Arcana: Musica
Canzoni per un mondo senza Beatles. Dai Santana ai Coldplay, il meglio dopo l’indispensabile
Mauro Ronconi
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 312
Nella musica pop c’è un ponte fra la storia e l’impossibile e i Beatles ci hanno camminato sopra insieme a pochi altri, mettendo in mostra concezioni liriche e strutture melodiche diventate poi un punto di partenza per generazioni di musicisti. Nel giro di dieci anni il quartetto di Liverpool ha riscritto l’intera vicenda della musica popolare moderna, cambiandone le regole in sala di incisione, creando nuovi standard sia nell’arrangiamento sia nella produzione. Da lì in avanti niente è stato come prima e ancora oggi la loro opera resta un modello di riferimento che riesce a mettere d’accordo generazioni altrimenti inconciliabili. Partendo dall’ultimo presupposto, questo libro vuole offrire una selezione di canzoni che hanno ridisegnato la storia dal punto in cui l’hanno lasciata i Beatles, ovvero dal fatidico 1970, anno del loro scioglimento ufficiale. Canzoni raccontate attraverso l’analisi musicale, il significato del testo, gli aneddoti e tanti altri argomenti collegati. Riconoscendo che la perfezione discernente è soggettiva, il criterio adottato per la scelta ha tenuto conto di determinati parametri: l’indiscutibile valore artistico, la qualità dell’esecuzione, le innovazioni stilistiche introdotte, l’impatto emotivo esercitato sul pubblico e soprattutto la capacità di resistere al tempo e alle mode a prescindere dal successo commerciale riscosso. Sono canzoni speciali, di cui non si può fare a meno, quelle metabolizzate a tal punto che diventa difficile collocarle nella giusta prospettiva storico-esistenziale. Come ci fossero sempre state.
Zero, nessuno e centomila. Lo specifico teatrale nell’arte di Renato Zero
Sacha Piersanti
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 192
La musica di Renato Zero non è solo musica. Un concerto di Renato Zero non è solo un concerto. Parte da questi due semplici assunti l’idea di Zero, nessuno e centomila, viaggio nella carriera di uno degli artisti più eccentrici e longevi della storia della canzone italiana alla ricerca di quell’elemento tutto teatrale che è alla base dell’unicità, dell’originalità della sua produzione. Seguendo l’evoluzione della proposta artistica di Renato Zero, dalla sua formazione fino alle pubblicazioni più recenti, avvalendosi anche della testimonianza di alcuni collaboratori, il libro mette in luce le modalità, i meccanismi scenici e drammaturgici grazie ai quali la sua musica diventa a tutti gli effetti teatro. Individuati i punti di riferimento teatrali che avrebbero indirizzato il giovane Zero (Petrolini, Poli, Bene…), il volume accompagna il lettore a scoprire i primi tentativi dell’artista alle prese col palcoscenico in opere come Orfeo 9 di Tito Schipa jr e Anconitana di Gianfranco De Bosio, per poi entrare nel vivo del laboratorio creativo, e dunque della scena, di Renato Zero, andando a studiare da vicino la sua tecnica compositiva e performativa. Conclude il volume una puntuale disamina dei concerti-spettacolo più significativi di Zero come cantattore e vero e proprio regista. Metà saggio e metà racconto, ora analitico ora narrativo, un po’ pop e un po’ letterario, Zero, nessuno e centomila si propone così come uno studio alternativo ma indispensabile per chi voglia approfondire o scoprire il “fenomeno Zero”.
The Who. Long live rock. Ediz. italiana
Antonio Pellegrini
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 208
Gli Who sono una delle più importanti band nella storia del rock: innovativi, creativi, devastanti e distruttivi, ma allo stesso tempo profondi e intensi. Il cantante Roger Daltrey ha dato voce e immagine al modello del rock singer. La follia creativa del batterista Keith Moon, le schitarrate e gli esperimenti ai synth di Pete Townshend, nonché il virtuosismo del bassista John Entwistle hanno contribuito a costruire un’entità rock di rara potenza. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, The Who, grazie alle qualità compositive e alla profondità come autore di Townshend, agli arrangiamenti e alle esecuzioni vocali e musicali, hanno pubblicato quattro album – tommy, who’s next, live at leeds e quadrophenia – che sono diventati pietre miliari nella storia della musica. I filmati delle performance al Monterey Pop Festival, a Woodstock, e all’Isle of Wight Festival hanno contribuito a immortalarli per sempre nel ruolo di dèi della musica. Questo libro, intitolato come una canzone della band, celebra il mito inossidabile degli Who con uno sguardo al contesto sociale e musicale. Il volume è arricchito dalle testimonianze dei fan italiani e da alcuni contenuti esclusivi: una chiacchierata informale con Kenney Jones (ex componente degli Who), una testimonianza di John Dalton (bassista dei Kinks) e un’intervista a Simon Townshend (fratello di Pete e membro della Who Touring Band).
Type o Negative. Slow, deep and hard. Parole, musica e gesta di Peter Steele
Francesco Nunziata
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 400
Artista controverso e geniale, dotato di una profonda voce baritonale e un gusto per la provocazione mai fine a se stesso, Petrus Thomas Ratajczyk in arte Peter Steele ha infiammato, nel corso di una carriera durata quasi trent’anni, il cuore di milioni di appassionati di musica. Armato del suo basso, caratterizzato da un suono inconfondibile, e da una penna capace di essere insieme tagliente e poetica, Steele cominciò a fare sul serio con le visioni dei Fallout, al conine tra metal e new wave, prima di darsi agli urti termonucleari e alle devastanti scariche crossover dei Carnivore. Alla fine degli anni Ottanta, dopo avere tentato il suicidio, gettò le basi dei Type O Negative, alfieri del gothic-doom che si presentarono al mondo con il capolavoro assoluto slow, deep and hard, uno dei dischi più malefici, disturbanti ed enigmatici di sempre, oltre che una potentissima dimostrazione della forza sublimatrice e rigeneratrice dell’arte. Nel corso degli anni Novanta, con album di grande successo quali bloody kisses e october rust, i Type O Negative divennero uno dei fari della scena metal, prima di imboccare una lenta ma affascinante fase discendente, conclusasi nel 2010 con l’improvvisa morte del loro leader e unico compositore. Nell’anno in cui Steele avrebbe compiuto sessant’anni, questo libro ne ricostruisce la vita e soprattutto l’avventura spirituale, concentrandosi sulla sua musica e dedicando un’analisi approfondita anche a tutti i suoi testi, fino a oggi colpevolmente sottovalutati, eppure capaci di innescare un dibattito sui grandi temi filosofici della nostra epoca.
Your attention, please. Storia e musica degli Afghan Whigs
Nicolas Merli
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 168
“John e Rick mi dicevano cose tipo: ‘Non puoi farlo’. E io: ‘Perché? Chi lo dice?’. Non ci sono regole nel rock’n’roll. È illegalità. Siamo qui per questo, per infrangere le regole. È questo il divertimento”. Così il frontman Greg Dulli giustifica e insieme descrive perfettamente la musica degli Afghan Whigs: che è libertà totale di approccio e soprattutto di scelta e rilettura di influenze diametralmente opposte tra loro. Dall’esordio autoprodotto all’approdo in Sub Pop, dai capolavori degli anni Novanta fino all’inaspettata reunion, questo libro vuole raccontare la storia di un gruppo difficilmente definibile, anacronistico perché fuori dal tempo, troppo spesso pigramente definito dalla critica come una sorta di cortocircuito tra soul e grunge, ma che in realtà è tanto di più. Guidata da un frontman anomalo e straordinario come Dulli, la band di Cincinnati, senza riuscire a raggiungere le vendite e la popolarità delle grandi formazioni alternative del periodo, si è però ritagliata lo status di formazione di culto, un’immagine che da inizio anni Novanta dura ancora oggi. Una parabola straordinaria che ha riletto il motto “sesso, droga e rock’n’roll” in una chiave inedita fatta di malinconia, senso di colpa e rabbia, e permeata dalla fondamentale influenza della black music, che rende gli Afghan Whigs se non un unicum, quantomeno una rara e affascinante scheggia impazzita nel panorama rock a stelle e strisce degli ultimi trent’anni.
La maledizione del Dakota. Rosemary's Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri
Camilla Sernagiotto
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 440
La maledizione del Dakota: dall’omicidio di Sharon Tate da parte della setta di Charles Manson all’assassinio di John Lennon, tutti i misteri e le coincidenze che legano morti violente e sospette di nomi della musica, del cinema e dello spettacolo al celebre palazzo di New York, quello in cui fu girato il film “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski, marito di Sharon Tate, e davanti al quale fu ucciso John Lennon. Il Dakota pare sia stato teatro di riti satanici, legato al celebre esoterista Aleister Crowley (fondatore del moderno occultismo nonché fonte di ispirazione per il satanismo, la cui faccia compare inoltre sulla copertina di sgt. pepper’s lonely hearts club band dei Beatles). Crowley negli anni Cinquanta ispirò Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana (di cui poi sarà nominato reverendo Marilyn Manson). E Anton LaVey collaborò con Polanski (che è sempre stato un grande fan di LaVey) per rendere credibili i rituali satanici presenti nel film “Rosemary’s Baby”. Questo avvincente saggio spiega in maniera ben documentata ma anche assai accattivante che – per quanto sia stato il “White Album” dei Beatles a entrare nel processo dell’omicidio della moglie di Roman Polanski (l’attrice massacrata all’ottavo mese e mezzo di gravidanza dai seguaci della setta di Manson) – in realtà forse non è stato quel disco a ispirare il delirio omicida ma un altro famoso “monumento” dello spettacolo: il Dakota.
The Beautiful Prince. Un uomo incredibile raccontato dalle sue stesse parole
Maria Letizia Cerica
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 480
“The Baeautiful Prince” racconta la storia del genio di Minneapolis attraverso l’analisi delle sue interviste, da quelle rilasciate alla fine degli anni Settanta a quelle del primo decennio del Duemila. Prince ha sempre avuto un rapporto complicato con la stampa. Essendo una persona molto timida, si sentiva inerme davanti allo sguardo degli altri, in preda al timore di risultare inadeguato, di non essere all’altezza della sua fama. Sembra impossibile da credere, ma Prince, l’uomo che sul palco si scatenava, era seduttivo, ammaliava tutti, uomini e donne, quando si trovava davanti a un giornalista o nel corso di una conferenza stampa, temeva di dire la cosa sbagliata, di rendersi ridicolo (era convinto di avere un tono di voce sgradevole, ad esempio). Tuttavia gli occhi di quei giornalisti – gli occhi che nel corso degli anni lo osservano, lo scrutano, lo giudicano – risultano importantissimi per noi. A volte quegli sguardi sono più importanti delle dichiarazioni e delle parole stesse che Prince pronuncia davanti a loro. Quegli occhi attenti (e spesso malevoli) riescono a cogliere un tic, una smorfia, un gesto di disappunto, che sfuggono al maniacale controllo che Prince esercitava costantemente su se stesso e ci permettono anche di capire qualcosa. Illuminano una circostanza, consentono di inquadrare un momento della sua vita. Nel corso della sua carriera, Prince si è barricato dietro un muro pressoché impenetrabile, per proteggere se stesso e la sua creatività. Molte delle fonti presenti in questo libro concordano sul fatto che quel muro impenetrabile aveva lo scopo di consentirgli di lavorare e di creare spazio all’interno di una bolla che lo faceva sentire sicuro.
Gli anni 2000 in 100 canzoni
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 240
Che musica ascoltavamo negli anni Duemila, il primo decennio del Terzo Millennio? Se dovessimo raccontarlo a qualcuno che viene dal passato, o dal futuro, che cosa diremmo? Se volessimo dare un’impressione di quell’epoca tramite le canzoni che erano nelle orecchie di tutti, se volessimo spiegare l’importanza di brani, autori, hit e generi, da dove dovremmo partire? Queste e altre sono le domande alle quali cerchiamo di rispondere con questo volume. Un excursus in un decennio musicale intenso e fondamentale, che ospita una serie di eventi la cui influenza si può sentire ancora oggi. Dalla definitiva affermazione del rap come genere conquista-classifiche alla nascita dell’indie per come lo definiamo oggi, fino alla trasformazione dell’industria musicale passando per social e YouTube. E ancora: la nostalgia vaga per un passato ritenuto migliore, il timore post-9/11 per un futuro incerto, una crisi di valori che porta una generazione di musicisti in tutte le direzioni e in nessuna al tempo stesso. Le 100 canzoni scelte raccontano, tra le righe o anche in superficie, tutto questo e anche di più. Viaggiamo tra i generi, da artisti che ricorderete come se fosse ieri a nomi che erano andati completamente perduti nella memoria. Riscoprirete canzoni della cui importanza magari non siete mai stati al corrente, altre le risentirete dopo quindici o vent’anni con orecchie completamente diverse. E in qualche modo ritroverete anche del vostro, perché non possiamo guardare al passato senza ritrovarvi anche noi stessi.
Un glorioso fallimento. L'eterno presente della Factory Records
Fernando Rennis
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 272
Nel 1992, dopo più di settanta artisti e quasi trecento dischi pubblicati, la Factory Records dichiarava bancarotta. I suoi quattordici anni di vita, caratterizzati dalla gestione passionale ed economicamente scellerata dei suoi soci, hanno scandito una storia in cui convivono gli estremi dell’esperienza umana: il fallimento, l’estasi, la morte, l’edonismo. I suoi album hanno fatto storia, le sue grafiche sono finite nei musei e in passerella; è riuscita a trasformare una cupa città industriale dell’Inghilterra settentrionale in un florido centro culturale che aveva il suo cuore nel club Haçienda. “Un glorioso fallimento” racconta l’epopea e i protagonisti della Factory spulciando il suo catalogo e immergendosi nella sua estetica, camminando per le strade di quella Manchester che ha influenzato l’etichetta ed è cambiata al suo ritmo. La fenomenologia dei Joy Division, gli spot in cui risuona “Blue Monday”, Kanye West che campiona i Section 25, James Murphy degli Lcd Soundsystem che adora gli Esg, i Biting Tongues che preludevano all’elettronica di Aphex Twin: in queste pagine viene analizzata l’influenza pulsante della Factory nel nostro presente, la genesi del factorysmo, la fascinazione di Virgil Abloh e Raf Simons per la sua musica e le sue copertine. Con una nota di Peter Hook e interviste a Simon Reynolds, David Stubbs, Dave Simpson (“Guardian”), John Robb (“Louder Than War”), Toby L (“Transgressive”), Tim Putnam (“Partisan”), Simon Raymonde (“Bella Union”), James Nice (“Ltm”) e Kevin Cole (“Kexp”).
Giorgio Gaber, Sandro Luporini e la generazione del 68. Un'analisi di alcuni spettacoli degli anni Settanta
Fabio Barbero
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 432
Questo libro è dedicato all’analisi degli spettacoli di teatro canzone della coppia Gaber-Luporini negli anni Settanta. L’approccio è duplice: da un lato le relazioni di questo teatro musicale con il contesto storico, sociale, culturale, artistico e politico di quel periodo; dall’altro lo studio della struttura di ogni singolo spettacolo. Il prologo, dopo aver ripercorso il cammino storico e artistico che ha portato il cantante e presentatore televisivo Giorgio Gaber a scegliere la via di un teatro musicale, analizza i contenuti dei primi tre spettacoli, “Il Signor G” (1970-1972), “Dialogo fra un impegnato e un non so” (1972-1973), “Far finta di essere sani” (1973-1974). I tre capitoli centrali, più approfonditi, sono consacrati allo studio dei testi e delle strutture formali degli altri tre spettacoli degli anni Settanta: “Anche per oggi non si vola” (1974-1976), “Libertà obbligatoria” (1976-1978) e “Polli d’allevamento” (1978-1979). L’epilogo si sofferma sulle continuità e sulle rotture del primo spettacolo degli anni Ottanta, “Anni affollati” (1981-1982), con le tematiche e le forme musicali e teatrali del decennio precedente. Il teatro canzone degli anni Settanta è stato anche l’incontro con un certo pubblico, quello dei ragazzi del 68. È per loro che Gaber e Luporini scrivono, soprattutto a partire dal 1973. Nasce in quel momento fra gli autori e questa generazione un rapporto fatto di empatia, identificazione ed entusiasmo e anche di una buona dose di critica, soprattutto da parte dei primi. Non è un teatro militante ma è pur sempre un teatro di comunicazione, di intervento forte e critico. Un teatro che agisce non tanto sulla realtà sociale e politica quanto sulla coscienza di ognuno.
Road. Nick Drake, dall'Inghilterra alle stelle
Riccardo Rubis Passoni
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 192
Quando si parla di Nick Drake, tutto sembra avvolto dal mistero. Della sua vita si hanno pochi dati certi e il suo boom di popolarità, avvenuto molti anni dopo la sua morte, pare più l’intervento di un deus ex machina che il risultato di una campagna di marketing. Eppure Nick Drake non è un autore astratto dal tempo; anzi, non lo è mai stato. In questo libro si unisce la musicologia alla storia e alla ricerca sociale, approfondendo non solo la vita e la musica di Nick Drake, ma anche il suo lascito culturale e il suo successo commerciale. Vengono indagati elementi tipici degli anni Sessanta e Settanta, quali la scena musicale londinese, la sessualità e la controcultura, ma anche la decolonizzazione, la vita nelle scuole inglesi durante gli anni Cinquanta, fino alla ricezione sociale della depressione nell’Inghilterra di Nick Drake; il tutto per scoprire come la sua vita, la società in cui viveva e la musica del cantautore interagissero tra di loro. Nella seconda parte del libro, invece, si studiano gli strumenti di diffusione musicale che hanno permesso al “fenomeno Drake” di farsi largo, a trent’anni dalla morte, nel music business del terzo millennio. In questa parte del libro ci si sofferma sull’evoluzione degli strumenti di produzione, i nuovi media come veicolo musicale e il difficile rapporto con il pubblico, con le frange più estremiste in cerca di musica “sincera” e una platea legata alle nuove generazioni, in cerca di artisti in grado di dar voce alle proprie emozioni.
La musica possibile. Dal cilindro all’auto-tune, storia del rapporto tra popular music e tecnologia
Dino Mignogna
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 304
Nel corso del Novecento le produzioni artistiche sono state sempre più influenzate dal contesto tecnologico coevo. La popular music in particolare si è dimostrata estremamente sensibile alle innovazioni e ai condizionamenti di carattere tecnico. Una così intima e vitale relazione tra musica e tecnologia ha ragioni molteplici, riconducibili all’epoca in cui la musica popular si è affermata e alle modalità con cui si è sviluppata nei decenni a seguire. Dino Mignogna indaga la storia di questo complesso rapporto e lo fa ripercorrendo le vicende tecnologiche che hanno segnato il mondo della musica nell’ultimo secolo e mezzo: dai limiti dei primi 78 giri responsabili dello standard di durata delle canzoni, all’introduzione dei microfoni che hanno rivoluzionato la pratica vocale, dall’avvento del MIDI associato alla perfezione ritmica dei successi anni Ottanta, al ripensamento del giradischi quale strumento musicale protagonista del fenomeno hip hop, e molto altro ancora. “La musica possibile”, più che una semplice storia delle tecnologie musicali, ci consegna un’attenta riflessione sulle conseguenze artistiche del progresso tecnico-scientifico, un contributo significativo alla storicizzazione delle logiche che reggono le produzioni pop-rock, nonché un supporto essenziale alla comprensione della popular music e della sua storia.