'immaginario popolare: dal topos degli sposi perduti e ritrovati a quello dell'impostura e dello scambio di persona. I precedenti storici e letterari furono evocati con precisione: dall'Ulisse di Omero a Martin Guerre, al colonnello Chabert di Balzac. il caso ispirò romanzieri, poeti e drammaturghi, tra cui Pirandello e un inedito Eduardo De Filippo. Ai richiami letterari si saldarono questioni allora di scottante attualità, come il dramma dei dispersi della Grande Guerra. Che cosa definiva l'identità di un individuo? Poteva essere dimostrata attraverso prove scientifiche? Era invariabile nel tempo oppure poteva essere costruita ad arte o scambiata? Ma la vicenda si rivela ancora oggi un campo d'indagine straordinariamente utile per comprendere le suggestioni sociali, cronachistiche e letterarie che contribuivano a formare l'opinione pubblica nell'Italia del fascismo al potere. Ma anche un punto d'osservazione sui confini che dividevano la sfera pubblica dalla vita privata nei primi anni di un regime impegnato a ridefinire l'identità nazionale degli italiani.