Il saggio, muovendo dalla riscoperta dell’Ellade, analizza l’arte e la messa in scena di "Fedra" al Teatro dell’Opera di Parigi, il 7 giugno 1923, in cui il mito diviene archetipo, metafora e codice interpretativo dell’innovazione drammaturgica. I suggestivi scenari di Léon Bakst, venati da un’atmosfera di poesia e di sogno, ricostituiscono un’epoca lontana che lo spettatore, affascinato, rivive virtualmente, comunicando con l’ambiente ampio e profondo del Palazzo di Teseo, muovendosi liberamente nelle accoglienti dimensioni della dimora, culla delle proprie origini e fiction di un immaginario “possibile”. Questa singolare esperienza di un’identità ritrovata assurge a funzione paradigmatica, dal momento che l’autore l’addita al pubblico perché sia ripetuta come “esempio” da imitare. Di qui il valore dell’opera di d’Annunzio e la sua originale “poetica figurativa”. Prefazione di Annamaria Andreoli.
Fedra di d'Annunzio. Dall'Ellade all'interpretazione del mito
| Titolo | Fedra di d'Annunzio. Dall'Ellade all'interpretazione del mito |
| Autore | Carlo Santoli |
| Prefazione | Annamaria Andreoli |
| Argomento | Poesia e studi letterari Letteratura: storia e critica |
| Collana | Saggi |
| Editore | Marsilio |
| Formato |
Libro: Libro in brossura |
| Pagine | 86 |
| Pubblicazione | 11/2019 |
| ISBN | 9788829703029 |
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