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Donzelli: MELEDONZELLI

Radio Cairo. L'avventurosa vita di Fausta Cialente in Egitto

Radio Cairo. L'avventurosa vita di Fausta Cialente in Egitto

Maria Serena Palieri

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2018

pagine: 244

Un'avventura poco nota, ma straordinaria, quella vissuta al Cairo, negli anni della seconda guerra mondiale, da Fausta Cialente (1898-1994), una tra le più grandi scrittrici italiane del Novecento. Siamo nel 1940 e la futura vincitrice del Premio Strega (nel 1976, con Le quattro ragazze Wieselberger) da tempo ormai vive in Egitto, insieme al marito e alla figlia. Voce importante dell'antifascismo nel paese africano, dopo l'entrata in guerra dell'Italia, intenzionata a svolgere un ruolo più attivo, decide di collaborare con la contropropaganda britannica che ha sede al Cairo. Lascia quindi la famiglia ad Alessandria e si trasferisce nella metropoli cairota, dove intraprende quella che si rivelerà un'esperienza totalizzante, tanto da farle dimenticare per alcuni anni di essere una scrittrice. Capitale di uno Stato ufficialmente non in guerra, base cruciale per gli Alleati e rifugio per i fuorusciti dei paesi dell'Asse, Il Cairo è un ambiente cosmopolita, una zona franca dove la vita mondana è rinvigorita dalla presenza delle alte gerarchie militari e le giornate sono scandite da cocktail, ricevimenti e vernissage: le acque ideali, insomma, per i pesci grossi e piccoli dello spionaggio. E in quelle acque Fausta imparerà a nuotare: decisa, ma sfuggente come un'anguilla. In un'attenta e appassionata ricostruzione biografica, Maria Serena Palieri mette in scena quegli anni egiziani, con l'aiuto della stessa protagonista. Per la prima volta, infatti, vedono la luce in questo volume stralci dei diari tenuti allora da Fausta Cialente - oggi conservati nel Centro Manoscritti di Pavia -, che ci consentono di avvicinarci al mondo intimo di una scrittrice che della riservatezza ha fatto la parola d'ordine. Quello che si apre davanti a noi è un quadro vivissimo e impietoso dello scenario cairota dell'epoca, in cui non mancano ambiguità e insidie, e un autoritratto senza veli della donna che vi prende parte: pagine in cui la passione civile si alterna a un'ironia tagliente e ricca di brio. Dal '41 al '47 Fausta scrive, coordina e conduce una trasmissione quotidiana su Radio Cairo, produce materiale per i volantini della Raf, dirige un giornale, vive una tormentata relazione con un capitano dell'esercito britannico, è inviata in missione in Palestina. In questa battaglia contro le fake news dell'Asse non mancano le difficoltà. A sue spese, la scrittrice imparerà a muoversi fra le diverse anime della «Resistenza lontana» e a contrastare i tentativi di censura da parte inglese: gli ostacoli - confesserà - «svegliarono una persona che non avrei mai supposto di poter essere con tutta la malizia, l'arroganza, la capacità d'intrigo e di aggressione che richiedevano la quotidiana difesa dell'indipendenza e dell'efficienza del nostro lavoro». Riannodando gli anni egiziani a quelli dell'infanzia e della maturità - attraverso articoli, lettere, romanzi, interviste -, il libro racconta le tappe di un'intera esistenza: gli amori, la figlia, l'affetto per il fratello Renato (uno dei più grandi attori dell'epoca) e il dolore per la sua improvvisa perdita, le prime prove narrative, il successo, il giornalismo, i viaggi. Prende forma, in queste pagine, il destino di una nomade, lo spirito irrequieto e irriverente di una grande scrittrice.
25,00

Fiabe con le ali

Fiabe con le ali

Jack Zipes

Libro

editore: Donzelli

anno edizione: 2017

pagine: 420

Le cartoline hanno le ali, scrive Jack Zipes, proprio come le fate, e quale mezzo poteva essere più adatto, prima dell’avvento del cinema, della tv, del web e dei social network, per far volare i personaggi delle fiabe al di là di ogni confine, epoca, lingua e cultura? È questa la scoperta in cui casualmente si è imbattuto cinquant’anni fa Jack Zipes, curiosando tra le bancarelle di un mercato delle pulci di Parigi: all’epoca giovane studioso e traduttore della fiaba popolare e colta, Zipes posò gli occhi su un mucchietto di logore cartoline e si accorse che quelle piccole illustrazioni altro non erano se non un modo del tutto originale di raccontare le trame da secoli tramandate di bocca in bocca o per iscritto. Cominciò così una lunga caccia tra i mercati di anticaglie di mezzo mondo, che ha dato vita a una collezione di oltre 2500 esemplari unici. Le centinaia di migliaia di cartoline ispirate alle fiabe prodotte a partire dagli anni novanta dell’Ottocento hanno avuto un’influenza significativa sul modo in cui, in Europa e in Nord America, persone appartenenti a tutte le classi sociali hanno guardato al mondo delle fiabe: di fatto, le cartoline hanno rinarrato e abbellito visivamente le storie, accrescendone la popolarità. Prefazione di Marina Warner.
35,00

I miei quadri raccontati da me

I miei quadri raccontati da me

Vincent Van Gogh

Libro

editore: Donzelli

anno edizione: 2017

pagine: 288

Fu lo stesso Vincent van Gogh – nelle lettere che scrisse lungo gli anni – a parlare minuziosamente dei suoi dipinti. Spiegò come e perché li fece; ne descrisse i colori e le emozioni che provava nel realizzarli; disse pure cosa sperava e voleva che suggerissero in chi li guardava. Precisò a quali pittori del passato si ispirava e a quale genere di nuova arte mirava, impegnandosi con tutte le sue forze per realizzarla. Creò tutto un universo visionario che – lui vivo – solo pochissimi seppero comprendere; ma che costituì un linguaggio quanto mai originale: anticipò e fondò l’evoluzione della pittura moderna. Le sue lettere a familiari e amici sono una testimonianza preziosa, di grande valore letterario, critico e umano. A distanza di più di un secolo, Van Gogh è universalmente riconosciuto come uno dei maggiori artisti della sua epoca. Eppure quando morì, a soli trentasette anni, Vincent era ancora un artista «esordiente», che aveva partecipato a pochissime mostre ed era riuscito a vendere appena qualche decina di opere. Strano destino in vita, per un artista che dopo la morte si sarebbe ritrovato, in pochi decenni, a essere considerato uno dei pittori più importanti della sua generazione, e il vero anticipatore dell’arte moderna.
29,50

Manet e il naturalismo nell'arte

Manet e il naturalismo nell'arte

Émile Zola

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2017

pagine: XVI-112

«Se mi si chiedesse quale nuova lingua parla Édouard Manet, risponderei: parla una lingua fatta di semplicità e di equilibrio. La nota da lui portata è quella nota bionda che riempie di luce la tela... che procede per grandi insiemi e traccia solo le masse». Quando la luce della pittura inaugurata da Manet esplode nelle sale delle esposizioni ufficiali come in quelle degli artisti «rifiutati», pubblico e critici conformisti ghignano, deridono, imprecano. A difendere Manet e, accanto a lui, quelli che cominciano a essere definiti pittori impressionisti, c'è Émile Zola. Lucido e ironico, lo scrittore si fa testimone della nascita di una rivoluzione, di uno dei cambiamenti più esaltanti e profondi che l'arte abbia mai conosciuto: ma il suo scopo non è mai la difesa polemica, bensì lo svelamento della coscienza estetica del suo tempo, «l'accettazione dell'arte tutta intera» in quanto «epopea della creatività umana». Nelle sue cronache dei “Salons” del 1866 e 1868, scorrono così le giurie ottuse e «sanguinarie» come i grandi esclusi; pittori e scultori, naturalisti, realisti o paesaggisti; Monet e Cézanne, Degas e Renoir. Il suo cuore però batte per Manet, «uno dei volti più originali e sinceri dell'arte contemporanea», l'uomo che, pur nel tumulto e nello scandalo, dipinge quadri «biondi e luminosi», capace di portare avanti un lavoro «analitico e vigoroso», allo stesso tempo aspro e dolce. Tra le pieghe della battaglia per una visione estetica libera, emergono prepotenti anche le poetiche di Zola scrittore, così vicino a Manet, il quale non intende dipingere la bellezza assoluta, ma «tradurre» nel suo particolare linguaggio quello che gli occhi vedono, oltre le convenzioni e i falsi pudori. A proposito di “Olympia”, il ritratto della giovane prostituta che tanto aveva scandalizzato i parigini del tempo, Zola scrive: «Quando i nostri pittori ci danno delle Veneri, correggono la natura, mentono. Manet si è chiesto perché menti re, perché non dire la verità». Una sincerità che Zola ritrova anche nel “Suonatore di piffero”, «l'opera che preferisco... schietta, piacevole fino alla soavità, reale fino alla rudezza. Non credo sia possibile ottenere un effetto più potente con mezzi meno complicati». Introduzione di Francesco Abbate.
23,00

Mille vite, la mia

Mille vite, la mia

Jean-Paul Belmondo

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2017

pagine: 239

A ottantatré anni, Jean-Paul Belmondo decide di scrivere il suo primo libro. Da consumato funambolo qual è, sale in equilibrio sul filo dei ricordi. Un padre scultore; una madre pittrice dal forte temperamento, cui resterà attaccatissimo; l'infanzia, segnata dalla guerra; il pessimo rapporto con la scuola; l'esuberanza fisica, la passione per la boxe, l'attitudine a fare il pagliaccio, la smania di recitare. Poi l'adolescenza, il saggio al Conservatorio d'arte drammatica; le prime prove teatrali; e finalmente l'esordio cinematografico, nel 1956. Sarà l'incontro con Jean-Luc Godard a segnare la grande svolta. Sul set di Fino all'ultimo respiro (1960) si consumerà, come per incanto, l'esplosione di uno dei talenti più straordinari della storia del cinema. Da quel momento si susseguiranno, davvero senza respiro, le tappe di una carriera tanto prestigiosa quanto eclettica, poliforme, esaltante. Chi altri, come lui, potrà vantare di avere lavorato con registi come Godard, De Sica, Chabrol, Bolognini, Castellani, Melville, Lelouch, Verneuil, Deray, Malie, Resnais? Chi, come lui, potrà rivendicare di avere attraversato tutti i generi, di essere stato la bandiera della Nouvelle Vague? Il «brutto» più affascinante del cinema francese racconta di aver condiviso la scena con le dive più belle e famose. Con lui hanno recitato Sophia Loren e Jean Seberg, Claudia Cardinale, Gina Lollobrigida e Stefania Sandrelli, Ursula Andress, Catherine Deneuve e Laura Antonelli. Incontri importanti, storie intense, talvolta grandi amori. Come grandi, e turbolente, sono le amicizie con i partner maschili che si sono misurati con lui, da Lino Ventura a Jean Gabin ad Alain Delon. Alain, il «bello», l'alter ego, con cui si è realizzata quella miscela di complicità e antagonismo che ha segnato uno dei punti più alti del divismo maschile. Ripercorrendo la propria vita, Belmondo non tradisce lo spirito con cui l'ha vissuta: all'insegna della leggerezza, dell'eccesso, della gioia di vivere.
26,00

Hemingway e l'Italia

Hemingway e l'Italia

Richard Owen

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2017

pagine: 222

Nel corso degli ultimi vent'anni nulla di nuovo è stato aggiunto alla biografia di uno dei massimi scrittori del Novecento. Eppure non tutto è stato raccontato dell'avventurosa vita di Hemingway, e soprattutto dell'amore che lo ha legato all'Italia, dalle Dolomiti alla Sicilia, al di là degli intensi squarci che dobbiamo alle pagine firmate dalla sua traduttrice Fernanda Pivano. Questo libro ripercorre per la prima volta tutto l'itinerario italiano del grande Ernest - dal suo sbarco a soli diciotto anni come volontario della Croce Rossa sul fronte del Piave durante la prima guerra mondiale alla sua ultima presunta e misteriosa puntata veneziana un anno prima del suicidio. La ricostruzione meticolosa e appassionata di Richard Owen, attraverso le testimonianze raccolte di prima mano e le più svariate fonti bibliografiche, segue passo passo il formarsi di un legame durato oltre quarant'anni e non solo per i continui ritorni di Hemingway sul suolo italiano (il Piave, Torino, Taormina, Bassano del Grappa, Genova, Rapallo, Cortina), ma anche grazie alle sue tante amicizie, alle passioni e alle debolezze: le leggendarie bevute all'Harry's Bar, le passeggiate lungo i vicoli di Taormina, i soggiorni alla Locanda Cipriani di Torcello, le battute di caccia in montagna. Un legame carsico, quello col Belpaese, che riemerge e s'intreccia di continuo in tutta l'opera dello scrittore: da Addio alle armi, dove la disfatta di Caporetto fa da sfondo al racconto del suo primo innamoramento per Agnes, la crocerossina conosciuta in un ospedale di Milano, fino a Di là dal fiume e tra gli alberi, ispirato al suo ultimo amore italiano, la diciottenne Adriana Ivancich conosciuta a Cortina alle soglie dei cinquant'anni. In Italia Hemingway scrisse di amore e di morte con delicatezza e passione. Fu qui che maturò e affinò lo stile che lo rese celebre e sarebbe stato tanto imitato, ed è per questo, conclude Owen, che «alla storia d'amore tra Hemingway e l'Italia dobbiamo capolavori letterari senza tempo».
25,00

La vita, altrove. Autobiografia come un viaggio

La vita, altrove. Autobiografia come un viaggio

Julia Kristeva, Samuel Dock

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2017

pagine: 260

Per la prima volta Julia Kristeva, linguista, psicoanalista e scrittrice considerata tra i massimi intellettuali del nostro tempo, svela in questa conversazione, che di fatto si traduce in un’autobiografia, i risvolti più intimi della sua vita. Tre quarti di secolo, vissuti sempre sulla breccia, in un continuo corpo a corpo con le vertigini identitarie dell’esilio e dell’amore. L’infanzia in Bulgaria; la guerra, il comunismo e il suo crollo; poi, da ragazza, l’arrivo a Parigi con una borsa di studio, i contatti subito intensi con gli ambienti intellettuali francesi più innovativi; gli anni sessanta e le effervescenze di Saint-Germain-des-Prés; la giovane bellezza accentuata dai tratti slavi; gli zigomi alti, lo sguardo penetrante, il sorriso largo, l’eleganza innata di ogni movenza. Tutti caratteri che, trascolorando, accompagneranno le sue esperienze di donna, di amante, di sposa, di madre. Il libro ci invita a seguirla nel cuore profondo delle parole che scandiscono la sua vicenda biografica e, insieme ad essa, quella di un intero continente alle prese con i suoi passaggi storici cruciali.
24,00

La butega nova

La butega nova

Fosco Corradini

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2017

pagine: 188

La Butega Nova è una località emiliana, un luogo di passaggio, con un'osteria e pochi edifici, come se ne possono trovare tanti, lungo la via Emilia o lungo le numerose strade che percorrono l'Italia. Qui si snodano le vicende della famiglia Corradini e si raccontano episodi di un periodo che è terminato solo da pochi decenni, ma che ci può sembrare oggi molto lontano. Sono storie di gente sanguigna e operosa, di comunità povere e dignitose, come la maggior parte delle famiglie italiane di allora, che hanno una protagonista, figlia del temperamento emiliano: la passione politica e la voglia di migliorare la propria condizione.
15,00

Edward Hopper. Un poeta legge uno pittore

Edward Hopper. Un poeta legge uno pittore

Mark Strand

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2016

pagine: 95

«Nei quadri di Hopper ad accadere sono le cose che hanno a che fare con l'attesa. Le persone di Hopper paiono non avere occupazioni di sorta. Sono come personaggi abbandonati dai loro copioni che ora, intrappolati nello spazio della propria attesa, devono farsi compagnia da sé, senza una chiara destinazione, senza futuro». Un grande premio Pulitzer come Mark Strand, poeta e scrittore americano, legge e interpreta per noi trenta dei più noti e amati quadri di Edward Hopper, il pittore americano per antonomasia. Ed ecco sfilare sotto i nostri occhi gli scenari più intensi della mitologia statunitense moderna: distributori di benzina, nastri d'asfalto, marciapiedi, ferrovie, night club, motel... La dimestichezza che si ha con la materia figurativa trattata da Hopper ha spesso indotto a costringere superficialmente questo artista dentro etichette limitative. Così è stato tanto sotto il profilo storico, laddove si è affibbiata all'artista la definizione di «realista americano», quanto sotto il profilo tematico, laddove lo si è voluto innanzitutto come l'«artista della solitudine e dell'alienazione». In queste pagine Mark Strand - le cui poesie si muovono su un terreno mentale e affettivo assai simile - supera di slancio questa visione e ci accompagna nel cuore dell'opera del pittore. Con la sua scrittura nitida, meticolosa e insieme allusiva, densa ed evanescente, Strand espone ciò che rende le scene, gli spazi, le persone della quotidianità raffigurati da Hopper così commoventi e indimenticabili. Un piccolo gioiello riproposto qui con un testo inedito e appassionato di Strand riemerso dai suoi cassetti dopo la morte, e una nuova veste grafica che ne fa un unicum editoriale prezioso per i sempre più numerosi cultori della pittura di Hopper e dell'immaginario americano.
23,00

La mia vita con Picasso

La mia vita con Picasso

Françoise Gilot, Carlton Lake

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2016

pagine: VI-375

Una donna bellissima procede spedita sulla spiaggia, il volto ha un'espressione decisa e divertita. Un passo dietro di lei, un uomo più anziano la segue facendole ombra. La foto ritrae Pablo Picasso insieme a Françoise Gilot, la pittrice che per quasi dieci anni condivise il mondo e la vita del grande artista, diventando la sua musa, la sua più stretta collaboratrice e la madre dei suoi figli. Quando, nel 1964, anni dopo la fine della loro relazione, Françoise Gilot decise di raccontare la loro storia, Picasso fece di tutto per impedirlo: le fece causa tre volte, perdendo ogni volta perché lei riuscì a dimostrare che tutto ciò che aveva scritto non era altro che la verità. Dopo l'ultima sconfitta in tribunale - racconta oggi la pittrice - lui la chiamò per complimentarsi: "Congratulazioni, hai vinto. Sai che a me piacciono i vincitori". Era il suo lato più bello, commenta Françoise, "combatteva contro di te fino alla morte, ma quando era tutto finito sapeva accettare il risultato". Pagina dopo pagina, il lettore ripercorre le vicende della coppia dal primo incontro in un ristorante a Parigi nel 1943, quando lei aveva solo 21 anni e lui 61, fino a quando, una decina di anni dopo, Françoise lo lasciò.
26,00

La fiaba della mia vita

La fiaba della mia vita

Hans Christian Andersen

Libro: Libro rilegato

editore: Donzelli

anno edizione: 2015

pagine: 500

Andersen aveva tutte le ragioni per credere d'aver vissuto una fiaba: figlio di un ciabattino, cresciuto in una famiglia povera, e presto orfano di padre, a soli quattordici anni abbandona la piccola Odense e se ne va per il mondo in cerca di fortuna. Intanto a Copenaghen, poi chissà. A guidarlo è un sogno: il giovane Hans Christian non sa bene ancora come, ma ci riuscirà; d'altronde, una fattucchiera ha letto i fondi di caffè e ha rivelato alla madre: "suo figlio diventerà un grand'uomo!". Andersen sa che, sia pure tra mille difficoltà e stenti, tra ostilità e derisioni, da grande farà l'"artista", non importa se ballerino, cantante o poeta. E infatti gli basteranno pochi anni per entrare a pieno titolo nell'élite culturale europea come uno dei più grandi scrittori di fiabe. Da quel momento in avanti la scena del mondo è tutta per lui: è accolto nelle corti più importanti, dove re e regine si commuovono mentre lo ascoltano leggere le sue storie, e nei più prestigiosi salotti, dove incontra gli artisti del mo mento: da Dumas a Rossini, da Dickens a Wagner. Andersen per. non dimentica di essere un figlio del popolo, ed è la gente comune che lo incuriosisce quando passeggia per le strade di Roma o per i vicoli di Costantinopoli.
35,00

Le mille patrie. Uomini, fatti, paesi d'Italia

Le mille patrie. Uomini, fatti, paesi d'Italia

Carlo Levi

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2015

pagine: 282

Scritti in gran parte fra il 1945 e i primi anni sessanta, e pubblicati su giornali e riviste italiani e stranieri, questi articoli di Carlo Levi ci conducono in un paese che si appresta a vivere un profondo cambiamento, da Nord a Sud. E lo scrittore torinese lo percorre per intero, dal Polesine alluvionato fino alle campagne meridionali, immergendosi nelle "mille patrie" che lo compongono con lo sguardo acuto di chi avverte che è all'opera, in quell'Italia povera che è al centro di gran parte di questi testi, un fiume carsico di lotte contadine che travolgeranno proprio quel Mezzogiorno tradizionale e chiuso raccontato magistralmente nel Cristo si è fermato a Eboli. Sono numerosi e complessi i piani su cui si dispone la scrittura di Levi, tutti però attraversati dalla passione, dalla solidarietà verso gli umili, dalle ragioni dell'arte, da un'istintiva curiosità verso il mondo. Intense sono per esempio le pagine in cui Levi descrive con tono commosso il rapporto degli italiani con le opere d'arte, un rapporto che lo scrittore definisce "quasi esistenziale", "condizione di vita, casa, grembo materno", in cui "le rovine non sono mai morte, rimangono come cose attuali, adoperate, vissute". Prefazione di Guido Crainz.
24,00

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