Quodlibet: Materiali IT
Italia senza nazione. Lingue, culture, conflitti tra Medioevo ed età contemporanea
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 208
«Dante che dovea essere il principio di tutta una letteratura, ne fu la fine». La frase di De Sanctis riassume la contraddizione della tradizione letteraria italiana, caratterizzata da una vocazione alla supplenza politica e da una vera e propria ossessione istituzionale. Non è un caso che la Storia della letteratura italiana del De Sanctis possa essere considerata il libro-manifesto dell'Italia come "comunità immaginata". In questo volume, la letteratura e la cultura italiana, in una lunga durata che va dal Medioevo dei Comuni al dibattito sul New Italian Epic, sono il luogo in cui si sviluppa "l'estroflessione" caratteristica dell'Italian Thought, cioè di quella tendenza del pensiero italiano a esprimersi secondo modalità e tipologie non filosofiche proprio in ragione del particolare rapporto che esso intrattiene con le istituzioni e con la politica. I contributi qui riuniti dimostrano come questo produca un sistema simbolico-linguistico continuamente in tensione, che non costruisce un discorso identitario, ma anzi lo disfa e lo deterritorializza in continuazione, costruendo nuovi spazi di ospitalità culturale e politica.
Progetto e metropoli. Saggio su operaismo e architettura
Marco Assennato
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 105
Il rapporto tra operaismo italiano e architettura è stato, negli ultimi anni, oggetto di una particolare attenzione da parte della critica internazionale. Si tratta di un capitolo del pensiero italiano, forse per troppo tempo trascurato, che vede al suo centro il lavoro di Manfredo Tafuri e della scuola di Venezia, ma che, sul finire degli anni Settanta, si apre ad altri percorsi di ricerca e si conclude con una serie di domande inevase - ancora attualissime - sul ruolo, la funzione e le possibilità inesplorate dell'arte del costruire nel suo rapporto con i grandi spazi dell'urbanizzazione contemporanea. Libera da ogni residuo di nostalgia, corrosiva nei confronti delle più diffuse mode culturali, la critica operaista dell'architettura ha tratteggiato i limiti ideologici della disciplina e i contorni materiali di un settore determinante della produzione contemporanea, attraverso un brillante incontro tra filosofia e tecnica, militanza politica e pratiche professionali.
Teologie e politica. Genealogie e attualità
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 382
Il legame tra la teologia e la politica è tornato prepotentemente in primo piano, non solo con l’affermarsi di forme di radicalismo islamico, ma anche con la rinnovata centralità del cristianesimo, e delle forme di vita tradizionali a esso ispirate, nel “secolarizzato” Occidente. Come provano a dimostrare i testi raccolti in questo volume, però, fra la politica e la religione c’è una relazione ben altrimenti complessa, in gran parte confluita nell’elaborazione del concetto di “teologia politica”, a significare l’origine teologica delle categorie portanti della moderna politica occidentale. Come è giusto ricordare, questo approccio, che ovviamente va fatto risalire a Carl Schmitt, ma anche a Jacob Taubes, ha goduto di una ricezione privilegiata e precoce da parte degli intellettuali italiani, in largo anticipo rispetto ad altri contesti culturali. È dunque nell’arco dell’orizzonte teorico schmittiano e della sua critica che i contributi qui offerti cercano di mettere a fuoco il nesso tra religione e politica, lungo un percorso articolato in tre tappe, corrispondenti alle tre parti del libro: "Teologia politica e pensiero italiano", "Il dibattito tedesco" e "Per una critica della teologia politica". L’ambizione collettiva degli autori è quella di confrontarsi fruttuosamente con la pluralità dei discorsi teologici politicamente attivi, propri tanto dei monoteismi quanto delle rivoluzioni (si pensi alla “spiritualità politica” di cui parlò Foucault in occasione della sollevazione iraniana del 1978), e con gli addentellati che essi presentano con la dimensione economica – travolta dalla grande recessione iniziata nel 2008 –, con quella giuridica e con quella più propriamente politologica.
Riscontro. Pratica politica e congiuntura storica in Niccolò Machiavelli
Francesco Marchesi
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 329
Il pensiero di Niccolò Machiavelli è stato spesso interpretato come una tecnica politica autonoma e valida in ogni tempo, eppure esso si è formato in simbiosi con la riflessione di ambito storico. Una storia intesa come incontro tra l'azione degli attori politici e la qualità dei tempi: rapporto instabile e conflittuale che il segretario fiorentino tenterà di pensare per un'intera vita, in modalità diverse ma unificate dall'immagine filosofica del riscontro che di questa relazione restituisce il carattere discontinuo e, talvolta, antagonistico. Riscontrare i tempi significa dunque, di volta in volta, governare il presente o cercare di trasformarlo, assicurare la conservazione o tentare la rottura. Machiavelli rende così ragione del variare delle pratiche politiche e individua le cause dei mutamenti storici. Attraversando l'opera in tutta la sua estensione, con particolare attenzione alle "Istorie fiorentine" e nel costante confronto con la più recente letteratura critica internazionale, il volume propone una ricostruzione complessiva della dottrina storica machiavelliana, sottolineandone la distanza rispetto alle contemporanee "ontologie dell'attualità" e l'apertura verso forme politiche avvenire.
Effetto «italian thought»
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 272
Ormai quell'insieme di pratiche discorsive che ha assunto il nome di Italian Thought costituisce un riferimento centrale nel dibattito filosofico continentale. Operaismo e biopolitica, interrogazione della vita e della natura umana, questioni relative al linguaggio e al genere sono i nuclei portanti di un modo di fare filosofia, caratteristico del "pensiero italiano", che ha acquisito sempre maggiore risonanza. L'Italian Thought è così diventato un dispositivo teorico generatore di "effetti", in grado di produrre un fecondo campo di tensione fra il piano concettuale e l'orizzonte politico. A partire da un vivace scambio tra Roberto Esposito e Antonio Negri, da un'intervista a tutto campo a Mario Tronti e da un saggio di Remo Bodei sullo stile del pensiero italiano, il libro squaderna tali "effetti" attraverso una nutrita serie di interventi e discussioni. Senza cercare la sintesi di un'elaborazione ancora in corso e refrattaria a ogni omogeneità presupposta, il volume presenta un percorso in evoluzione, fatto di incontri e attriti, di sintonie e conflitti, in cui l'Italian Thought riconosce il proprio profilo problematico e il proprio orizzonte di senso.
Decostruzione o biopolitica?
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 141
L'interrogativo al centro di questo volume muove dall'esigenza di mettere a tema le differenze prima ancora che le affinità tra decostruzione e biopolitica. Attraverso un confronto critico con il lavoro dei più noti esponenti della filosofia francese della fine del secolo scorso, le riflessioni contenute in questo libro mirano a ripensare il fenomeno chiamato «French Theory», «invenzione» americana di un movimento unificato, che ha finito per livellare differenze e neutralizzare potenzialità. In seguito all'uso che il pensiero italiano contemporaneo ha fatto di alcune categorie chiave della filosofia francese, questo fenomeno appare sotto una luce diversa: aldilà di una configurazione unitaria è possibile evidenziare legami, ma anche scarti, nuovi punti di forza di un percorso che ha segnato il dibattito internazionale negli ultimi anni.
Crisi come arte di governo
Dario Gentili
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2018
pagine: 123
La crisi domina il passaggio d'epoca che stiamo vivendo. È in crisi l'economia, ma sono in crisi anche la politica, almeno per come l'abbiamo conosciuta nel secolo scorso, e le nostre stesse esistenze individuali, rese vulnerabili dalle oscillazioni del mercato del lavoro e dal disfarsi dei legami sociali e politici ereditati dalla modernità. Eppure, contrariamente a quanto una certa tradizione vorrebbe indurci a pensare, questa crisi non passa: sembra permanente, senza vie d'uscita e senza alternative. Ricostruendo una genealogia politica del termine che spazia dal mondo greco all'odierno neoliberalismo, questo libro intende dimostrare che la krisis, nel suo significato di «decisione» tra rivoluzione e conservazione, è una peculiarità dell'epoca moderna, mentre, in origine come oggi, il concetto di «crisi» si è dimostrato uno fra i più efficaci strumenti di disciplinamento sociale, di amministrazione dell'ordine. Il percorso analitico dell'autore, che si snoda da Platone ad Hayek, dalla scienza giuridica e medica dell'antichità fino all'attuale tecnocrazia, passando per le «armi della critica» di Marx e Gramsci, giunge infine, con Benjamin e Foucault, a individuare nella precarietà come arte di governo la «forma di vita» propria della crisi. Ma non elude la più pragmatica delle domande: «Come riaprire il campo delle alternative politiche?».