Solfanelli: Micromegas
Ipotesi di complotto. Paranoia e delirio narrativo nella letteratura americana del Novecento
Giuseppe Panella, Riccardo Gramantieri
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2012
pagine: 160
La teoria del complotto è la sostanza narrativa di gran parte della grande narrativa americana del Novecento. L'idea di una rete fittissima di avversari del modo di vivere americano che si sono annidati al suo interno per sabotarla e distruggerla contraddistingue tanto una serie molto inquietante di vicende politiche verificatesi fin dagli albori della "nascita della nazione" statunitense, quanto la letteratura che viene scritta e pubblicata, specialmente nel dopoguerra. Attraverso la ricostruzione della fortuna di questo tema in autori importanti e germinali del Novecento americano (si va da William Burroughs a James Ellroy passando attraverso Thomas Pynchon, Don Delillo, Kathy Acker, Philip Roth e in ambito fantascientifico Philip K. Dick, senza trascurare l'apporto del cinema, in particolare il celebre Dottor Stranamore di Stanley Kubrick), il tema viene condotto a mano a mano fino al suo nocciolo psicologicamente e sociologicamente più rilevante: la paranoia americana come "spirito della nazione" con tutte le tragiche conseguenze che essa ha comportato e che ancora attualmente comporta.
In fuga dal male. Dieci commenti a Baudelaire
Giuseppe Grasso
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2012
pagine: 144
Meditando sul bambino che fu, alto "come un in-folio", Baudelaire racconta di due voci che lo abitavano. La prima gli diceva che la terra "è una torta ricca di prelibatezze" e gli prometteva "un appetito altrettanto grande" da procurargli un piacere "infinito". La seconda gli infondeva la blandizie di "viaggiare nei sogni", al di là del "possibile" e del "noto". Il mondo reale non è mai stato la vera "patria" di Baudelaire. Per questo egli vi si è sentito sempre in cattività, inadeguato, come i più disparati personaggi che accoglie nella grande arca delle "Fleurs du mal". Una "natura esiliata nell'imperfetto": tale è stata la tormentosa cifra umana del più grande interprete della "modernità", costretto a bramare, dentro l'involucro della propria finitudine, l'idealità negata.
L'atto creativo in Baudelaire
Silvia Peronaci
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2012
pagine: 72
Con un taglio filosofico inedito l'autrice si propone di rimeditare qui la ricezione dei "Fiori del male" scavalcando la dicotomia di Spleen e Idéal su cui tanta critica ha incentrato le proprie analisi. L'indagine stringe il fuoco sui modi di creare in Baudelaire e ne ricostruisce, a suo modo, la fenomenologia. A segnare i margini estremi del dualismo nativo di Baudelaire non sono, come sembra, i due poli che pur intitolano la prima e più lunga sezione del suo canzoniere. Dietro quelle due celebri istanze, secondo la filosofa, è possibile ravvisare un'altra "polarizzazione" che fa filare l'anima baudelairiana da un capo all'altro del telaio artistico: quella tra essere e divenire, tra stabilità e alterazione, tra esistenza costruita, perfetta ma impersonale, ed esistenza vissuta, imperfetta ma personale.
Dario Fo. Un giullare nell'età contemporanea
Antonio Catalfamo
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2012
pagine: 96
Questo volume si occupa dei metodi della rappresentazione teatrale popolare, con particolare riferimento alla rivisitazione delle tecniche della "giullarata" medievale, della commedia dell'arte cinquecentesca e delle "conte" dei "fabulatori" del suo paese, compiuta nelle sue opere da Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura nel 1997. L'obiettivo è quello di contribuire al superamento della visione riduttiva che del teatro e della cultura popolare è stata data nei secoli. L'autore si sofferma dettagliatamente sulle tecniche teatrali, ma non sottovaluta, prendendo esempio dallo stesso Fo, la loro funzione ideologica, né le "strategie comunicative" da esse sottese. Approfondisce, inoltre, il concetto di testo come "testo fisico", che va al di là del "testo scritto", il quale trova il proprio completamento nell'apparato gestuale e linguistico di chi lo recita, divenendo, dunque, testo in fieri. Completa lo studio un'analisi storico-filologica del "Contrasto" di Cielo d'Alcamo (oggetto d'attenzione anche da parte di Dario Fo, in apertura del suo Mistero buffo), volta a dimostrare che si tratta di una "giullarata" medievale e non di un testo della letteratura "colta".
I cultural studies. Cosa sono e come funzionano
Valentino Cecchetti
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2012
pagine: 120
I cultural studies sono considerati a seconda dei casi una geniale innovazione metodologica, o un transitorio (e pericoloso) fenomeno di moda. Come disciplina ermeneutica di non sempre agevole identificazione possono essere definiti essi stessi un "discorso" sulla realtà dei fenomeni sociali. Frutto delle elaborazioni del Centro di Studi Culturali Contemporanei di Birmingham nel dopoguerra e nati dall'esigenza di rispondere alla crisi delle humanities in Gran Bretagna, i cultural studies si affermano soprattutto nelle università americane, dove conoscono un notevole sviluppo in parallelo con la diffusione del pensiero decostruzionistico e semiotico di provenienza europea. Attualmente, anche in Italia, i cultural studies si presentano come un plesso di aree "interconnesse" (un "rizoma", secondo Michele Cometa), cui fanno riferimento non solo gli studi post-coloniali e di genere, ma tutti i saperi che si sviluppano dall'incontro tra antropologia, sociologia e comunicazioni di massa.
Musica e società. Il caso Puccini
Franco Ferrarotti
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2011
pagine: 88
Questo libro mira a riproporre il caso Puccini perché è un caso tuttora aperto. Indica una questione irrisolta. Esaltato o vilipeso, chi è in realtà Giacomo Puccini? È un intimista romantico, fino alle sdolcinature più stucchevoli, come sostiene Theodore W. Adorno, che lo ritiene il banalizzatore per eccellenza della musica nell'epoca della cultura di massa? È vero che in Puccini non mancano i cedimenti al cattivo gusto e che alcuni suoi passaggi possono suonare come siglette pubblicitarie. Sta però di fatto che l'intimismo di Puccini tocca un nervo sensibile, verità profondamente sofferte, sentimenti umani autentici, universali. Alla base della perdurante popolarità di Giacomo Puccini c'è questo valore, da lui espresso in maniera originale e geniale attingendo da contesti storici e da personaggi su scala planetaria, dalla Parigi di La Bohème all'Oriente di Madama Butterfly e di Turandot, senza mai cedere alla moda dell'esotismo volgare. In questo senso, Puccini rappresenta il punto più alto di eccellenza raggiunto dal melodramma italiano.
Il sé come se. Incontro, ricordo, desiderio
Gianluca Corrado
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2011
pagine: 104
Un uomo che, dopo essersi stabilmente legato a una donna, all'improvviso ricorda in maniera vivida di averla vista e notata un giorno, molti anni prima del loro incontro di conoscenza, rievocando così la propria vigilia a se stesso: la "nullità" della parte di sé che tramite lei, e solo tramite lei, egli sarebbe diventato e di cui allora non poteva sapere (il) nulla. Quel nulla che adesso invece la memoria gli consente di rivivere, sia pure inevitabilmente mediato. Un secondo uomo che, abbagliato a sua volta da una donna fuggevole passante nella sua vita, vorrebbe tanto conoscerla, ma senza successo (indisponibilità di lei od obiettiva mancanza di occasione). Due scene per riflettere sul "non degli incontri", su quell'anteriorità d'ignoranza, dell'altro e di ciò che tramite lui noi diverre(m)mo, da cui ogni incontro proviene, quando avviene.
La fabula bella. Una lettura sociologica dei «Promessi sposi»
Carlo Bordoni
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2011
pagine: 88
È lecito trattare un testo sacro come i "Promessi Sposi" alla stessa stregua di un romanzo di consumo? Quello che esce da queste pagine di osservazioni è un romanzo completamente nuovo, immerso nella tradizione culturale europea, di cui Manzoni ebbe profonda esperienza, liberato di tutti gli orpelli limitatori che lo hanno reso un fardello fin troppo indigesto ai nostri studenti. Tanto che ne è stata proposta la declassazione da libro di testo obbligatorio a lettura opzionale. "La fabula bella", a vent'anni di distanza dalla prima edizione, mantiene inalterato il suo valore. La sua capacità insuperata di svelare il meccanismo del romanzo più letto dagli italiani (più per dovere che per piacere), senza tener conto delle convinzioni, senza complessi d'inferiorità, senza i gravami di due secoli di critica assodata. Una lettura "libera" che ha il pregio di mettere in evidenza le sue qualità all'interno di una lunga tradizione che parte dall'antico "romance" greco e si rinnova quotidianamente nella narrativa di genere.
Gabriele D'Annunzio nelle lettere a Giancarlo Maroni (1934)
Ruggero Morghen
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2010
pagine: 88
1934. Si celebra il dodicesimo anniversario della Marcia su Roma e Mussolini ricorda i "camerati della vigilia". Italo Balbo diventa governatore della Libia riunificata e inaugura la Fiera campionaria di Tripoli. Per iniziativa del duca di Modrone si svolge a Milano, tra giugno e settembre, l'Esposizione dell'aeronautica italiana: non mancano i cimeli forniti da d'Annunzio. Al teatro Argentina di Roma, il 10 ottobre, si rappresenta "La figlia di Iorio": la regia è di Pirandello, le scene di Giorgio De Chirico. La "Nuova Antologia" bandisce fra gli scrittori italiani un concorso per un romanzo del tempo fascista. Intanto al Vittoriale di Gardone Riviera, sul lago di Garda, Gabriele d'Annunzio invia messaggi al suo architetto, chiedendogli protezione. "Tu sei tra i pochissimi - gli scrive - che sappiano amarmi". Nella corrispondenza con l'architetto Giancarlo Maroni ecco il resoconto dei "pellegrinaggi" al Vittoriale e la costruzione di Schifamondo, il laborioso restauro della casa materna di Pescara e l'avvio della storia palese de "Il libro segreto".
Flaiano e D'Annunzio. L'antitaliano e l'arcitaliano
Giacomo D'Angelo
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2010
pagine: 120
Legami culturali da Riccardo Bacchelli a Mario Luzi
Fulvio Castellani
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2010
pagine: 120
Le scarpe di Heidegger. L'oggettività dell'arte e l'artista come soggetto debole
Carlo Bordoni
Libro: Libro in brossura
editore: Solfanelli
anno edizione: 2010
pagine: 112
Questo libro prende spunto da un paio di scarpe, insolito artificio per trattare di Heidegger e della sua particolare idea dell'arte, mai affrontata compiutamente, se si escludono le conferenze culminate nella pubblicazione del saggio "L'origine dell'opera d'arte". Le scarpe in questione sono quelle che van Gogh ha dipinto in una serie di quadri e il cui riferimento - nelle pagine di Heidegger - ha scatenato una vivace polemica, in cui sono coinvolti Meyer Schapiro e Jacques Derrida. La recente scomparsa di quest'ultimo (2004) offre l'occasione per ripercorrerne i tratti salienti, nell'intento di far luce sulla controversa appartenenza di quel vecchio paio di scarpe: quasi un giallo d'antan senza movente.