Quodlibet: Diap print/Dottorato
L'architettura di Gaetano Minnucci. Tradizione in un linguaggio moderno
Diana Carta
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 192
Nel complesso scenario del primo Novecento, la cultura progettuale ha conferito un impulso decisivo alla traiettoria dello sviluppo dell’architettura italiana, lasciando tracce tanto puntuali quanto ancora oggi riconoscibili. In questo scenario, la ricerca pone l’attenzione sull’opera dall’architetto Gaetano Minnucci. Tra gli eventi e i personaggi del contesto in cui ha vissuto, il suo operato si contraddistingue per l’incessante attività accademica e professionale – e, ancor prima, culturale – condotta sul tema del rinnovamento del linguaggio architettonico, perseguendo un’idea di modernità al tempo stesso in con- tinuità con la storia e consolidata da approfonditi studi sul razionalismo europeo, in particolar modo di derivazione olandese. La ricerca offre una lettura sugli esiti progettuali e teorici attorno al tema del linguaggio dell’architettura di Gaetano Minnucci, in un percorso solo apparentemente individuale.
Brutalist Landscapes. Il progetto dello spazio aperto nell'Inghilterra della Ricostruzione
Elisa Donini
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 138
Sin dalla sua origine come movimento architettonico, il Brutalismo è stato oggetto di una ricorrente ambiguità interpretativa, che riguarda l’enunciazione teorica e il portato progettuale, ma investe anche la sua eredità contemporanea. Oggi, infatti, si etichettano come progetti brutalisti una serie di innumerevoli esempi della seconda metà del secolo scorso, connotati da forti caratteri di gigantismo dimensionale, spregiudicatezza strutturale e duezza materica, con il fine di documentarne la diffusione e denunciare il prevalente fallimento dei “giganti del béton brut”. Volendo superare la predominante tendenza al revival, questo libro si propone di ritrovare ragioni e declinazioni su cui fondare una rilettura del progetto brutalista, per il ruolo che ha assunto nella definizione del paesaggio urbano. Si ritiene infatti che le profonde radici etiche della corrente, formulate nei principi del New Brutalism da Reyner Banham ed esplicitate nella poetica della rough poetry di Alison e Peter Smithson, trovino una peculiare espressione nella concezione dello spazio pubblico.
Ricomposizione di antinomie ostinate. Progetti di paesaggio per i territori urbanizzati contemporanei
Manuel Lentini
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 148
Questo volume è l’esito di una ricerca condotta nel Dottorato Paesaggio e Ambiente della Sapienza, Università di Roma. Il punto di partenza dell’indagine è che il progetto di paesaggio si sia costituito come una declinazione teorica complessa, capace di metabolizzare i problemi emergenti connessi alla crisi della città, intesa nelle diverse accezioni novecentesche, dall’irrompere della questione ecologica attraverso la dimensione del rischio, soprattutto rispetto alle trasformazioni climatiche, alla questione delle diseguaglianze sociali, e al riaffermarsi dell'"azione diretta" da parte delle comunità come risposta alla condizione di crisi. L’ipotesi centrale della riflessione è che queste differenti tensioni stiano trovando un punto di incontro e di possibile co-evoluzione, in chiave progettuale, grazie al feedback tra consapevolezza ecologica e nuove forme di partecipazione, in modo significativo nei progetti di paesaggio contemporanei.
Pietro Porcinai e l'Italia della corsa al mare. Progetti di paesaggio per nuovi turismi
Viola Corbari
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 160
Il Secondo dopoguerra segna la massima diffusione degli insediamenti turistici sulle coste italiane, sospinta dal boom economico e dalla trasformazione della vacanza in rito collettivo. Questo fenomeno rivoluziona la concezione stessa della villeggiatura al mare, dando vita a luoghi immaginati come mondi autosufficienti, dove il turista può sperimentare una realtà alternativa al quotidiano urbano. Il libro propone uno sguardo su questa prolifica stagione di cambiamento attraverso l’esperienza di Pietro Porcinai, figura chiave del progetto di paesaggio in Italia, coinvolto nella realizzazione di complessi turistici in numerose località costiere della penisola. L’indagine si addentra in un terreno fertile, segnato da questioni intrinseche al fenomeno turistico, come il confronto con contesti ambientali di grande pregio, o la creazione di scenari capaci di coinvolgere emotivamente il villeggiante. Tali aspetti offrono l’occasione per interrogare il progetto di paesaggio attraverso categorie fondamentali – come ecologia ed estetica – che si rivelano sempre attuali nel loro complesso rapporto di apparente antitesi. Questo lavoro si propone quindi di guardare al turismo, attraverso l’esperienza di Pietro Porcinai, come possibile “cartina tornasole” sull’evoluzione del pensiero e del progetto sul paesaggio nella modernità in Italia.
Architettura dell’impermanenza. Oltre il campo profughi: nuove strategie del progetto per il displacement
Fiamma Ficcadenti
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 144
A partire da un inquadramento sociologico e socio-politico sul tema delle migrazioni di massa nell’epoca contemporanea, il volume affronta una disamina di due questioni archetipiche cogenti al fenomeno migratorio: la crisi spaziale indotta dall’esperienza della de-territorializzazione (displacement) e dell’impermanenza come condizione ontologica del migrante e la risposta della comunità internazionale offerta come forma di ri-territorializzazione attraverso il ricorso al dispositivo del campo profughi. Per estensione, numero di persone insediate e il loro perdurare nel tempo, i moderni campi profughi appaiono come veri e propri dispositivi di urbanizzazione accelerata e in quanto tali impongono una riflessione sui meccanismi che presiedono alla loro costruzione e formalizzazione. Il campo profughi viene dissezionato nel volume nelle sue componenti strutturali e fenomeniche, costruendo un palinsesto di icone spaziali che danno forma al suo paesaggio orientato all’esclusione e al confinamento del migrante.
Luigi Moretti. Casa delle Armi. Lettura architettonica
Simone Leoni
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2024
pagine: 302
Al momento della sua ideazione, a partire dall’autunno 1933, Luigi Moretti ancora non immaginava che la Casa delle Armi avrebbe avuto questo nome. Unico presupposto: il carattere di eccezionalità programmatica, quale “Casa del Balilla sperimentale”, che diede avvio al concepimento di uno degli edifici simbolo del razionalismo italiano. L’obiettivo del volume risiede nella comprensione e nella trasmissione dei metodi, dei presupposti logici e di senso e delle operazioni progettuali che identificano la dialettica compositiva della Casa delle Armi. Sono messe in luce le scelte formali di Moretti – con i relativi presupposti concettuali – attraverso i metodi di ricerca della lettura critico-testuale. In questo modo è indagato l’orizzonte di corrispondenza fra teoria e progetto nell’opera di Luigi Moretti al Foro, in un profondo sistema di correlazione tra la poetica architettonica del progettista e il risultato estetico-formale che ne consegue. Quel che emerge è un materiale esplorabile sotto aspetti diversi: la possibilità di sezionare il modello, esploderlo, disarticolarlo, accendere e spegnere parti, generare sezioni multiple, determinando molteplici possibilità critiche, in grado di spingere la cultura e la teoria del progetto architettonico verso usi imprevisti e non convenzionali.
La città convessa. Abitare i paesaggi della modernità
Daniele Frediani
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2024
pagine: 160
La crisi della città contemporanea è generalmente ascritta al fallimento dei postulati dell’urbanistica del Movimento Moderno, riassunti nella consumata immagine dei volumi puri sotto la luce. Questa interpretazione ha sempre sottolineato il ruolo delle architetture in quanto oggetti isolati, trascurando lo spazio aperto che le contiene: una narrazione poi diventata un cliché diffuso e condiviso, che ha portato anacronisticamente a rileggere la città moderna e i suoi insuccessi attraverso il filtro nostalgico della storia. Ma cosa succede se si prova a ribaltare la retorica della tabula rasa? L’esperienza della modernità ha prodotto una grande quantità di opere che si sono in realtà confrontate in maniera complessa e articolata con il disegno dello spazio convesso che circonda gli edifici, superandone la semplicistica riduzione a un “vuoto”. Riscoprire quei progetti e quelle realizzazioni significa riallacciare il filo di un discorso troppo presto interrotto, che dalla modernità può condurre fino alle recenti acquisizioni del progetto urbano contemporaneo. Questo libro nasce allora dalla convinzione che la città convessa possa oggi essere progettata, o sovrascritta, solo dotandosi di nuovi strumenti e che lo spazio aperto tra le architetture sia il campo privilegiato di queste trasformazioni.
La densità dello spazio. Le forme dell'abitare nell'opera di Leonardo Ricci
Beatrice Conforti
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2024
pagine: 160
Leonardo Ricci, intellettuale poliedrico e tra i maggiori architetti italiani del secondo Novecento, immaginava gli ambienti come spazi continui e costantemente connessi, così come i gesti che un uomo compie attraversando la propria casa. Un’architettura, come lui stesso la descriveva, fatta di spazi non semplicemente separati tramite muri, o che nascono dall’alternanza di pieni e vuoti, ma “rivelatori di densità differenti”. Intento del volume è quello di ordinare nel modo più coerente possibile gli scritti, gli articoli e le personali intuizioni dell’architetto per poi ritrovarne il significato espresso nella rilettura di alcune opere da lui progettate. Ne emerge un percorso che inizia con la pittura e termina con la critica ai temi sociali dell’architettura, in cui si è costantemente guidati da un filo conduttore che lega l’arte, l’abitare spontaneo e il costruire un nuovo tipo di spazio per gli uomini della Città-Terra.
Le forme dell'intensità. Reinterpretare la densità urbana per lo spazio abitativo contemporaneo
Flavia Magliacani
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2024
pagine: 160
In ambito architettonico, nel corso degli ultimi trent’anni la nozione di “densità” è stata oggetto di un rinnovato interesse, soprattutto alla luce della crescente consapevolezza ecologica che ha imposto una profonda revisione di pratiche e approcci al progetto dello spazio urbano. Affermando la salvaguardia del territorio come un nuovo imperativo categorico, una vasta letteratura sulla dispersione urbana ha portato a intravedere nel ritorno alla città densa e compatta la migliore strategia per costruire un futuro abitativo maggiormente sostenibile. Al contempo si è diffuso un sentimento di “nostalgia verso la sola forma della città perduta” che rivela una certa parzialità di analisi e rigidi dualismi interpretativi (città-campagna, centro-periferia, urbano-periurbano). Tale impostazione disciplinare corre infatti il rischio di banalizzare la reale complessità dei sistemi territoriali offuscando la dimensione contestuale dello sviluppo urbano. In quest’ottica, il volume propone un diverso approccio alla lettura e al progetto dello spazio abitativo con l’obiettivo di ridefinire strumenti analitico-progettuali che sappiano descrivere e interpretare le diverse forme di densità che caratterizzano la condizione contemporanea. Passando da una concezione statica e quantitativa della densità a una concezione più dinamica – incentrata sulla qualità delle relazioni tra le componenti dello spazio urbano – si propone così uno slittamento semantico e concettuale verso la nozione di “intensità”.
Corpo, forma e res publica: la Human Scale nella polis del XXI secolo. I casi di New York e Copenhagen
Deborah Navarra
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2023
pagine: 160
Sovrappopolamento, cambiamenti climatici, povertà, giustizia, equità sociale e salute toccano trasversalmente l’habitat umano sia in termini di strategie sia in termini di produzione dello spazio urbano. L’autrice individua nel concetto di Human Scale la possibilità di offrire una risposta a queste sfide. Introdotta nei primi anni duemila dall’architetto danese Jan Gehl, e ampiamente dibattuta nella letteratura scientifica, la Human Scale va considerata nella sua dimensione umana, architettonica e politica. Il primo aspetto è legato all’individuo, alla sua percezione dello spazio (misura, dimensione, movimento); il secondo è legato alla forma architettonica e, in particolare, alla sua porosità, continuità e accessibilità; il terzo interpreta la Human Scale come res publica, “cosa di tutti”, in quanto spazio (pubblico) e politica (pubblica). In questa prospettiva, il volume individua due casi-studio emblematici: le città di New York e Copenhagen, internazionalmente riconosciute come laboratori importanti di nuove forme di urbanità del XXI secolo. Lo studio delle parti di città prese in esame rende evidente come l’applicazione della Human Scale dia luogo a un’architettura della città porosa, accessibile, facilmente e felicemente praticabile, configurando nell’uso quotidiano un’architettura aggregante e resiliente che si pone quale forma infrastrutturale al servizio della collettività.
Sopra e sotto la linea di terra. L'architettura come racconto topografico
Giulia Cervini
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2023
pagine: 160
Lo studio raccolto nelle pagine di questo libro guarda al fenomeno architettonico come atto costruttivo delle forme del suolo, primo e ineludibile effetto di qualunque trasformazione antropica del mondo che abitiamo. Ogni azione elementare impartita sullo spessore del suolo produce esiti, genera forme; la forma architettonica essenziale deriva, dunque, dall'impatto prodotto sulla linea di terra. Ma quali ragioni, quali necessità inducono verso determinate alterazioni topografiche? E che tipo di progettualità si sviluppa a partire da tali processi? Il percorso che prende avvio da queste domande, non può che cominciare da una lettura dello spazio geografico, tesa a ricucire i nessi che da sempre legano le forme, le tecniche e i linguaggi architettonici alle materie, le morfologie e le storie proprie di un territorio. Attraverso una focale denominata "lente topografica", gradualmente definita nei metodi e negli strumenti, il libro traccia un altro racconto, che ha per oggetto il patrimonio antropico disseminato a terra, quello che il suolo lascia emergere e quello che seppellisce. È del resto nel medio di queste tracce che trova espressione la forma costruita. Quale allora il potenziale narrativo del progetto di suolo? Quale storia raccontare e attraverso quali espedienti? Attorno a questi interrogativi prendono avvio considerazioni di carattere teorico e analitico. In particolare, la ricerca si concentra su due casi emblematici: il Sacro Bosco di Bomarzo e il giardino funerario Östra Kyrkogarden di Malmö, entrambi inquadrati nell'estensione ampia della scala geografica e nella visione sincronica del paesaggio storico.
L'architettura della permanenza. Persistenze e mutazioni delle strutture seriali curvilinee antiche nella città contemporanea
Cristian Sammarco
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2022
pagine: 158
Ogni ricerca sulla città non può sottrarsi dall'essere una ricerca sulla forma e, specificatamente, sulla morfologia urbana. La storia della città è la storia della forma e dei processi di trasformazione che coinvolgono le parti senza mai perdere la visione generale, il ruolo di organismo urbano, a cui la città tende sia spontaneamente che intenzionalmente. Il tema su cui si articola la ricerca è il sostrato, "ciò che sta sotto", nelle sue accezioni teoriche e progettuali di "materia segnata" che sottende, e partecipa, alle trasformazioni urbane in un rapporto inter-scalare: dal territorio alla città, dal tessuto sino alla cellula elementare abitativa. Oggetto principale del lavoro sono le forme curvilinee antiche romane (teatri, anfiteatri, stadi e odeon) che rappresentano strutture catalizzatrici di processi antropici riconoscibili, e ancora vitali nella città contemporanea, attraverso delle "azioni di sostrato", desunte da un abaco di casi italiani ed esteri: dall'arena di Lucca a quella di Firenze, dal teatro di Brescia a quelli di Catania, sino ai casi portoghesi di Lisbona ed Evora. Queste azioni, presenti in ogni caso analizzato, sono identificabili nel consumo/erosione della forma matrice, nell'occupazione dei suoi spazi e nella sedimentazione di altre forme su e in essa. Sino all'azione di sintesi, quando l'intenzionalità del progetto coordina in nuova forma tutte le operazioni precedenti. La città attuale contiene sempre in sé la memoria delle altre città passate, che l'hanno preceduta, così come il progetto architettonico contemporaneo contiene sempre in sé l'elemento della rovina. La rovina è interruzione solo nel momento in cui non assume un ruolo di sedime e supporto ma di oggetto contemplativo.

