Logos: Illustrati
El arbol. Ediz. italiana, inglese e spagnola
Nicolas Arispe
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2020
pagine: 64
Nel cuore della notte, un neonato viene abbandonato all'interno della ruota degli esposti. La ruota compie il suo giro, decretando la sua nuova nascita alla vita dell'orfanotrofio. Sembrerebbe l'inizio di una vicenda un tempo molto comune, se non fosse per un dettaglio apparentemente insignificante: sulla testa del bambino è spuntato un germoglio. Nicolás Arispe torna a incantare con il fitto tratteggio della sua china, riproponendo i personaggi animali antropomorfizzati già protagonisti de Il Libro sacro, Lasciate ogni pensiero o voi ch'intrate e Lungo è il cammino. In questo mondo animale, l'elemento di rottura è rappresentato da qualcosa che appartiene a un altro regno: quello vegetale. In un primo momento istitutori e allievi dell'orfanotrofio si sforzano di trattare il 'diverso' come tutti gli altri; tuttavia, tra lo sgomento generale, con il passare degli anni la vera natura dell'orfano non arretra, bensì si impone fino a prendere il sopravvento, trasformandolo in un ibrido sempre più albero e sempre meno animale. Allora lo sgomento si muta, lentamente ma irrimediabilmente, in paura, e la paura in intolleranza, crudeltà e violenza. L'autore e illustratore argentino parte dall'immagine emblematica della ruota degli esposti per affrontare, con la consueta onestà candida e al tempo stesso spietata, i temi dell'educazione, della diversità e dell'integrazione. In questa storia, l'educazione si configura come incasellamento, come omologazione a una società in cui ogni deviazione dalla norma è emarginata, repressa, cancellata. Davanti all'impossibilità di modellare il ragazzo-albero con lo stesso stampo usato per tutti gli altri, la società si arrende e lo rinnega, lo nasconde, lo rinchiude. Tuttavia, nella prigione in cui viene recluso il diverso, Arispe apre uno spiraglio di speranza: l'unicità individuale resiste a ogni sopruso e irrompe sull'austera pagina in bianco e nero con la potenza liberatrice e ribelle del colore. Un colore non violento, ma delicato: una rivolta gentile e ricca di sfumature.
Darwin
Stefano Bessoni
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2020
pagine: 120
Bobby era un bimbo dal naso troppo grande per il suo volto delicato, che faticava a pronunciare la lettera W, come il nonno e il papà. Aveva una passione sfrenata per gli insetti e gli piaceva inventare linguaggi segreti con il fratello Erasmus. Quando la madre Susannah morì, Bobby divenne Charles. Venne rinchiuso in un terribile collegio dove i ragazzi non imparavano nulla, subivano soprusi di ogni genere e punizioni degne di un carcere. In seguito provò a studiare medicina a Edimburgo, ma non aveva considerato la sua fobia per il sangue e il terrore dei ladri di cadaveri. Valutò allora l'idea di studiare teologia a Cambridge e farsi prete, ma ben presto si rese conto che non riusciva a credere in ciò che non si può spiegare. Era pigro, pauroso, problematico, ma un giorno il destino volle metterlo alla prova. Così, il giovane Charles si imbarcò su una piccola nave insieme a un caparbio capitano che voleva dimostrare la fondatezza delle storie della Bibbia. Partì per un lungo viaggio intorno al mondo, nonostante la salute cagionevole e il costante mal di mare. Durante i lunghi anni di navigazione, Charles si fece uomo e divenne Darwin. Vide le foreste dell'Amazzonia, le coste del Brasile, la Terra del Fuoco e la Patagonia, il Cile e la cordigliera delle Ande, le isole Galápagos, Tahiti, la Nuova Zelanda e l'Australia. Da scrupoloso naturalista di bordo, raccolse innumerevoli osservazioni scientifiche e stipò casse di esemplari d'ogni genere, cominciando a rimuginare su una teoria che fece vacillare le certezze religiose del suo capitano, e non solo. Tornato a casa, in Inghilterra, si trovò immerso nella meravigliosa fiaba vittoriana. Si sposò con Emma, ebbe tanti figli e dopo anni e anni di travagliati quanto meditati studi, pubblicò la sua teoria sull'evoluzione e sull'origine della specie, dimostrando con prove inconfutabili il lungo cammino della vita sulla terra. Fu allora che molti si scagliarono contro di lui e gridarono che voleva assassinare Dio. Ma Bobby Charles Darwin non se ne curò troppo e si dedicò allo studio dei lombrichi in compagnia dell'amata Emma e della sua cagnetta Polly.
La bella e la bestia
Jeanne-Marie Leprince de Beaumont
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2020
pagine: 56
Tutti conoscono la storia della Bella e la Bestia, probabilmente nella sua interpretazione disneyana, in cui l'amore della protagonista riesce a fare breccia nel cuore egoista e presuntuoso di un mostro, riuscendo così a cambiare il suo spirito e a liberarlo dall'incantesimo che lo teneva prigioniero. Non è quello che troverete in questo libro, che recupera la versione originale del racconto facendo dialogare il testo con immagini che sembrano dipinte su un'antica pergamena un po' screpolata dal tempo, su cui si stagliano le figure dei personaggi e i dettagli degli ambienti. Scritta nel 1757 e ispirata a una precedente versione del 1740, la fiaba non si concentra sul potere di cambiamento dell'amore, ma insiste piuttosto sulla bontà d'animo e la generosità che accomuna entrambi i personaggi principali. Qui la Bestia non ha bisogno di redenzione, ma ha semplicemente subito un torto da una fata malvagia. Fin dall'inizio dà prova delle qualità che a poco a poco conquisteranno il cuore della Bella, spingendola a dichiarare, già al loro primo incontro: "Preferisco voi, con il vostro muso, a chi, dietro un viso d'uomo, nasconde un cuore falso, corrotto e ingrato". Così Pacheco dipinge la Bestia come un mostro, sì, ma un mostro triste e gentile, cui sta talmente a cuore la felicità dell'amata da essere disposto a lasciarla libera. Alla sua figura massiccia si contrappongono personaggi esili e raffinati, con le loro vesti blu e dorate, arricchite da ricami e motivi vegetali, che spiccano su uno sfondo dai toni seppia, mentre gli ambienti sono delineati attraverso pochi dettagli essenziali ma significativi e il chiaroscuro assume una valenza simbolica. Particolare importanza ricoprono anche i cespugli di rose, elemento dapprima lontano e secondario che introduce un dettaglio rosso portandolo via via in primo piano, fino a dominare nella tavola finale, a simboleggiare l'amore e la passione che unirà per sempre i due protagonisti. Età di lettura: da 7 anni.
Artemisia Gentileschi
Anna Paolini
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2020
pagine: 32
Artemisia Gentileschi è una delle più note e amate pittrici italiane di tutti tempi, simbolo di rivendicazioni femministe e protagonista di film e opere letterarie. Ci ha lasciato una vasta opera che si caratterizza per la maestria nell'uso della luce e abbraccia la lezione caravaggesca in termini di concezione della scena, chiaroscuro, plasticità dei volumi e contrasti tra forme e colori. È riuscita a conquistarsi un posto di spicco nella storia dell'arte, pur vivendo in un'epoca fortemente penalizzante per le donne e nonostante l'evento traumatico che ha segnato la sua vita.
Maria Sibylla Merian. The magic of the chrysalis
Anna Paolini
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2020
pagine: 56
Francoforte, Germania, XVII secolo, interno giorno: una bambina è china a osservare dei fiori. Intorno a lei è tutto grigio, i genitori, i giochi, i libri, la casa. Solo i fiori in cui si annidano minuscoli insetti hanno la vivacità della vita vera. Due occhi grandissimi li riflettono pieni di meraviglia, due piccole mani li disegnano. Nasce un dissidio in seno alla famiglia, che apre la strada a una scoperta. Una scoperta di quelle che cambiano la vita. Nel mare magnum di avventure che è la vita di Maria Sibylla Merian, Anna Paolini sceglie di soffermarsi su alcuni momenti meno chiassosi, e ci mostra alcuni fotogrammi della sua infanzia trascorsa a casa, in famiglia, attirando la nostra attenzione sulla formazione artistica, gli studi, le passioni di una ragazzina sulla soglia dell'età adulta. Fino ad arrivare alla scoperta del suo talento. Maria Sibylla Merian fu un'artista e naturalista del XVII secolo, che visse tra Germania, Olanda e Sud America. È considerata una delle fondatrici dell'entomologia moderna. Ma fu anche insegnante, imprenditrice, viaggiatrice, editrice... Dotata di fine intelligenza, grande talento e ottimo senso pratico, riuscì a studiare, viaggiare e coltivare le proprie passioni pur vivendo in un'epoca che non favoriva lo sviluppo intellettuale e l'affermazione personale delle donne. Nel corso della sua lunga vita non venne mai meno ai suoi doveri sociali e familiari, tuttavia cambiò più volte città, paese, famiglia, affetti, lavoro... e portò sempre avanti, anche nelle avversità, la sua passione per il mondo naturale: raccoglieva, allevava, osservava, disegnava bruchi e farfalle, per poi estendere la sua osservazione a tutti gli insetti di cui raffigurò il ciclo vitale in tavole di raffinata bellezza. Una passione, la sua, fortemente in conflitto con i costumi femminili, le convinzioni religiose e le consolidate prassi scientifiche dell'epoca. Rimanendo fedele al suo stile, Anna Paolini crea per questo libro immagini rarefatte, poetiche ed evocative, che nell'alternanza di grigio e colore distillano emozioni e sensazioni inespresse e trasmettono un senso di grande meraviglia; quella meraviglia che accomuna la piccola protagonista della storia, davanti all'oggetto della sua passione, e noi che ammiriamo le splendide tavole che da quella passione sono nate. Un libro dedicato al diritto di sognare e di portare avanti le proprie idee, convinzioni e passioni, anche le più strane... per tutti i bambini e non solo per loro.
Lombroso
Stefano Bessoni
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2019
pagine: 96
Se Jane Austen non lo avesse già utilizzato, il titolo Orgoglio e pregiudizio sarebbe perfetto per raccontare la vita di Cesare Lombroso, una favola nera ambientata ai tempi dell'unificazione d'Italia, tra briganti, folli, cretini, delinquenti, malattie terribili, guaritori, patologi, medium e spiritisti. La storia di Lombroso è la novella macabra di un uomo votato alla scienza, che collezionò teschi di pazzi e criminali e dissezionò cadaveri, alla disperata ricerca di quei caratteri primitivi che avrebbero dimostrato l'ineluttabilità dell'essere delinquente, un tema a cui si dedicò instancabilmente oscillando sul labile confine tra genio e follia. La sua è una storia che potrebbe essere scaturita dalla penna di Mary Shelley o di Edgar Allan Poe, una vicenda così mirabolante, avventurosa e ricca di aneddoti che si stenta a credere alla sua veridicità. Quella di Cesare Lombroso fu un'esistenza votata al progresso scientifico, cullata dal miraggio del positivismo, che lo portò a pensare che tutto potesse essere misurato, catalogato e controllato. Le sue teorie oggi sono state confutate ma rappresentano comunque una base di studio e importanti spunti di riflessione sull'etica della scienza e la metodologia della ricerca. Partendo fantasticamente dai ricordi confusi che affiorano nella testa di Cesare Lombroso conservata sotto formalina, Stefano Bessoni costruisce un ritratto personale del padre della criminologia moderna, figura assai controversa che ancora oggi suscita feroci dibattiti. Nel racconto e nelle illustrazioni, l'autore dimostra la sua fascinazione per il personaggio ma ne critica le posizioni bigotte, razziste e intransigenti, che nel tempo sono diventate terreno fertile per tante discriminazioni, fornendo uno spunto di riflessione su una storia stupefacente e poco conosciuta ambientata in un'Italia neanche troppo lontana dai nostri giorni.
Resta con me. Ediz. italiana e inglese
Francesco Ceccoli
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2019
pagine: 88
Le dolci, eteree e terrificanti creature di Nicoletta Ceccoli tornano a incantarci, stavolta raccontandoci una storia d'amore. Le sue fanciulle dai volti algidi e intensi e la pelle di porcellana sono ancora immerse in uno scenario surrealista, circondate da dolciumi e giocattoli, perlopiù di fogge antiche e dall'aspetto vagamente inquietante. Nel loro mondo congelato nei toni pastello, danno voce corale ai versi di una poesia delicata e struggente. Parlando come una sola persona, esprimono la dolcezza e la paura che si accompagnano al compimento dell'attesa. Quando l'amore a lungo sognato finalmente arriva, ci rendiamo conto che non sappiamo dare un nome a ciò che sentiamo, che non possiamo aprirci come abbiamo sempre desiderato fare. Non è facile abbandonarsi all'altro, in totale fiducia, deponendo ogni difesa, lasciando cadere le molte maschere che abbiamo imparato a indossare per adeguarci a vivere in un mondo dominato dalla finzione. E, soprattutto, esitiamo ad abbandonare la nostra comfort zone, le quattro mura che proteggono la nostra intimità.
Giovanna Garzoni. Un voto d'amore
Anna Paolini
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2019
pagine: 48
Un giorno Giovanna fece un voto, una promessa d'amore eterno. Pose sul capo uno spesso scialle nero, indossò una veste semplice e casta e si diede in sposa all'Arte. Per sempre. Posò gli occhi sui finissimi dettagli di fiori e piante e si dispose a ricrearli nella pittura. Ne assaporò la dolcezza, affinò lo sguardo per scoprire i loro segreti. In essi riconobbe il fremito della vita e la sua caducità. Finché, inebriandosi di bellezza e di profumi, scivolò con loro nel lento appassire del tempo. Ma alla natura lasciò un omaggio destinato a durare in eterno. Giovanna Garzoni fu una pittrice e miniaturista vissuta nel XVII secolo. A parte le numerose opere che ci ha lasciato, sulla sua vita abbiamo solo poche e incerte notizie. Nacque probabilmente nel 1600 ad Ascoli Piceno e, ancora bambina, fu iniziata al disegno dallo zio materno. A Venezia sposò il pittore Tiberio Tinelli nel 1622 ma il matrimonio fu sciolto dopo appena due anni, probabilmente a causa di un voto di castità pronunciato dalla sposa. Ormai libera di dedicarsi completamente all'arte, frequentò una scuola di calligrafia e poi iniziò a viaggiare per l'Italia, miniando ritratti e nature morte per committenti illustri. A Firenze lavorò per i Medici e realizzò l'erbario figurato che la consacrò definitivamente come illustratrice scientifica. Nel 1651 si trasferì a Roma dove, ormai ricca e onorata, portò avanti la sua attività artistica. Come Maria Sibylla Merian e altre pittrici coeve, ci ha lasciato una ricca opera capace di coniugare arte e scienza con uno stile nitido e preciso e una grande attenzione per il dettaglio. Nel quadro della vita di Giovanna Garzoni, Anna Paolini trae ispirazione soprattutto dal voto di castità che la porta a separarsi dal marito per consacrarsi all'arte. Attingendo alla simbologia religiosa, la rappresenta come una sposa mistica in completa simbiosi con la natura e la ritrae in tavole dalle tinte vive che omaggiano il suo stile, caratterizzato da un'attenta osservazione della natura e da una personale interpretazione della luce e del dosaggio dei colori.
Giovanna Garzoni. A gift of love
Anna Paolini
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2019
pagine: 48
Un giorno Giovanna fece un voto, una promessa d'amore eterno. Pose sul capo uno spesso scialle nero, indossò una veste semplice e casta e si diede in sposa all'Arte. Per sempre. Posò gli occhi sui finissimi dettagli di fiori e piante e si dispose a ricrearli nella pittura. Ne assaporò la dolcezza, affinò lo sguardo per scoprire i loro segreti. In essi riconobbe il fremito della vita e la sua caducità. Finché, inebriandosi di bellezza e di profumi, scivolò con loro nel lento appassire del tempo. Ma alla natura lasciò un omaggio destinato a durare in eterno. Giovanna Garzoni fu una pittrice e miniaturista vissuta nel XVII secolo. A parte le numerose opere che ci ha lasciato, sulla sua vita abbiamo solo poche e incerte notizie. Nacque probabilmente nel 1600 ad Ascoli Piceno e, ancora bambina, fu iniziata al disegno dallo zio materno. A Venezia sposò il pittore Tiberio Tinelli nel 1622 ma il matrimonio fu sciolto dopo appena due anni, probabilmente a causa di un voto di castità pronunciato dalla sposa. Ormai libera di dedicarsi completamente all'arte, frequentò una scuola di calligrafia e poi iniziò a viaggiare per l'Italia, miniando ritratti e nature morte per committenti illustri. A Firenze lavorò per i Medici e realizzò l'erbario figurato che la consacrò definitivamente come illustratrice scientifica. Nel 1651 si trasferì a Roma dove, ormai ricca e onorata, portò avanti la sua attività artistica. Come Maria Sibylla Merian e altre pittrici coeve, ci ha lasciato una ricca opera capace di coniugare arte e scienza con uno stile nitido e preciso e una grande attenzione per il dettaglio. Nel quadro della vita di Giovanna Garzoni, Anna Paolini trae ispirazione soprattutto dal voto di castità che la porta a separarsi dal marito per consacrarsi all'arte. Attingendo alla simbologia religiosa, la rappresenta come una sposa mistica in completa simbiosi con la natura e la ritrae in tavole dalle tinte vive che omaggiano il suo stile, caratterizzato da un'attenta osservazione della natura e da una personale interpretazione della luce e del dosaggio dei colori.
Cronache dei mondi sotterranei
Claudio Romo
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2019
pagine: 48
"Cronache dei mondi sotterranei" è il diario della spedizione nelle viscere della Terra di Attanasio, viaggiatore e uomo di pace; una spedizione da cui lui stesso, nel momento in cui scrive, non è certo di far ritorno. In volo sopra la calotta antartica a cavallo del suo lepidottero biomeccanico, l'esploratore si avvicina all'imboccatura della gelida fossa polare, e da lì inizia la sua discesa fino a giungere in vista di un'enorme pianura circondata da un ghiacciaio eterno e bagnata di luce celeste: è l'ingresso ai mondi sotterranei che da tempo cercava. Tra strani esseri e stratificazioni vegetali mai lambite dal passare del tempo, bestie mirabili e insetti esotici, Attanasio attraversa tunnel e osserva sconfinati oceani, laghi fosforici e fiumi sotterranei di acqua e di fuoco, fino a imbattersi in un ossario di creature colossali, appartenenti a un'antica stirpe di titani che un tempo vegliava sull'evoluzione umana. Lasciatosi alle spalle rettiliani e gallerie infinite, Attanasio sente finalmente il suono amico di voci umane, che parlano l'antica lingua sanscrita e gli danno il benvenuto ad Agartha, l'Inviolabile, un regno governato da un consesso di anziani saggi e un re filosofo, dove le divisioni in classi sono abolite e gli abitanti lavorano per il bene collettivo. Interrompendo temporaneamente il lungo peregrinare, Attanasio visita la biblioteca della città, dove è custodito ogni aspetto del pensiero umano (inclusi i tomi presocratici della perduta biblioteca di Alessandria), ed è ammesso a colloquio con il sovrano, che gli rivela come l'anima della Terra sia materializzata in un planetoide interno. Lasciata quindi Agartha, Attanasio parte alla volta del mondo di Ecate, così chiamato in onore di un'antica divinità femminile, un enorme utero generatore di mondi al centro del quale brilla una stella. Nei consueti sfavillanti toni del rosso, dell'arancione e dell'azzurro, e con tavole ricche di dettagli e dalle prospettive grandiose, Claudio Romo ci guida ancora una volta alla scoperta di mondi sconosciuti, a cavallo tra mitologia e invenzione. Sulle orme di Attanasio, viaggiatore raffinato e colto che sa riflettere a fondo sulle proprie esperienze, saremo trasportati in un'odissea sotterranea che ci offrirà un caleidoscopio di riferimenti culturali unendo sapientemente immagini e narrazione.
Julia Pastrana. La donna scimmia
Ivan Cenzi
Libro: Copertina rigida
editore: Logos
anno edizione: 2019
pagine: 48
Il sobbalzare di un carro tra la polvere, un villaggio che si allontana, annidato tra i monti, lo sguardo di una bambina che cerca un saluto, un gesto d'affetto da parte della madre che l'ha appena venduta. È con questo addio che si apre la storia di Julia, "Una donna perfetta, una creatura razionale, dotata di parola, cosa che nessun mostro ha mai posseduto. Un ibrido, in cui la natura della donna predomina sul bruto - l'orangotango. Nel complesso, l'essere più straordinario dei nostri tempi", come la definì il medico che la visitò per primo. Di Julia Pastrana, un'indigena messicana vissuta nell'Ottocento e divenuta celebre grazie al suo aspetto e alle sue doti di cantante e ballerina, abbiamo poche notizie certe che tuttavia non rivelano le sue emozioni e i suoi sentimenti. Possiamo solo immaginarli, e Ivan Cenzi lo fa con la delicatezza e la profondità consuete, affidando i suoi pensieri a un diario che non si interrompe nemmeno con la morte. Dall'infanzia infelice a Ocoroni agli anni trascorsi nella città di Sinaloa, dove riceve un'istruzione e impara a danzare, fino alle acclamate tournée in tutto il mondo, Julia ripercorre la sua vita e si sofferma sull'incontro che la cambierà per sempre: quello con Theodore Lent, suo impresario e marito. Colui che un giorno le sussurra all'orecchio le parole che non dimenticherà mai: "Hai il diritto di essere felice". Se la gentilezza d'animo di Julia Pastrana emerge con chiarezza dalle toccanti pagine di diario, le raffinate immagini in bianco e nero di Marco Palena, eseguite a tecnica mista (grafite, carboncino, pastelli e digitale) ci svelano il suo aspetto, a guisa di foto d'epoca, dando pieno risalto al contrasto tra le fattezze selvagge e l'eleganza dei modi. Ed è impossibile non rimanere incantati da questa creatura fragile e gentile, mentre capiamo chi sono i veri mostri, uomini abietti disposti a usare altri esseri umani al solo scopo di arricchirsi. Una storia d'amore appassionata e controversa, un invito a guardare alla diversità senza pregiudizi e, soprattutto, uno straordinario ritratto di donna.
Atti della gloriosa compagnia dei martiri
Nicolas Arispe
Libro
editore: Logos
anno edizione: 2019
pagine: 88
Con "Atti della gloriosa compagnia dei martiri" Arispe torna ad affrontare un tema religioso dalla forte carica iconografica. Pedro e Marcellino, Paolo di Tarso, Pantaleone di Nicomedia, Caterina d'Alessandria... sono santi e martiri antichi quelli che si susseguono pagina dopo pagina, tutti vissuti entro i primi anni del IV secolo d.C., nei tempi oscuri in cui la religione cristiana era considerata un'eresia da condannare e perseguitare e la morte in suo nome era vista come l'acme di una fede incrollabile che tutto può superare e sopportare. Nel nuovo volume di Nicolás Arispe, ogni santo è affiancato da un testo che ne racconta la storia con un stile impersonale, quasi asettico, ma che al tempo stesso si lancia in metafore azzardate, richiami del tutto soggettivi partoriti dalla mente dell'autore: la testa mozzata di San Quintino di Vermand si inabissa cullata dai versi di Melville (Sink, sink, oh corpse, still sink / Far down in the bottomless sea, / Where the unknown forms do prowl, / Down, down in the bottomless sea); il terribile supplizio di San Bartolomeo è paragonato allo scuoiamento da vivo dello zio Liu nel romanzo Sorgo Rosso di Mo Yan. I corpi scultorei sono definiti nei loro volumi da un chiaroscuro preciso e a tratti aggressivo, che fa emergere mani intrecciate, membra contorte e volti straziati dal dolore, senza tuttavia lasciar mai affiorare un'ombra di dubbio negli sguardi fissi rivolti all'Altissimo o negli occhi accecati dal rapimento mistico. Come già in Lasciate ogni pensiero o voi ch'intrate, Arispe riprende uno stile grafico medievale, in linea con la tradizione iconografica con cui si confronta. Le tavole appaiono a tratti opprimenti, con scene cariche, affollate di mostri o gravate da un cielo incombente e altre volte raggiungono il massimo dell'essenzialità, raffigurando i santi soli con la loro fede. Un libro originale capace di fondere alto e basso, sordido e mistico, icone antiche e riferimenti culturali moderni in un'ermeneutica del martirio e del castigo.