Gruppo Albatros Il Filo: Nuove voci. Le piume

"Lo dichiara così, semplicemente, con onestà Danilo Ricco nella composizione che fa in qualche modo da incipit alla sua raccolta: non ha talento, sa solo scarabocchiare un foglio. Ma con che anima, con che cuore! Quanta umanità, quanta ricchezza si nasconde in questi versi limpidi, lontani dai formalismi e dalla metrica, dal cantar aulico di un certo tipo di poesia d'accademia e vicino invece alla forma cantautorale, al narrar di storie e sentimenti. Perché è di questo che è fatta la poesia di 'Ho scritto ciò che non so dire... sporcando fogli di parole!' Una poesia che si affida non solo al verso libero, ma a un ininterrotto fluire di parole e di pensieri, che si stagliano in libertà sulla pagina bianca andando a gridare tutta la loro forza" (dalla prefazione).

"Pensieri, speranze, poesie. Parole e vissuto. 'Ricordi e poesie'. In queste due parole, quasi un'endiadi che rappresenta il titolo, breve ed efficace, Domenica Villani racchiude tutto il senso di questa raccolta, che conserva l'esperienza di una vita, da quando bambinetta viveva una realtà agreste e ben lontana dal caos metropolitano, fino ai nostri giorni. In mezzo, sogni e speranze di una bambina che si faceva donna nell'esperienza della guerra, che usciva dalla propria timidezza e cominciava a conoscere gli uomini (rimanendone talvolta ferita) che piano piano trovava la sua dimensione, il matrimonio con Luigi Durante, che va avanti ormai da quasi sessant'anni, l'amore per la famiglia e per una vita illuminata dalla luce della grazia divina." (dalla prefazione)

"In questi scritti del giovane autore si avverte febbrile entusiasmo e vita che erompe a fiotti e scorre copiosa, vita versata, non trattenuta [...] ma anche vita che si placa in slarghi di pura contemplazione, come nella poesia L'indicibile, composta sul monte Athos, la santa montagna... Qui Luca Farruggio sembra far sue le parole di Marianne Moore"il sentimento più profondo sempre si mostra tacendo", avviandosi verso spazi di luce mediterranea, chiara, pacificata" (dalla postfazione di Enzo Bianchi).

Forse non fa parte degli elementi canonici, ma se c'è un qualcosa che sembra promanare dalle pagine di questa raccolta poetica è la luce. La si trova dappertutto, forse proprio perché effettivamente è in ogni cosa, è in ogni parola, è in ogni concetto che Nadia Menichetti imprime sul bianco del foglio. Cosa c'è in queste poesie? Di tutto. Dal percorso dell'autrice alle sue illuminazioni, dalle sue intuizioni alle più squisite manifestazioni d'amore di cui è capace un cuore. D'altra parte, quando si vive nella con-tinua ed insaziabile ricerca della consapevolezza, la scrittura è un'alleata impagabile. Come fosse il contrario del tempo, le parole lasciano impresse le emozioni che altrimenti vanno perdute, tracciando a loro volta un percorso che oggi possiamo seguire anche noi.

"Sono comunque certo che l'autrice di questo suo primo testo di poesie troverà ancora motivazioni forti per imitare quel volto grande di Padre senza perdere mai la speranza. Anche chi le appartiene e la conosce la leggerà, si rivedrà e ritroverà la stessa fiducia desiderata in ogni verso, la stessa gratitudine che porta il nome dei suoi cari e la sua mano che sono sicuro si sorprenderà per nuovi versi, per nuovi sorrisi da regalare alla vita!". (Dalla prefazione di Don Tommaso Mazzei)

"La raccolta di poesie di Marigia Arbia rappresenta invece un approccio alla vita, al suo mutare/evolversi e al suo lento incedere verso una nuova dimensione capace di coinvolgere il lettore in un percorso molto personale ed articolato, altrettanto coinvolgente ed emozionante. [...] Ci troviamo di fronte ad una poesia matura, che nasce dall'esperienza degli anni, dal sapore vivo dei ricordi che bussano incessantemente e dallo sguardo consapevole di chi ha saputo cogliere gli attimi nella loro poliedricità, senza farsi sopraffare eccessivamente dai pensieri, troppo spesso 'nere cornacchie stridenti'". (Dalla prefazione)

"Le riflessioni sui grandi interrogativi e sulle immobili certezze dell'esistenza. Uno sguardo quindi rivolto alla immensità dell'universo più che alla limitatezza dell'essere umano, ad una dimensione superiore in cui cercare un senso del divino che possa offrire armonia e pace. Questo è il fine ultimo che sembra avere Giovanni Colucci nella presente silloge, 'Pensieri di falco', un testo caratterizzato da un andamento fluido e rapsodico, in cui i pensieri di cui in oggetto si muovono in un mondo impalpabile fatto di universi di emozioni, di memorie e speranze che si alternano e diventano le une controcanto dell'altre. Passato e futuro, desideri e paure, presenti e orizzonti: questa poesia è fatta di tensioni, scivola inafferrabile ed immanete, in un fluire unico di parola e azione, animando sulla pagina visioni dal sapore onirico." (Dalla prefazione)

"Piccoli bagliori di 'Luce', attimi eterni, esitazioni dell'anima che si poggiano, delicate e leggere, sulla pagina. Penombre di prudenze attraversano questa raccolta, che con levità, con delicatezza estrema, disegna un percorso nell'intimità dell'autrice: il cuore è il fulcro di questi versi, un cuore che palpita, che si molce nella languidezza, che si turba nella passione. D'altronde ci sono promesse più lievi e gravi insieme di quelle dell'amore? C'è forse un sentire che più profondamente sconvolge, travolge, stordisce se non l'amore?" (Dalla prefazione)

"È un percorso che si abbevera al desiderio di conoscenza, quello qui affrontato da Angelo Maria Consoli, in un procedere rapsodico e per certi versi imprevedibile: in questi Pensieri disposti ad essere scomposti è insito anche il contrario, ovvero la volontà dell'autore di ricomporre i frammenti del proprio pensiero per andare a raffigurare il mosaico del suo universo poetico. Un universo particolare, soprattutto per quel taglio a metà tra la confidenza e il sussurro, per quel modo di porsi accattivante ma anche coraggioso, per quell'essere sempre in bilico tra materia e spirito." (dalla prefazione)

"Quindi un nuovo viaggio, rigeneratore di fede e desiderio di incontro giulivo con la morte, Canto del Creato, valore della nostra esistenza nell'azione mediatrice della Vergine tra Dio e l'Uomo (Al a Vergine), cielo inondato di stelle come guida ad un'eterna vita d'amore (Ambito traguardo); addolcisce e illumina la vita in due (Amicizia), nel filtro del cuore il vero linguaggio di tutte le cose (Amore del e cose), intensa superbia dell'uomo sul suo capo pesa una sentenza di morte (Arroganza); pensiero della morte liberatrice di false suggestioni (Attesa)." (Dalla prefazione di Venusia Martucci)

"'Cinque stagioni', di Francesca Verginelli, è una raccolta viva e feconda. Spirito femminile che soggiace silenzioso e crea interessanti architetture visive. Nei versi la fertilità dell'essenza dei sentimenti e la realtà circostante a fare da sfondo. Con eleganza e onestà, l'autrice ci accompagna nel suo mondo spirituale che si relaziona alla quotidianità come punto di luce che vivifica l'esistenza. Cinque stagioni, cinque sezioni, cinque nuclei tematici: l'amore, l'abbandono, la ricerca di Dio, l'impegno sociale e il mondo dell'infanzia. Il tutto condotto con uno stile molto personale, grazie anche all'attenzione che l'autrice riserva alla scelta di un lessico elegante ed evocativo." (dalla prefazione)