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Luni Editrice: Il sogno di Gutenberg

La magia dei libri. Scritti di bibliografia e bibliofilia

La magia dei libri. Scritti di bibliografia e bibliofilia

Oliviero Diliberto

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 192

I libri seguono destini singolari: vivono una vita propria, ben oltre l’esistenza del loro autore, dello stampatore, del primo proprietario. La loro vita si svolge attraverso percorsi tortuosi, vie carsiche; non di rado, scompaiono e riemergono in luoghi e tempi spesso del tutto imprevedibili. Vi è una storia generale dei libri e una storia speciale dei singoli volumi. Se ci si pensa, dall’invenzione della stampa – nel passaggio, cioè, dal manoscritto al testo composto con caratteri mobili – ogni volume è, per definizione, un multiplo. Anche il libro più raro ha dei suoi simili, praticamente identici, stampati insieme. Ma se quel certo esemplare che si possiede ha una storia sua, testimoniata da una nota di possesso, un ex libris, il timbro di una o più biblioteche, una firma, delle sottolineature, delle postille a margine del testo, una dedica, imprecazioni o scongiuri, minacce contro i potenziali ladri… Bene, quel volume da multiplo si è trasformato in un esemplare unico. Si tratta di quel libro. Il possessore ha segnato per sempre la vita proprio di quell’esemplare: e di nessun altro. Vi ha lasciato una traccia di sé. Lo ha impreziosito, rendendolo – appunto – unico. I segni sui libri offrono la voluttà dell’assenza di duplicazione. Si tratta di una fascinosissima avventura intellettuale. È infatti, sempre, storia di libri e, insieme, di vicissitudini umane. Oliviero Diliberto ci conduce attraverso le sue “avventure magiche” nel mondo dei libri, con la passione del bibliofilo ma soprattutto del bibliografo, cioè di colui che sì colleziona con criteri precisi volumi e carte, ma cerca di ricostruirne sempre, ove possibile, la storia, perché le carte sono portatrici di segni e testimonianze che vanno al di là del mero testo, ne integrano le conoscenze e ne svelano i misteri. Gli scritti che si possono leggere in queste pagine sono la risultante di queste sue passioni: ci rivelano il grande studioso e al tempo stesso il vero cercatore di “pepite in forma di carta”; Diliberto ci presenta il “mondo” del libro che ha studiato, amato, collezionato per condividerlo con il lettore, spesso ignaro di quelle informazioni che solo il grande studioso e “cercatore” può comprendere.
21,00

I libri proibiti del Settecento

I libri proibiti del Settecento

Robert Darnton

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 288

I grandi filosofi dell’Illuminismo, Voltaire, Rousseau, Diderot e i loro blasonati contemporanei sono stati da sempre considerati gli ideologi della Rivoluzione francese, o quanto meno di quel vasto fermento intellettuale che fu una delle cause del crollo dell’Antico Regime. Ma non furono i soli; dietro a questi nomi entrati nella storia, esisteva un mondo editoriale molto più sommesso e spesso sconosciuto, che faceva circolare le idee e le diffondeva tra il pubblico. Era un’editoria semiclandestina, a cui lavoravano scrittori di terz’ordine, stampatori stranieri, operai e tipografi che si spostavano da una città all’altra in giro per l’Europa, librai che smerciavano libri proibiti dalla censura e contrabbandieri che li trasportavano illegalmente in Francia. È una parte poco nota della storia della cultura, che Robert Darnton analizza grazie alla scoperta degli archivi di un editore svizzero del Settecento, la Société typographique di Neuchâtel, attraverso i quali riesce a ricostruire i metodi di produzione e di diffusione della letteratura clandestina francese negli anni che precedono la Rivoluzione francese, attraverso la corrispondenza dei personaggi che facevano parte di quel mondo editoriale ai limiti della legalità. Grazie alle loro lettere, Darnton fa rivivere gli intellettuali che contribuirono a diffondere le idee dell’Illuminismo tra il pubblico del Settecento, ma dal basso, clandestinamente, dal sottosuolo della cultura, in una continua sfida al potere costituito che risulta quanto mai attuale.
24,00

I moti di Milano del 1898. Testo francese a fronte

I moti di Milano del 1898. Testo francese a fronte

Filippo Tommaso Marinetti

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 96

Dall’elegante palazzo di via Senato a Milano nel quale si era trasferita la famiglia Marinetti (dal quale pochi anni dopo nacque il Futurismo che “lanciò la sua sfida al chiaro di luna specchiato nel Naviglio”), il ventiduenne Filippo Tommaso è testimone delle rivolte e delle barricate dei Moti del ’98 descritti vivamente in queste pagine inedite, apparse su La Revue Blanche il 15 agosto 1900 e che ora vengono proposte al lettore in traduzione e con il testo francese a fronte. La curiosità intellettuale di Marinetti è già viva e con un fiuto infallibile lo porta là dove ci sono l’azione, il cambiamento sociale, le intelligenze più brillanti, e lo dimostra in questo breve spaccato di vita, di un periodo convulso della storia italiana, in cui la miseria del Sud e le rivendicazioni operaie del Nord sfociano in rivolte e nella sanguinosa repressione del generale Bava Beccaris. Leggiamo le impressioni dell’autore ricavate in presa diretta camminando per le strade di Milano sconvolte dalla rivolta: «Lungo il Naviglio, i parapetti erano stati divelti, i lampioni rovesciati, le inferriate dei giardini contorte, annodate, aggrovigliate. Sembrava che un esercito di giganti avesse saccheggiato, masticato, calpestato il quartiere. Sul ponte di Porta Vittoria, io e il mio amico facciamo una tacita scommessa. Ci gridano di non andare avanti, perché dal fondo di una stradina in basso i tiratori sorvegliano il ponte a colpi di fucile. Passiamo lo stesso. C’erano altri ragazzi che fischiavano i soldati e intanto correvano sotto le fucilate… Una serie di colpi di fucile scorticò violentemente i muri sopra le nostre teste e ci fece scappare... Al calar della notte, sotto i portici incrociammo un tizio: mostrava ai passanti dei cervelli umani che teneva nell’incavo del cappello,diceva: “Guardate che ne hanno fatto del povero popolo”. Piazza Duomo era diventata un bivacco, con i fasci di fucili e i cavalli disposti in cerchio, le briglie aggrovigliate tutte insieme, con i finimenti che tintinnavano e il letame che si accumulava. La sera ritornai con degli amici verso Porta Ticinese. Avevano rotto i lampioni e le lampadine, soltanto i falò di resina illuminavano fulvi e sanguinolenti le facce butterate delle case».
12,00

Incontri viennesi. Konrad Lorenza, Karl Popper, Peter Handke, Hans Georg Gadamer...

Incontri viennesi. Konrad Lorenza, Karl Popper, Peter Handke, Hans Georg Gadamer...

Anacleto Verrecchia

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 208

Scrive Verrecchia nella sua introduzione: «È un fatto che tra la fine del secolo scorso e l’inizio del Novecento le Muse si acquartierarono a Vienna e vi fecero alcuni parti geniali. Alcuni, come Konrad Lorenz e Karl Popper, sono diventati dei miti. Ho avuto la fortuna di conoscerli tutti e due. Su altri grandi personaggi della cultura viennese, quali Wittgenstein, Musil, Joseph Roth e Freud, scomparsi da tempo, ho raccolto la testimonianza di chi li ha conosciuti personalmente. Nell’uno come nell’altro caso si tratta di voci dirette che danno, molto più di qualsiasi saggio, un’idea immediata delle cose di cui si parla. Ho ritenuto utile raccogliere in volume questi colloqui, perché si tratta di personaggi che hanno contato, e in particolare mi riferisco a Konrad Lorenz, perché sono stato forse l’ultimo a colloquiare con il padre dell’etologia e che quindi le sue parole, qui fedelmente riportate, possono in qualche misura valere come suo testamento spirituale». Questi Incontri viennesi di Anacleto Verrecchia sono di una rara immediatezza e ci riportano personaggi oggi entrati nella storia del pensiero dell’uomo, in modo schietto, sincero, pulito, lontano dalle visioni agiografiche che troppo spesso sono state l’unico retaggio per conoscerli da vicino. Verrecchia è lontanissimo dal concetto di Mitteleuropa (è mai esistita? si chiede l’autore, seguendo quanto dice Milan Kundera che è una questione di confini e ogni volta ognuno ne traccia di nuovi) tanto caro a quell’editore che «per fare più colpo vuole a tutti i costi cantare in tedesco il suo peana mitteleuropeo senza rendersi conto che quei pochi che stanno a sentirlo sono quasi tutti italiani e che non riesce a farsi capire né dai connazionali né dai quattro o cinque viennesi». Quella di Verrecchia è una Vienna vissuta nel profondo, così a lungo e nelle pieghe della storia e della cultura che è riuscito a “tirare fuori dal suo cilindro magico” uno degli scorci più suggestivi e intriganti che possiamo immaginare dedicato a dei “miti” che vengono conosciuti e presentati nella loro quotidianità di geni assoluti.
23,00

Italo Calvino e i suoi libri

Italo Calvino e i suoi libri

Lucio Gambetti

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 240

«La biografia di uno scrittore non è importante» – scriveva Calvino – «l'unica cosa che conta, l'essenziale, è costituito dalla sua opera». Nel caso di Calvino, forse più che in quello di molti altri scrittori, osservare i suoi libri e leggere come venivano da lui raccontati o commentati consente di comprendere la sua vita di scrittore e di editore meglio di quanto potrebbe fare una sua per quanto accurata biografia. Lucio Gambetti, con questo libro straordinario per ricerca e "tassonomia" di tutti gli scritti di Calvino, traccia la storia e la vita di questo grande scrittore a partire da questa premessa, quasi in punta di piedi, limitando al minimo indispensabile l'intromissione nella sua vita privata. Anziché una biografia di Calvino che racconti i suoi libri, in questo caso sono i libri di Calvino a raccontare la sua biografia. Scrive Gambetti nell'introduzione: «Una tra le sintesi più efficaci utilizzate per definire l'editoria letteraria nel secolo scorso è stata quella che ha interpretato il Novecento come il secolo dei "letterati editori". Tra le numerose figure che hanno ricoperto questo ruolo, Italo Calvino è stato certamente, per la seconda metà del secolo, uno tra i pochi che sono riusciti a far convivere il ruolo di scrittore con quello di editore, senza che il secondo impoverisse il primo». Anche in considerazione di questo doppio ruolo l'obiettivo di questo libro è quello di ricostruire il percorso intellettuale di Calvino e la sua carriera di scrittore e di editore attraverso i libri che ha scritto ma anche attraverso quelli che, nel corso della sua attività editoriale, ha curato direttamente o ha pubblicato nelle collane da lui dirette. La raccolta iconografica qui contenuta presenta al lettore per la prima volta in un corpo unitario tutti i libri scritti, curati e/o tradotti da Calvino, nonché, quasi interamente, quelli ai quali ha partecipato con scritti o racconti d'occasione. Ne viene fuori così un quadro complessivo di quella che è stata una vita nei libri, con i libri, per i libri di uno tra i più grandi scrittori italiani del secondo Novecento.
25,00

Idea sui romanzi e altri scritti

Idea sui romanzi e altri scritti

François de Sade

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 144

Pubblicata nel 1800, l’Idea sui romanzi fu ristampata in volume singolo solo nel 1878. Il testo, nato come introduzione alle novelle dei Crimes de l’amour, è molto di più di una semplice prefazione: è l’unica dichiarazione esplicita di poetica che sia dato di ritrovare nell’intero corpus delle opere di de Sade ed è “il” programma di uno scrittore: definendo un’idea di romanzo che si configura come sostanzialmente eterodossa in realtà guarda ancora ai testi canonici del passato. Leggiamo cosa scrive lo stesso de Sade: “A cosa servono i romanzi? Siete ipocriti e perversi perché solo voi ponete questa ridicola domanda. Servono a dipingervi così come siete, orgogliosi individui che volete sottrarvi al pennello perché ne temete i risultati. Il romanzo, se mi è concesso esprimermi così, è la descrizione dei costumi secolari. Per il filosofo che vuole conoscere l’uomo è essenziale tanto quanto la storia; il bulino di quest’ultima non lo descrive che quando si mostra, ma allora non è più lui: ambizione e orgoglio celano il suo volto dietro una maschera che mostra unicamente queste due passioni, non l’uomo. Il pennello del romanzo, al contrario, lo coglie nella sua interiorità…, lo sorprende quando abbandona questa maschera e lo schizzo, molto più interessante, è al contempo ben più vero. Ecco l’utilità dei romanzi. Dunque è vero che il romanzo è utile, e non abbiamo affatto timore di elencare qui alcuni principi che crediamo necessari per giungere alla perfezione in questo genere. So bene che mi è difficile adempiere a questo compito senza fornire argomenti contro me stesso: non divento doppiamente colpevole di non aver ben fatto se provo di sapere quello che occorre per far bene? Ma lasciamo da parte queste vane riflessioni; siano immolate all’amore per l’arte!”. Insieme all’Idea sui romanzi e alla sua prima stesura (il Progetto di avvertenza dell’autore per la raccolta primitiva dei suoi racconti e delle sue novelle), abbiamo riunito tutti i testi in cui de Sade parla del romanzo o del proprio “fare”, testi accomunati, tranne un pamphlet e un passo delle Notes littéraires (La stima dovuta agli scrittori), dal fatto di essere prefazioni.
17,00

Storia confidenziale del «Polifilo». Il libro più bello del Rinascimento

Storia confidenziale del «Polifilo». Il libro più bello del Rinascimento

Giovanni Pozzi

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 64

L’Hypnerotomachia Poliphili – ovvero la “lotta onirico-amorosa di Polifilo”, e meglio conosciuto semplicemente come il Polifilo – è universalmente considerato il più bel libro del Rinascimento e insieme il Sacro Graal dei bibliofili. La ricerca sapienziale dell’eroe Polifilo, ammaliato dalla purezza incarnata dalla ninfa Polia, diviene un’esaltazione estetica del Rinascimento eternato in minute e sontuose descrizioni di palazzi, giardini, dipinti, sculture, emblemi. Il Polifilo venne pubblicato da Aldo Manuzio il Vecchio sul finire del mese di dicembre nel 1499, ed è considerato il capolavoro inarrivabile della sua officina, un gioiello dell’arte tipografica soprattutto per le splendide xilografie nate dalla mano di un maestro ancora oggi rimasto anonimo, ma paragonabili, per la potenza del tratto, a quelle del Mantegna. L’autore del testo è stato rivelato in Francesco Colonna, un dotto e turbolento frate domenicano inventore di una lingua che mescola italiano-latino- greco. Queste e molte altre scoperte si devono a Giovanni Pozzi che al Polifilo, ai suoi molti misteri, come alle sue indecifrabili allegorie, ha dedicato molti anni di studi eruditi e di ricerche filologiche. In questa Storia confidenziale del Polifilo egli riesce a raccogliere tutta la magia del Polifilo, a rifarne in breve la storia e il mito. Aiutato dalle xilografie, qui copiosamente riprodotte, Pozzi compie un viaggio iniziatico e al contempo intimo, promettendo ai propri lettori un insperato premio finale: “i venticinque volonterosi che sapranno percorrere a fianco di Polifilo e Polia l’estenuante viaggio, vi scopriranno non solo dei mirabilia architettonici e linguistici, ma un libro essenziale al contesto della cultura veneta del Quattrocento”.
12,00

L'invenzione del dizionario

L'invenzione del dizionario

Émile Littré

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2024

pagine: 112

“Davvero quando vidi l’ammasso di materiale del mio dizionario così imponente davanti a me, lo rimirai estaticamente, perché in quel mucchio di foglietti possedevo il meglio delle autorità in fatto di lingua classica e tutta la storia della lingua francese”. Così Émile Littré ricorda la prima apparizione del suo Dizionario della lingua francese, il leggendario Littré. Universalmente considerato il miglior lessico francese di sempre, fu un’immane impresa lessicografica che L’invenzione del mio dizionario narra come un’avventura. Nel 1841 l’editore Louis Hachette affidava a Littré la realizzazione di un nuovo dizionario di cui l’ultimo volume sarà impresso solo nel 1872. Nel lungo intervallo di tempo Littré compose più di quattrocentomila pagine, mentre imperversava la Guerra franco-prussiana e la Comune. Al di là del taglio memorialistico, L’invenzione del mio dizionario non è il piedistallo eretto da Littré alla propria gloria di lessicografo, ma il resoconto di un lavoro titanico, a tratti eroico, e insieme una sorta di ricetta dello scrivere, utile a chiunque usi la penna. Composta nel 1880, anni dopo il celebre dizionario, L’invenzione è anche un’importante chiave di accesso all’uomo Littré; non a caso gli editori moderni la ricompresero subito entro quell’imponente forziere di parole quasi ne fosse il segreto passepartout. Essendo oggi il Littré uno dei pochi lessici autenticamente classici, in quanto fissa ed eterna il francese del Grand Siècle, L’invenzione è stata tradotta in tutte le maggiori lingue europee e viene qui presentata per la prima volta in italiano. Per meglio illustrare l’autore e la sua opera si offre anche un Glossario Littré che è una raccolta di notizie, giudizi, aneddoti, curiosità dalla “A alla Z”.
15,00

Tolkien e Il Signore degli anelli

Tolkien e Il Signore degli anelli

Velania La Mendola

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2023

pagine: 144

The Lord of the Rings di J.R.R. Tolkien esce in Gran Bretagna tra il 1954 e il 1955, un capolavoro destinato a diventare uno dei libri più letti al mondo. Come racconta l’autrice attraverso carte d’archivio, documenti e testimonianze, la sua storia editoriale è tribolata e piena di colpi di scena, in madre patria ma soprattutto in Italia. Nel nostro Paese arriva ben sedici anni dopo la prima pubblicazione, soltanto nel 1970 – dopo due rifiuti della Mondadori e un tentativo fallito della Astrolabio – grazie a Rusconi Libri e a un gruppo di lavoro che dietro la fiaba intravede un genio letterario. Quando finalmente l’impresa è compiuta, il libro prende però percorsi inaspettati: mentre in America gli hippies con corone di fiori inneggiano alla Terra di Mezzo e al ritorno alla natura, evocando gli Hobbit stampati su jeans e magliette, in Italia le piccole ed eroiche creature tolkeniane si ritrovano in camicia nera tra le file di estrema destra. Questo libro racconta i protagonisti dietro le quinte dell’editoria, la genesi della pubblicazione (la prima traduzione poi completamente rivista da Quirino Principe, le molte prove di copertina di Piero Crida, l’intervento di Elémire Zolla con Rusconi e l’allora direttore editoriale Alfredo Cattabiani, i dibattiti seguiti alle pubblicazioni, i contesti culturali nei quali si sono sviluppate queste estremizzazioni. È la storia di un capolavoro che ha ridato linfa letteraria alla fiaba e ha inventato il fantasy; un’opera che è stata disprezzata, ideologizzata, strumentalizzata, fuorviata, ma soprattutto è stata ed è tuttora molto amata da chi conta soprattutto per uno scrittore: i lettori. Come è stato scritto: «il mondo si divide in due: quelli che hanno già letto Il Signore degli Anelli e quelli che si accingono a farlo».
20,00

Il giornalismo a Milano. Dalle origini al novecento

Il giornalismo a Milano. Dalle origini al novecento

Francesco Cazzamini-Mussi

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2023

pagine: 624

Milano è, storicamente, la capitale dell'editoria italiana, delle grandi famiglie editoriali, dei quotidiani e dei rotocalchi, delle grandi tirature; qui si sono costruite le più importanti vicende editoriali degli ultimi secoli e quasi tutti i grandi della letteratura hanno lasciato un segno dell'amore che avevano maturato per questa strana città “sull'acqua”. Francesco Cazzamini Mussi con "Il Giornalismo a Milano" entra minuziosamente nella storia del giornalismo con una narrazione viva e vibrante e propone una prospettiva diversa del giornalismo da quella ufficiale della storia di cinque secoli, dal Quattrocento all'inizio del Novecento. L'autore, grazie alle sue approfondite ricerche, racconta non solo il conosciuto, ma il “dietro le quinte”, i pettegolezzi, le manie, gli amori e gli odi, le invidie e i successi, vale a dire la storia raccontata dai testimoni oculari, i giornalisti – o meglio i letterati che si davano in prestito al giornalismo nascente – e le testate che si succedevano in un fluire continuo tra eventi politici, censure, imposizioni, cambi di regime, diktat del potente di turno. Dai primi timidi fogli stampati a Milano per incoraggiamento di Ludovico il Moro, alle gazzette e bollettini secenteschi, attraverso le vicende di testate celebri quali Il Caffè o Il Conciliatore, ogni epoca ha avuto i suoi giornali e giornalisti che ne hanno raccontato e commentato gli avvenimenti. Soprattutto tra Settecento e Ottocento è suggestivo incontrare, tra le pieghe delle vicende delle varie testate più o meno celebri, i grandi nomi della letteratura e della politica italiana di quei secoli: Verri, Berchet, Beccaria, di Breme, Visconti, Monti, Pellico, Confalonieri, Tenca, Cantù, Leopardi, Archinto, Dal Verme, Imbonati, Foscolo, Manzoni… solo per citarne alcuni; fino ad arrivare alla grande avventura del Corriere della Sera di Torelli Viollier e senza dimenticare le sensazionali incursioni di grandi nomi stranieri come M.me de Staël e Balzac. Ne "Il Giornalismo a Milano" si passa di sorpresa in sorpresa e si rivive “in presa diretta”, dalle parole dei testimoni oculari, la storia politica e sociale di Milano, della Lombardia, dell'Italia. Prefazione di Piergiorgio Lucioni.
32,00

Patatrac. Dizionario onomatopeico-rumorista della lingua italiana

Patatrac. Dizionario onomatopeico-rumorista della lingua italiana

Marco Lanterna

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2023

pagine: 256

L’onomatopea è massicciamente utilizzata nel fumetto, nella pubblicità, nella canzone, nel linguaggio giovanile e graffitaro e anche nell’arte, ma fino a questo momento non aveva ancora in italiano un “proprio” dizionario. Questo è avvenuto perché l’imitazione dei rumori mediante il linguaggio è una specie di cenerentola della lingua italiana: nei grandi dizionari si perde tra le migliaia di voci, i grandi scrittori l’aborrono, per le persone comuni è una “bambinata”, mentre la scrittura tecnica nemmeno sospetta che esista. Eppure non fu sempre così: l’onomatopea ebbe una breve, ma intensa, stagione letteraria ai primi del Novecento, con Pascoli, Palazzeschi, Marinetti e il Futurismo. Filosofi e linguisti da sempre la guardano come una delle possibili matrici del linguaggio, nonché fonte di arricchimento delle lingue, mentre l’imitazione onomatopeica dei versi animali ne fa forse l’ultima lingua di Re Salomone. Per traslato l’onomatopea accomuna tutti i popoli, è trasversale alla comprensione del linguaggio e insieme ai gesti è forse l’unica vera lingua che permette un dialogo universale. Questo dizionario enciclopedico – il primo della lingua italiana interamente dedicato all’onomatopea – registra circa 1000 voci (oltre a nomi, idee, curiosità) nel tentativo di mapparne il vasto impero: dell’onomatopea esalta la qualità letteraria attraverso citazioni d’autore, e la ricchezza fonetica spesso inavvertita, serbando vero brio nelle definizioni, mai accademiche o pedanti, ma illuminanti per i continui parallelismi e collegamenti tra pensiero, azione e parola. Mentre nelle altre nazioni esistono dizionari onomatopeici, l’Italia – che è stata un modello con il Vocabolario della Crusca – vi giunge ultima. Un divario che PATATRAC vuole colmare, facendo finalmente calzare a quella riottosa cenerentola la sua scarpetta di regina.
22,00

L'utile e il futile. Tutti gli scritti di bibliofilia

L'utile e il futile. Tutti gli scritti di bibliofilia

Roberto Palazzi

Libro: Libro in brossura

editore: Luni Editrice

anno edizione: 2023

pagine: 656

Semplice lettore, cacciatore di libri, redattore editoriale, commesso di libreria, libraio antiquario, scrittore e persino editore, Roberto Palazzi è stato uno dei maggiori conoscitori dell'universo libro. Raccogliere in un volume tutti i suoi scritti, editi e inediti, lungo un quarto di secolo dagli anni Settanta fino al 2002, anno della sua scomparsa, ha permesso ai curatori Mauro Chiabrando e Lucio Gambetti di ordinarli per generi e tematiche, mettendo finalmente a disposizione di studiosi e appassionati una imprescindibile fonte di notizie e indagini immune da pedante erudizione. Fedeli al registro dell'ironia e della leggerezza, i lavori di Palazzi rivelano ancora oggi una immutata freschezza, il cui segreto consiste nell'affrontare anche ciò che appare futile e frivolo con la stessa dignità con cui sono trattati i temi dell'alta cultura.
32,00

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