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O.M. Ungers: progetti programmatici. Ediz. italiana e tedesca

O.M. Ungers: progetti programmatici. Ediz. italiana e tedesca
Titolo O.M. Ungers: progetti programmatici. Ediz. italiana e tedesca
Autore
Collana Politecnica
Editore Maggioli Editore
Formato
Formato Libro Libro
Lingua tedesco
Pagine 140
Pubblicazione 05/2019
ISBN 9788891630674
 
16,00

 
0 copie in libreria
Confusione e noia: questi sono i termini con i quali Sigfried Giedion nel 1964 definisce nell’introduzione della riedizione di Space, Time and Architecture lo stato dell’architettura all’inizio degli anni’60. Questa affermazione drastica, pubblicata in uno dei testi principali sull’architettura del Novecento, riflette una grave situazione di stallo nello sviluppo del Movimento moderno: dopo i grandi successi della ricostruzione postbellica in Europa guidata dai CIAM – la istituzione principale organizzata intorno a protagonisti come Le Corbusier, Walter Gropius e lo stesso Sigfried Giedion – l’architettura moderna si trova in questi anni in una profonda crisi. Questo momento di cynicism and pessimism definisce il contesto storico per una serie di progetti di concorso che Oswald Mathias Ungers propone intorno al 1965. Sono progetti dal carattere fortemente programmatico che indagano in modo preciso e consapevole la natura concettuale della forma architettonica; la forma come rappresentazione di un’idea. In modo paradigmatico vengono qui sviluppati concetti morfologici di base, temi come la trasformazione o l’assemblaggio. Sono progetti che, presentati in questo momento di transizione, propongono un nuovo modo di intendere l’architettura. Con la loro attenzione per il luogo e la storia e con la loro poesia razionale, basata su principi come la molteplicità e la metamorfosi, sottolineano – contro le logiche della standardizzazione schematica e del funzionalismo riduttivo di quegli anni – l’autonomia dell’architettura e il significato della forma, annunciando in questo modo questioni centrali nel discorso sull’architettura degli anni seguenti, questioni che appaiono in modo esemplare nei testi chiave di Robert Venturi e Aldo Rossi del 1966, Complexity and Contradiction in Architecture e L’architettura della città.
 
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